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Sostegno agli Oratori, le promesse da marinai della Giunta Cirio: non un euro in più rispetto al 2020

Bando ex LR 26/02 uscito in pompa magna, ma la cifra resta identica all’anno scorso: 500mila euro, ai minimi storici o quasi rispetto al milione di euro del 2017. Il mio Ordine del Giorno che chiedeva ulteriori risorse, approvato in Consiglio Regionale, resta lettera morta. Sul tema, anche in fase di discussione del Bilancio di Previsione avevamo chiesto ulteriore impegno finanziario (1 milione di euro in più), ma il nostro emendamento fu bocciato lo scorso marzo a Palazzo Lascaris.

Da parte della Giunta Cirio, sul tema del supporto agli Oratori, parole, parole, parole. Il bando ex LR 26/02 è uscito in pompa magna, ma non prevede un euro in più rispetto agli anni precedenti. Ammonta a 500mila euro lo stanziato in competenza per il 2021: esattamente la stessa cifra del 2020 e del 2018, poco più dei 440mila euro del 2019 e la metà rispetto al milione del 2017. Gli enti di culto hanno tempo fino al 23 luglio per presentare istanza di accesso ai finanziamenti.

Non un euro in più: questo è dunque il valore che la Giunta Cirio dà agli atti, in teoria vincolanti, approvati dal Consiglio. Lo scorso 9 aprile è stato approvato in Aula un mio Ordine del Giorno che chiedeva ulteriori risorse da reperire per la LR 26/02 sul “Riconoscimento e valorizzazione della funzione educativa, formativa, aggregatrice e sociale svolta dalle Parrocchie, dagli istituti cattolici e dagli altri enti di culto riconosciuti dallo Stato attraverso le attività di Oratorio”.

Come Moderati continuiamo a vedere negli Oratori luoghi di aggregazione, incontro e inclusione imprescindibili per la crescita delle nuove generazioni. Senza un adeguato sostegno pubblico queste realtà – 1.184 sul nostro territorio – rischiano in molti casi di dover ridurre non solo la propria attività ordinaria, ma anche i molti i progetti di inclusione sociale

Un protocollo di intesa è stato stipulato tra la Regione Piemonte, la Conferenza Episcopale Piemontese e i referenti di altre religioni e confessioni sulla base di una deliberazione della Giunta Regionale. Il protocollo definisce anche le modalità concrete per accedere ai contributi.

Vendetta per l’intervento al parco Sempione: i pusher devastano le auto in sosta

Vetri infranti e danni alle carrozzerie nel parcheggio vicino alla Scuola Franchetti: alcuni residenti hanno visto un gruppo di soggetti riversarsi dal parco oggetto dell’intervento al posteggio e sfogarsi contro le macchine incustodite. Per i residenti di via Brenta e dintorni questo è l’ennesimo problema, l’ennesimo inaccettabile affronto.

All’arrivo degli Agenti, chiamati a scortare l’intervento di sgombero e pulizia dello scorso martedì, i pusher si sono spostati in gruppo da parco Sempione al vicino parcheggio antistante la Scuola Franchetti e qui, come atto di sfogo o vendetta, si sono accaniti contro le auto in sosta all’angolo tra via Fossata e via Bongiovanni. Questa la ricostruzione dei diversi testimoni oculari che hanno assistito alla scena dalle loro case. Risultato: numerose auto danneggiate, carrozzerie sfondate e vetri infranti (tuttora a terra). La nostra richiesta è che gli abitanti di via Brenta e dintorni possano finalmente contare su un territorio sicuro e dotato dei servizi fondamentale (a partire dall’allacciamento al metano), senza marciapiedi utilizzati come toilette a cielo aperto, senza paura di tornare a casa la sera, senza timore di trovarsi l’auto devastata dalla furia di gente che, evidentemente disturbata dall’azione di sgombero, avrebbe forse preferito che il parco Sempione rimanesse appannaggio di microcriminalità e degrado: è chiedere troppo?

A nord di Torino: mezzo milione di abitanti, collegamenti stradali insufficienti

Ciriè, Chivasso, Ivrea e Cuorgnè, sedi dei quattro ospedali dell’Asl TO4, non sono reciprocamente collegate se non tramite Torino; i residenti di questa porzione della nostra provincia non possono raggiungere Caselle, sede dell’Aeroporto, se non passando dal capoluogo. Ho presentato un’interpellanza in Città Metropolitana per chiedere risposte alle esigenze di mobilità di tutta la zona.

La mobilità a nord di Torino presenta evidenti criticità. Attualmente non esiste un collegamento tra i quattro ospedali dell’Asl TO4 (Ciriè, Chivasso, Ivrea e Cuorgnè), se non passando da Torino. Per i residenti della zona territoriale omogenea Area 4 e del Chivassese non è possibile raggiungere direttamente l’aeroporto di Caselle, ma è necessario passare, anche in questo caso, per il capoluogo.

