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Tag: Regione Piemonte

Tamponi per accedere ai Centri Diurni? In molti casi, soluzione impraticabile

Chi li propone dimostra di non conoscere per nulla certe tipologie di disabilità. Giusta e sensata la proposta avanzata da più parti di utilizzare, invece, il test sierologico, una pratica meno invasiva, più gestibile e in grado di garantire risultati sicuri: la sosterrò in Consiglio Regionale.

Approvo senza mezzi termini la proposta, avanzata da più parti, di sostituire il tampone con il test sierologico quale strumento per verificare lo stato di salute all’ingresso dei Centri Diurni per Persone con Disabilità. Tamponi e controllo dello stato di salute ogni giorno prima dell’ingresso e al momento dell’uscita sono tra le pratiche indicate dal piano territoriale per la riapertura dei Centri varato dalla Regione Piemonte lo scorso 19 giugno. Il tampone naso-faringeo, al cui esito è condizionato l’ingresso in struttura, non è di fatto utilizzabile per certe tipologia di disabilità, né è pensabile sottoporre a questa procedura, per esempio, i ragazzi con autismo. Trovo inconcepibile che chi dovrebbe occuparsi di politiche sulla disabilità a livello regionale non capisca che sottoporre a tampone ragazzi con certe tipologie di disabilità è improponibile. Il test sierologico rappresenta una valida alternativa, affidabile e gestibile, al quale il tampone potrebbe seguire in un secondo momento in caso di positività. Sosterrò questa possibilità in Consiglio Regionale del Piemonte.  

Invece di scaricare colpe sui funzionari, la Giunta trovi risorse per gli studenti e per le famiglie piemontesi

Voucher scuola, fondi insufficienti per Statali e Paritarie: noi l’avevamo detto. Ora tante famiglie rischiano di restare tagliate fuori. Invece di scaricare sui funzionari la responsabilità di gravi errori recentemente commessi (ieri è stata inviata per sbaglio una comunicazione a 45mila piemontesi risultati idonei a percepire il voucher, ma non finanziabili), l’Assessore Chiorino pensi a reperire le risorse necessarie a garantire a tutti diritto di studio e libertà di educazione. A settembre i Moderati presenteranno un emendamento e un Ordine del Giorno a Palazzo Lascaris per chiedere la copertura totale e perché sia davvero garantita la libertà di educazione.

Avevamo detto fin da subito che i fondi non sarebbero bastati. L’Assessore Chiorino – invece di provare scaricare sui funzionari la responsabilità della comunicazione sui voucher inviata ai destinatari sbagliati, fatto gravissimo accaduto nella giornata di ieri – pensi a reperire i fondi necessari per coprire tutte le richieste. Diversamente, per la prima volta nella storia della nostra Regione i fondi non basteranno per tutte le famiglie che hanno fatto domanda di contributi per iscrizione e frequenza, valevoli per le Scuole Paritarie. Servono risorse anche per i voucher relativi a offerta formativa, libri e trasporti. In gioco sono diritto allo studio e libertà di educazione. Questa situazione drammatica non è figlia del caso, ma di una totale assenza di programmazione. Quanto alla comunicazione inviata erroneamente nella giornata di ieri a 45mila piemontesi, la responsabilità ultima e l’onere del controllo spettano sempre all’Assessore: provare a scaricarli su un funzionario è un gioco al ribasso che non cancella le responsabilità dell’Assessorato. Già a settembre i Moderati presenteranno in Consiglio Regionale un emendamento e un Ordine del Giorno (tornando per l’ottava volta sul tema da inizio anno) per chiedere l’aumento delle risorse per garantire la copertura totale delle richieste e, dunque, una reale libertà di educazione 

Maggioranza e Giunta si oppongono alla riapertura dei Servizi Psichiatrici al Mauriziano

Bocciato a Palazzo Lascaris il mio Ordine del Giorno sul tema: il centrodestra si assume e si assumerà tutta la responsabilità politica di questa decisione, che avrà conseguenze gravissime e che dimostra un’assoluta incapacità di comprendere la realtà che ci circonda e le necessità dei cittadini. Non era questa la Giunta che si opponeva al taglio dei posti letto?  Mi auguro che ora familiari dei pazienti e Associazioni facciano sentire la loro voce. Non è facendo sparire i posti letto che faremo sparire le malattie psichiatriche.

Torino è, da oggi, meno strutturata per la gestione della richiesta di cure psichiatriche del post-emergenza. Ancora una volta, la Maggioranza in Consiglio Regionale del Piemonte boccia con un secco “niet” un mio Ordine del Giorno per provare ad affrontare il prossimo futuro con il massimo degli strumenti a disposizione. La Giunta prova a rimandare il problema a un nebuloso futuro, ma lo fa con promesse troppo vaghe per poter essere credibili.

Con il mio atto chiedevo la riapertura, dopo i mesi di chiusura a causa dell’emergenza da COVID-19, del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell’Ospedale Mauriziano. Ma il centrodestra ha votato contro: faremo dunque a meno di quei 16 preziosi posti letto (percentuale che sfiora un quarto dei 70 a disposizione a Torino).

