Skip to main content

INTERPELLANZA – Associazioni di Volontariato di Protezione Civile: risorsa preziosa, contributi scarsi

PREMESSO CHE

  • la Protezione Civile svolge un ruolo fondamentale esercitando attività di pubblico soccorso in situazioni di calamità naturali, incidenti ed emergenze sanitarie;
  • come enunciato nella deliberazione di Giunta comunale del 15 aprile 2020 (mecc. 2020 00945): “L’attuale situazione mondiale vede tutte le Istituzioni, ciascuna per la propria sfera di competenza, impegnate a contenere e contrastare i rischi sanitari derivanti dalla diffusione del virus COVID-19. La Città è in prima linea nel contrasto alla diffusione del virus e nel contesto operativo nazionale e regionale di coordinamento per l’applicazione delle misure di contenimento e lo è e sarà ancora di più per la gestione delle attività di sostegno alla popolazione. Particolare importanza nel contesto operativo assume la Protezione Civile chiamata ad uno sforzo straordinario e di primo piano nella gestione e nel coordinamento delle operazioni che dal 23 febbraio sono attive senza soluzione di continuità. Attualmente la stessa è strutturata come Area inserita all’interno della Divisione Ambiente, Verde e Protezione Civile. Si tratta di una struttura agile costituita da poche unità di personale specializzato che ha funzione di coordinamento operativo ed un solo Dirigente che opera partecipando altresì a tutti gli organismi di gestione dell’emergenza oltre che alla direzione delle attività operative proprie. L’attuale situazione venutasi a creare sta mettendo a dura prova la struttura chiamata ad uno sforzo operativo continuativo considerevole la cui conclusione non è al momento pronosticabile. Inoltre, essa deve coordinare un numero considerevole di volontari che fanno capo alle diverse associazioni con cui necessita interazione.”;
  • nell’attuale fase di emergenza epidemiologica le Associazioni di Volontariato di Protezione Civile stanno profondendo un servizio encomiabile, di apprezzabile valore sia in quantità sia in qualità, a fondamentale e necessario supporto e integrazione di quanto svolto dagli Enti pubblici;

RILEVATO CHE

  • come risultante da formale istanza di accesso atti recentemente presentata dallo scrivente: “Per l’anno 2019: con deliberazione della Giunta comunale del 12 luglio 2019 (mecc. 2019 02526) era stata approvata la quota annuale, a titolo di rimborso spese, a favore delle Associazioni di Volontariato di Protezione Civile convenzionate con la Città, per un importo pari a € 50.000, al lordo delle eventuali ritenute di legge. Con determinazione dirigenziale del 16 luglio 2019 (mecc. 2019 02957) è stata impegnata la somma di € 15.000, corrispondente alla quota base, pari al 30% della somma complessiva disponibile e con successiva determinazione dirigenziale del 24 dicembre 2019 (mecc. 2019 006686) è stata impegnata la quota di saldo. Le somme relative alla quota di acconto sono state liquidate nel corso dell’anno 2019; per la quota di saldo, per le prestazioni svolte dalle Associazioni a tutto il 31 dicembre 2019, è stata approvata la determina di liquidazione e si è in attesa dell’emissione dei relativi mandati di pagamento.” 
  • “Per l’anno 2020: in considerazione delle disponibilità inserite a bilancio nell’anno in corso, tenendo altresì conto del costante e continuo impegno delle Associazioni dovuto all’emergenza sanitaria in corso per le attività di sostegno e di supporto alla popolazione, le risorse disponibili, ammontanti a complessivi € 70.000, verranno interamente riconosciute a titolo di rimborso spese a favore delle Associazioni di Volontariato di Protezione Civile convenzionate con la Città.”;

