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Famiglia è una sola, lo dice la legge

Cambiare la denominazione dell’Assessorato alla Famiglia introducendo il plurale è un evidente tentativo di sopravanzare l’ordinamento dello Stato da parte di un’Amministrazione che già annaspa nel populismo e nel sensazionalismo.

La scelta di cambiare il nome dell’Assessorato alla Famiglia in Assessorato alle Famiglie è contraria alla Legge e alla Costituzione: la famiglia infatti, nella nostra normativa, è una e una sola. Utilizzare le istituzioni per dare segnali politici è un’evidente distorsione del ruolo di Sindaco e delle sue prerogative. Per le persone che desiderano condividere la vita secondo modelli diversi esistono denominazioni differenti che nulla tolgono e nulla devono togliere né ai loro diritti di cittadini né al loro sentimento.
Ciò non toglie che la famiglia sia una e una soltanto, quella definita dall’articolo 29 della Costituzione come “società naturale fondata sul matrimonio”. A questo non solo il Sindaco di Torino, ma il Sindaco di qualsiasi città deve attenersi, senza pericolose fughe in avanti che avviliscono la storia e la tradizione democratica di questo Paese.
Questa Amministrazione, che ha già dovuto rimangiarsi qualche dichiarazione su alcuni temi importanti della sua campagna elettorale, ora deve rispondere alle istanze di chi, solo a parole, si dice progressista, ma che in realtà tende a spegnere qualsiasi altra voce. Vigilerò affinché non si introducano altre modifiche verbali, quali per esempio “genitore 1” e “genitore 2”. Invece di cambiare i nomi degli Assessorati, sarebbe più opportuno pensare a politiche di sostegno anche economico a favore di chi mette al mondo figli.
Applaudiamo al senso civico di Sindaco e Assessori che hanno sostituito i manifesti assurdamente imbrattati di un evento cittadino, atto doveroso anche per l’inqualificabile oggetto dei disegni: ci aspettiamo, a questo punto, che il Sindaco e la sua Giunta facciano lo stesso per qualsiasi altro manifesto di evento che venga imbrattato, indipendentemente dall’oggetto del manifesto stesso. Il Sindaco deve essere il Sindaco di tutti: in questi primi giorni, l’impressione è che non sia così.

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