La mia preoccupazione è massima, alla luce dei dati statistici che raccontano di una crescita esponenziale delle criticità psichiatriche dopo i mesi del picco dell’emergenza, non solo tra chi si è ammalato di COVID-19 e tra chi ha perso una persona cara a causa del virus, ma anche tra chi ha perso il lavoro o ha subito danni economici rilevanti. 

Ci sono patologie psichiatriche che non possono essere gestite con una consulenza ambulatoriale: servono posti letto. Con questa scellerata decisione la Maggioranza dimostra di non avere capito nulla della fase storica che stiamo vivendo e di non aver colto quante e quali conseguenze la pandemia sta avendo e continuerà ad avere a livello psichiatrico sulla popolazione. Una scelta particolarmente grave nella città di Andrea Soldi. Spero che ora i familiari dei pazienti e le associazioni facciano sentire la loro voce.

Un recente studio dell’Università di Torino ha fatto emergere scenari preoccupanti. Dal tale studio, pubblicato il mese scorso sull’International Journal of Environmental Research and Public Health, emerge che un italiano su quattro (24%) ha sofferto, durante la fase di lockdown, di depressione; molto diffusi anche stati ansiosi (ne sono colpiti 23 italiani su 100) e insonnia (42%). 

Questa è una decisione scientemente presa, alla luce di ragioni di mero risparmio economico, di fronte alla quale le vaghe promesse della Giunta – la stessa Giunta che ha sempre provato a presentarsi come contraria al taglio di posti letto – valgono poco. 

Quale futuro per l’Ospedale di Settimo? Imbarazzante “non risposta” della Giunta in Regione

Con un Question Time ho chiesto in Aula notizie sulle prospettive future all’indomani della conclusione della sperimentazione gestionale che ha portato la struttura di via Santa Cristina 3 a essere, per 10 anni, presidio accreditato a gestione pubblico-privato (utilizzato dal pubblico per la lungodegenza e per la riabilitazione): l’Assessora alla Cultura (non l’Assessore alla Sanità) si è limitata a elencare, in replica, le scelte di altre Regioni. Sul Piemonte non una parola specifica. Mai sentita una cosa del genere, porterò nuovamente il tema a Palazzo Lascaris con un’interrogazione. Cittadini e lavoratori aspettano risposte.

Mai visto nulla di simile: la Giunta Regionale, “rispondendo” (virgolette d’obbligo) poco fa al mio Question Time sul futuro dell’Ospedale Civico Città di Settimo, ha taciuto clamorosamente sull’oggetto della questione. La mia domanda era chiara: la Giunta Regionale ha intenzione di mantenere l’attuale gestione o è al vaglio un’ipotesi di cessione?

Domanda puntuale e precisa, alla quale sarebbe bastata una risposta altrettanto stringata, purché chiara. Ho ricevuto in replica, invece, l’elenco delle opzioni teoricamente a disposizione della Regione Piemonte (ritorno all’area pubblica, stabilizzazione o completa privatizzazione) e qualche esempio delle decisioni prese da altre Regioni. E il Piemonte? Non è dato sapere. Solo un generico “la decisione è complessa” e altrettanto generiche rassicurazioni sul fatto che l’operatività del presidio non sarà – e ci mancherebbe altro – ridotta.

I fatti che mi hanno portato a presentare il mio atto in Consiglio Regionale: questa struttura è stata gestita dal 2007 al 1° febbraio 2019 in sperimentazione gestionale dalla Società SAAPA S.p.A  (Società Assistenza Acuzie e Post Acuzie), alla quale partecipano in qualità di soci l’Asl To4, l’Asl To2, il Comune di Settimo, la Cooperativa Sociale Pier Giorgio Frassati e il Patrimonio della Città di Settimo. Questo innovativo modello di management coinvolge nel programma di sperimentazione il settore privato, privilegiando quello appartenente alla sfera della cooperazione sociale. Il termine della sperimentazione non è ulteriormente prorogabile.

Presenterò un’interrogazione, sperando di ricevere in Aula una risposta degna di questo nome, possibilmente da parte dell’Assessore alla Sanità e non da parte dell’Assessora alla Cultura. I cittadini e i lavoratori della struttura aspettano risposte e io con loro.

Solidarietà alle lavoratrici delle mense domani in piazza

Manifesteranno di fronte agli studi RAI di Torino: in cassa integrazione da febbraio, senza prospettive certe per settembre, chiedono un sostegno da parte della politica che è, a questo punto, urgentissimo. Condivido e faccio mie senza mezzi termini le loro richieste.

Condivido le ragioni delle lavoratrici delle mense scolastiche che manifesteranno, domani mattina in via Verdi a Torino, di fronte agli studi RAI. Questa categoria professionale è in cassa integrazione dal 25 febbraio, senza, peraltro, avere alcuna prospettiva certa di ripresa del lavoro a settembre. La politica ha una responsabilità nei loro confronti: le addette alle mense garantiscono lo svolgimento di un servizio necessario e utile per la formazione dei bambini e rappresentano una categoria particolarmente colpita dalla crisi legata all’emergenza da COVID-19, non potendo contare a differenza di altri, per esempio, su alcuna fonte di reddito per tutti i mesi estivi.