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Rivedere il green deal in difesa del settore automotive, sostegni alle imprese in difesa di competenze che non possiamo perdere

Rivedere il green deal nella sua prescrizione di emissioni zero allo scappamento è il passo fondamentale per offrire un futuro alle nostre imprese del settore automotive: se richiedere emissioni zero in pratica significa soltanto propulsione elettrica, emissioni quasi zero permette di aprire ad altre tecnologie, dall’ibrido ai biocarburanti, su cui le nostre imprese possono costruire una rinnovata competitività. Dall’audizione di questa mattina in III Commissione Consiliare delle associazioni datoriali delle imprese è emersa chiaramente la necessità di fare sistema, prima di tutto come territorio, ma anche a livello nazionale, affinché il green deal possa essere rivisto in ottica di una tutela dell’ambiente che coinvolga tutto il processo produttivo e non si attenga al parametro delle emissioni dell’autoveicolo.

Se è vero che in Italia il parco autoveicoli è il più vecchio d’Europa, è altrettanto vero che il nostro Paese rappresenta un mercato appetibile e che il Piemonte può, attraverso opportuni sostegni alle imprese, mettere in condizione le proprie aziende di essere competitive, ma soprattutto tutelare l’esperienza e le competenze di imprenditori, impiegati e operati del settore che sono un patrimonio non ricostruibile e che non possiamo assolutamente permetterci di perdere. Come Gruppo Consiliare Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale ci impegneremo per sostenere la necessità di un lavoro condiviso che coinvolga tutti i soggetti, dalle istituzioni alle imprese, dagli atenei alle organizzazioni sindacali, per ricostruire e sostenere la competitività della nostra filiera metalmeccanica e dell’automotive.

Vuoti a rendere proposta statalista: per intervenire sulla povertà non serve intento persecutorio, ma condivisione di obiettivi

Nell’audizione con le associazioni e i sindacati dei proprietari di casa, avvenuta questa mattina in II Commissione del Consiglio regionale del Piemonte su mia richiesta, abbiamo potuto approfondire il tema della proposta di deliberazione in Consiglio Comunale di Torino, denominata “Vuoti a rendere”, che definisce una serie di iniziative per il monitoraggio degli appartamenti sfitti e l’eventuale sanzione ai proprietari. Già il nome che è stato scelto per questa campagna, diventata poi proposta di deliberazione di iniziativa popolare, è indicativo di una volontà vessatoria: “Vuoti a rendere”, come se i proprietari di casa dovessero rendere ciò che è loro alla collettività. Un approccio evidentemente inquietante, degno di altre epoche e di altre società, in cui la proprietà privata non era certamente vista di buon occhio.

Il problema della povertà, dell’aumento delle povertà grigie, della difficoltà di molte famiglie di trovare una casa in affitto e soprattutto di poterla pagare, non può e non deve essere sottovalutato: nella visione del Gruppo Consiliare Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale è necessario potenziare Lo.C.A.Re, – Agenzia Sociale Comunale per la locazione, mettendola in grado di incidere veramente sul bisogno, mettere a disposizione quanto prima il patrimonio immobiliare di edilizia residenziale pubblico attualmente non utilizzato, ma soprattutto è fondamentale instaurare un dialogo con tutte le parti coinvolte, come peraltro a Torino si è sempre fatto in questo ambito. La volontà di trovare soluzioni praticabili esiste e sono certo che i proprietari di casa non si tireranno indietro di fronte a una seria interlocuzione che li metta nelle condizioni di affittare con ragionevoli garanzie i propri appartamenti, che spesso costituiscono un patrimonio costruito nelle generazioni con fatica e attitudine al risparmio, negli ultimi anni, tra l’altro, coinvolti in costosi adeguamenti dalle varie normative che si sono succedute su tematiche ambientali, energetiche, di sicurezza.

D’altra parte, tenere una casa sfitta è un costo che si aggira attorno ai 3mila euro all’anno, non esiste convenienza nel decidere di non affittarlo; molti appartamenti sono nel circuito dell’affitto agli studenti, altri sono in stabili che sono in attesa di ristrutturazione, ci sono spesso motivazioni tangibili per cui non sono sul mercato.

Quello che sicuramente non si deve fare è cercare lo scontro, prima di tutto nelle intenzioni: la proposta di deliberazione è irricevibile e soprattutto inattuabile perché contraria alle norme vigenti, ma nel trinomio “censimento, diffida, requisizione” si legge una volontà persecutoria verso la proprietà privata che non si può giustificare dicendo che “Vuoti a rendere” è prima di tutto rivolto al patrimonio pubblico, come ho sentito questa mattina in Commissione.

Lavorare per la montagna favorendo le Unioni e incrementando i servizi di connettività e trasporto: un impegno per i prossimi cinque anni

Ringraziamo il presidente regionale di Uncem, Roberto Colombero, e i presidenti di due Unioni Montane, Loris Emanuel e Maurizio Giacoletto, per l’articolata esposizione di questa mattina in III Commissione sul tema delle politiche per la montagna e per i comuni montani.

