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Ripresa della scuola, la Giunta non sa da che parte iniziare

Volevamo una parola chiara sul rientro a scuola e sull’ipotesi di prolungare l’anno scolastico fino all’estate: ma l’Assessore Chiorino, che ha appena risposto al mio Question Time sul tema, non ha dissipato i dubbi. Aumenta anzi la nostra preoccupazione: a poco più di una settimana dalla ripresa delle lezioni, la Regione Piemonte brancola nel buio. Al 29 di dicembre lasciare le famiglie piemontesi nell’incertezza non è accettabile.

Il Consigliere chiede, la Giunta quasi non risponde. Terminata la discussione del mio Question Time sul tema, non abbiamo capito, anzi proprio non ci è stato detto, quali saranno le modalità di ripresa dell’anno scolastico: ritorno sui banchi giovedì 7 gennaio? Lunedì 11? Secondo quali modalità? Con quali criteri? Chi vivrà, vedrà. Poco importa a questa Giunta, evidentemente, che le famiglie, e con loro alunni e docenti, abbiano la necessità di organizzarsi per tempo. Il tempo per pianificare ci sarebbe stato, in abbondanza: ma la Giunta ha sprecato settimane intere. Mi preoccupa anche la mancata volontà, da parte della Giunta, di prendersi la responsabilità della scelta relativamente all’ipotesi di una riformulazione del calendario scolastico. “A oggi non sono in programma revisioni del calendario, ma c’è la nostra disponibilità in merito in caso di urgenza” (così, a verbale, l’Assessore Chiorino) è una bella formula per passare la palla al Governo. Ancora una volta. Studenti, docenti e famiglie piemontesi meriterebbero ben altro rispetto. Delle due l’una: o si sostiene che la DAD sia una modalità di insegnamento in tutto equiparabile alle lezioni in presenza o si parla di “tempo perso da recuperare“. Sostenere le due posizioni contemporaneamente non ha senso: la Giunta decida.

Grazie, piemontesi, per la vostra generosità; ora la Regione garantisca trasparenza

Oltre 21 milioni di euro raccolti: chiediamo che le modalità di spesa dei fondi raccolti siano rendicontate con la massima limpidezza, per rispetto dei cittadini, sul sito (dove ancora non esiste ancora una pagina dedicata) e sugli altri altri canali istituzionali. Ci assicureremo inoltre che tutte le operazioni di acquisto siano state effettuate per cifre adeguate e livelli qualitativi congrui. Quasi un terzo dei fondi sono ancora in fase di assegnazione: anche qui, vigileremo sui tempi e sulle modalità. Ai piemontesi va tutta la nostra gratitudine e il nostro grazie per la grande generosità dimostrata. 

Donazioni nella prima fase di emergenza COVID: i piemontesi confermano la loro grande generosità. Oltre 21 milioni di euro sono stati raccolti sul conto corrente dedicato. A questa cifra si devono sommare le donazioni erogate direttamente ai destinatari. Ora ci aspettiamo che la Regione garantisca massima trasparenza riportando sul proprio sito (manca ancora, ed è grave, una pagina dedicata alla raccolta fondi) ed eventualmente su altri canali istituzionali, con chiarezza e nel dettaglio, le informazioni relative a come i fondi raccolti siano stati impiegati. Rispondendo, poco fa, alla mia interpellanza, la Giunta Regionale ha chiarito come questi fondi siano stati impiegati: mi assicurerò ora che queste risorse siano sempre state impiegate secondo i principi di efficacia ed efficienza, acquistando beni di qualità adeguata e a prezzi sensati. Le condizioni del mercato, a causa di varie e inaccettabili operazioni speculative, sono state difficilissime per settimane. Valuteremo attentamente tutti i parametri, facendo, sul tema, le verifiche del caso. Ci sono ancora fondi pari a 7,3 milioni di euro, un terzo del totale, in fase di assegnazione (1,5 milioni per le ASR e 5,8 milioni per l’acquisto di attrezzature): anche in questo caso, terremo alta l’attenzione su tempistiche e modalità.

Scandaloso: le scuole riprendono tra dieci giorni, ma dalla Giunta ancora nessuna indicazione

Settimane sprecate senza che si siano pensate, né tanto meno comunicate, misure chiare per la riapertura: assurdo. Domani (ore 14.00) si discute in Consiglio Regionale il mio Question Time sull’ipotesi di prolungamento fino all’estate del calendario scolastico.

Ancora una volta, questa Giunta Regionale lascia gli alunni, gli insegnanti e le famiglie piemontesi senza uno straccio di indicazione: a dieci giorni dalla ripresa delle lezioni, nulla ci è dato sapere su modalità e misure. Settimane e settimane lasciate passare senza pianificare un futuro ormai prossimo, imminente. 

Quando all’ipotesi di prolungare l’anno scolastico oltre ai termini inizialmente previsti, si discute domani alle ore 14.00 in Consiglio Regionale il mio Question Time: è intenzione di questa Giunta prolungare le lezioni fin dopo l’11 giugno? Gli alunni delle nostre scuole rimarranno in classe fino alla prossima estate? Il Ministero sta valutando la possibilità di posticipare la fine dell’anno scolastico 2020-21: sarà comunque e in ogni caso compito delle Regioni stabilire il proprio calendario scolastico. Il Presidente Cirio ha recentemente espresso a mezzo stampa l’intenzione di “recuperare a partire dalla primavera i giorni persi”. 

