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Tag: città metropolitana

Kastamonu riapre a Frossasco, buona notizia? Sì, a patto che siano tutelati salute e territorio

La multinazionale ha presentato in Città Metropolitana un progetto di ripristino degli impianti ex Annovati e poi Trombini (produzione di pannello per l’industria dell’arredamento) sul territorio del Comune in provincia di Torino: destano però preoccupazione l’impatto sul territorio, a vocazione agricola e residenziale, e il progetto di installazione di un nuovo bruciatore di biomasse a poche centinaia di metri da abitazioni e allevamenti. Ho presentato un’interpellanza in Consiglio Regionale e una in Città Metropolitana per assicurarmi che tutte le misure di sicurezza siano prese e che ambiente e salute siano opportunamente difesi.

L’impianto ex Annovati e poi Trombini a Frossasco, ora di proprietà Kastamonu, potrebbe ripartire dopo anni di inattività e dopo l’incendio della primavera del 2019: la multinazionale specializzata nella produzione di pannello per l’industria dell’arredamento ha infatti presentato lo scorso 28 aprile, presso la Città Metropolitana di Torino, un progetto di ripristino dell’impianto di via Piscina 2-6. Una buona notizia per il territorio? Sì, alla luce delle possibili ricadute occupazionali dopo due anni di crisi durissima. A patto che la sicurezza e la salute dei residenti sia garantita e che l’impatto su un territorio a vocazione agricola e residenziale sia ammortizzato. Su entrambi i temi, vogliamo vederci chiaro. In particolare, desta preoccupazione la prospettiva di vedere prossimamente in attività un nuovo Energy Plant (bruciatore da 25 MW) per lo smaltimento di biomasse dal sito produttivo. Ho presentato dunque due interpellanze, una in Consiglio Regionale del Piemonte e una in Consiglio Metropolitano, per avere un aggiornamento sui controlli e sulle misure necessarie per garantire sicurezza e salute, nonché sulle modalità di rilevamento dei dati sulle emissioni. Con i miei due atti chiedo inoltre se siano previsti controlli e rilievi per verificare la salubrità del terreno e del sottosuolo di pertinenza dell’impianto, dal momento che, a sua volta, l’ipotesi di residui inquinanti o tossici presenti nel sottosuolo dell’area produttiva genera preoccupazioni.

“Strada della Morte” messa in sicurezza con due rotonde entro il 2022

Strada della Rezza (SP 122), accolte le mie richieste: dopo Pavarolo, anche Montaldo avrà la sua rotatoria. Abbandonato il progetto di un’unica rotonda centrale rispetto alle due intersezioni. Il piano di fattibilità sarà pronto entro l’anno in corso. Appena discussa in Consiglio Metropolitano la mia interpellanza sul tema. Risultato che accolgo con soddisfazione.

Due rotonde per mettere in sicurezza il tratto di strada della Rezza (SP 122, giornalisticamente chiamata “Strada della Morte” per il gran numero di incidenti che vi si verificano): la Città Metropolitana dice sì. Si realizzeranno entrambe le rotatorie, sia quella in corrispondenza tra la stessa SP122 e la SP4 presso Pavarolo (pronta entro la primavera del 2021) sia quella, un centinaio di metri più a nord, in corrispondenza della confluenza tra la stessa SP122 e la SP4 presso Montaldo (entro i primi mesi del 2022). Il piano di fattibilità sarà pronto entro l’anno in corso.

La sicurezza stradale è, da sempre, una mia priorità e oggi otteniamo un risultato importante per tutti gli utenti di quel tratto di strada. Molto positivo che la Città Metropolitana abbia quantificato le risorse. Il costo stimato per la prima delle due rotonde è pari a 375mila euro, per la seconda pari a 220mila. Le risorse si troveranno tra economie, avanzi di esercizio, contributo dei due Comuni coinvolti ed eventualmente Ricovery Plan. 

Positivo anche che l’Amministrazione Metropolitana abbia abbandonato l’intenzione di realizzare un’unica rotatoria in una zona mediana tra la SP122 e gli svincoli per Pavarolo e per Montaldo, soluzione costosa e poco efficace. Con la realizzazione delle tue rotonde si migliorerà la sicurezza di entrambi i sensi di marcia: un risultato molto positivo che condivido con il Sindaco Sergio Gaiotti (Montaldo), da sempre molto attento al tema della sicurezza stradale.

Manutenzione di strada Santa Brigida, la Città Metropolitana si faccia sentire

Illuminazione scarsa, guard rail mancanti e condizioni pessime per la Strada Provinciale 126 – che si snoda nella zona collinare tra Torino e Moncalieri (Revigliasco) – soprattutto in corrispondenza delle fermate dei mezzi pubblici: ho chiesto poco fa alla Sindaca e al Consigliere Delegato Bianco, con un’interpellanza, di iniziare un’interlocuzione con il Comune di Moncalieri affinché anche chi abita in quella porzione di territorio si veda riconosciuto il diritto di avere strade sicure e in condizioni accettabili di manutenzione.

