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C’è l’esenzione IMU per chi mette un proprio immobile a disposizione delle Organizzazioni di Volontariato: ma l’Amministrazione sta promuovendo adeguatamente quest’opportunità?

Lunedì si discute in Sala Rossa la mia interpellanza per chiedere la più ampia ed efficace comunicazione delle innovazioni regolamentari in materia di IMU, nella convinzione che la sola pubblicazione sul sito istituzionale della Città di Torino non sia sufficiente. In particolare, l’opportunità garantita dalla Legge di Bilancio 2019 – che conviene a proprietari, Associazioni, Comune e territorio – dovrebbe essere promossa con forza.

Un’opportunità ignota è un’opportunità che, di fatto, non esiste: per questa ragione, è fondamentale che l’Amministrazione Civica si occupi di promuovere al meglio, tra le altre, le innovazioni contenute nel testo del nuovo Regolamento Comunale in materia di IMU. Lunedì chiederò alla Giunta, con un’interpellanza che sarà discussa probabilmente già lunedì in Consiglio Comunale, come l’Amministrazione abbia promosso e stia promuovendo le nuove possibilità garantite dal Regolamento Comunale n. 393 in materia di IMU. In particolar modo, mi aspetto che la Giunta pubblicizzi l’esenzione IMU per chi mette un proprio immobile a disposizione di un’Organizzazione di Volontariato. Questa misura conviene a tutti: proprietari, Associazioni (sempre “affamate” di spazi presso i quali portare avanti la propria attività), Comune e territorio, con tanti luoghi abbandonati o non utilizzati che possono tornare a nuova vita. È dunque interesse di tutte le parti in causa che sia promossa in maniera opportuna. Chiederò inoltre secondo quali modalità, canali e strumenti l’Amministrazione intenda, da adesso in poi, fornire la più ampia conoscibilità alle innovazioni regolamentari in materia di IMU per gli Enti non commerciali. La mia proposta di modifica al Regolamento IMU è stata approvata dal Consiglio Comunale lo scorso marzo. Questa opportunità è garantita ai Comuni dalla Legge di Bilancio 2019, Torino è stata la prima Città ad avvalersene.

Rimozione delle gradinate dal ponte Carpanini, telecamere e presidio fisso: le mie richieste alla Giunta per Lungo Dora Napoli

Lunedì in Consiglio Comunale chiederò, con un’interpellanza sul tema, l’applicazione di queste e altre soluzioni necessarie alla sicurezza di cittadini e commercianti e alla fruibilità di questa porzione del quartiere Aurora.

Una piena sicurezza dei cittadini e dei commercianti e una reale fruibilità degli spazi pubblici non sono garantite, sul Lungo Dora Napoli e dintorni, da troppo tempo. Con un’interpellanza che si discuterà lunedì in Sala Rossa, proporrò all’Amministrazione alcune misure concrete e immediatamente applicabili. Il primo e urgente intervento è la rimozione delle gradinate presenti sul ponte Carpanini: queste sedute, nel progetto originale pensate come luogo di aggregazione, sono nei fatti da troppo tempo appannaggio esclusivo di chi spaccia o acquista stupefacenti. In parallelo, chiederò all’Amministrazione di garantire, in collaborazione con le Forze dell’Ordine, un presidio fisso sul territorio. Mi aspetto infine un aggiornamento sull’utilizzo anche in questa porzione di Aurora telecamere e droni: quest’ultima ipotesi era stata illustrata in una recente Commissione relativa al progetto Argo.

Continuo a credere che le potenzialità anche commerciali di questo tratto di lungofiume siano importanti. Spetta all’Amministrazione porre le condizioni perché siano sfruttate: obiettivo che non si potrà pienamente raggiungere finché la zona sarà in mano a degrado, spaccio, sporcizia, bivacchi, violenza e microcriminalità. I residenti e diversi imprenditori che, per la zona, stanno facendo davvero molto meritano un deciso cambio di passo da parte di questa Giunta.