CONSIDERATO CHE

  • con la già citata deliberazione della Giunta comunale mecc. 2020 00945, l’organo esecutivo dell’Amministrazione ha inteso conferire un incarico dirigenziale ex art. 110 d. lgs. n. 267/2000 al fine di individuare “[…] una figura che operi in qualità di supporto al Dirigente di Area e che possa affiancarlo e sostituirlo, in caso di necessità, alla guida dei processi operativi e nei tavoli di crisi e di coordinamento nelle attuali fasi emergenziali ed in quelle, altrettanto gravose ed impegnative, che segneranno i prossimi mesi relativamente alle marginalità ed alle emergenze economiche. La necessità di un supporto al Dirigente appare, nell’attuale scenario epidemiologico, priva di alternative praticabili anche in relazione ai tempi necessari, dopo la rigida fase del confinamento, per il graduale recupero delle condizioni ordinarie della vita urbana e sociale. Ciò potrebbe richiedere diversi mesi nei quali è indispensabile che un Dirigente della Città possa, a tempo pieno, gestire tali fasi di rientro consentendo condizioni di piena sicurezza e di necessaria qualità degli interventi di gestione a tutela dei cittadini e della salute pubblica. Si ritiene perciò di individuare una figura dirigenziale che possa svolgere tali funzioni affiancando e ove necessario sostituendo l’attuale Dirigente di Area al tavolo dell’Unità di crisi ed in grado di intervenire su tutte le funzioni dell’Area. L’estrema urgenza di dotarsi di una figura dirigenziale di supporto all’Area Protezione Civile richiede una scelta diretta, fiduciaria, basata sul possesso di competenze e su professionalità specifiche che possono essere considerate per l’attribuzione dell’incarico, complementari a quelle assicurate dal Dirigente titolare, maturate in particolare nell’ambito della materia dei processi di sicurezza, anche al fine di tutelare al meglio l’impiego del personale particolarmente esposto al rischio di contagio in occasione di interventi in situazione di necessità.”;
  • per tale incarico la Giunta ha determinato “di stabilire il trattamento economico nella misura di € 43.928,79 lordi annui, pari allo stipendio tabellare della qualifica dirigenziale unica ex C.C.N.L. 03.08.2010 comprensivo di Indennità di Vacanza Contrattuale, oltre agli assegni familiari se dovuti, nonché di un’indennità di posizione annua (comprensiva di tredicesima mensilità) pari ad € 24.013,40; tutti gli importi sono comprensivi di tredicesima mensilità. Al Dirigente verrà corrisposta una retribuzione annua lorda legata al raggiungimento degli obiettivi fissati d’intesa con il Direttore Generale secondo i criteri del Contratto Integrativo Aziendale vigente.”;
  • pur riconoscendo la necessità di irrobustire la struttura amministrativa dell’Area Protezione Civile mediante l’inserimento di una figura professionale significativamente qualificata, si ritiene altrettanto congruo – e peraltro non confliggente – che l’Amministrazione provveda con urgenza al saldo dei contributi alle Associazioni di Volontariato di Protezione Civile;  

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. entro quale limite temporale l’Amministrazione intenda saldare i contributi 2019 alle Associazioni di Volontariato di Protezione Civile;
  2. con quale tempistica verrà versato l’acconto per l’anno in corso;
  3. in considerazione dell’eccezionalità della situazione derivante dall’emergenza epidemiologica tuttora in atto e dell’impegno profuso dalle Associazioni di Volontariato di Protezione Civile, se l’Amministrazione intenda riconoscere loro ulteriori e supplementari contributi.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Azioni a tutela dei lavoratori della polizia municipale ai tempi del COVID-19: per questa amministrazione uno vale ancora uno?

PREMESSO CHE

  • nelle ultime settimane lo scrivente è stato contattato da molti dipendenti in servizio presso il Corpo di Polizia Municipale che lamentano una forte preoccupazione per le condizioni di lavoro e di sicurezza e decise perplessità circa le disposizioni fornite dal Comando per tutelare gli operatori della Polizia Municipale dai rischi di contagio epidemiologico da COVID-19;
  • come noto e ampiamente divulgato dalla comunità scientifica, una delle modalità più efficaci per proteggersi dalla diffusione e dal contagio da COVID-19 consiste nel mantenimento del distanziamento interpersonale di almeno un metro e nella protezione di naso e bocca mediante mascherina;
  • le doglianze raccontate allo scrivente derivano dalla specificità del lavoro della Polizia Municipale, dai molteplici ambiti e tipologie di intervento, dai frequenti e inevitabili contatti con l’utenza e dai contorni indefiniti che caratterizzano questo nuovo virus che sta flagellando la salute e le certezze della società moderna;