A cinque anni dall’adozione del Consiglio Regionale della nuova legge sulla montagna, l’obiettivo che ci dobbiamo porre è ambizioso, perché i nostri territori montani non possono accontentarsi di nulla di meno, in quanto sono fonte di ricchezza, con il turismo, la zootecnia, l’agricoltura, e detengono un immenso patrimonio ambientale e culturale.

Nella positiva esperienza delle Unioni Montane che hanno sostituito le Comunità Montane ma non sono certamente lo stesso ente con nome diverso, c’è sicuramente da annotare la gestione associata dei servizi, soluzione indispensabile per i piccoli comuni nell’erogare prestazioni adeguate ai propri cittadini, e la volontà di dare spazio a nuove forme di collaborazione anche oltre il tradizionale confine della valle. Ne sono un esempio le green communities a cui è necessario dare impulso basandosi sulle positive esperienze già in atto. Per il futuro l’impegno dovrà essere necessariamente ampliare le competenze e le aree di attività delle unioni montane e incrementare i servizi sul territorio, primi tra tutte connessione dati e telefonica e trasporto. Due esigenze da cui dipende la fruibilità dei nostri territori e il contrasto allo spopolamento e su cui l’Amministrazione regionale si sta già impegnando.

Approvazione Variazione al Bilancio è passo avanti importante: per il futuro lavoreremo su molti spunti emersi durante il dibattito

L’approvazione della Variazione al Bilancio discussa oggi è un passo avanti importante in molti ambiti. Prima tra tutte la Sanità, su cui la Giunta e in particolare l’Assessore Riboldi stanno attuando azioni volte a risolvere questioni nodali, come l’Ospedale di Settimo Torinese. Crediamo che la scelta di ridurre l’imposizione fiscale sul Terzo Settore, con l’agevolazione IRAP estesa a tutte le Organizzazioni di Volontariato e IPAB iscritte al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, sia un passo importante nella direzione giusta, così come lo sono l’esenzione dal bollo auto per tutti gli scuolabus appartenenti a Comuni, Unioni di Comuni e Comunità Montane e la spinta verso la digitalizzazione nei processi delle entrate tributarie.

In questa legislatura, già dal prossimo bilancio preventivo, come gruppo Consiliare Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale, lavoreremo insieme alla Giunta e alle altre componenti della Maggioranza per incrementare le azioni previste in questa Variazione, a partire dalle agevolazioni per il Terzo Settore e dall’attenzione nei riguardi di Comuni ed Enti Locali. Siamo sicuramente disponibili a un dialogo aperto con tutte le Componenti del Consiglio su alcuni elementi emersi durante il dibattito: sostegno alle famiglie e alle politiche per la natalità, iniziative per la tutela delle persone fragili, per la formazione professionale e il diritto allo studio, interventi in materia di assistenza socio-sanitaria e misure per le imprese.

Sistema penitenziario: garantire le cure in carcere, opportunità di lavoro e prevenzione le misure su cui lavorare con urgenza

Annotiamo con favore le misure prese a livello nazionale sugli investimenti effettuati per il sistema penitenziario nel corso dell’ultimo anno, ma è indispensabile continuare sulla strada intrapresa: è necessario da una parte proseguire gli investimenti in nuove strutture in modo da riportare i numeri dei detenuti nelle varie carceri entro i limiti della capienza prevista, dall’altra continuare le assunzioni di personale per dare risposte tempestive agli agenti e alle loro famiglie. Gli agenti, infatti, sono anche padri e madri, mariti e mogli e vorrebbero, giustamente, poter lavorare in sicurezza e tornare a casa senza ferite.

E’ urgente ristrutturare adeguatamente l’esistente, renderlo più civile e vivibile. Il carcere di Torino dispone di ampi spazi che andrebbero rivisti e dedicati a nuovo uso, così come invece contiene aree anguste, docce insufficienti con carenza di acqua calda. Lo spazio per l’ora d’aria è un cortile troppo piccolo e bollente d’estate. A Torino come altrove, le condizioni di vivibilità delle strutture carcerarie vengano adeguate sia per migliorare vivibilità e sicurezza, sia per far sì che il percorso della carcerazione sia virtuoso e riabilitativo.

Riteniamo fondamentale incrementare le possibilità di cura all’interno delle carceri, perché i detenuti devono essere curati tempestivamente e in modo adeguato, ma anche per limitare costi e rischi di trasferimenti nelle strutture sanitarie ordinarie.

E’ anche necessario sviluppare programmi di inserimento lavorativo che offrano un’opportunità di un positivo ritorno nella società, utilizzando al massimo le opportunità offerte dalla Legge Smuraglia: una persona impegnata e occupata e che ha una speranza di vita una volta terminato il periodo di detenzione non ha interesse a compiere atti che mettano a rischio il suo ritorno alla libertà e al lavoro, né a commettere crimini che possano configurare un rientro tra le mura del carcere.

E’ opportuno, infine, lavorare sull’educazione dei giovani, per prevenire eventuali azioni criminali: in questo ambito, scuola e Terzo Settore debbono essere coinvolti per mettere in comune progettualità, esperienze e azioni.