Un’applicazione per la maternità anche in Piemonte: la mia richiesta alla Giunta Cirio

Questa tecnologia garantirebbe informazioni e aggiornamenti puntuali sui servizi per le donne e le coppie piemontesi in attesa di un figlio: Regioni come l’Emilia-Romagna si sono già dotate di simili strumenti, con un Ordine del Giorno a Palazzo Lascaris chiedo che anche il Piemonte provveda. Avevamo chiesto, come Moderati, un fondo regionale per sostenere le famiglie e le donne che, nonostante le difficoltà economiche, intendono portare avanti la propria gravidanza: fondo che ancora non c’è. Ribadiamo oggi, dopo giorni di polemiche spesso strumentali, la nostra richiesta.

Una app che consenta di individuare la sede dei Consultori e dei Punti Nascita, ma anche di avere sempre a disposizione l’elenco dei servizi offerti con la possibilità di contattarli direttamente? Esiste e Regioni come l’Emilia-Romagna se ne sono già dotate. Sul tema, ho appena presentato in Consiglio Regionale del Piemonte un Ordine del Giorno che impegna la Giunta ad attivarsi al fine di predisporre anche in Regione Piemonte una app che accompagni e assista le donne e le coppie nel percorso della gravidanza, del parto e delle settimane successive alla nascita della figlia o del figlio. 

Ribadiamo intanto, come Moderati, la nostra richiesta di un fondo regionale per sostenere le famiglie e le donne che, nonostante le difficoltà economiche, intendono portare avanti la loro gravidanza facendo una scelta a favore della vita: fondo che ancora non c’è. In questi giorni di polemiche spesso strumentali, proviamo ancora una volta a portare avanti proposte concrete a sostegno di chi fa una scelta a favore della vita. Circa il 50% delle gestanti che si rivolgono ai Centri di Aiuto alla Vita dichiara di avere difficoltà economiche e un altro 20% è senza lavoro. Qualsiasi scelta influenzata da una fragilità di tipo economico non è mai una scelta davvero libera.

La app in uso in Emilia-Romagna permette, tra le altre funzioni, di inviare una chiamata al 118 in caso di necessità e, attraverso la voce “contatti”, di esprimere la valutazione della propria esperienza circa l’assistenza ricevuta, nell’ottica del miglioramento continuo del Servizio Sanitario Regionale. La app permette di individuare i Punti Nascita, di consultare in maniera pratica Cartella della Gravidanza con relative informazioni sul percorso di nascita e di visualizzare i servizi di assistenza, controlli ed esami. Chiediamo, come Moderati, che anche in Piemonte sia messa a disposizione delle donne e delle coppie una app analoga a quella già adottata dall’Emilia Romagna. Anche così si possono sostenere le donne e le coppie piemontesi che hanno deciso di mettere al mondo un figlio. Mi auguro che i colleghi Consiglieri capiscano l’importanza di una simile tecnologia e che si esprimano compattamente, in Aula, a favore del mio atto. Daremmo un messaggio importante.

La Giunta lascia a piedi Mirafiori Sud

Il quartiere risulta penalizzato in maniera gravissima dalle modifiche al Piano del Trasporto Pubblico Locale: 7 le linee di superficie eliminate o ridotte, per migliaia di residenti andare a piedi sarà l’unica alternativa all’uso dell’auto privata per raggiungere, per esempio, la zona ospedali o il centro cittadino. Ho presentato un’interpellanza in Comune per chiedere che la Giunta, previo confronto con i residenti e con la Circoscrizione, torni sui suoi passi. Nel frattempo, chiediamo come Moderati l’attivazione di una linea Star che copra le zone del quartiere meno servite dai mezzi pubblici.

Piano del Trasporto Pubblico Locale modificato, Mirafiori Sud paga il conto: tagli e riduzioni riguardano sette linee e coinvolgono migliaia di residenti. Mirafiori Sud è un popoloso quartiere dall’età media avanzata. Queste scelte scellerate finiranno per scoraggiare i cittadini dall’utilizzare i mezzi pubblici, non più rispondenti alle reali necessità ed esigenze di spostamento della popolazione: che cosa pensa la Giunta, a parole così attenta ai temi ambientali, di questa prospettiva?

