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Tag: Reddito di Emergenza

Stangata sugli inquilini morosi delle case ATC

Chi percepisce il reddito di cittadinanza si è visto raddoppiare la quota minima necessaria per accedere al Fondo Sociale (che è lo strumento per supportare gli inquilini in difficoltà nel pagamento del canone): ho presentato un’interpellanza per chiedere, da parte della Regione Piemonte, la modifica delle regole per gli inquilini morosi assegnatari delle Case Popolari e un ulteriore rinvio dei termini per il pagamento. Il problema è emerso quest’anno: fino all’anno scorso gli inquilini percepivano il reddito di inclusione, che non influiva in modo determinante sull’imponibile.

Questa Giunta ha intenzione di istituire un tavolo di confronto finalizzato alla modifica delle regole per l’accesso al Fondo Sociale per gli inquilini morosi assegnatari delle Case Popolari? Intende, inoltre, prorogare ulteriormente la scadenza del versamento della quota, favorendo così le famiglie che, percependo il reddito di cittadinanza, si trovano nella condizione di dover versare una quota minima doppia rispetto agli anni precedenti (quando percepivano il reddito di inclusione)? Lo chiederò in Consiglio Regionale con un’interpellanza appena presentata. Gli inquilini morosi rischiano, al momento, di subire una vera e propria batosta. Con il Fondo Sociale, istituito nel 2013, la Regione Piemonte fornisce aiuto agli inquilini in difficoltà nel pagamento del canone ATC o dei servizi accessori, a condizione che i cittadini morosi incolpevoli siano in possesso del giustificativo di pagamento della quota minima pari al 14% del reddito e che il loro ISEE non superi i 6.398,75 euro. La domanda di contributo da parte degli assegnatari deve essere presentata alle ATC o ai Comuni. La proroga al 30 settembre 2021, deliberata dalla Giunta, dei termini di pagamento della quota minima è stata una prima misura, ma per molti potrebbe non essere sufficiente: parliamo di persone che a stento riuscivano a versare la quota minima (480 euro) e che adesso si trovano a dover versare una cifra doppia. Lo scorso anno in Piemonte sono state 6.358 le richieste di cancellazione dei debiti per una spesa di 7,3 milioni da parte della Regione: a causa degli effetti della pandemia quest’anno è previsto un aumento delle domande.

Come richiedere il Reddito di Emergenza

È attivo il servizio per la presentazione delle domande di Reddito di Emergenza: ecco come fare.

Questa misura straordinaria di sostegno al reddito è stata introdotta per supportare i nuclei familiari in condizioni di difficoltà economica causata dall’emergenza epidemiologica da COVID-19.

Le domande dovranno essere presentate all’Inps esclusivamente in modalità telematica entro il 30 giugno 2020, autenticandosi con PIN, SPID, Carta Nazionale dei Servizi e Carta di Identità Elettronica.

Ecco il link per la presentazione della domanda (ci si potrà rivolgere anche agli istituti di patronato).

Dopo aver effettuato l’autenticazione al servizio, sono consultabili i manuali che forniscono le indicazioni per la corretta compilazione della richiesta.

A chi spetta il Rem (e a chi no)

Il sussidio spetta a quei nuclei familiari economicamente vulnerabili che hanno subito maggiormente l’impatto della crisi per l’emergenza coronavirus (e che non hanno accesso ad altre misure di sostegno quali il reddito di cittadinanza o la NASPI) e non sono stati coperti dagli ammortizzatori sociali durante il lockdown. È escluso anche chi percepisce il bonus di 600 euro destinato ai lavoratori autonomi, chi percepisce la pensione o chi si trova in stato detentivo.

Quanto vale il Rem

Il sussidio è erogato in due diverse quote che potranno andare dai 400 agli 800 euro, arrivando fino a un massimo di 840 euro per quelle famiglie nelle quali siano presenti componenti in condizioni di grave disabilità e non autosufficienti. Per ottenerlo il nucleo familiare deve avere un Isee non superiore ai 15mila euro.

Chi può richiederlo?

I requisiti per richiedere il Reddito di Emergenza sono:

  • residenza in Italia del richiedente;
  • un valore dell’ISEE o dell’ISEE corrente inferiore a €15.000;
  • reddito familiare riferito al mese di aprile di importo inferiore all’ammontare mensile del beneficio spettante (da €400 a €800).
  • patrimonio mobiliare riferito all’anno 2019 di importo inferiore a €10.000 per nucleo composto da una persona, tale soglia è incrementata di €5.000 per ogni componente successivo al primo fino ad un massimo di €20.000. Se nel nucleo è presente un disabile grave o non autosufficiente la soglia è incrementata di €5.000.