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Clamorose lacune nel programma della nuova Giunta

Nelle Linee Programmatiche, discusse oggi in Sala Rossa, per il mandato 2016-2021, si accenna appena alle Scuole Paritarie; manca il Disability Manager; si elude il tema della famiglia; non si fa alcun riferimento alla chiusura dei centri sociali; sono assolutamente assenti riferimenti alle relazioni di Torino con la sua Città Metropolitana e al suo collocamento in un contesto geografico, economico e politico regionale e interregionale.

Fa registrare mancanze e omissioni preoccupanti il programma della nuova Amministrazione che, guidata dalla Sindaca Chiara Appendino, dovrà governare questa città per i prossimi cinque anni.

Anzitutto, laddove si affronta il tema del sistema educativo di Torino, si dedica poco più di una riga, frettolosa e incidentale, alle Scuole Paritarie, che pure un ruolo così fondamentale hanno rivestito e rivestono nella costituzione di quella che è, ed è unanimemente riconosciuta, come un’offerta scolastica cittadina di altissimo livello. L’attuale Assessore non sembra voler fare alcun ragionamento sulle condizione finanziarie nelle quali operano per esempio le scuole Fism, che hanno visto in questi anni il taglio dei fondi a fronte di un continuo, e consistente, aumento dei costi da sostenere. Parliamo di migliaia di alunni e di centinaia di insegnanti.

Capitolo welfare: con un emendamento, peraltro recepito dall’Aula nella prima delibera, chiedevo il mantenimento della funzione del Disability Manager, in capo a qualche altra figura apicale, dopo la cancellazione del General Manager. Oggi in queste Linee Programmatiche non ne vedo traccia.

Parlando di Volontariato e di Terzo Settore, che per me restano due concetti diversi, vorrei davvero capire come questa nuova Maggioranza concepisca il Volontariato civico. L’idea della Casa del Volontariato Civico, concetto che si trova nelle Linee Programmatiche della nuova Giunta, va capito e spiegato. Altre esperienze simili, tentate per esempio a Milano, si basano sempre sulla valorizzazione di realtà di Volontariato già esistenti. Se l’idea è chiedere ai cittadini di fare, su base volontaria, ciò che le Istituzioni non riescono o non sanno fare, ci sono due problemi: uno di approccio e uno di mancanza di conoscenza della storia del Volontariato in questa città. Se davvero si vuole costruire una Consulta o una Casa del Volontariato Civico si deve partire da quello che c’è già.

Ancora: non si menziona assolutamente il problema degli spazi occupati e dei centri sociali. La nuova Giunta cosa intende fare a questo proposito? Gli spazi occupati potrebbero essere riconvertiti e utilizzati per progetti di Bene Comune. Le Associazioni e le realtà che si occupano quotidianamente del bene delle persone sono tante e spesso non trovano spazi nei quali operare.

Il nome dell’Assessorato alla Famiglia è stato cambiato, anzi declinato al plurale. Colpisce però che la parola “famiglia” non sia mai menzionata. Come intende operare questa Giunta a favore di coloro che decidono di investire per costruire il futuro, proprio e della città, mettendo al mondo dei figli?

Altre carenze macroscopiche: nessun riferimento alla dimensione extracittadina di Torino, alla sua collocazione geografica, sociale ed economica in un contesto più ampio (penso alla Città Metropolitana e al rapporto con i Comuni circostanti), alla sua dimensione internazionale (l’aeroporto di Caselle non è menzionato), alla sua natura di vertice del triangolo industriale con Milano e Genova.

Se questo è solo l’inizio del lavoro politico di questa nuova Amministrazione, è tuttavia già molto significativo di come essa intenda governare questa città, secondo quali principi e con quali metodologie.

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