Appena discussa in Consiglio della Città Metropolitana la mia interpellanza sulla pericolosità e sul carente stato di manutenzione della strada Provinciale 126 (strada Santa Brigida), tra Torino e Moncalieri (Revigliasco). Se l’Ente Metropolitano è intervenuto la scorsa estate per rifare il manto d’asfalto, ancora molti e urgenti sono gli interventi che si rendono necessari: da anni i residenti lamentano la pericolosità di ampi tratti della strada, presso la quale mancano o sono in condizioni pessime guard rail, marciapiedi e altri manufatti a protezione dei pedoni nei pressi di buona parte delle fermate del servizio di trasporto pubblico, a partire dalla fermata 846 (Cadibona) della linea 70 GTT. Poiché – ha riferito il Consigliere Delegato Bianco – illuminazione e manutenzione delle fermate non rientrano tra le dirette competenze della Città Metropolitana, ho chiesto che per lo meno quest’ultima si faccia portavoce presso il Comune di Moncalieri affinché si possa giungere al più presto a una soluzione. Resto fermamente convinto, infatti, che anche chi abita in zone meno densamente popolate (e dunque meno appetibili dal punto di vista del ritorno elettorale) di altre altre abbia diritto alla sicurezza stradale.

Tre ore (e più) in pullman solo per frequentare il liceo: la quotidianità degli studenti dell’Alta Val Chisone

Il mio impegno in Città Metropolitana (che apre spiragli) e presto anche in Consiglio Regionale del Piemonte per provare a potenziare il trasporto pubblico dei nostri territori montani: una scuola di eccellenza è la prima garanzia contro lo spopolamento. Appena discussa in Consiglio Metropolitano la mia interpellanza sul tema.

Quanto è difficile studiare in valle. Ci sono ragazzi che passano, tutti i giorni, tre ore e più a bordo di un bus per raggiungere il proprio istituto la mattina e per tornare a casa dopo le lezioni. Tra i diversi casi, quello del Liceo Des Ambrois di Oulx e di molti dei suoi studenti. Ho portato questo tema poco fa all’attenzione della Giunta della Città Metropolitana con un’interpellanza, chiedendo una soluzione in termini di potenziamento del servizio di trasporto. La risposta del Consigliere Delegato lascia aperto uno spiraglio, garantendo che la Città Metropolitana verificherà la possibilità di intervenire sulla base del Decreto 111 del 2020 in tema di integrazione per il trasporto scolastico. Spero davvero si arrivi a una soluzione, anche utilizzando i fondi messi a disposizione dal Governo. Presenterò prossimamente un atto analogo anche in Consiglio Regionale. La vita degli studenti – un numero crescente, molti dei quali sono giovani promesse dello sport – dell’Alta Val Chisone che hanno scelto di frequentare le superiori in Valsusa non è facile: si prende il pullman alle 6.30 per arrivare a lezione alle 7.50: il pullman del ritorno arriva a Sestriere alle 13:50 e qui gli studenti attendono altri 40 minuti l’arrivo di un altro bus, che parte da Cesana, per arrivare a casa alle 14:50. Con il mio atto chiedevo alla Città Metropolitana di coinvolgere la ditta (Arriva, ex Sadem) che opera tale collegamento per arrivare a una soluzione utile e ragionevole. Oggi cambiare il paradigma è necessario e i costi necessari per farlo non possono gravare soltanto sui Comuni. Il problema è noto da dieci anni. Licei di eccellenza come il Des Ambrois di Oulx sono la garanzia che i nostri territori montani e le nostre valli non moriranno. Tutti in politica affermano di credere nelle nostre valli: ora è tempo di dimostrarlo con i fatti.

Questa non è una Scuola per… studenti di alta statura

Al Liceo Copernico sono arrivati i nuovi banchi “in miniatura”: non arrivano all’altezza della cintura di un adolescente di statura media. La situazione è simile in altri Istituti del territorio? Salone dell’Orientamento della Città Metropolitana: è vero che i collegamenti disponibili sono appena cento? Ed è vero che, come mi segnalano alcuni cittadini, è stato suggerito, in piena recrudescenza dell’emergenza sanitaria, di radunarsi in più studenti davanti a un unico dispositivo?

Mi sono arrivate due segnalazioni che, se confermate, avrebbero dell’incredibile. 

La prima: al Liceo Scientifico Copernico di corso Caio Plinio (zona Lingotto a Torino) sono finalmente arrivati i primi banchi nuovi di dimensioni ridotte. Troppo ridotte: per i ragazzi appena più alti della media è praticamente impossibile sedersi in maniera corretta e frontale. Le foto in allegato sono significative: i banchi sono quelli della Primaria? In quali altri Istituti del territorio la situazione è la stessa? 

La seconda: la Città Metropolitana sta organizzando il Salone dell’Orientamento, corso di formazione online per gli studenti. Mi si segnala che, dalla segreteria del Salone, sarebbe stata inviata un’email per invitare i docenti a creare gruppi di studenti che al pomeriggio si ritrovino davanti a un unico dispositivo. Questo per il fatto che i collegamenti disponibili sarebbero 100 in totale (che tipo di tecnologia e di account si utilizza?). Queste segnalazioni corrispondono al vero? Se sì, come si conciliano con una situazione di recrudescenza dell’emergenza che, al contrario, imporrebbe di evitare assembramenti?