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Annunci di fermata non attivi sui bus GTT a Torino: penalizzati i passeggeri con disabilità sensoriale

Diverse segnalazioni, tra le quali quella dell’UICI, portano il problema all’attenzione della politica: ho appena presentato un Question Time in Consiglio Regionale del Piemonte per la risoluzione di questa criticità. Garantire un servizio di annunci di fermata affidabile e adeguato alle esigenze di tutta l’utenza è fondamentale.

Non è chiaro se il problema sia tecnico o se derivi dalla gestione autonoma degli autisti: è certo invece che, in diversi casi, a bordo dei bus utilizzati da GTT sulle tratte urbane e suburbane torinesi risulta disattivato il servizio di annuncio interno di fermata, sia visivo che vocale. In particolare, questa criticità si verifica sui bus diesel e a metano Mercedes-Benz Connecto.

Con un Question Time appena presentato in Consiglio Regionale del Piemonte chiederò alla Giunta di intervenire affinché sia garantito un servizio di annuncio di fermata adeguato e affidabile su tutti i mezzi. Le criticità attualmente esistenti si apprendono da numerose segnalazioni, tra le quali quelle dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (U.I.C.I.).

Gli annunci di fermata sono fondamentali per garantire un adeguato orientamento a coloro che viaggiano sugli autobus (pendolari, viaggiatori occasionali, turisti) e possono essere di grande supporto alle persone non vedenti, ipovedenti e agli anziani. La Regione Piemonte ha sottoscritto appositi Protocolli d’Intesa con l’Agenzia della Mobilità Piemontese, con le Associazioni attive nel campo della disabilità e con le Associazioni dei Consumatori per lo studio di iniziative finalizzate al miglioramento dei servizi di Trasporto Pubblico Locale e alla tutela degli utenti.

Anche garantendo la piena funzionalità dei servizi si difendono i diritti delle persone con disabilità e si compiono passi verso l’obiettivo della piena accessibilità.

Salvaguardare gli Uffici di Pubblica Tutela: la mia interpellanza in Consiglio Regionale

Focus sull’Ufficio di Ivrea, a rischio chiusura per mancanza di fondi dopo due anni di efficace attività.

È intenzione della Giunta Cirio intervenire per scongiurare a fine 2021 la chiusura dell’Ufficio di Pubblica Tutela di Ivrea? E, in generale, è nelle prospettive della Giunta Regionale salvaguardare e anzi potenziare questi importanti servizi sul territorio regionale? Queste ed altre domande rivolgerò alla Giunta in una prossima seduta del Consiglio, discutendo l’interpellanza che, sul tema, ho appena presentato a Palazzo Lascaris. Chiederò inoltre all’Assessore di puntualizzare con quale periodicità la Regione trasferisca le risorse alle Province per il funzionamento degli Uffici di Pubblica Tutela. Il fine di questo servizio è sostenere privati, enti pubblici e professionisti a orientarsi nelle procedure per aprire e gestire misure di protezione giuridica districandosi fra i provvedimenti che servono a dare sostegno alle persone fragili che non riescono più a gestire in piena autonomia i propri interessi e bisogni. È la Città Metropolitana (o la Provincia) a gestire queste attività su delega della Regione Piemonte, in attuazione del principio di sussidiarietà verticale, a supporto di soggetti individuati dall’Autorità giudiziaria quali titolari di tutela, curatela e ora amministrazione di sostegno.

In particolare, l’Ufficio Decentrato di Pubblica Tutela a Ivrea è stato inaugurato a giugno 2020 grazie al progetto europeo SociaLab e ha ottenuto un riscontro fortemente positivo dal territorio con un trend in significativa crescita (nei sei mesi di attività nel 2020 ha accolto 234 persone e nei primi cinque mesi del 2021 ha ricevuto oltre 350 richieste). Il progetto termina il prossimo 31 dicembre e lo sportello di Ivrea rischia la chiusura, dal momento che dopo tale data la Città Metropolitana di Torino potrebbe avere delle difficoltà a reperire le risorse necessarie al suo funzionamento. Una prospettiva da scongiurare.