Mi auguro che la Regione si esprima quanto prima sulle modalità di rientro a scuola (siamo comunque in clamoroso ritardo); quanto alle ipotesi di rimodulazione del calendario, spero che la Giunta sappia e voglia fare chiarezza. Settimane, mesi di didattica a distanza stanno creando danni ai ragazzi, provocando i primi segnali di difficoltà psicologica. Faticano anche le famiglie. 

I termini attualmente previsti dal calendario scolastico regionale sono venerdì 11 giugno 2021 per le Scuole Primarie e Secondarie di primo e secondo grado, mentre per le Scuole dell’Infanzia si andrà avanti fino a mercoledì 30 giugno 2021. Dallo scorso mese di novembre in avanti, l’attività didattica in presenza è stata in gran parte sostituita con la didattica a distanza su tutto il territorio.

Ennesimo Natale drammatico per i dipendenti Tundo: ora ci pensi la Città di Torino con l’Articolo 30

Diversi lavoratori attendono ancora mesi di stipendio. Molti ex dipendenti attendono ancora, da tempo immemore, il TFR. A tutti va la mia totale solidarietà: la situazione è inaccettabile. Mi associo alle richieste dei sindacati: ora intervenga il Comune utilizzando l’Articolo 30 e pagando direttamente. Esprimo inoltre la mia preoccupazione per la procedura aperta, appena andata deserta, relativa al trasporto per i centri diurni: ho presentato un’interpellanza in Sala Rossa per affrontare entrambe le questioni.

Sarà un Natale drammatico, per i dipendenti Tundo. L’ennesimo. La misura è colma, la situazione non è più accettabile. Diversi lavoratori sono in credito di vari stipendi arretrati. In particolare, denunciano le organizzazioni sindacali, gli stipendi di ottobre non sono ancora stati accreditati sui conti correnti di alcuni dipendenti. Non risultano pervenuti gli stipendi relativi ai mesi successivi, né la tredicesima. Solo con molto ritardo (e solo dopo l’istituzione del Tavolo in Prefettura) sono stati versati gli stipendi da giugno a settembre e la quattordicesima. A tutte le persone coinvolte va la mia più assoluta solidarietà: persone già provate dalle vicissitudini di tutti questi mesi e che ora rischiano di arrivare stremate a un Natale di gravissima difficoltà, dal punto di vista economico e dal punto di vista psicologico. Faccio mio l’appello sindacale: vista la comprovata e perdurante incapacità, da parte dell’azienda, di pagare, intervenga la Città di Torino, saldando le spettanze forte dell’Articolo 30 del Codice degli Appalti.
 
TRASPORTO CENTRI DIURNI, DESERTA LA PROCEDURA APERTA: LA MIA PREOCCUPAZIONE
Mi preoccupa, inoltre, il fatto che sia andata deserta la procedura aperta relativa alla gara per l’affidamento del servizio di trasporto in presidi diurni a gestione comunale per le persone con disabilità. Ho già predisposto un’interpellanza per affrontare in Sala Rossa entrambe le questioni, chiedendo alla Giunta in quale modo intenda procedere per l’affidamento del servizio centri diurni e se l’Amministrazione stia già portando avanti gli atti propedeutici all’attivazione della procedura ex Articolo 30.

Vaccinazioni pediatriche, le falle del sistema sono sotto gli occhi di tutti: solo la Giunta non le vede

Appena discussa in Consiglio la mia interrogazione sul tema: Icardi, quasi sorpreso, si è detto “dispiaciuto” per i casi di mancata convocazione di famiglie piemontesi per le vaccinazioni e dal fatto che talvolta i genitori siano costretti a mettersi in coda davanti alle ASL per far vaccinare i propri figli. Anche in tempo di COVID-19 l’efficienza del sistema delle vaccinazioni infantili deve essere garantita. Presenterò un nuovo atto per capire dove si inceppi l’ingranaggio.

Vaccinazioni pediatriche, il ritardo è strutturale: ma di fronte ai fatti la Giunta Regionale cade dal pero. L’Assessore Icardi ha sostanzialmente ammesso, rispondendo poco fa alla mia interrogazione a risposta immediata sul tema, di non aver compreso le proporzioni del fenomeno. “I fatti capitati mi dispiacciono”, riconosce. Inefficienze e ritardi, testimoniati anche da articoli di giornale, mi preoccupano. La scorsa settimana aveva per esempio trovato spazio sui media quanto occorso alla torinese Chiara da Bellonio, madre di una bimba di due mesi e mezzo, mai contattata per le vaccinazioni obbligatorie e “rinviata” ad aprile 2021 al momento di tentare la via della prenotazione: alla fine, è stata costretta a presentarsi di persona all’ASL, mettendosi in coda, insieme ad altri genitori nelle stesse condizioni, per ottenere il vaccino per la figlia neonata. È grave che le famiglie piemontesi non sempre ricevano a casa la convocazione per presentarsi, in una data precisa e compresa nei termini di legge, per far vaccinare i propri figli. È preoccupante il mancato controllo e la mancata supervisione da parte della Regione. Anche in tempo di COVID-19 (emergenza che, capiamo bene, assorbe gran parte delle energie del nostro sistema sanitario), le vaccinazioni per la prima infanzia restano un fattore importantissimo. Non possiamo accettare che le famiglie piemontesi debbano mettersi in coda la mattina presto, bimbi in braccio, per ottenere, non avendo mai ricevuto alcuna convocazione, quanto dovuto e imposto dalla legge. Oltretutto, non è certo questo il momento migliore per creare assembramenti. Tornerò a portare il tema in Consiglio Regionale con un’interpellanza: voglio capire dove si trovi il punto di inceppamento del sistema.