Pochi controlli sulla richiesta di residenza
Serve più sicurezza e più attenzione per evitare abusi e contro il terrorismo. L’art. 5 della Decreto Legislativo 47/2014 prescrive chi occupa un alloggio senza averne titolo non possa richiedere la residenza. È evidentemente una misura di sicurezza, anche contro il terrorismo, che va attuata con rigore, controllando puntualmente le autocertificazioni richieste all’atto della domanda di residenza: in un momento in cui l’allerta è al massimo livello, è necessario sapere chi vive a Torino. Niente controlli a campione, ma un sistema efficace e puntuale.
Il meccanismo è semplice: una persona firma un contratto di affitto per un immobile; dopo qualche tempo, viene raggiunto da alcuni amici/parenti che poi chiedono la residenza al Comune, ottenendola; l’intestatario del contratto, a questo punto sparisce, mentre l’alloggio continua ad essere occupato dai suoi amici/parenti che nel frattempo hanno ottenuto la residenza e che, in molti casi, non pagano l’affitto; i rischi per la sicurezza di tutti sono evidenti, meno evidenti sono le pene che deve soffrire il padrone di casa per rientrare in possesso del suo alloggio, visto che l’eventuale morosità o sfratto devono essere notificati all’intestatario e che se l’intestatario non si trova non gli si può notificare proprio nulla. La pratica per la dichiarazione di irreperibilità, infine, non può partire prima di un anno.
L’Art. 5 del D. Lgs 47/2014 prevede che non possa ottenere la residenza chiunque occupi un alloggio senza averne diritto: è chiaro, quindi, come sia necessario prevedere controlli e verifiche accurate sulle autodichiarazioni allegate alle pratiche per la richiesta della residenza, in modo da tutelare la sicurezza pubblica, in quanto è chiaramente comprensibile come i residenti senza contratto non siano sottoposti alla registrazione all’Agenzia delle Entrate e da questa al Ministero dell’Interno che normalmente avviene quando si stipula un contratto d’affitto, con evidenti problematiche di sicurezza. Una misura di questo genere, infatti, se correttamente applicata, diventa fondamentale in un’ottica di controllo sull’immigrazione clandestina e di contrasto al terrorismo: la sicurezza, la vigilanza contro l’immigrazione clandestina e l’abusivismo devono essere potenziate, è un’esigenza che i cittadini continuano a manifestare in una società in cui i diritti sono garantiti solo a chi agisce ai margini delle regole, se non oltre, e non a chi si comporta onestamente. In un momento di massima allerta, è necessario sapere chi vive a Torino.
Il Comune di Torino si sta attrezzando per effettuare controlli a campione sulle richieste di residenza: credo però che sia necessario sistematizzare questo processo, richiedendo specifiche informazioni sul contratto di affitto e sul lavoro svolto, e informatizzare la procedura, in modo da poter facilmente effettuare controlli incrociati con le banche dati delle Forze dell’Ordine per la lotta al terrorismo e il contrasto all’immigrazione clandestina. Un’esigenza di sicurezza e di garanzie per i proprietari degli immobili che non può essere ulteriormente differita, né gestita in modo blando.