Fibrosi polmonare da sclerosi sistemica: presentato il mio Ordine del Giorno per chiedere la rimborsabilità della cura

L’AIFA ha revocato la rimborsabilità del Nintedanib, unico farmaco in grado di contrastare questa grave patologia, che colpisce anche un terzo dei pazienti sclerodermici, tra i quali è la principale causa di mortalità: con il mio atto in Consiglio Regionale chiedo alla Giunta Cirio di attivarsi presso le sedi opportune affinché sia nuovamente prevista la gratuità della terapia.

Sosteniamo con forza e facciamo nostra, come Moderati in Consiglio Regionale del Piemonte, la giusta richiesta reclamata da molte voci, tra le quali il GILS (Gruppo Italiano per la Lotta alla Sclerodermia): l’unico farmaco per la cura della fibrosi polmonare  – che colpisce anche, come complicanza, i pazienti affetti da sclerosi sistemica e rappresenta la prima causa di morte tra le persone che hanno contratto questa patologia – deve essere rimborsabile. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha revocato quest’anno, con determina DC/586/2021, la rimborsabilità del Nintedanib.

Con un Ordine del Giorno appena presentato a Palazzo Lascaris chiedo al Consiglio Regionale di impegnare la Giunta Cirio ad attivarsi presso le sedi opportune affinché sia nuovamente prevista la rimborsabilità di questo medicinale. È assurdo che i pazienti che ne hanno bisogno debbano pagare la cura: fatto che, tra l’altro, esclude dalla possibilità di curarsi coloro che non hanno sufficiente disponibilità economica. 

La sclerosi sistemica o sclerodermia è una malattia rara e autoimmune a eziologia sconosciuta. Può causare fibrosi polmonare, causa a sua volta di serie difficoltà respiratorie. Questa complicanza colpisce un terzo dei pazienti ed è la principale causa di mortalità. Costringe a dipendere dall’ossigenoterapia o, nei casi più gravi, a un intervento di trapianto di polmone. Il primo e solo farmaco in grado di contrastare la fibrosi polmonare in sclerosi sistemica è stato approvato lo scorso anno dall’Agenzia Europea del Farmaco. Ma quest’anno l’AIFA ne ha bloccato la rimborsabilità con determina DC/586/2021. Il diritto alla salute è garantito dalla nostra Costituzione. Non possiamo accettare il rischio di un’interruzione delle cure per chi ne ha bisogno. 

Question Time sull’USU di Torino, occasione persa

Giunta sulla difensiva: invece di affrontare le molte criticità, l’Assessora si è limitata a rivendicare la correttezza dell’attività svolta. Restano senza risposta le istanze di pazienti e Associazioni: solo due sono i posti letto attualmente disponibili in neuro-urologia, nessuna novità è stata comunicata su riabilitazione e follow-up. L’impegno dei Moderati continua: chiederemo, anzitutto, la convocazione in Commissione Sanità del Direttore dell’Unità Spinale Unipolare.

Dopo aver discusso poco fa in Consiglio Regionale il Question Time sulla necessità di ripristinare a pieno ritmo l’attività dell’Unità Spinale Unipolare del CTO di Torino, restiamo perplessi e molto poco convinti della risposta riferita in Aula dalla Giunta, tutta improntata alla difesa dell’attività svolta.

Non ci risulta, anzitutto, che “lo scontento” sia “di singoli pazienti o Associazioni”: solo alla manifestazione dello scorso 27 ottobre erano presenti oltre cento persone con lesione midollare. Quello espresso in quell’occasione era un disagio ormai insostenibile e condiviso da altre persone ancora, per questioni contingenti non presenti quel giorno. Sono tante le voci che denunciano mancanze e scelte discutibili nella gestione dei pazienti e del personale. Di fronte a queste proteste, l’arroccarsi su posizioni difensive è forse l’atteggiamento meno costruttivo.
 
