
Sostegno e assistenza post-partum per le donne che scelgono il parto in anonimato
Oggi in IV Commissione audizione dell’Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie sul tema del parto in anonimato: nessuna contrapposizione tra culle per la vita e parto in anonimato, importante una comunicazione, particolarmente nelle scuole, sui temi della natalità
Questa mattina in IV Commissione – Sanità e Assistenza, audizione dell’Anfaa – Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie, sul tema del parto in anonimato, possibilità offerta a tutte le donne di non riconoscere, direttamente in ospedale dopo il parto, il proprio figlio, affidandolo al personale sanitario perché sia attivato il percorso per la dichiarazione di adottabilità.
Per rendere ancora più strutturato e funzionale il servizio, insieme al Consigliere Sergio Bartoli ho proposto di potenziare i sevizi di sostegno e assistenza, prima di tutto in ambito psicologico e sotto il profilo sociale, per le donne che fanno la scelta del parto in anonimato, offrendo alle persone che lo desiderano una presa in carico, sempre in anonimato, per il periodo successivo al parto, oltre a quella sanitaria. Condividiamo la necessità di una campagna informativa capillare che coinvolga anche le scuole, per prevenire l’abbandono e tutelare il diritto alla vita.
Sul tema delle culle per la vita, non vediamo contrapposizioni con il parto in anonimato: si tratta di due opportunità complementari che si rivolgono a donne che si trovano in situazioni differenti e sono entrambe mirate a garantire il benessere del neonato; per garantire tempestività e professionalità nella presa in carico, le culle della vita devono essere collocate in strutture sanitarie, come è previsto nell’Ordine del Giorno approvato dal Consiglio regionale.