RILEVATO CHE

  • facendo seguito ai provvedimenti adottati dal Governo e dalla Giunta Regionale, la Divisione Personale della Civica Amministrazione ha pubblicato in Intracom numerose Circolari, Comunicazioni di servizio e Disposizioni rivolte a tutti i dipendenti;
  • per la tipicità e la peculiarità dei servizi svolti quotidianamente dagli operatori della Polizia Municipale si rendeva necessaria l’emanazione di specifiche disposizioni recanti  protocolli operativi che codificassero condizioni e modalità di svolgimento delle differenti e variegate situazioni lavorative;
  • come riferito allo scrivente, il Comando ha adottato una serie di Circolari interne, di Comunicazioni (a partire dalla n. 23 del 26 febbraio 2020) e di Disposizioni (iniziando con la n. 2 del 13 marzo 2020) che appaiono certamente utili ma così ampie e onnicomprensive da rischiare di risultare operativamente poco efficaci e prive di ausilio concreto per gli operatori del Corpo;
  • la genericità dei documenti citati consisterebbe innanzitutto nell’assenza di dettagli pratici, di protocolli operativi, così come di indicazioni circa il corretto l’utilizzo (e lo smaltimento) dei dispositivi di protezione;
  • pur venendo emanate disposizioni con cadenza quasi quotidiana, anche per recepire i frequenti aggiornamenti normativi e le indicazioni ministeriali, mancherebbe un piano ampio, organico e completo di gestione dell’emergenza, sia a tutela degli operatori della Polizia Municipale e delle loro famiglie sia a tutela della cittadinanza;
  • pare inoltre che alle riunioni settimanali del tavolo tecnico insediato a Palazzo Civico per la gestione dell’emergenza sanitaria in atto risulti sempre assente il Comando e il referente politico titolare della delega alla Polizia Municipale;
  • è stata riportata allo scrivente la cronica mancanza/carenza di dispositivi di protezione;
  • ad oggi, in molte Divisioni e Settori, tra questi la Polizia Municipale, i dipendenti che presentano i sintomi riconducibili ad un probabile contagio da COVID-19 sono invitati a rimanere a casa e a contattare il medico curante, così come tutti quelli che hanno lavorato con loro a stretto contatto (nel caso specifico della Polizia Municipale ci si riferisce ai colleghi di pattuglia): questi dipendenti rimarrebbero a casa in mutua/infortunio, non in ferie, poiché hanno sintomi ma, da quanto narrato, a questi dipendenti non verrebbe fatto il tampone;
  • risulterebbe che tutti coloro che presentavano sintomi non gravi di COVID-19 siano stati domiciliati senza che venisse fatto il tampone: alcuni di questi sarebbero rientrati in servizio dopo l’isolamento domiciliare di 14 giorni a fronte di una semplice autocertificazione di scomparsa dei sintomi;
  • pare che ci siano anche stati casi di mancata informazione al personale delle condizioni di salute di un collega affetto da COVID-19 (i colleghi però comunicano tra loro) e che non sia stata effettuata neppure la sanificazione dei luoghi di lavoro e delle auto;
  • pare che non ci sia un’azione organica per garantire le presenze del personale: è stato imposto di usufruire delle ferie (pur non in scadenza) e delle ore di ROS e anche a chi vorrebbe e potrebbe essere in servizio, perché magari privo di carichi familiari, viene imposto di stare a casa: in conseguenza di ciò per la copertura dei servizi viene poi attivato personale in straordinario retribuito;

CONSIDERATO CHE

  • ogni buon amministratore deve avere cura di gestire con scrupolo e attenzione il personale dipendente;
  • ciò che si ritiene mancante e che in questa sede si intende sollecitare non sono le parole depositate in circolari, disposizioni e comunicazioni, bensì le indicazioni operative pratiche rivolte a chi 24 ore 24, 7 giorni su 7, festivi inclusi, presta un prezioso servizio alla collettività;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se il Comando abbia a disposizione mascherine, gel sanificanti e altri dispositivi di protezione idonei (dotati di certificazione e scheda tecnica) a contrastare il contagio da COVID-19 in numero sufficiente per tutti i dipendenti, se li abbia distribuiti a tutti e quando;
  2. quanti siano ad oggi gli operatori della Polizia Municipale contagiati da COVID-19 e quali provvedimenti siano stati assunti per contenere il contagio di chi è venuto a contatto con questi colleghi (sanificazione veicoli, sezioni, uffici, reparti, nuclei, spogliatoi, gabinetti);
  3. quanti dipendenti del Corpo siano stati sottoposti a tampone e quanti ne siano stati richiesti;
  4. se e quando sia stata effettuata la sanificazione e disinfezione dei luoghi di lavoro, compresi i veicoli in uso al Corpo;
  5. se si provveda alla quotidiana rilevazione della temperatura corporea, ad inizio e fine turno, per ciascun turno e reparto/sezione/ufficio;
  6. se l’Amministrazione sia disponibile ad incardinare un tavolo tecnico per la Polizia Municipale ove affrontare con la necessaria specificità le peculiari questioni operative del Corpo;
  7. se l’Amministrazione intenda adottare con urgenza una serie di protocolli operativi per fornire indicazioni specifiche e precise sia circa l’uso delle mascherine e degli altri dispositivi di protezione sia in relazione alle differenti e variegate situazioni lavorative;
  8. se e da quando tutti gli operatori della Polizia Municipale stiano percependo l’indennità di ordine pubblico per i servizi prestati in questo periodo di emergenza sanitaria;
  9. se e con quali modalità, come indicato a pagina 49 del documento cardine della Giunta Appendino intitolato “Programma di governo per la Città di Torino 2016-2021” (mecc. 2016 03358), l’Amministrazione abbia provveduto alla “stipulazione di assicurazione in forma convenzionata che copra gli operatori di Polizia Municipale sui rischi fisici derivanti dalle attività di servizio esterno e non tutelati dagli istituti previsti dalle normative nazionali per le Forze dell’Ordine (forme equivalenti all’equo indennizzo in primis).”.

INTERPELLANZA – Orti urbani e piccola agricoltura durante il periodo di emergenza sanitaria: l’Amministrazione intende garantire l’economia circolare dell’autoconsumo?

