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Tag: Comune di Torino

Biglietti del bus gratuiti per chi differenzia bottiglie di plastica: succederà anche a Torino

Il Consiglio Comunale ha approvato la mia mozione sul tema: sono onorato di aver contribuito, come Vice Presidente della Commissione Ambiente, a un’iniziativa dall’importante valore simbolico nell’ottica di un cambio culturale e di mentalità sempre più urgente e necessario. Il mio grazie ai Colleghi Consiglieri che hanno sostenuto la mia proposta e al Presidente Mensio per aver contribuito, con i suoi emendamenti, alla definizione della versione finale del testo.

Passa in Sala Rossa, con 17 voti a favore (due voti contrari, un’astensione), la mia mozione che chiede di avviare anche a Torino la sperimentazione del riconoscimento di un credito per l’acquisto di titoli di viaggio per il servizio di trasporto pubblico locale per chi conferisce bottiglie di plastica presso appositi raccoglitori. Questa prassi è già stata adottata dal Comune di Roma. Il conferimento deve avvenire senza aggravio di spesa per la Città. Tramite il conferimento di bottiglie, l’utente potrà accumulare crediti da convertire in titoli di viaggio (si dovrà arrivare a un certo numero di crediti per ottenere un biglietto).

Sono onorato di aver contribuito, in veste di Vice Presidente della Commissione Ambiente, a un’iniziativa che deve rappresentare un passo verso un cambio culturale e di mentalità quanto mai necessario e urgente. Sono fiducioso che l’iniziativa avrà successo e che sarà apprezzata dai torinesi. Il mio grazie più sincero va al Presidente di Commissione Mensio, che ha contribuito con i suoi emendamenti alla versione finale della mozione, e ai Colleghi Consiglieri che hanno votato a favore del mio atto in Sala Rossa.

Con l’introduzione di dispositivi per la raccolta di bottiglie di plastica (le cosiddette “macchinette mangiaplastica”) si potrà favorire la raccolta di PET, sempre con l’obiettivo ultimo di ridurre la produzione di rifiuti alla fonte e di estendere e promuovere la pratica del vuoto a rendere.

Torèt Toh: per i simboli cittadini serve rispetto e le procedure devono essere le stesse per tutti

Discussa poco fa in Sala Rossa la mia interpellanza sulle tre installazioni dell’artista Nicola Russo: l’estetica dei tre “maxi Torèt” non ha convinto molti torinesi; altri artisti del nostro territorio hanno riferito di aver dovuto superare iter molto più complessi prima di vedere le proprie opere esposte in spazi pubblici torinesi.

Rispetto per i simboli storici della città, procedure rigorose e uniformi senza eccessivi ambiti di discrezionalità: queste le mie richieste alla Giunta, discutendo poco fa in Consiglio Comunale la mia interpellanza sul progetto “Torèt Toh” dell’artista Nicola Russo. Volutamente, sia nella stesura della mia interpellanza sia nella sua discussione in Sala Rossa, non sono entrato nel merito della qualità artistica delle tre opere che, da qualche settimana, sono esposte in piazzale Valdo Fusi, in via Bertola 35 e in via Lagrange 31 a Torino. Ho invece sottolineato come questi tre Torèt “oversize” rappresentino una scelta precisa nella rappresentazione di uno dei simboli della nostra città.

A maggior ragione se la componente simbolica è rilevante, la costruzione dell’iter che porta all’esposizione di un’opera d’arte dovrebbe essere rigorosa e scrupolosa. L’ambito di discrezione della Giunta (che in questo caso ha approvato il progetto senza alcun particolare passaggio tecnico) dovrebbe essere quanto più possibile limitato. Anche alla luce della condivisibile e meritoria finalità di beneficenza dell’operazione, per il progetto Toh non è stato necessario alcun concorso di idee, né alcuna valutazione da parte di una Commissione preposta; altri artisti torinesi hanno dovuto affrontare iter molto più complessi prima di vedere una propria opera esposta in uno spazio cittadino (e di godere quindi del ritorno in termini di visibilità che questo comporta).

Prendiamo atto: sappiamo noi e sanno gli artisti torinesi, da oggi, che esiste anche questa modalità con la quale un artista può presentare alla Città le proprie opere, a patto che il ricavato sia donato in beneficenza e che l’esposizione dei manufatti sia temporanea. Ci aspettiamo, a questo punto, uniformità di trattamento per tutti.

Parcheggio di interscambio in piazza Bengasi: auto posteggiate poche, rifiuti abbandonati tanti

Pochi mezzi in sosta, meno di 40 abbonamenti venduti e un incasso medio quotidiano che non supera i 50 euro: dati e cifre che danno la dimensione del clamoroso insuccesso di questa sperimentazione, l’ennesimo della Giunta Appendino. In compenso, alcuni incivili stanno trasformando l’area in una discarica a cielo aperto. Con un’interpellanza appena discussa in Sala Rossa, ho chiesto soluzioni immediate.

Un veicolo in sosta ogni molti stalli inutilizzati (sono in totale 400, delimitati da strisce blu), un incasso quotidiano da poche decine di euro, abbonamenti venduti nello stesso ordine di grandezza: numeri oggettivamente risibili, che danno la dimensione dell’ennesimo insuccesso della Giunta Appendino. Il parcheggio di interscambio di piazza Bengasi proprio non funziona. In compenso, qualcuno sta cominciando a utilizzarlo come discarica abusiva.

