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Anche i percettori di pieno Reddito di Cittadinanza, insieme ai condannati per reati stradali, a fare assistenza ai pedoni

Positivo l’accordo tra Comune e Associazioni Familiari: ora chi ha subito una condanna per reati stradali svolgerà attività di assistenza ai pedoni. I Moderati ribadiscono la loro richiesta: si impieghino per la stessa funzione anche i percettori di RdC di fronte a scuole, centri anziani e altri contesti cittadini presso i quali ve ne sia necessità.

Chi ha subito una condanna per reati stradali farà assistenza ai pedoni: bene. Accogliamo positivamente l’accordo tra Comune e Associazioni Familiari. C’è un forte bisogno di figure di questo tipo davanti alle scuole della città, presso i centri anziani e in tutti quei contesti urbani presso i quali ve ne sia necessità. Rilanciamo, come Moderati, la nostra richiesta: per garantire la sicurezza dei bimbi che entrano ed escono da scuola, facciamo affidamento sui tantissimi torinesi che percepiscono il pieno Reddito di Cittadinanza, garantendo loro tutte le condizioni anche assicurative per farlo. Ci sono scuole presso le quali l’introduzione di segnaletica non ha fatto la differenza, tanto che le indicazioni sono spesso di fatto ignorate dagli automobilisti. Mi riferisco, per esempio, alla Scuola Lessona e ad altri istituti cittadini. Sono quasi 40mila i beneficiari di Reddito di Cittadinanza a Torino e provincia. Molti risiedono nel capoluogo, che si colloca ai piani alti a livello nazionale di questa speciale classifica. 

La crisi delle Scuole di Lingue si abbatte su 1.200 famiglie piemontesi

“Consentiteci di riaprire, oppure garantiteci i ristori”: faccio mio il grido di aiuto delle ottanta realtà sul nostro territorio, che danno lavoro a 1.200 persone. Oltre la metà degli istituti rischia di non riaprire: il danno sarebbe enorme. Dopo aver ottenuto il riconoscimento del bonus lo scorso maggio, tornerò a chiedere sostegno per il settore in Consiglio Regionale.

Scuole di Lingue, è sempre più crisi: faccio mia la preoccupazione di un settore che, nella nostra regione, dà lavoro a 1.200 persone. Fatturati e ricavi a picco, dalle Istituzioni nessun aiuto: ecco riassunta in poche parole la situazione di realtà nuovamente costrette alla chiusura a partire dallo scorso novembre e chissà per quanto. Queste realtà non chiedono altro che poter tornare a lavorare oppure di ricevere ristori adeguati e certi. Peccato che il codice ATECO 855930 sia stato escluso dai ristori. Gli effetti della crisi sono ben riassunti nei dati di un recente sondaggio: per più di una scuola su due, arrivare “in piedi” al prossimo anno sarà molto difficile e oltre una su cinque avrà bisogno di almeno un anno per riprendersi dalla batosta della crisi. Pochissimi i nuovi clienti, molti, di contro, i contratti non rinnovati. Ricorrere alla didattica a distanza? Difficile, non solo perché non adatta al target di riferimento, ma anche perché sempre più persone la guardano con diffidenza. Tornerò a farmi sentire in Consiglio Regionale, chiedendo alla Giunta Cirio un atto di coraggio e di giustizia nei confronti di 1.200 famiglie piemontesi, dopo aver ottenuto, lo scorso maggio, il riconoscimento di un bonus a fondo perduto pari a mille euro per questo settore.  

La mia richiesta in Comune: proroga per la card Pass60, di fatto inutilizzata nell’anno del COVID

Con un Ordine del Giorno in Sala Rossa, chiedo l’estensione delle agevolazioni per recuperare un anno di fatto perso: la tessera è il dono della Città ai torinesi che compiono 60 anni durante l’anno solare e garantisce accesso gratuito (o quasi) a varie opportunità culturali e sportive.

