Skip to main content

Autore: Redazione sito

Edilizia scolastica, un “crollo” ogni 4 giorni di scuola

Sono stati 45, sul territorio nazionale, gli incidenti di questo tipo (dai piccoli episodi ai casi più gravi) tra settembre 2021 e agosto 2022. Il crollo, la scorsa settimana, di una parte del controsoffitto in una Primaria di San Mauro Torinese (la “Allende” di via Dora) è solo l’episodio più recente. Le regioni del nord (19 episodi in dodici mesi) “stanno peggio” rispetto a quelle del centro (10) e del sud (16). Chiediamo sicurezza per gli allievi e per gli insegnanti che frequentano le scuole piemontesi: domani, in Consiglio Regionale, la discussione del mio Question Time sull’argomento.

Più di due scuole su cinque hanno più di 45 anni: sono state, cioè, costruite prima del Decreto Ministeriale del 18 dicembre 1975, che stabilisce le norme tecniche in materia di edilizia scolastica su tutto il territorio nazionale. Una situazione che si risolve in frequenti episodi di crolli, piccoli e grandi (recentemente, una parte del controsoffitto è crollato alla Primaria “Allende” di San Mauro Torinese): in media, uno ogni quattro giorni di scuola. Porterò domani in Consiglio Regionale il tema della sicurezza degli edifici scolastici in Piemonte, con un Question Time con il quale chiederò alla Giunta di salvaguardare la sicurezza di studenti e insegnanti nelle scuole piemontesi. Intervenire è urgente: di una scuola su quattro, addirittura, non si conosce la data di costruzione e più del 50% del patrimonio edilizio scolastico è privo delle certificazioni di agibilità statica e di prevenzione incendi. Sono quasi 10mila le classi con più di 26 studenti (dato  2020-21: le classi sovraffollate sono dunque l’8% del totale, altro rilevante problema). Il Piemonte non compare nel novero delle Regioni più virtuose né per percentuale di scuole certificate per la prevenzione incendi, né per quanto riguarda la disponibilità di un documento di valutazione rischi, né relativamente alla redazione del Piano di Emergenza. Le Regioni, pur non avendo competenza primaria rispetto a questa delega, possono fare la loro parte assegnando contributi destinati all’edilizia scolastica, la cui importanza è assoluta per la sicurezza dei cinquecentomila studenti che frequentano le scuole piemontesi, per quella del personale scolastico e del corpo insegnanti, nonché per la tranquillità delle famiglie.

Recuperare posti letto per i pazienti Covid è purtroppo ancora necessario

Ma perché proprio togliendoli alla Psichiatria del Mauriziano?

I Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC) presso l’Ospedale Mauriziano di Torino sono stati chiusi a marzo 2020 e mai più riaperti: garantivano fino allo scoppio della pandemia da Covid-19 16 posti letto, poi ridotti a 12, sui 70 disponibili a Torino. In questa fase quei 12 posti in meno pesano in maniera rilevante: non condividiamo la scelta di mettere “una pandemia contro l’altra”, quella da Covid e quella, sempre più grave, della salute mentale. La metafora della “pandemia” non è esagerata: tra giovani e giovanissimi, secondo le stime del “Sole 24 Ore”, uno su cinque presenta disturbi d’ansia e uno su quattro depressione. I disturbi neuropsichici sono a loro volta, come riportato dalla stessa fonte, in costante aumento in tutte le fasce d’età: si contano 6,7 nuovi casi di depressione ogni 1.000 pazienti (addirittura 9 casi per 1.000 fra le donne): 6,4% in più rispetto al 2020, anno non certo facile poprio per l’esplosione dell’emergenza Covid. Il 13% degli italiani e delle italiane ha una depressione diagnosticata. Si tratta di percentuali in crescita dal 2019 per tutte le fasce d’età e per tutte le aree geografiche. Di fronte a questa situazione, i Servizi Psichiatrici al Mauriziano riapriranno? La risposta della Giunta al mio Question Time appena discusso è chiarissima: «I Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura riprenderanno l’attività al Mauriziano, ma solo a emergenza Covid terminata». Terremo alta l’attenzione e ci assicureremo che questo avvenga. Fin da ora, esprimiamo perplessità per una scelta che ci pare discutibile: quei posti si sarebbero potuti trovare in altro modo.