PREMESSO CHE

  • il significato, il valore e l’importanza che rivestono gli orti urbani per la Civica Amministrazione ha suggerito di dedicare a tale attività un apposito Regolamento comunale, il numero 363, intitolato “Regolamento per l’assegnazione e la gestione degli orti urbani”;
  • gli orti urbani consistono in parti di terreni comunali (tra 50 mq e 100 mq) da destinarsi a orto che la Città assegna, tramite bando circoscrizionale, ai cittadini maggiorenni residenti in Torino che ne fanno richiesta, in forma individuale o in gruppo, nella misura di un appezzamento per richiedente;
  • la finalità degli orti urbani è innanzitutto di valorizzare gli spazi sottraendoli al degrado e alla marginalità attribuendo loro la qualità di “aree a destinazione agricola”, contro il consumo del territorio e per la tutela dell’ambiente ed il miglioramento della qualità urbanistica dei luoghi;
  • quella che piace definire come “carta dei valori” della piccola agricoltura degli orti urbani è indicata in modo molto esaustivo nell’articolo 1, comma 2 del predetto Regolamento:
  • 1. sostenere la socialità e la partecipazione dei cittadini e la relativa possibilità di aggregazione, favorendo la coesione ed il presidio sociale;
  • 2. insegnare e diffondere tecniche di coltivazione;
  • 3. sostenere la produzione alimentare biologica e le essenze ortive tradizionali locali;
  • 4. favorire attività didattiche nei confronti di giovani o di quanti desiderino avvicinarsi a questo tipo di attività (prevenzione ed educazione ambientale);
  • 5. favorire attività terapeutiche di supporto a processi di riabilitazione fisica e psichica;

RILEVATO CHE

  • le fortissime limitazioni imposte dai provvedimenti normativi del Governo e della Regione per contenere e contrastare la diffusione del contagio da COVID-19 hanno previsto, tra le molte prescrizioni, anche la chiusura degli orti urbani;
  • la cura degli orti personali, in affitto o condivisi è stata evidentemente considerata alla stregua di un’attività ricreativa, celandone, disconoscendone o semplicemente non cogliendone la primaria funzione sociale ed economica: in molte situazioni chi coltiva lo fa per garantirsi cibo e per risparmiare sul costo della spesa;
  • l’Amministrazione Capitolina guidata dal Sindaco Raggi, del medesimo colore politico dell’Amministrazione torinese, ha recentemente dettato precise regole per il mantenimento in funzione degli orti urbani: sono consentite la semina, l’innaffiatura, il raccolto e la piantumazione purchè eseguite in tempi brevi ed accedendovi a giorni alterni, fino ad un massimo di 3 giorni alla settimana;

CONSIDERATO CHE

  • il Ministro delle Politiche Agricole, Sen. Teresa Bellanova, confessando di avere ricevuto numerose richieste, è recentemente intervenuta sul tema della piccola agricoltura consentendo la cura e la manutenzione di orti e terreni privati, anche in Comuni diversi da quello di residenza, purchè se ne certifichi la proprietà o il possesso, la produzione per autoconsumo e venga indicato il percorso per raggiungerlo;
  • è necessario evidenziare la rilevante funzione sociale ed economica della piccola agricoltura svolta negli orti urbani: essendo destinata essenzialmente all’autoconsumo, considerando le difficoltà non solo economiche dell’attuale periodo di emergenza sanitaria, essa assume un valore ancora più accentuato poiché consente agli ortolani di consumare i prodotti del proprio appezzamento a fronte di un risparmio sull’esborso per la spesa quotidiana;
  • si intende esprimere in questa sede l’auspicio che anche nella nostra città si possa quanto prima concedere l’opportunità di proseguire la cura degli orti urbani e la raccolta dei prodotti, pur ponendo regole armoniche rispetto alle prescrizioni nazionali e regionali in materia di contrasto e contenimento del contagio da COVID-19 e al fine di  scongiurare il ripetersi di incidenti di dubbia matrice (quali gli incendi accaduti sia in zona Parella sia in altre zone della città);

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione, in ragione delle indicazioni ministeriali e delle scelte adottate da altre città italiane, intenda garantire la piccola agricoltura consentendo l’accesso agli orti urbani per la cura, la manutenzione, l’innaffiatura e la raccolta dei prodotti destinati all’autoconsumo;
  2. in caso di risposta affermativa, se e quali siano le tempistiche previste e quali le prescrizioni che si intendano adottare per consentire che l’attività degli orti urbani avvenga in piena sicurezza e osservanza della disciplina nazionale e regionale in tema di contenimento e contrasto della diffusione del COVID-19.

INTERPELLANZA – Anche la tutela del consumatore è stata contagiata dal virus?

