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Fine dello stato di emergenza pandemica: ora priorità a riduzione liste d’attesa, attenzione a oncologia e cronicità, ripresa della diagnostica e difesa della salute mentale

Appello dei Moderati alla Giunta Cirio: si aprano finalmente gli occhi su queste assolute urgenze, sempre nella consapevolezza che “fine dello stato di emergenza” non significa “fine del Covid”. Dati eloquenti e preoccupanti, che parlano da sé: chiediamo alla Giunta un cambio di marcia che fino a questo momento non si è visto, porteremo in Aula le richieste dei piemontesi.

Con la fine dello stato di emergenza pandemica, auspichiamo che sia finalmente data la giusta attenzione ad altre tre urgenze altrettanto gravi: la Giunta Cirio consideri finalmente una priorità la riduzione delle liste d’attesa, i servizi a favore dei troppi piemontesi che – non avendo potuto effettuare screening e controlli negli ultimi mesi – vedono peggiorato o compromesso il loro stato di salute e la grande emergenza della salute mentale.

Queste sono tre priorità da affrontare subito, sempre considerando che il Covid non è sparito e che anzi gli ultimi dati relativi alla nostra regione sono in controtendenza rispetto alla regressione del virus in Italia: se nell’intero Paese i contagi sono in frenata (ieri poco più di 73mila nuovi casi), in Piemonte i contagi sono in forte risalita (oltre 3.500 solo ieri). La fine dello stato d’emergenza non significa – è evidente – fine della pandemia.

Chiediamo dunque a questa Giunta, come Moderati, di recuperare il tempo perso, tornando a garantire cure e controlli tempestivi per le malattie oncologiche, mettendo mano ai piani della cronicità (sono decine di migliaia di piemontesi che aspettano servizi adeguati) e investendo in maniera congrua, finalmente, sulla difesa della salute mentale (attendiamo ancora, per esempio, la riapertura a pieno regime dei Servizi Psichiatrici al Mauriziano di Torino).

La riduzione o l’interruzione dei ricoveri, della diagnostica, degli esami di screening (e, più in generale, della prevenzione) e delle operazioni – dalla chirurgia all’oncologia, dalla terapia intensiva alla traumatologia – negli ultimi due anni ha troppo spesso costretto al rinvio delle cure i pazienti “non Covid”. Secondo un recente studio dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), in tutta Europa le diagnosi mancate di tumore ammontano a 1 milione dall’inizio della pandemia. Si teme un incremento del numero di nuovi casi, che potrebbero crescere del 21% entro il 2040. 

Sul fronte delle cronicità, i dati mostrano un calo del 20,3% delle prestazioni ambulatoriali e specialistiche (fonte Istat); 2 milioni in meno sono le prestazioni indifferibili (-7%, fonte Istat); 1,3 milioni i ricoveri in meno (- 17%, fonte Corte dei Conti), con un 13% in meno di ricoveri in chirurgia oncologica e un 20% in meno di ricoveri in ambito cardiovascolare e cardiochirurgico.

Metà delle persone contagiate dal Covid manifesta disturbi psichiatrici, con un’incidenza del 42% di ansia o insonnia, del 28% di disturbo post-traumatico da stress e del 20% di disturbo ossessivo-compulsivo; inoltre il 32% di chi è venuto in contatto col virus sviluppa sintomi depressivi, un’incidenza fino a cinque volte più alta rispetto alla popolazione generale. La sindemia da Covid-19 e disagio psichico riguarda anche chi non è stato toccato direttamente dal virus: tra i familiari dei pazienti deceduti, almeno il 10% rischia una depressione entro un anno. Queste cifre e queste percentuali sono state recentemente pubblicate da “Quotidiano Sanità”. I nuovi casi di depressione, stimano gli psichiatri, sono centinaia di migliaia.

Questi dati sono eloquenti e preoccupanti e dimostrano che un cambio di marcia è necessario: come Moderati lo chiediamo alla Giunta e verificheremo che sia finalmente messo in atto. Solo chi non vuole vedere questi dati può pensare che queste non siano priorità: porteremo il tema in Aula, facendoci portavoce delle richieste e delle esigenze dei piemontesi.

covid, cronicità, Regione Piemonte, Sanità