Skip to main content

Circa mille malati psichici a Torino rischiano di perdere le cure domiciliari

Dal 2016 toccherà a utenti e Comune pagare il 60% delle cure assistenziali a domicilio, ma le casse civiche non possono sostenere la spesa, stimata in oltre 10 milioni di euro. Centinaia di pazienti rischiano così di non poter essere curati. Anche centinaia di posti di lavoro sono messi a repentaglio. Serve la convocazione urgente di un tavolo di confronto ed emendamenti sostanziali al documento approvato dalla Giunta regionale.

Sottoscrivo in toto la mozione liberata per l’aula questa mattina dal Consiglio comunale che esprime una valutazione negativa della deliberazione della Giunta regionale sui servizi residenziali in psichiatria, e che impegna il Sindaco e la Giunta a richiedere alla Regione la convocazione urgente di un tavolo di confronto con le parti e i soggetti coinvolti.

Servono sostanziali emendamenti al testo in questione, senza i quali dal 1° gennaio 2016 anche i Gruppi appartamento a 24 e 12 ore saranno considerati assistenziali (non sanitari), e come tali saranno al 60% a carico degli utenti (o dell’Amministrazione comunale per i soggetti indigenti). Un impegno economico, per le asfittiche casse comunali, superiore ai 10 milioni di euro (e che rischia di gravare moltissimo sui cittadini, alla luce delle nuove ISEE).

Ma i soldi difficilmente si troveranno e dunque centinaia di malati (sono circa un migliaio su tutto il territorio comunale) rischiano di perdere il diritto alle cure domiciliari. Inoltre, sono centinaia i posti di lavoro a rischio.

Senza contare che la minor istituzionalizzazione è una forma di cura molto più umana e rappresenta essa stessa uno strumento di cura, va considerato che l’ospedalizzazione è molto più costosa della residenzialità. Il comparto pubblico in struttura non è attualmente in grado di assorbire tutti quei pazienti eventualmente privati della possibilità di usufruire di cure domiciliari.

Garantire adeguati finanziamenti alla domiciliarità non è solo un modo per garantire una metodologia di cura più umana a tante persone: è anche l’unico modo per evitare il collasso dell’intero sistema sanitario.

Silvio Magliano – Consigliere Comunale (Moderati)