La situazione di carenza di personale persiste. Permangono e continuano, in parallelo, le lunghe liste di attesa per gli interventi di chirurgia plastica e neuro-urologia: l’attesa supera, in alcuni casi, i dodici mesi. Gli attuali due letti disponibili in neuro-urologia sono lungi dall’essere sufficienti: realtà di dimensioni analoghe, come Milano e Firenze, possono contare su un numero quintuplo di posti letto. Forse la Specialità di Neuro-urologia non fa parte a tutti gli effetti dell’Unità Spinale? I problemi neuro-urologici, insieme a quelli vulnologi, sono tra le più serie complicanze alle quali le persone con lesione midollare vanno incontro. Risposte inadeguate, quando non mancanti del tutto, sono elementi di ulteriore difficoltà nella vita dei pazienti. 

Nel frattempo mancano ancora risposte, tra gli altri temi, rispetto alla riabilitazione acquatica, a proposito della riabilitazione attraverso l’attività sportiva, circa la mancanza di follow-up programmati.

Ci aspettiamo impegni finalmente chiari sul futuro di questa Specialità, in passato eccellenza a livello nazionale. Chiederemo inoltre la convocazione in Commissione Sanità del Direttore dell’USU dottor Petrozzino e auspichiamo un’interlocuzione finalmente diretta e ufficiale della Giunta Regionale con le Associazioni. Chiediamo infine che siano pubblicati bandi per assunzioni a tempo indeterminato per quanto concerne il personale infermieristico, in modo da poter contare su un numero di candidati finalmente all’altezza delle aspettative.

Una Proposta di Legge per garantire un’effettiva e piena bigenitorialità

La presentano i Moderati: il testo mira a garantire, anche dal punto di vista delle comunicazioni ai genitori, la piena applicazione nei fatti dell’affido condiviso come tutela del benessere dei minori. La Regione si dovrà impegnare inoltre a far sì che i Comuni piemontesi istituiscano il Registro della bigenitorialità.

Il Gruppo Consiliare dei Moderati ha presentato in Consiglio Regionale del Piemonte una Proposta di Legge sul tema delle “Comunicazioni relative a minori con genitori separati e situazioni equiparabili e promozione del Registro di bigenitorialità”. Il testo della Proposta di Legge prevede che le comunicazioni della Regione e quelle degli enti e delle aziende del sistema regionale sanitario e sociale, relative ai minori, siano indirizzate a entrambi i genitori, ciascuno presso il proprio indirizzo di residenza. Fondamentale anche l’elemento dell’istituzione del Registro della Bigenitorialità presso ogni Comune del Piemonte, Registro al quale potranno essere iscritti i figli di genitori con residenze diverse. La Regione dovrà promuovere inoltre l’attivazione di protocolli di intesa con le istituzioni scolastiche, nonché con gli enti locali, relativamente alle comunicazioni di competenza e riconoscere il principio della bigenitorialità in merito alle comunicazioni riguardanti i vari campi della vita del minore. Si rileva infatti frequentemente una carenza di informazioni a discapito del genitore non affidatario, danneggiando in particolar modo l’interesse del minore. Un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi i genitori è un diritto del minore. Su istanza di uno dei due genitori, tutte le Associazioni sportive, ricreative e  culturali provvederanno a indirizzare a entrambi i genitori tutte le comunicazioni relative alla pratica sportiva, ricreativa, culturale e agli eventi connessi.

Riteniamo, come Moderati, urgente intervenire sulla gestione delle comunicazioni e delle procedure amministrative riferite ai figli minori, al fine di garantire a entrambi i genitori un’informazione completa e contestuale sugli eventi della vita del proprio figlio. Per bigenitorialità si intende il diritto del figlio a fruire dell’apporto educativo e affettivo di entrambi i genitori. La genitorialità è da intendersi quale impegno che si assume nei confronti del figlio e non dell’altro genitore.