PREMESSO CHE

  • nelle ultime settimane lo scrivente sta ricevendo numerose segnalazioni da parte di cittadini relative all’aumento dei prezzi al consumo sia dei principali generi alimentari sia dei prodotti per la cura della persona e della casa (beni che compongono il cosiddetto “carrello della spesa”);
  • a fronte di un periodo di forti difficoltà economiche, sociali, relazionali e lavorative per la maggior parte dei cittadini, paiono intravedersi comportamenti speculativi da parte di produttori e rivenditori di generi alimentari e non;

RILEVATO CHE

  • come riportato dal TGR Piemonte, edizione di mercoledì 8 aprile ore 14, molti generi alimentari del settore ortofrutta hanno conosciuto nelle ultimissime settimane (periodo di rilevazione dal 20 marzo al 2 aprile) notevoli incrementi di costo: a puro titolo esemplificativo, zucchine da 0,9 €/kg a 2 €/kg, peperoni da 2,4 €/kg a 2,7 €/kg, asparagi da 2,6 €/kg a 4,5 €/kg, arance da 2 €/kg a 2,3 €/kg, mele da 2 €/kg a 2,3 €/kg (fonte listino CAAT);
  • negli stessi giorni molti altri organi d’informazione (Corriere della Sera), istituti di ricerca (ISTAT) e organismi a tutela del consumatore (CODACONS) enunciavano un incremento del cosiddetto “carrello della spesa”;  

CONSIDERATO CHE

  • a prescindere dai dati raccolti e riportati dagli organi ufficiali e al di là dei dati numerici, è piuttosto diffusa tra i cittadini la spiacevole percezione che molti generi di prima necessità nelle ultime settimane abbiano subito ingiustificati e ingiustificabili incrementi di prezzo;
  • molti organi d’informazione, sia in versione cartacea sia in formato digitale, hanno riportato le azioni svolte dalle forze dell’ordine e da altre istituzioni pubbliche per accertare e reprimere eventuali raggiri, frodi commerciali e incrementi dei prezzi ai danni dei consumatori e degli agricoltori;
  • lo stesso Presidente del Consiglio dei Ministri, avv. Giuseppe Conte, ha richiamato la necessità di “intervenire duramente contro i comportamenti speculativi di chi impone prezzi fuori mercato o lucra condizioni di vantaggio nelle produzioni di beni di prima necessità.”;
  • a ennesima testimonianza dell’aumento generalizzato dei prezzi proprio in questi giorni vi è un importante attore italiano della GDO che reclamizza la propria scelta di tenere fermi i prezzi in questo periodo di fortissima crisi;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione, per quanto di propria competenza e a fini di tutela del consumatore, abbia svolto tutte le azioni possibili (di verifica, raccolta dati, accertamento, ecc…) per ricercare, individuare, segnalare e reprimere eventuali incrementi ingiustificati dei prezzi al consumo dei beni del “carrello della spesa”;
  2. se l’Amministrazione abbia incardinato un dialogo con le associazioni dei commercianti e della GDO per impedire aumenti dei prezzi al consumo dei beni e generi di prima necessità, a tutela e difesa del potere di acquisto dei consumatori;
  3. se, a fini di tutela del consumatore, il Corpo di Polizia Municipale abbia svolto e stia svolgendo gli opportuni controlli di polizia annonaria e quali siano i risultati conseguiti.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Servizi educativi per gli Asili Nido in tempi di Covid-19: didattica della vicinanza… con poca vicinanza

PREMESSO CHE

  • nel “Programma di governo per la Città di Torino 2016-2021” (mecc. 2016 03358), documento cardine per l’Amministrazione Appendino, il capitolo 7, subito dopo la cura e il benessere degli animali, è dedicato all’Istruzione: di seguito se ne riportano ampi stralci per sottolineare il pensiero dell’Amministrazione sul tema;
  • “I servizi educativi e scolastici rappresentano il primo luogo di cittadinanza, inclusione e integrazione, e ciò è vero fin dalla prima infanzia: l’importanza di Nidi e di Scuole d’Infanzia di qualità per lo sviluppo cognitivo, affettivo e relazionale è ormai riconosciuta. La scuola gioca un ruolo insostituibile e fondante di una società: è il principale strumento di pari opportunità di cui disponiamo. Investire per garantire a tutte le bambine e tutti i bimbi un percorso educativo di qualità è la migliore scommessa per ridurre le disuguaglianze, combattere i pregiudizi e migliorare la coesione sociale. È da questa considerazione che bisogna partire per impegnarsi a ricucire il rapporto di fiducia, collaborazione e corresponsabilità educativa tra le istituzioni educative e le famiglie, favorendo la partecipazione anche tramite una rinnovata attenzione e cura degli strumenti di comunicazione. In un momento storico e culturale in cui l’avanzamento tecnologico consente a molti l’accesso, individuale e autonomo, a una vasta quantità di dati e di sapere, alla scuola spetta il compito fondamentale di unire e riconnettere un mondo che rischia di apparire frammentato e parcellizzato, aiutando le bambine e i bambini a sviluppare strumenti di pensiero critico necessari ad analizzare la realtà, a comprendere se stessi e ad attuare il proprio percorso di emancipazione. Vogliamo investire in istituzioni scolastiche ed educative capaci di dare il giusto riconoscimento a ogni tipo di intelligenza, di rispettare i tempi, le inclinazioni e le attitudini di ciascuno, permettendo la crescita di adulti capaci e consapevoli. Vogliamo una scuola che ritrovi il proprio ruolo di guida educativa, che non si pieghi acriticamente alla società e al mondo del lavoro, ma sia in grado di leggerne i paradigmi per consentire uno sviluppo della persona libero da condizionamenti in un ambiente educativo che aiuti a rinnovare il pensiero e a trovare soluzioni nuove e creative in un mondo che richiede risposte sempre più complesse.”;