Un Sistema Sanitario più umano e sostenibile? La telemedicina è la strada

Il Piemonte può ambire a essere, su questo fronte, un’eccellenza: ho portato il tema in Consiglio Regionale, poco fa, con un’interpellanza. Sappiamo bene che, senza una svolta tecnologica in grado di trasferire sempre più prestazioni e servizi dagli ospedali al territorio, l’intero sistema sanitario rischia di non reggere. Chiederemo, sul tema, l’audizione dell’Assessore Icardi e ci auguriamo che si registri un’accelerata in termini di infrastrutturazione tecnologica. Ci auguriamo che l’Azienda Zero sia un elemento propulsore e non un freno vero la messa in atto di questo nuovo modello, con il quale sarà possibile gestire al meglio, per esempio, le cronicità, in maniera capillare anche in aree periferiche o poco collegate del nostro territorio.

La popolazione invecchia: un fenomeno che accelera anno dopo anno, rendendo urgente una riconfigurazione – tecnologica e organizzativa – dei nostri servizi sanitari. In particolare, con la telemedicina è possibile dare impulso a un sempre più urgente processo di trasferimento di prestazioni e servizi dall’ospedale al territorio. Una convinzione che la Giunta ha dimostrato, sostanzialmente, di condividere, rispondendo poco fa in Consiglio Regionale alla mia interpellanza sul tema.

I più recenti dati Istat parlano chiaro: la popolazione piemontese presenta una struttura per età più vecchia di quella italiana, con un’età media pari a 46,8 anni contro i 45,2 del dato nazionale. Il 25,9% dei piemontesi ha più di 64 anni (contro il 23,2% della media italiana).  

La telemedicina, che permette di garantire continuità e capillarità di consulenze e servizi, è il futuro e il Piemonte può svolgere un ruolo di esempio e capofila: è positivo che già attualmente sia in corso una prima fase di sperimentazione (che riguarda l’assistenza domiciliare, con implementazioni nei settori pediatrico e oncologico), presso la ASL Città di Torino, l’ASL Alessandria, l’ASL Cuneo 1 e l’ASL Cuneo 2. Ci auguriamo che le diverse sperimentazioni citate dalla Giunta ci diano presto la possibilità di applicare su tutto il territorio regionale questa tipologia di approccio medico. Il trend demografico segna un andamento chiarissimo: un uso opportuno e ben gestito della telemedicina non soltanto potrà rendere più efficiente il sistema (limitando, tra l’altro, il fenomeno dei ricoveri inappropriati, con relativa spesa sanitaria), ma sarà un elemento di umanizzazione delle cure.

Chiediamo un’accelerata in merito all’implementazione delle infrastrutture tecnologiche necessarie (affidabilità della rete, qualità dei software) e chiedere all’Assessore Icardi un aggiornamento in Commissione Sanità. Ci auguriamo inoltre che l’Azienda Zero, che sta attualmente portando avanti un’attività di approfondimento proprio in tema di infrastruttura tecnologica, si dimostri un fattore di propulsione del processo.

Il Fascicolo Sanitario Elettronico dovrebbe già essere pienamente attivo: adesso la Giunta acceleri

Risposta piuttosto interlocutoria alla mia interpellanza appena discussa, sul tema, in Consiglio Regionale: sarebbe ora, invece, di stringere i tempi per garantire a tutti i piemontesi il pieno accesso a una tecnologia che risulti finalmente completa e pienamente funzionante. Chiederemo al più presto l’audizione dell’Assessore Icardi in Commissione Sanità. Ci auguriamo inoltre che alla promessa, da parte dell’Assessorato, di ascoltare le istanze delle Associazioni di categoria e gli Enti del Terzo Settore seguano i fatti.

La situazione è presto riassunta: a oggi, se un piemontese accede al proprio Fascicolo Sanitario Elettronico, non sempre vi trova la documentazione nella sua interezza. Riteniamo, come Moderati, che questa tecnologia possa fare la differenza e pertanto stimoliamo la Giunta – che ha appena risposto in Consiglio Regionale alla mia interpellanza sul tema, protocollata undici mesi fa – ad accelerare i tempi. Sul tema, chiederemo che sia quanto prima audita la Giunta in Commissione Sanità.

