Cascina Fossata, un gioiello della nostra città abbandonato a se stesso: disinteresse o strategia per la demolizione?
I piani interni, indeboliti a causa delle infiltrazioni, sono collassati uno sull’altro. Dopo un minuzioso (e costoso) lavoro di bonifica, l’area attorno alla Cascina è nuovamente invasa dalle sterpaglie. I muri portanti si reggono in piedi solo in virtù di puntelli di legno o di ferro. Il timore è che questa trascuratezza sia una strategia per poter abbattere questo storico edificio.
Cascina Fossata, storico edificio della nostra città e testimone del 1706 (quello di Pietro Micca), versa in condizioni di assoluta fatiscenza. L’acqua piovana, penetrando nell’edificio completamente scoperchiato, ha rovinato e indebolito la struttura, tanto che i piani sono collassati gli uni sugli altri. Le sterpaglie hanno nuovamente invaso tutta la zona circostante, dopo i recenti lavori di bonifica costati quasi 20mila euro.
Non parliamo di qualche remota area extra urbana: ci troviamo in piena zona Rebaudengo, area popolosa della nostra città. Il mio timore è che lo stato di abbandono in cui versa Cascina Fossata, gioiello architettonico documentato del XVI secolo, possa diventare pretesto per l’abbattimento della struttura.
Auspico che si trovi al più presto un punto di incontro tra il Comune di Torino, proprietario della Cascina, e le Belle Arti, per la definizione del progetto di ristrutturazione, in modo da restituire alla cittadinanza un autentico gioiello architettonico e uno dei simboli della storia di Torino.