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Chiedere indietro i soldi ora, ai medici di famiglia, per l’attività svolta nelle RSA è assurdo e offensivo

Un’azione di questo tipo, in piena terza ondata, è priva di qualsiasi senso. La richiesta dei Moderati alla Giunta Cirio: si interrompa immediatamente la procedura di recupero delle somme, adesso pensiamo a contrastare la pandemia. Al centro della questione, prestazioni, parrebbe autorizzate, degli ultimi 10 anni, relative all’assistenza domiciliare programmata nelle RSA. La platea è di centinaia di medici, le cifre da restituire sono considerevoli.

La sola priorità, oggi, dovrebbe essere il contenimento della pandemia. Non certo provare a chiedere indietro ai nostri medici di famiglia somme erogate per prestazioni – peraltro, parrebbe, regolarmente autorizzate e approvate – rese nelle RSA. Ecco perché chiediamo, come Moderati, un’immediata interruzione di questa azione volta al recupero delle cifre già incassate dai medici. Il tempismo è pessimo: le lettere delle ASL stanno partendo nel pieno della terza ondata, con migliaia di contagi e decine di morti ogni giorno sul nostro territorio.

Non senza ragione i medici di base si sentono traditi, colpiti alle spalle dal loro stesso Sistema Sanitario Regionale. Le prestazioni al centro della questione sono quelle degli ultimi 10 anni, relative all’assistenza domiciliare programmata in casa di riposo ai pazienti non convenzionati. La platea è di centinaia di medici, le cifre da restituire sono considerevoli.

In questa fase la medicina di famiglia si sta facendo in quattro tra tamponi, turni nei centri vaccinali e nuove incombenze burocratiche legate alla pandemia. Il tutto rischiando, quotidianamente, in termini di salute.

medici di famiglia, Regione Piemonte, RSA, Sanità