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Pista ciclabile di corso Francia, l’Assessore è trasformista

Dodici mesi fa la mia prima interpellanza sul tema e la promessa della Giunta di rimuovere o rivestire i dissuasori in ghisa. Oggi, rispondendo a un mio nuovo quesito sulla questione, il dietrofront: la nuova idea è intervenire su pavimentazione e gradino. Nel mezzo? Il più totale immobilismo. Ma non mi arrendo: fra sei mesi tornerò a proporre lo stesso interrogativo all’Assessore Lapietra. Che cosa mi risponderà? Intanto, quel tratto di ciclabile continua a essere pericoloso come una trappola.

Un anno fa la parola d’ordine era “rivestire i dissuasori o rimuoverli“. Oggi il diktat è diventato “rifare la pavimentazione e modificare il gradino che fa da raccordo con la carreggiata veicolare“. E fra un anno? Quali fumose promesse ci toccherà ascoltare? L’unica certezza è che, mentre assistiamo ai mirabolanti colpi di scena dell’Assessore Lapietra, grande trasformista, quel percorso rimane, per i ciclisti, tra i più pericolosi di Torino.

In dodici mesi tutto è rimasto esattamente come in quella maledetta notte di giugno 2015, quando perse la vita un giovane Consigliere della Circoscrizione 3. Che cosa dobbiamo aspettare perché questa Amministrazione passi dalla retorica dai vari “oggi stiamo valutando, domani faremo” a provvedere a interventi concreti? Mi auguro solo che non sia necessaria una nuova tragedia.
Da parte mia, due promesse: primo, poiché non mi convince assolutamente l’affermazione dell’Assessore secondo la quale la rimozione dei dissuasori sarebbe inutile data la presenza dei pali della luce (di identico materiale ma di forma molto diversa e di numero molto inferiore), effettuerò un accesso agli atti per conoscere il numero esatto di incidenti occorsi in quel tratto di strada e capire così se siano più pericolosi i dissuasori o i pali della luce. Ma credo di sapere già la risposta. Secondo, tornerò fra sei mesi in Aula con un terzo interrogativo: almeno sapremo a che punto saranno gli interventi sulla pavimentazione e sul raccordo. O uscirà una terza promessa?