Ho chiesto alla Giunta, discutendo poco fa la mia interpellanza sul tema, soluzioni urgenti. La sola crisi pandemica non basta a spiegare un insuccesso di queste proporzioni. Urge una nuova politica tariffaria. Fondamentale garantire la possibilità, al momento preclusa, di acquistare titoli per soste di un giorno o di mezza giornata.

Se l’obiettivo, condivisibile, è indurre i cittadini a utilizzare i mezzi pubblici per raggiungere il centro città, bisogna incentivarli a farlo. La mancanza di alternative alla tariffa oraria (1 euro ogni 60 minuti) o all’abbonamento almeno settimanale ha portato al disastro: inevitabile che chi arriva a Torino per una sola giornata di soggiorno o lavoro il più delle volte scelga di raggiungere il centro in macchina, rinunciando a posteggiare e utilizzare la metropolitana o i mezzi pubblici.

Queste settimane di basso traffico, tra onda lunga pandemica e fisiologico calo stagionale della mobilità cittadina, non sono utili nemmeno come sperimentazione. Ci troviamo di fronte all’ennesimo risultato negativo di questa Amministrazione.

Torèt Toh esposti in centro a Torino: questa Giunta ha scrupolosamente seguito procedure e iter?

Si discuterà lunedì in Consiglio Comunale la mia interpellanza sul tema delle tre installazioni dell’artista Nicola Russo: l’estetica dei tre “maxi Torèt” non ha convinto molti torinesi.

I nuovi “Torèt Toh” sono coerenti con il contesto urbanistico e architettonico della nostra città? Sono compatibili con la tradizione torinese? Sono, in una parola, belli? Queste sono domande che hanno a che fare con i gusti di ciascuno. Ogni cittadino può dare la propria risposta.

A quale concorso di idee o altra analoga iniziativa corrisponde il progetto “Toh” dell’artista Nicola Russo? Il concorso è stato presentato in Commissione Cultura? Un’apposita Commissione tecnica comunale ha valutato il progetto? Le opere di quali altri artisti sono state valutate insieme ai “Torèt Toh”, essendo giudicate meno meritevoli di questi ultimi? Queste domande hanno invece a che fare con la corretta e utile amministrazione della Città: le rivolgerò alla Giunta, con un’interpellanza, lunedì in Consiglio Comunale alle ore 12.00.

Chiederò inoltre all’Assessore competente quali deliberazioni, determine o altri atti abbiano accompagnato l’iter per l’affidamento dei lavori all’artista Nicola Russo e con quali atti sia stata autorizzata la collocazione su suolo pubblico delle tre opere. Chiederò se siano previsti oneri finanziari a carico del bilancio cittadino, se saranno messe all’asta anche le tre opere installate in pubblico o solo le loro riproduzioni, se sia confermata la percentuale del 20% del ricavato derivante dalle vendite all’asta delle opere devoluta alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro e quale sia la destinazione del restante 80%.

I Torèt Toh sono attualmente esposti in piazzale Valdo Fusi, in via Lagrange e in piazza Arbarello a Torino. Le tre opere intendono rappresentare, secondo il loro autore, la rinascita della città dopo la pandemia. Nei prossimi mesi saranno messe all’asta alcune riproduzioni di dimensioni ridotte e parte del ricavato sarà devoluto alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro.

Le installazioni, lungi dall’incontrare l’unanime apprezzamento dei torinesi, hanno ricevuto invece critiche anche aspre sia per la loro collocazione sia come opere d’arte in sé.

Piazza Santa Giulia: o Presidio Interforze tutta la notte o ingressi contingentati, diversamente si riapra la piazza al traffico

Dopo l’ennesimo weekend di follia, chiediamo misure finalmente efficaci. Diversamente, la riapertura al traffico della piazza rimarrà l’unica soluzione. Le stesse ordinanze, se non fatte rispettare, servono solo per ottenere titoli sui giornali cittadini. Non possiamo tollerare che a Torino vi siano porzioni di territorio che sono terra di nessuno: proprio questo sta accadendo in Vanchiglia. Dopo un weekend di follia, è stata discussa poco fa in Sala Rossa la mia nuova interpellanza sul tema.

Santa Giulia è di nuovo terra di nessuno: un fatto che non possiamo accettare. Ora servono misure decisive: o il Presidio Interforze presente tutta la notte (deve lasciare la piazza un minuto dopo l’ultimo avventore) o il contingentamento delle presenze in piazza, con contapersone all’ingresso e previo accordo con gli esercenti. Dal momento che l’Amministrazione non è in grado di garantire il diritto al riposo dei residenti e la sicurezza di tutti, applicare almeno una di queste due proposte diventa necessario. Diversamente, non ci sarà altra scelta che riaprire la piazza al traffico veicolare.

Dopo un weekend di assoluta follia – nel quale abbiamo visto di tutto, dallo spettacolo improvvisato di fuochi artificiali alle risse, dalle camminate di ubriachi sulle auto in sosta ai pali divelti (e poi, per fortuna, prontamente ripristinati) – ho portato il tema in Consiglio Comunale con una nuova interpellanza sul tema. E ho fatto richieste molto precise.

Emettere ordinanze, di per sé, non è sufficiente, se poi non si fanno rispettare: servono solo per ottenere interviste e titoli sui giornali cittadini. Mi piacerebbe vedere, per esempio, la relazione relativa a quanti controlli siano stati effettuati, dopo le ore 21.00, presso i minimarket teoricamente chiusi a fine serata.

I residenti e i ristoratori che rispettano le regole sono i primi a essere penalizzati da questa situazione non più accettabile. Anche il valore degli appartamenti è, in zona, precipitato. La Giunta si faccia sentire al Tavolo di Sicurezza.