Le modifiche riguardano le linee GTT 14, 63, 34, 35, 63b, 18 e 40. La linea 34, con il nuovo tragitto, escluderebbe del tutto strada Castello di Mirafiori, impedendo di fatto ai circa 4mila residenti in quel tratto di poter raggiungere la zona ospedali. Anche il Presidio Sanitario Valletta, non transitando più la linea su via Farinelli, rimarrebbe non servito. La nuova linea 63 (63 + 63/) escluderebbe un tratto di strada del Drosso e tutta strada Castello di Mirafiori, impedendo alla popolazione residente di raggiungere la zona ospedali e il centro cittadino.

Ancora una volta, le scelte di questa Amministrazione penalizzano le periferie. Per l’ennesima volta il quartiere Mirafiori Sud perde un servizio essenziale, a pochi mesi dalla chiusura della sede della Polizia Municipale di via Morandi. Con la mia interpellanza, appena presentata in Consiglio Comunale, chiedo che la Giunta consulti i residenti e la Circoscrizione e agisca di conseguenza apportando i necessari correttivi al Piano. 

In attesa di individuare e applicare soluzioni efficaci per il territorio, chiediamo inoltre come Moderati l’attivazione di una linea Star che garantisca il collegamento delle aree del quartiere oggi non completamente servite dal servizio di trasporto pubblico (il cosiddetto “Villaggio”, l’area “Cime Bianche” e l’area “Basse Lingotto”).

Salviamo la Basilica di Superga

A rischio funzioni religiose e museo: non permettiamo che questo simbolo cittadino chiuda i battenti. Anche la Città deve fare la sua parte. Non nascondo la mia preoccupazione, mi dispiace che le Istituzioni abbiano fatto, finora, davvero poco e che poche voci si stiano alzando a difesa della Basilica. Sul tema, ho appena presentato un’interpellanza in Consiglio Comunale. Salviamo Superga, poi torniamo a valorizzarne pienamente le potenzialità turistiche.

L’Amministrazione si adoperi per evitare il rischio che la Basilica di #Superga chiuda al pubblico già dalle prossime settimane. Lo chiedo a Palazzo Civico con un’interpellanza appena protocollata. In particolare, la chiesa e il museo rischiano di interrompere le funzioni e le attività già dal prossimo mese di luglio.

Con il mio atto chiedo alla Giunta come si stia muovendo per preservare un così importante simbolo religioso, architettonico e storico della nostra Torino e quali misure stia attuando e intenda attuare per scongiurare il rischio di chiusura. La Basilica di Superga riveste, non ultimo, un importante ruolo turistico, per quanto mai abbastanza valorizzato. 

Non nascondo la mia preoccupazione e il mio dispiacere per aver sentito poche voci alzarsi, in questi giorni, a difesa di questo simbolo cittadino. Scongiurare la chiusura di Superga è solo il primo passo: sarà poi necessario impegnarsi dal punto di vista finanziario e strategico, promozionale e trasportistico per una sua piena valorizzazione culturale e turistica.

Urge convocare un tavolo con tutte le parti interessate per individuare una soluzione positiva per questo monumento e per l’intera città. Se i Servi di Maria dovessero lasciare Superga, nel santuario non sarebbero più celebrate funzioni religiose e sarebbero interrotte le visite alla Cupola e alla Cripta Reale. L’Ordine dei Servi di Maria gestisce le attività di culto, mentre il controllo patrimoniale risulta in capo al Demanio; la ditta “Artis Opera” si occupa dei servizi di biglietteria, biblioteca, museo e bar. 

Anche l’Amministrazione Civica ha il dovere di fare la propria parte. La Basilica di Superga fu eretta, su voto di Vittorio Amedeo II, su progetto dell’architetto Filippo Juvarra. La prima pietra del santuario, dedicato alla Madonna delle Grazie, fu posta nel 1717.