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DAD, quarantene e quarta ondata: Giunta priva del coraggio di fare politica

Responsabilità e disagi scaricati sulle famiglie.

Il Sistema Sanitario Regionale piemontese, non essendosi dimostrato in grado di dare risposte all’altezza neppure in questa quarta ondata pandemica, da settimane prova a scaricare responsabilità e disagi su Dirigenti Scolastici, allievi e famiglie.

Non ha senso costringere alla didattica a distanza bambini vaccinati e negativi, dunque non contagiosi: la Regione abbia il coraggio di fare politica e si prenda le responsabilità che il principio dell’autonomia, tante volte chiamato in causa dalle forze politiche alla guida della Regione, consente e permette, introducendo un’interpretazione meno restrittiva di una norma che sta penalizzando le famiglie in misura enorme.

Famiglie che, peraltro, sono danneggiate anche dalle due settimane di didattica a distanza imposte al primo positivo per la Scuola Primaria e in alcuni casi, come da plurime segnalazioni che ci stanno pervenendo, anche per la Secondaria. Le famiglie hanno da tempo esaurito ferie e permessi: è necessario alleggerire la pressione sulle mamme e sui papà piemontesi; i danni che due anni di DAD a singhiozzo potranno comportare sulla salute psicofisica dei ragazzi rischiano di essere gravi e questo è un altro elemento da considerare.

L’incapacità di garantire un numero adeguato di tamponi è la causa principale delle attuali criticità: i fatti dimostrano che la gestione attuale, che potremmo definire a macchia di leopardo, non sta funzionando. La Giunta si scuota dal proprio torpore.

Sostegno agli infermieri, ora la Giunta mantenga le promesse

L’Assessore Icardi, rispondendo poco fa al mio Question Time, ha confermato esplicitamente, come da noi richiesto, l’intenzione di garantire un contributo anche economico a questa categoria professionale: ora ci assicureremo che alle parole seguano i fatti e che i fondi siano adeguati per quantità e tempistiche. In due anni di pandemia, infermiere e infermieri hanno profuso uno sforzo incredibile, in termini di fatica e di rischi: i loro stipendi restano, tuttavia, tra i più bassi d’Europa; la loro categoria è tra le pochissime a non avere mai ricevuto un sostegno economico dai Governi.

Ci fa piacere l’apertura della Giunta in merito alla possibilità di sostenere anche economicamente infermiere e infermieri: una richiesta che i Moderati hanno espresso con un Question Time appena discusso in Consiglio Regionale del Piemonte. L’Assessore Icardi intende erogare un contributo una tantum: ci assicureremo che alle parole seguano i fatti e che questi fondi siano congrui ed erogati in tempi brevi.

Da due anni in prima linea nella battaglia contro la pandemia, il personale infermieristico chiede a gran voce supporto e sostegno: abbiamo raccolto, come Moderati in Consiglio Regionale, queste richieste di aiuto, considerandole più che giustificate dai fatti. In questi 24 mesi, all’aumento dei carichi di lavoro, della pressione e dell’orario non è corrisposto un aumento delle paghe sul territorio italiano, che restano tra le più basse a livello continentale. Con il mio Question Time ho chiesto alla Giunta come intenda sostenere la professione infermieristica, sia in relazione al compenso spettante ai lavoratori del comparto sia in riferimento alle attuali condizioni di lavoro.

I Moderati da sempre sostengono il comparto infermieristico ed esprimono gratitudine per il grande sforzo profuso dalle infermiere e dagli infermieri durante l’emergenza pandemica, ringraziando questi lavoratori sia con l’impegno nelle Aule istituzionali sia, per esempio, con una recente campagna di affissioni.

I nostri infermieri sono i meno pagati d’Europa: la Regione faccia la sua parte per sostenerli

Da due anni sul personale infermieristico grava gran parte del peso della pandemia, tra turni massacranti e stipendi che non crescono: con un Question Time (che si discuterà domani alle ore 14.00) chiederò alla Giunta di fare la sua parte.

Da due anni in prima linea nella battaglia contro la pandemia, il personale infermieristico chiede ora a gran voce supporto e sostegno: raccogliamo, come Moderati in Consiglio Regionale, queste richieste di aiuto, considerandole più che giustificate dai fatti. In questi 24 mesi, all’aumento dei carichi di lavoro, della pressione e dell’orario non è corrisposto un aumento delle paghe sul territorio italiano, che restano tra le più basse a livello continentale. Ho presentato un Question Time che, sul tema, sarà discusso domani alle ore 14.00 a Palazzo Lascaris. Con il mio interrogativo chiederò alla Giunta come intenda sostenere la professione infermieristica, sia in relazione al compenso spettante ai lavoratori del comparto sia in riferimento alle attuali condizioni di lavoro.

