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Tag: crisi economica

Sport: un diritto da riconoscere a tutti, a prescindere dalla condizione socioeconomica

Con un Ordine del Giorno appena inserito nell’ordine dei lavori del Consiglio Regionale, chiedo l’introduzione anche in Piemonte di voucher per l’accesso gratuito all’attività sportiva dei bambini e dei ragazzi tra i 6 e i 15 anni. Regioni come la Campania hanno già varato misure analoghe e il Piemonte può seguire la stessa strada nel contrasto alla povertà sportiva.

L’accesso all’attività sportiva dovrebbe essere un diritto per tutti e garantirlo non è soltanto doveroso, ma vantaggioso, dal momento che la diffusione della pratica sportiva tra i giovani corrisponde a un maggior tasso di salute e benessere nella stessa cittadinanza. Se approvato dal Consiglio Regionale del Piemonte, il mio Ordine del Giorno impegnerà la Giunta a introdurre un sistema di Voucher per permettere ai minori di famiglie a fascia di reddito medio-bassa e di età compresa tra i 6 e 15 anni di praticare attività motoria e sportiva a livello dilettantistico. La misura è pensata a sostegno dei redditi delle famiglie e dell’inclusione sociale ed è volta a contrastare gli effetti negativi della perdurante crisi economica. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che, a livello mondiale, 4 adolescenti su 5 non pratichino sufficiente attività fisica o sportiva. Da un recente (2023) rapporto di OMS e OCSE emerge che, con un aumento dell’attività fisica ai livelli minimi raccomandati nell’UE (150 min a settimana), si eviterebbero in Europa 11,5 milioni di nuovi casi di malattie non trasmissibili entro il 2050, inclusi 3,8 milioni di casi di malattie cardiovascolari, 3,5 milioni di casi di depressione, quasi 1 milione di casi di diabete di tipo 2 e più di 400.000 casi di tumori diversi. La stessa Costituzione riconosce “il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”. La Regione Campania ha già introdotto, con risultati incoraggianti, un’agevolazione fino a 400 euro per i minori di famiglie a reddito medio-basso desiderosi di praticare attività sportiva dilettantistica. Il Piemonte può seguire la stessa strada, permettendo a sempre più persone di partecipare a corsi, attività e campionati sportivi organizzati da Associazioni e Società sportive dilettantistiche, quale occasione di crescita personale.

Urge potenziare i consultori familiari e pediatrici

A maggior ragione dopo due anni di pandemia e vista la crisi economica, occorre consolidare questi servizi, ai quali sempre più piemontesi si rivolgono: sul tema, la mia interpellanza in Consiglio Regionale del Piemonte, per chiedere un aggiornamento sulle intenzioni della Giunta in merito e sul numero di strutture attive in Piemonte.

Dopo oltre due anni di pandemia e vista la grave crisi economica è ancor più importante potenziare e favorire l’attività dei consultori familiari e pediatrici sul territorio piemontese: con un’interpellanza presentata a Palazzo Lascaris chiederò alla Giunta Regionale quanti siano attualmente i consultori aperti e chiusi in Regione Piemonte e se il loro numero soddisfi i parametri della Legge 34 del 1996. Chiederò inoltre, alla luce della carenza di sedi e di personale e al fine di garantire un servizio più efficiente, un potenziamento di questo servizio sul territorio.  

I consultori familiari e pediatrici rappresentano un punto di riferimento per tutti i cittadini e un mezzo fondamentale per l’integrazione sociale e sanitaria; si deve tuttavia registrare negli ultimi anni una tendenza al disinvestimento nella prevenzione e nella promozione della salute, con il risultato di una pratica medica sempre meno relazionale e sempre più tecnicistica. A causa della crisi economica, sempre più persone si rivolgono ai consultori, preferendoli alle strutture private. I bisogni che hanno sollecitato, quarantacinque anni fa, la nascita dei consultori sono ancora ben presenti e altri bisogni intervenuti in questi anni si sono aggiunti e ne reclamano un potenziamento.  

I consultori familiari e pediatrici, istituiti con la Legge 405/1975, forniscono un servizio di assistenza alla famiglia e alla maternità (in particolare a donne, bambini e adolescenti). Si possono considerare come servizi sociosanitari integrati di base, con competenze multidisciplinari, determinanti per la promozione e la prevenzione nell’ambito della salute della donna e dell’età evolutiva. Negli anni successivi all’emanazione della legge nazionale le Regioni, Piemonte compreso, hanno recepito la norma con proprie leggi regionali. L’organizzazione finanziaria e gestionale, rientrante nelle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale, compete alle ASL.