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Solidarietà alle lavoratrici delle mense domani in piazza

Manifesteranno di fronte agli studi RAI di Torino: in cassa integrazione da febbraio, senza prospettive certe per settembre, chiedono un sostegno da parte della politica che è, a questo punto, urgentissimo. Condivido e faccio mie senza mezzi termini le loro richieste.

Condivido le ragioni delle lavoratrici delle mense scolastiche che manifesteranno, domani mattina in via Verdi a Torino, di fronte agli studi RAI. Questa categoria professionale è in cassa integrazione dal 25 febbraio, senza, peraltro, avere alcuna prospettiva certa di ripresa del lavoro a settembre. La politica ha una responsabilità nei loro confronti: le addette alle mense garantiscono lo svolgimento di un servizio necessario e utile per la formazione dei bambini e rappresentano una categoria particolarmente colpita dalla crisi legata all’emergenza da COVID-19, non potendo contare a differenza di altri, per esempio, su alcuna fonte di reddito per tutti i mesi estivi. 

Permettiamo agli ospiti delle strutture per persone con disabilità o autismo di riabbracciare i propri familiari

Appena discusso a Palazzo Lascaris il mio Question Time sul tema. Per queste strutture il Decreto Ministeriale prevede esplicitamente la piena riapertura: la Giunta Regionale si assuma le proprie responsabilità e si adegui. Una normale vita relazionale “da Fase 3” è fondamentale, da tutti i punti di vista, per queste persone. Tantissime le segnalazioni che mi sono pervenute, alcune delle quali di situazioni drammatiche.

Permettiamo agli ospiti delle strutture per persone con disabilità o autismo di entrare a tutti gli effetti, come tutti gli altri, nella Fase 3: questo il mio appello alla Giunta Regionale. Per gli ospiti delle strutture di questo tipo il ritorno a una normalità pur prudente è fondamentale non solo per una qualità della vita accettabile, ma anche per questioni riabilitative e terapeutiche. Molti non abbracciano i propri familiari da mesi.

Sgomberiamo subito il campo da un fraintendimento. L’articolo del DPCM dell’11 giugno scorso che fa riferimento a questo tipo di strutture non è l’1.1bb (quello delle RSA), come considerato dalla Giunta, ma il 9, articolo che non lascia spazio a interpretazioni: tutte le attività di questo tipo sono “riattivate secondo piani territoriali, adottati dalle Regioni, assicurando attraverso eventuali specifici protocolli il rispetto delle disposizioni per la prevenzione dal contagio e la tutela della salute degli utenti e degli operatori”.

Inutile, dunque, che l’Assessore Icardi, rispondendomi in Aula, provi a delegare la responsabilità della scelta alle singole strutture. Gli ospiti delle strutture di questo tipo non sono persone malate, né persone a rischio. Né sono – come invece gli ospiti delle RSA – soggetti fragili. Smetta dunque la Giunta Regionale di comportarsi in maniera pilatesca: cominci a fare politica e a dare risposte alle tante famiglie le stanno aspettando.

Segnalo, per finire, un risultato positivo, il fatto cioè che l’Assessore abbia garantito a verbale che le linee di indirizzo del 30 giugno saranno recepite in un prossimo Decreto di Giunta, superando dunque quelle più restrittive del 16 giugno. L’articolo da seguire dovrà essere, appunto, il 9 del DPCM.

Concedi gratuitamente l’uso di un tuo bene immobile a realtà non profit? Per te, niente IMU

Questa la mia richiesta al Comune di Torino: la legge nazionale lo permette, la Città adegui il proprio regolamento di conseguenza. Presenterò emendamenti perché ciò avvenga, permettendo così la crescita della collaborazione tra profit e non profit, a vantaggio di tutti.

Via l’IMU dai beni immobili concessi in comodato gratuito da realtà profit a realtà non profit: la legge nazionale lo permette, il regolamento del Comune di Torino sia adattato di conseguenza. Dopo aver discusso poco fa un’interpellanza sul tema in Sala Rossa, presenterò emendamenti al regolamento comunale sull’IMU, che ancora non recepisce questa possibilità, garantita dalla legge nazionale, verso le realtà del Terzo Settore. Ne abbiamo urgente bisogno: dalla collaborazione tra realtà profit e Associazioni scaturirebbero vantaggi per tutti. Queste ricadute positive devono essere considerate dalla politica, ma il Comune, finora, accorda questo risparmio soltanto a chi cede un bene a titolo gratuito alla stessa Città. Non basta: chiedo all’Amministrazione un cambio di mentalità. Sono innumerevoli le Associazioni che cercano spazi per la loro attività: la loro attività è svolta a vantaggio della collettività, per il Bene Comune. Con un Regolamento Comunale sull’IMU adeguato alla luce della Legge Nazionale di Bilancio (2019) permetteremo al settore profit di supportare il non profit avendone un risparmio: un volano positivo da innescare.

