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INTERPELLANZA – Un bel progetto di riqualificazione e rivitalizzazione della monorotaia di Italia ’61

PREMESSO CHE

  • ‘Expo 1961 si svolse a Torino e venne organizzata per celebrare il centenario dell’Unità d’Italia;
  • per l’occasione venne interamente costruito un quartiere di Torino, in zona sud, in un’area bonificata sulle rive del fiume Po (quartiere Nizza Millefonti);
  • l’esposizione richiamò più di quattro milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo;
  • fu notevolmente migliorata l’illuminazione pubblica della città e della zona ospitante l’area espositiva grazie ai moderni impianti progettati da Guido Chiarelli;
  • importantissimi i palazzi costruiti per l’occasione: tra di essi vale certamente la pena di ricordare il Palazzo del Lavoro e il Palazzo a Vela;
  • molte furono le attrazioni realizzate: le principali furono la monorotaia ALWEG, il Circarama, sistema di proiezione cinematografica a 360 gradi della Walt Disney, l’ovovia che collegava in modo spettacolare, passando sopra il Po, il Parco del Valentino con il Parco Europa;

RILEVATO CHE

  • buona parte dei manufatti realizzati più di sessanta anni fa hanno successivamente ricevuto una scarsa manutenzione, incapace di preservare i beni nella loro estetica e nella loro funzionalità, e da tempo essi giacciono dipingendo di un tetro degrado la porta sud-est della città;
  • con riferimento al Palazzo del Lavoro vale la pena di ricordare che venne edificato su progetto dall’ingegnere Pier Luigi Nervi, con la collaborazione dell’architetto Gio Ponti e di Gino Covre. Fu notevole esempio di struttura espositiva per dimensioni e innovazione tecnologica: l’edificio si distinse per le caratteristiche dimensionali e progettuali all’avanguardia. In seguito, fu utilizzato per ospitare eventi fieristici, mostre, esposizioni internazionali e, fino alla metà degli anni Ottanta, alcuni uffici del centro internazionale Bureau International du Travail – BIT (Agenzia delle Nazioni Unite). Fino al 2008 ospitò anche una sezione distaccata della Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Torino, più una parte di sedi didattiche di un consorzio per le specializzazioni post-diploma. Dal 2009 fu occupato da sporadiche attività commerciali, tra cui anche una discoteca, successivamente è stato nuovamente abbandonato. Da allora, le sue condizioni sono fortemente degradate a tal punto da interrogarsi su un possibile riutilizzo in futuro. Nel corso dell’anno 2015 è stato teatro di alcuni incendi dolosi. Il 17 agosto 2020 è stata comunicata l’acquisizione della proprietà dell’edificio da parte dello Stato mediante la Cassa Depositi e Prestiti;
  • con riferimento alla monorotaia, essa si estendeva per circa 1800 metri su un tracciato sopraelevato, costituito da un binario in calcestruzzo armato e sostenuto da piloni tronco-piramidali rovesci anch’essi in calcestruzzo armato. Il binario sosteneva, guidava e alimentava elettricamente, mediante bandelle metalliche poste sui fianchi del viadotto, il treno ALWEG. Le due stazioni, poste all’inizio e alla fine del tracciato, erano costituite da piattaforme sopraelevate che permettevano ai passeggeri l’accesso alla monorotaia. Il tracciato si sviluppava quasi interamente in linea retta ad eccezione di un tratto in cui, con un’ampia curva, attraversava un laghetto artificiale. L’avveniristico convoglio ALWEG era composto da tre tronconi e da casse di testa dotate di cabine panoramiche di forma arrotondata. Il treno era lungo 30 m, largo 3 m e alto 4,5 m. L’infrastruttura venne smantellata ad inizio degli anni Settanta e, in progresso di tempo, ciò che ne residuava è stato depredato, violato e bersagliato da roghi e dal degrado. In occasione dei XX Giochi Olimpici invernali la stazione Nord è stata demolita e riconvertita in Casa UGI. La stazione Sud, invece, ad oggi continua a versare nel più desolante e malinconico stato di abbandono e decadimento;

CONSIDERATO CHE

  • come reso noto da alcuni organi di stampa e come sopra riportato, recentemente Cassa Depositi e Prestiti è divenuta unico proprietario del Palazzo del Lavoro;
  • pare auspicabile che l’acquisto da parte di CDDPP del Palazzo del Lavoro possa fungere da primo passo per l’avvio di un’ampia e approfondita riqualificazione dell’intera area comprendente, oltre al Palazzo del Lavoro, anche la stazione Sud e ciò che resta della monorotaia ALWEG, il laghetto e il Palazzo a Vela;
  • come riportato nell’edizione del 7 dicembre 2020 di “TORINO CRONACA QUI”, l’ingegnere Luca Saverio Valzano, ha sviluppato e reso pubblico un bel progetto che, prendendo spunto dalla High Line di New York, prevede “la creazione di un collegamento aereo tra il parcheggio del Palazzo a Vela e il nuovo Palazzo del Lavoro, sfruttando ciò che resta del percorso della vecchia monorotaia”. Come dichiarato dall’ingegnere Valzano: “Il progetto consiste nel recupero e nella rifunzionalizzazione di ciò che rimane dell’infrastruttura (della stazione Sud e del tracciato della monorotaia, nda) e nella realizzazione di un ampliamento e di una copertura a protezione della piattaforma d’imbarco che prevede la trasformazione del binario sopraelevato in una passeggiata aerea. Tale camminamento sopraelevato potrebbe connettersi direttamente al Palazzo del Lavoro, collegando l’edificio con il parcheggio del Palavela ed essere una via di accesso molto suggestiva.”;
  • come riferito dall’ingegnere Valzano, la riqualificazione della stazione Sud potrebbe ospitare nuove funzioni di pubblica utilità. Al piano terra la realizzazione di una caffetteria fornirebbe all’area verde circostante un servizio attualmente non presente e, presidiando il luogo, contribuirebbe alla pubblica sicurezza e al contrasto del degrado. Al piano sopraelevato della nuova costruzione potrebbe trovare posto uno spazio polivalente per attività socio-culturali, dotato di dispositivi multimediali attraverso cui divulgare contenuti relativi all’Esposizione Italia ’61 al fine di evocarne la storia e valorizzarne l’eredità culturale. Il recupero della struttura (stazione Sud e binario della monorotaia) potrebbe essere occasione attraverso cui applicare tecnologie innovative di recente concezione, basate sui principi della sostenibilità, al fine di dare vita ad un’architettura tecnologicamente all’avanguardia, in grado di dialogare con il proprio contesto ambientale e di mettere in atto comportamenti adattivi. Questo approccio conferirebbe un alto valore aggiunto all’intervento che diverrebbe un riferimento capace di incarnare gli stessi valori simbolici legati al progresso tecnico-scientifico promossi dall’Esposizione Italia ’61;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. quali siano i progetti della Città per l’area in oggetto;
  2. se l’Amministrazione abbia avviato le opportune interlocuzioni sia con soggetti del territorio (ad esempio, la Circoscrizione) sia con Cassa Depositi e Prestiti e a quali risultati si sia pervenuti;
  3. se l’Amministrazione intenda fare tesoro del progetto proposto dall’ingegnere Valzano, coniugandolo con un più ampio progetto di riqualificazione complessiva dell’area, e se intenda audire il professionista per i necessari approfondimenti.

Silvio Magliano