TENUTO CONTO CHE

  • il Governo Italiano – per contrastare l’emergenza epidemiologica da COVID-19 – ha adottato il decreto legge 23 febbraio 2020, n. 6 (recante “Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19”) al fine di contrastare e contenere la diffusione del virus su tutto il territorio nazionale;
  • il decreto legge n. 6, primo atto di una serie di disposizioni emanate dal Governo tuttora in continua evoluzione normativa, ha previsto all’articolo 1, paragrafo 2, punto d) la sospensione dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, compresa quella universitaria, salvo le attività formative svolte a distanza;  
  • i successivi provvedimenti adottati con DPCM, o di conversione in legge da parte del Parlamento, non hanno modificato la prescrizione di cui al punto precedente, anzi hanno progressivamente prorogato il termine di sospensione delle attività educative e didattiche;
  • le attività educative e didattiche in presenza sono, ad oggi, sospese fino al 3 maggio p.v. ma è assai probabile, facendo riferimento alle previsioni enunciate da numerosi esperti del mondo scientifico e da titolari di cariche politiche, che tale sospensione potrà essere prorogata ulteriormente, non escludendo di giungere fino al termine dell’anno scolastico (come confermato da recenti articoli di stampa);
  • si pone ineludibilmente il tema di garantire la continuità scolastica ed educativa per la scuola dell’obbligo e per il pre-obbligo;
  • il Ministero dell’Istruzione, guidato dal Ministro Azzolina, del medesimo colore politico dell’Amministrazione cittadina, ha diramato in data 17 marzo una nota recante le prime indicazioni operative per la didattica a distanza, comunicando ai Dirigenti scolastici di “attivare per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità”, pur precisando non trattarsi di un adempimento formale. La nota sottolineava il duplice significato della didattica a distanza: “da un lato, sollecita l’intera comunità educante, nel novero delle responsabilità professionali e, prima ancora, etiche di ciascuno, a continuare a perseguire il compito sociale e formativo del ‘fare scuola’, ma ‘non a scuola’ e del fare, per l’appunto, ‘comunità’. Mantenere viva la comunità di classe, di scuola e il senso di appartenenza, combatte il rischio di isolamento e di demotivazione. Le interazioni tra docenti e studenti possono essere il collante che mantiene, e rafforza, la trama di rapporti, la condivisione della sfida che si ha di fronte e la propensione ad affrontare una situazione imprevista. Dall’altro lato, è essenziale non interrompere il percorso di apprendimento.”;
  • con specifico riferimento alla fascia 0-6, la Divisone Servizi Educativi della Città ha attivato l’iniziativa denominata “Didattica della vicinanza”, invitando le famiglie “a condividere qualche frammento della miriade di materiali disponibili” sul portale PADLET;
  • in tale portale è presente sia una sezione con materiale prodotto dalla Divisione Servizi Educativi della Città sia un elenco di riferimenti esterni in cui le famiglie possono reperire materiale utile;