Da marzo 2020 gli infermieri – incessantemente e in un contesto di scarsi presidi, ferie sospese, spostamenti improvvisi di reparti, sovraccarico di lavoro, carenze di personale – si sacrificano per salvare vite. Una parte rilevante del peso della recente impennata dei contagi e degli errori della politica grava proprio sugli infermieri. Ai maggiori sacrifici richiesti, alle accresciute responsabilità e all’incremento dell’orario di lavoro non ha fatto da contraltare un equivalente e congruo aumento della corresponsione economica. Uno sciopero nazionale degli infermieri e degli operatori sanitari è stato indetto per venerdì 28 gennaio.

DAD, la Regione sta scaricando sui Presidi tutta la responsabilità

L’incapacità di garantire un numero adeguato di tamponi fa sì che vi siano classi della Scuola Secondaria che attivano la didattica a distanza con un solo positivo. La gestione attuale, che potremmo definire a macchia di leopardo, non sta funzionando: quanto dovremo ancora aspettare per vedere una gestione comune e funzionale? La Giunta si scuota dal suo immobilismo.

Attività scolastica in piena quarta ondata pandemica: anche a seguito della Commissione e delle audizioni di questa mattina in Consiglio Regionale del Piemonte, che la gestione a macchia di leopardo sia deficitaria è sempre più evidente. Servirebbe invece una gestione comune, come abbiamo avuto modo di ribadire a verbale, ma siamo attualmente ben distanti dal vederne una. La Giunta faccia la propria parte per evitare ulteriori disagi e danni ad allievi, famiglie e personale scolastico. La gestione da parte dell’Assessorato è a oggi totalmente inefficiente: ma non abbiamo sentito mezza parola su come la Giunta intenda cambiare la situazione. Lasciare ai Presidi tutta la responsabilità di scegliere se attivare la DAD è iniquo e non consente una regia organica sul territorio. Che gli studenti finiscano in DAD perché la Regione non è in grado di garantire un numero adeguato di tamponi è inaccettabile.

L’attivazione della didattica a distanza anche senza il raggiungimento del numero minimo di alunni positivi indicato dalle normative nazionali è una possibilità garantita: se diventa la norma, tuttavia, non può che rappresentare un’implicita ammissione di non essere in grado, da parte del Sistema Sanitario Regionale, di assorbire la richiesta di tamponi che la quarta ondata, da più parti prevista, ha inevitabilmente portato con sé. La soluzione al problema non può essere il caricare i dirigenti scolastici di nuove responsabilità, il privare gli studenti delle lezioni in presenza e il gravare le famiglie di ulteriori difficoltà nell’organizzazione della propria vita quotidiana.

Da indicazioni ministeriali, presso le Scuole Secondarie di Primo e di Secondo Grado al primo positivo è prevista come prassi usuale l’effettuazione di un test antigenico rapido o molecolare per la rilevazione dell’antigene SarsCov-2 alla prima comparsa dei sintomi e, se ancora sintomatici, al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto (Circolare del Ministero della Salute 0060136 del 30/12/2021). La DAD per tutti si attiva al terzo positivo.

Rimozione delle fioriere in Vanchiglia? La vecchia Giunta si faccia carico dei costi

Proposta provocatoria, ma solo fino a un certo punto: non sia il Comune, cioè i torinesi, a sostenere una spesa che non ci sarebbe stata se l’Amministrazione Appendino avesse interpellato per tempo la Soprintendenza. I due manufatti in muratura avrebbero dovuto rallentare il traffico lungo via Santa Giulia: sono stati giudicati non in linea con il contesto architettonico e urbanistico della zona.

Dopo i pois in largo Montebello, le fioriere in via Santa Giulia: i primi e le seconde bocciati senza appello dalla Soprintendenza. La vicenda del cosiddetto “urbanismo tattico” nel quartiere Vanchiglia sta assumendo tratti grotteschi. Ci chiediamo come sia possibile che la precedente Giunta non abbia interloquito per tempo con la Soprintendenza prima di procedere alla realizzazione di questi interventi “creativi”, ora inevitabilmente bocciati. Tante le segnalazioni giunte dai residenti del quartiere, del quale mi sono occupato a lungo nei miei dieci anni in Sala Rossa. A questo punto sarebbe giusto che a pagare i costi necessari per la rimozione delle fioriere non fosse il Comune, cioè i cittadini torinesi, ma la passata Giunta. Le due fioriere avrebbero dovuto tracciare una chicane per rallentare il flusso veicolare lungo via Santa Giulia. Ora spetterà alla nuova Giunta trovare una soluzione che rispetti le direttive, con perdita di tempo, preziose energie e risorse.