Non risultano passi avanti nell’attuazione del progetto di una linea di autobus di collegamento tra Brandizzo e Caselle: una tale linea unirebbe SFM2, SFM4, Ferrovia Canavesana e ferrovia Torino-Milano, collegando direttamente anche gli ospedali dell’Azienda Sanitaria. Le molte sollecitazioni all’Agenzia della Mobilità Metropolitana e a GTT da parte dei Comuni interessati non hanno avuto, a oggi, esito positivo. Ancora non sono state definite né le modalità di esercizio né l’eventuale ripartizione dei costi.

Solo con la linea di gronda tra Brandizzo e Caselle si potrà permettere un rapido accesso ai servizi ferroviari e all’aeroporto per tutti i cittadini della zona territoriale omogenea Area 4. Molti sarebbero gli effetti positivi sull’intensità del traffico r su nodi e arterie particolarmente congestionati di tutta l’area. I cittadini hanno inoltre necessità di un accesso diretto, che attualmente manca in alcuni comuni, al Sistema Ferroviario Metropolitano.

Sul tema ho presentato un’interpellanza in Consiglio della Città Metropolitana per chiedere azioni concrete in risposta alle esigenze di mobilità della zona territoriale omogenea Area 4 e per sapere quali siano le tempistiche per la realizzazione della linea tra le stazioni di Brandizzo e di Caselle.

In corso Lecce 33 due alloggi ATC occupati abusivamente, degrado, lavatrici abbandonate nei cortili e vecchie auto usate come parco giochi

La situazione va avanti da cinque mesi: finché i tempi di assegnazione degli appartamenti disponibili saranno nell’ordine dei mesi, come attualmente avviene, continueranno a verificarsi casi simili. La Giunta intervenga.

Neppure corso Lecce sfugge al fenomeno delle occupazioni abusive di case ATC: da 5 mesi a questa parte, risultano occupate due unità, entrambe al piano rialzato, nell’ambito del complesso al civico 33.

Gli effetti delle occupazioni sono ben noti agli inquilini: gli occupanti si sono abusivamente allacciati alla luce e verosimilmente anche l’acqua è sottratta ad ATC; il degrado avanza nei cortili, sui balconi e negli spazi comuni. Come se non bastasse, le multe per l’immondizia conferita in modo errato nei cassonetti sono ripartite su tutti i condomini. Sotto i balconi si trovano rifiuti di tutti i tipi, compresa una lavatrice.

Altre criticità completano il quadro: un’auto e un camion sostano da anni abbandonati nel cortile, utilizzati come parco giochi – cosa pericolosissima – dai bambini piccoli figli degli occupanti.

Cresce il numero di occupazioni sul territorio cittadino: criticità quasi inevitabile, dal momento che i tempi per assegnare una casa ATC libera sono attualmente molto lunghi, talvolta nell’ordine di grandezza dei mesi. Proprio durante le settimane di attesa si verifica la maggior parte delle occupazioni abusive.

Ribadiamo, come Moderati, le nostre richieste: ridurre i tempi, aumentare il numero di alloggi assegnabili, garantire la custodia delle unità abitative momentaneamente non utilizzate. Chi occupa abusivamente un appartamento ATC sta negando il diritto alla casa a chi ne avrebbe bisogno e titolo.

Lo abbiamo ripetuto in tutti questi anni, oggi c’è una targa che lo afferma pubblicamente: “Non accada mai più”

Appena inaugurata la targa in memoria di Andrea Soldi sulla “sua” panchina in corso Umbria a Torino: bello vedere questa mattina le Istituzioni presenti e unite, ma in precedenza per troppo tempo la famiglia è stata lasciata sola. È stata questa, come da noi richiesto, la prima inaugurazione a Torino dopo le chiusure da Zona Rossa: bel segnale. Ora si passi dalla testimonianza ai fatti: la politica provveda a un sostanziale ripensamento dell’intero modello regionale della psichiatria, allocando finalmente risorse finanziarie adeguate per fronteggiare un’emergenza, quella della salute mentale, che la pandemia ha ulteriormente aggravato.

Che non accada mai più“: lo abbiamo ripetuto in tutti questi anni. Oggi queste parole sono esposte sulla targa in memoria di Andrea Soldi appena inaugurata sulla “sua” panchina in corso Umbria a Torino. Bello vedere, questa mattina, tanti cittadini e la presenza compatta delle Istituzioni, ma per troppo tempo la famiglia è stata lasciata sola.

L’inaugurazione della targa in memoria di Andrea è molto più di un atto simbolico: è un fatto che deve indurre la politica a un sostanziale ripensamento del modello della psichiatria regionale e all’impegno per cambiare quanto, in questo ambito, ancora non funziona. Un risultato che non si potrà raggiungere senza che su questo settore si mettano finalmente risorse finanziarie adeguate. Le condizioni oggettive rendono questo cambio di rotta più che mai urgente: la pandemia da Covid-19 sta facendo aumentare in maniera drammatica i dati relativi alle patologie mentali. L’effetto della pandemia sulla salute mentale è stimato in un aumento di un milione di pazienti (+30%) presi in carico dal Sistema Sanitario Nazionale*,

Era il 5 agosto del 2015, sei anni fa: Andrea Soldi ci lasciava in un torrido pomeriggio d’estate, vittima di un TSO. La proposta di dedicare ad Andrea Soldi una targa ha sempre avuto la mia piena condivisione e il mio appoggio, umano e politico, in tutte le sedi.