TENUTO INOLTRE CONTO CHE

  • volgendo lo sguardo al panorama nazionale è stato facile scorgere almeno due iniziative che lo scrivente ritiene degne di ampia menzione in questa sede: ci si riferisce alle esperienze proposte dalle Città di Bari e di Fiumicino (RM);
  • iniziando dalla Città di Bari, si riportano le dichiarazioni dell’Assessore alle Politiche Educative, dott.ssa Paola Romano: “Sappiamo che far stare in casa, a volte in spazi ristretti, bambini molto piccoli per tanti giorni consecutivi non è facile. In questo momento delicato per tutti, che ha determinato la sospensione delle attività educative e didattiche, d’accordo con il personale delle scuole dell’infanzia e degli asili nido comunali, pur non potendo aiutare le famiglie a conciliare la loro vita familiare con quella lavorativa, vogliamo che i bambini e le loro famiglie avvertano la nostra presenza e la nostra vicinanza. Sebbene i nidi e le scuole materne non rientrino nell’obbligo scolastico, non vogliamo far perdere ai piccoli le opportunità di apprendimento e le abitudini quotidiane che li legano agli educatori: con la didattica a distanza, utilizzando video, gruppi “WhatsApp” e a volte anche le telefonate, e con l’aiuto dei genitori, stiamo inviando ai piccoli, dai tre mesi ai sei anni, dei messaggi per far sapere loro che le maestre e le educatrici  li aspettano con gioia: sentire la voce delle maestre li rassicura del fatto che presto tutto tornerà come prima e li aiuta a superare eventuali paure generate dalla situazione. Mentre i docenti di scuola primaria e secondaria, avvalendosi della tecnologia, entrano facilmente nelle case degli alunni, sostenendoli così sia da un punto di vista didattico sia psicologico, nel caso degli educatori e dei docenti delle scuole dell’infanzia, che normalmente spingono i più piccoli a sperimentare con il proprio corpo l’acquisizione di abilità e competenze, il lavoro a distanza è più complesso. Per questo i docenti delle scuole d’infanzia e gli educatori degli asili baresi hanno attivato diverse strategie per fornire ai bambini e alle bambine tutti gli elementi necessari per consolidare quanto appreso invitando i genitori – per quanto possibile – a collaborare con gli insegnanti al fine di far proseguire il processo di apprendimento e di crescita dei loro bambini.”;
  • per quanto riguarda il Comune di Fiumicino (RM), come dichiarato dalla dottoressa Cristina Ferrera, pedagogista del Comune, in accordo con l’Assessorato alla Scuola “è iniziata la didattica a distanza rivolta ai bambini e alle bambine degli asili nido e delle scuole materne comunali”;
  • la dottoressa Ferrera ha scritto un interessante report sulla prima settimana di attività, che si intende utile riportare di seguito;
  • “La scuola tutta sta affrontando un problema enorme conseguente all’emergenza COVID-19 che ha portato a una riformulazione dei rapporti sociali in tutti gli ambiti. A risentire in modo particolare della situazione del momento è il mondo dell’infanzia. All’inizio è sembrata una lunga vacanza, forse un prolungamento del Carnevale. Poi la vacanza ha iniziato a trasformarsi ed in poco tempo la vita dei nostri figli, e di tutti noi, è cambiata. I genitori si sono reinventati educatori, maestri, compagni di giochi attraverso la creazione di attività di cucina, di giardinaggio, di collage e bricolage per i più grandi. Nonostante le difficoltà, hanno trovato il modo di dedicare più tempo ai propri figli, con ritmi e modalità proprie di ogni famiglia. Questo aspetto va tenuto presente nella sua connotazione più positiva perché può controbilanciare le assenze che i piccoli stanno vivendo. Ma può capitare che, in questa situazione di emergenza, i genitori sentano di non riuscire a star dietro a tutto; e i bambini? In tutto questo sconvolgimento cosa è accaduto e sta accadendo nelle loro teste? Che cosa pensano e sentono i più piccoli, quelli che non hanno ancora sei anni e che non essendo nella scuola dell’obbligo, non hanno quei programmi ministeriali da portare a termine attraverso la didattica a distanza? Sono proprio gli stessi che, trovandosi in uno stadio pre-astratto, non hanno ancora sviluppato la logica e la capacità di un pensiero ipotetico che consenta loro di comprendere il perché le scuole sono state chiuse all’improvviso senza la possibilità di salutare compagni e maestre.”;
  • “Soprattutto per i piccoli utenti del nido e della scuola dell’infanzia questo periodo di isolamento forzato e necessario si configura come un tempo sospeso, in cui rischia di venir meno quell’aspetto di relazione con le figure di riferimento, fondamentale per la costruzione del personale vocabolario emotivo, che è (o comunque dovrebbe essere) obiettivo fondamentale dei servizi educativi. A questa età, inoltre, le sparizioni rischiano di creare angoscia e senso di colpa. Per dare una risposta a questi interrogativi sarebbe necessario ripensare al servizio scuola per i più piccoli: un servizio organizzato con le modalità ed i tempi propri del periodo che sia di supporto ai piccoli utenti e alle loro famiglie.”;
  • “Le educatrici e le insegnanti del Comune di Fiumicino non avevano lasciato soli i genitori, mantenendo con loro contatti telefonici e via Whatsapp attraverso i quali inviavano contenuti e proposte di attività come suggerimenti per impiegare il tempo coi loro piccoli, ma anche tracce fotografiche di ciò che i bambini avevano vissuto a scuola nei mesi precedenti, così da riconnettere ricordi ed emozioni. Ma per ricreare quella fondamentale dimensione relazionale – tipica dei servizi educativi comunali – che rischiava di perdersi, trasmettendo alle famiglie il messaggio ‘noi ci siamo’, l’Amministrazione con l’Assessorato alla Scuola ha voluto strutturare un progetto di Didattica di legame, coordinato dal Coordinamento Pedagogico dell’ufficio Scuola, online da lunedì 6 aprile. Attraverso una piattaforma che consente gratuitamente il collegamento simultaneo di tutti i bambini di ogni sezione o classe, le educatrici e insegnanti possono incontrare, in orari prestabili, i loro piccoli che accompagnati dai genitori svolgono attività e giochi simili a quelli che ormai facevano parte della routine quotidiana a scuola. In più, alle famiglie vengono offerti suggerimenti su attività che possono fare con i loro figli a casa. Il progetto, avviato in via sperimentale, ma che già dal secondo giorno ha visto l’impegno da parte di tutto il personale educativo ad incrementare gli incontri per il grande successo che ha riscosso, è finalizzato ad organizzare una parte del tempo dei bambini sostenendo la rete di amicizie e relazioni, anche se attraverso canali diversi e innovativi che il periodo richiede. Lo scandire le “routines” per i piccoli dai 3 mesi ai 6 anni ritengo sia una fondamentale fonte di tranquillità per loro. Per questo, soprattutto al nido, le educatrici stanno proponendo in videoconferenza l’appello cantato, il momento della lettura condivisa, ma anche i laboratori creativi che i bambini avevano iniziato ad apprezzare nei mesi scorsi! Nella scuola dell’infanzia, invece, oltre a tutorial organizzati dalle insegnanti per la creazione di oggetti e lavoretti, i bambini stanno molto apprezzando i dettati grafici o la stesura di brevi storie e poesie – che con entusiasmo memorizzano – che hanno, a mio avviso, una funzione fondamentale. I bambini hanno bisogno di sicurezza, di spiegazioni semplici e chiare che possano essere ricondotte alla loro percezione del mondo.
    Ricordiamo che i piccoli vivono nel presente e su questo presente stanno lavorando, in questi giorni, le maestre e le educatrici cui va tutto l’apprezzamento ed il ringraziamento da parte di chi ha voluto avviare questa nuova e sfidante modalità di lavoro”.
  • “Resta, tra i nostri primari obiettivi, lo studio di una modalità di intervento che tenga conto delle situazioni più delicate e rischiose. Penso a quelle famiglie in cui non ci sia quell’armonia necessaria ad una felice condivisione del tempo, o dove non ci siano adeguati strumenti di accesso ai collegamenti online. E ancor di più, a tutti i nostri bambini che vivono in contesti di disagio o con disabilità, come i piccoli che soffrono di autismo che hanno ancor più bisogno di schemi e “routines” ripetitive. Per tutti loro stiamo valutando modalità di “contatto” diversificate che tengano conto delle necessità proprie di ognuno.”;