GTT, anche il servizio informazioni via SMS verso la soppressione: gli anziani sono passeggeri di serie B?

Solita dinamica: un “problema tecnico” diventa pretesto per la probabile eliminazione di un servizio. Non è questo il concetto di innovazione che sostengo: l’innovazione non può lasciare indietro chi ha più difficoltà ad adeguarsi, in questo caso soprattutto nonne e nonni. Preoccupazione dopo la discussione in Consiglio Comunale della mia interpellanza sul tema: mi auguro che qualsiasi ipotesi di decisione sia preventivamente sottoposta al Consiglio Comunale.

Il solito pretesto d’ordinanza, quello relativo a un problema tecnico, e via: ecco l’occasione per cancellare un altro servizio. Accade, questa volta, al servizio “informazioni via SMS” di GTT, da tempo non funzionante e oggetto di una mia interpellanza appena discussa in Sala Rossa.

Rispondendo alla mia interpellanza sul tema, l’Assessora Lapietra butta lì, incidentalmente, che, dopo gli interventi resisi necessari lo scorso 6 aprile, “GTT sta valutando l’ipotesi di non riattivare il servizio”. Due indizi che fanno una prova quasi certa: prendo atto che, grazie al lockdown, si decide di eliminare un altro servizio, utilizzato soprattutto dalle fasce meno giovani della popolazione torinese. Spero davvero che ogni decisione definitiva sia preventivamente sottoposta al giudizio del Consiglio Comunale.

Mi chiedo come questa Amministrazione – che dimostra ancora una volta di non pensare alle esigenze dei torinesi più anziani – possa ancora parlare di un “rapporto che funziona tra cittadinanza e GTT”:. In questi anni ho capito che,statisticamente, un problema tecnologico è spesso prodromico alla cancellazione di un servizio: vedremo se sarà così anche questa volta. A fronte di un risparmio economico modesto, la scelta di cancellare il servizio porterà con sé l’esigenza di intervenire sulla grafica di tutte le paline.
La mia visione dell’innovazione non coincide con quella della Giunta, per la quale evidentemente chi non si adegua può tranquillamente rimanere indietro. 

Voucher scuola, boom di richieste e fondi insufficienti per Statali e Paritarie: noi l’avevamo detto

Ecco il risultato di un anno di totale mancanza di programmazione e attenzione. Come Moderati l’avevamo detto a più riprese. Ma le nostre richieste di maggiori investimenti sia sul fronte del diritto allo studio sia sul fronte della libertà di educazione (Paritarie) sono sempre state respinte e bocciate in Aula. Chiederemo con forza in Consiglio Regionale un immediato aumento delle risorse.

Boom di richieste per il voucher scuola: Giunta presa in contropiede. Per la prima volta nella storia del Piemonte i fondi non basteranno per coprire tutte le domande di contributi per iscrizione e frequenza (valevoli per le Scuole Paritarie). Tradotto: tantissimi dei nostri ragazzi rischiano di non avere la possibilità di frequentare la scuola. La situazione è drammatica e non è il risultato del caso, ma della totale assenza di programmazione.

Noi lo diciamo da tempo e in previsione di una simile situazione avevamo a più riprese chiesto in Consiglio Regionale di stanziare più risorse. Ma sia sul fronte del diritto allo studio sia su quello della libertà di educazione le nostre richieste si sono sempre scontrate contro i “niet” della Maggioranza e contro l’indifferenza della Giunta. Anche sul fronte delle Scuole Paritarie, a partire dalla richiesta di innalzare a 40mila euro della soglia ISEE per l’accesso al voucher e di potenziare il fondo esistente con un ulteriore versamento di 4 milioni di euro. Diventa difficile dare sempre la colpa al Governo (le cui responsabilità sono peraltro evidenti) quando in Aula si vota contro o ci si astiene.

In questi mesi è emerso uno scenario di assoluta mancanza di attenzione, sia da parte della Maggioranza sia da parte della Giunta, sul tema della programmazione e del diritto allo studio; sul sistema delle Paritarie non ho ancora visto un euro allocato dalla Scuola Primaria in su.

Sapevamo che sarebbe finita così. Presenteremo immediatamente in Consiglio Regionale uno o più atti per chiedere con forza l’aumento delle risorse.

In gioco sono il diritto allo studio e la libertà di educazione per l’anno scolastico che sta per iniziare.