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A Torino si persevera nell’errore: situazioni già segnalate si ripetono puntuali

È il caso del giardino ex-Italgas davanti all’Einaudi, soprattutto è il caso della movida di Vanchiglia, dove la Città sta facendo gli stessi errori di San Salvario

Un anno fa segnalai in Sala Rossa il problema del giardino ex-Italgas, in preda a incuria e degrado. A un anno di distanza, per ragioni diverse, il problema si ripete: gran biglietto da visita per gli Universitari. Tipico di una Città ove i problemi non si risolvono e soprattutto non si prevengono, basta vedere la movida a Vanchiglia che sta ripercorrendo i passi di San Salvario. E la Giunta agisce nello stesso modo, cioè senza far nulla, salvo poi intervenire quando è tardi.

A Torino non basta proporre un problema, sottolineare come i cittadini siano in difficoltà, evidenziare come sia possibile risolverlo: non basta perché, qualunque soluzione venga identificata, la certezza è che essa sarà sempre temporanea e si ripresenterà puntualmente qualche settimana dopo. E’ il caso del giardino ex-Italgas, nei pressi del nuovo campus universitario: rifiuti abbandonati, alcuni giochi per i bimbi vandalizzati e mai riparati, erba alta e incolta, già nel mese di giugno, quando il parco, unica area verde in un vasto raggio, sarebbe uno sfogo importante non solo per gli studenti, ma anche per le famiglie e i bambini della zona. Avevamo già segnalato il problema, anche in Comune, ma a distanza di un anno la situazione si è presentata identica agli occhi di chi, invece, tiene al suo quartiere. Certo, ora finalmente si è intervenuti, dopo ripetute sollecitazioni, interpellanze, sopralluoghi. Questa volta la ragione è un ritardo nell’assegnazione dell’appalto di manutenzione del verde da parte della Circoscrizione, ma una scusa valida c’è sempre, resta il fatto che quel giardino, oltre a non essere fruibile per le famiglie della zona, è stato per tutta la primavera un pessimo biglietto da visita per gli studenti, molti stranieri e fuori sede, che frequentano l’Einaudi.

Ma a Torino dare risposte mai risolutive è un’abitudine: dopo avere distrutto un quartiere come San Salvario, la movida selvaggia sta attaccando Vanchiglia, senza che nessuno abbia imparato dagli errori del passato. Anzi. Si continua a concedere licenze per locali senza tener conto della vivibilità del quartiere, dopo la notte bianca si continua a ficcare la testa sotto la sabbia, dicendo che non si sono riscontrate violazioni, nonostante i controlli. Peccato che lo stesso Assessore Lavolta dica che la pattuglia della Polizia Municipale, chiamata attorno alle 3.30 in piazza Santa Giulia, sia intervenuta ma non abbia potuto procedere a controlli ed elevare sanzioni perché c’era ancora un centinaio di persone presenti e gli agenti hanno preferito non intervenire. Chi c’era ha visto i cumuli di rifiuti, le innumerevoli bottiglie abbandonate per strada, ha assistito di persona a scene poco edificanti con muri delle case scambiati per latrine a cielo aperto, pozze nauseanti frutto degli eccessi sparse un po’ ovunque. Eppure l’Amministrazione nega l’evidenza, lasciando che, dopo San Salvario, un altro quartiere venga poco a poco reso invivibile, mentre basterebbe coinvolgersi, discutere, impegnarsi, amministrare seriamente, per evitare di dovere intervenire quando la situazione è ingestibile, come sta avvenendo in questi giorni proprio in San Salvario, con rimedi tardivi, diktat che scontentano tutti e una situazione esplosiva che, mi dispiace dirlo, ormai è difficile se non impossibile gestire. Basterebbe intervenire prima, porre regole chiare e condivise e poi farle rispettare. Prevenire è meglio che curare. Ovunque, tranne che a Torino.