CONSIDERATO CHE

  • lo scrivente ha ricevuto riscontri positivi per quanto riguarda la didattica a distanza (o “della vicinanza”) per la scuola dell’infanzia, mentre sono giunte segnalazioni da parte di genitori di bambini che frequentano asili nido comunali lamentanti lo stato di abbandono in cui hanno riferito di essere stati lasciati da parte dell’istituzione nido: in particolare, si lamenta l’assoluta mancanza di contatti tra gli educatori e i bimbi stessi, a partire dall’ultimo giorno di frequenza del nido, cioè venerdì 21 febbraio;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se e come l’Amministrazione intenda declinare le indicazioni rivolte al mondo della Scuola da parte del Ministro dell’Istruzione per coniugarle con le esigenze di continuità educativa e le necessità di apprendimento della fascia 0-6;
  2. se l’Amministrazione, oltre ad avere allestito il portale PADLET, abbia fornito formali indicazioni ai Coordinatori dei nidi affinchè promuovessero e sollecitassero il mantenimento di un contatto tra educatori e bambini della medesima sezione, anche facendo ricorso a semplici strumenti tecnologici (brevi videomessaggi, brani audio, fotografie o immagini), al fine di attuare quella continuità che possa consentire ai bambini di non dimenticare/cancellare l’ambiente-nido che hanno frequentato fino a poco tempo fa, in cui dovranno nuovamente inserirsi, e per vivere in modo sereno questo distacco improvviso e per loro inspiegabile;
  3. se l’Amministrazione abbia, per mezzo dei Coordinatori dei nidi, sollecitato e promosso la comunicazione tra educatori e genitori dei bambini della medesima sezione al fine di supportare le famiglie in questo momento così delicato attraverso consigli e indicazioni di attività da svolgere: ciò poiché la conoscenza da parte del personale educatore di ciascun bambino della sezione, del suo percorso di crescita e delle sue potenzialità costituisce un valore aggiunto per supportare i genitori e mantenere un legame con il nido altrimenti destinato ad indebolirsi;  
  4. se in questo periodo di emergenza sanitaria, caratterizzato dalla sospensione dei servizi educativi e scolastici a partire dal 21 febbraio u.s., i dipendenti (personale educatore, non docente, amministrativo) sia dei nidi a gestione diretta sia di quelli a gestione affidata a terzi abbiano viste corrisposte le proprie spettanze mensili;
  5. in caso di risposta negativa al punto precedente, se e quali strumenti abbia attivato l’Amministrazione a tutela dei lavoratori.

Silvio Magliano