Il Piemonte è tra le Regioni pilota per l’investimento nazionale del PNRR relativo proprio al Fascicolo Sanitario Elettronico e sarebbe imperdonabile sprecare l’occasione che questo comporta. L’obiettivo è fornire il prima possibile ai cittadini un Fascicolo Sanitario Elettronico completo, superando i fattori che al momento impediscono una corretta e completa alimentazione di questa tecnologia. Chiederemo di audire quanto prima l’Assessore Icardi in Commissione Sanità. Occorre poi capire come colmare i ritardi che si stanno verificando presso alcune delle nostre strutture (ASL Città di Torino, AOU Città della Salute, Aziende sanitarie private), sia in ambito pediatrico sia in ambito di medicina generale. Vogliamo evitare di ritrovarci, dopo ingenti investimenti, con uno strumento non completamente efficace e non compatibile con tutte le strutture del territorio. La Regione ha investito 19,4 milioni di euro nell’ambito del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e ha lavorato e sperimentato per due anni per la creazione della piattaforma digitale.

Manterremo alta l’attenzione anche in merito all’attuazione del percorso con relativa identificazione di tre aziende pilota (ASL Città di Torino, ASL Torino 3 e AOU di Novara). Il Fascicolo Sanitario Elettronico è lo strumento attraverso il quale il cittadino può tracciare e consultare tutta la storia della propria vita sanitaria, condividendola con i professionisti sanitari per garantire un servizio più efficace ed efficiente. Da maggio 2019 i cittadini piemontesi, attivando sul portale regionale il proprio Fascicolo Sanitario, possono ritirare tutti i referti e le immagini degli esami effettuati senza dover tornare in ospedale o in ambulatorio, prenotare esami e visite specialistiche, consultare i verbali degli accessi in Pronto Soccorso, le lettere di dimissioni ospedaliere e il report delle vaccinazioni effettuate, visualizzare e quindi stampare le prescrizioni del medico di famiglia o dello specialista.

Variazione al Bilancio regionale 2022-24, ombre e luci

Bene l’esaurimento della graduatoria dei Voucher “Iscrizione e Frequenza” alle Scuole Paritarie, bene le risorse allocate per la stabilizzazione del personale sanitario e per la Vita Indipendente; attendiamo ancora, di contro, che la Giunta riceva i Sindacati degli Inquilini sul tema del caro energia e chiediamo un ulteriore impegno, politico e finanziario, relativamente al tema del diritto allo studio. Ci aspettiamo, in generale, più coraggio e una visione in grado di abbracciare un periodo non solo di pochi anni, ma di decenni.

Troviamo alcuni elementi di soddisfazione nella Variazione di Bilancio 2022-24. Riteniamo al contempo che manchi ancora qualcosa, a partire dalla capacità di dimostrare una visione e una programmazione politica in grado di abbracciare il lungo periodo.

Entriamo nello specifico dei vari temi: con alcuni Ordini del Giorno abbiamo provato a portare valore aggiunto e sostegno alle Scuole Paritarie, con l’obiettivo di arrivare a esaurire la graduatoria dei Voucher Scuola “Iscrizione e Frequenza”; dovremmo, alla stessa maniera, riuscire a garantire una maggiore attenzione anche al diritto allo studio presso le Scuole Statali, in un contesto di crisi economica che ha ampliato la platea dei richiedenti sostegno economico.

I 7 milioni per la stabilizzazione del personale sanitario sono un segnale di forza, ma non colmano tutte le carenze di questo comparto. Il numero di medici di Psichiatria Infantile è esiguo come da noi costantemente denunciato in tutti questi anni, ben consapevoli delle attuali difficoltà, per molte famiglie, nel trovare una risposta adeguata nel settore pubblico. Il tema della cronicità non trova attualmente, a nostro giudizio, risposte adeguate e pronte, che tengano conto dei dati epidemiologici e demografici di una regione dall’età media sempre più elevata.

Sulla Vita Indipendente, altro tema oggetto del nostro impegno costante in questi anni, sono stati allocati circa 2 milioni di euro in più: un dato positivo e un ulteriore tentativo, per quanto non sufficiente, di immaginare la cruciale questione del “dopo di noi”. Le politiche energetiche, materia peraltro prettamente nazionale, restano una questione aperta: chiediamo alla Giunta Regionale di accogliere e audire, al più presto, i Sindacati degli Inquilini.