Un piccolo ma importante segnale: estendere anche al 2021 la validità della tessera Pass60 ai torinesi che non hanno potuto sfruttarla in questo 2020, avendola ricevuta quale dono per il proprio sessantesimo compleanno. Questa è la mia richiesta in Consiglio Comunale, con un Ordine del Giorno appena presentato. Come Moderati riteniamo importante che la Città di Torino dia un segnale con un forte contenuto simbolico: negli ultimi undici mesi di pandemia, la possibilità di visitare mostre e musei, di assistere a concerti e di partecipare ad attività sportive è stata, per lunghi periodi, negata per ragioni di forza maggiore. Chiederemo pertanto di estendere il periodo di fruizione della card al nuovo anno per i neo sessantenni aventi diritto. Siamo convinti che così si possa non solo comunicare un messaggio positivo, ma anche restituire a tanti torinesi la possibilità di non perdere utili opportunità culturali.

Subito vaccino anti-COVID per chi lavora negli studi odontoiatrici

Faccio mie le richieste del Tavolo Tecnico sull’Odontoiatria e dell’Ancod: solo garantendo ai membri dei team la possibilità di accedere alla copertura vaccinale si può garantire assoluta sicurezza a professionisti e pazienti. Mi farò portavoce di questa istanza in Consiglio Regionale. Nella nostra regione sono attivi oltre 4mila odontoiatri e oltre 5mila altri professionisti che lavorano negli studi.

Gli odontoiatri (oltre 4mila in Piemonte) lavorano quotidianamente a stretto contatto con i pazienti: garantire loro il vaccino è dunque prioritario. Sostengo convintamente la posizione espressa, in questo senso, dal Tavolo Tecnico sull’Odontoiatria e da Ancod (Associazione Nazionale dei Centri Odontoiatrici). L’accesso al vaccino si deve estendere a tutti i membri dei team che operano negli ambulatori odontoiatrici (oltre agli odontoiatri, sono oltre 5mila sul territorio regionale i professionisti attivi presso gli studi). Porterò avanti queste giuste richieste in Consiglio Regionale, nella convinzione che solo così si possa garantire la maggior sicurezza possibile per professionisti e pazienti. Da sempre il personale, medico e non medico, degli studi odontoiatrici è attivo a stretto contatto con i pazienti per garantire la salute e il benessere dei cittadini.

Tragedia al Valentino: nei nostri parchi la mancanza di sicurezza è un problema grave

Tema portato all’onore delle cronache dalla drammatica scomparsa dell’Avvocato Luca Zambelli, ma casi di difficoltà a procedere per i mezzi di soccorso a causa dei dissuasori si sono già verificati in un passato anche recente (due volte per esempio la scorsa estate): ho appena presentato un’interpellanza, in Consiglio Comunale, per chiedere più attenzione all’accessibilità, alla videosorveglianza, alla disponibilità di defibrillatori e di postazioni SOS presso le aree verdi di Torino.

Che i mezzi di soccorso non siano stati in grado di raggiungere, al Valentino, un cittadino colto da malore è un fatto gravissimo: è quanto successo nella mattina di domenica scorsa, per la mancata apertura di uno dei varchi elettronici. L’episodio ha avuto esito drammatico, con la morte di Luca Zambelli, avvocato. Non è la prima volta che, nell’urgenza di sbloccare i varchi, nessuno risponda alle chiamate dei soccorritori: a mia conoscenza, due casi si sono verificati solo nel corso dell’estate scorsa.

Il tema della sicurezza dei nostri parchi emerge in tutta la sua urgenza. Ho appena presentato un’interpellanza in Consiglio Comunale per chiedere dati puntuali sullo stato attuale della videosorveglianza presso i maggiori parchi cittadini, sulla disponibilità di punti di soccorso dotati di defibrillatori e postazioni per la chiamata dei soccorsi. Urge inoltre una mappatura delle barriere, artificiali e non, che potrebbero ostacolare l’arrivo dei mezzi di soccorso. Chiederò infine chi e come possa azionare, in caso di necessità imminente, i pilomat e le altre barriere mobili all’ingresso dei parchi cittadini.

Torno, con questo atto, a occuparmi di sicurezza nei parchi cittadini, dopo una prima interpellanza discussa ad aprile 2017. Secondo le ricostruzioni giornalistiche della vicenda, i mezzi di soccorso si sarebbero trovati nell’impossibilità di accedere al parco a causa dei dissuasori mobili attivi. I primi soccorritori avrebbero vanamente cercato nel parco una postazione di soccorso dotata di defibrillatore. L’avvocato Zambelli è stato colto da infarto mentre svolgeva attività motoria.