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INTERPELLANZA – Berlino val bene un cuscino?

PREMESSO CHE

  • nella scorsa primavera gli organi di informazione cittadini hanno fornito ampio risalto alla notizia della collocazione di un cuscinetto “berlinese” in via San Quintino nei pressi dell’intersezione con via XX Settembre;
  • la loro funzione è di rallentare la velocità, ma solo di alcuni tipi di veicoli;

RILEVATO CHE

  • i cuscini “berlinesi”, dal nome della città in cui sono stati sperimentati per la prima volta, rappresentano un particolare tipo di dosso, avente una larghezza inferiore alla distanza tra le ruote dei veicoli di maggiori dimensioni, come mezzi di emergenza e autobus, ma leggermente superiore a quella delle automobili;
  • essi permettono di lasciare una parte della strada libera ad uso delle due ruote, ciclisti e motociclisti, evitando così il saliscendi dai dossi;
  • avendo una larghezza ridotta, essi hanno una forma a “cuscino”, da cui il loro nome;
  • possono essere usati da soli, affiancati a gruppi, posti in successione oppure in combinazione con altre misure di moderazione del traffico, quali strettoie e isole spartitraffico;

CONSIDERATO CHE

  • come riportato dal sito rivistabc.com, l’Assessore Lapietra ha dichiarato che “Intendiamo utilizzare i cuscini berlinesi per le nuove zone 30. Si tratta di un’importante innovazione sul tema della sicurezza stradale e verso la costruzione di una città sempre più attenta alla mobilità dolce”;
  • in base alle informazioni raccolte dallo scrivente, non occupando l’intera larghezza della carreggiata, tali dispositivi non appaiono consentiti né dal Codice della Strada né dal relativo Regolamento di attuazione;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. quanti siano i cuscini “berlinesi” attualmente presenti nelle strade cittadine;
  2. quanti cuscini “berlinesi” si preveda di collocare entro giugno 2021;
  3. quale sia il rapporto tra cuscini “berlinesi” e Codice della Strada e quali siano le specifiche tecniche;
  4. se le specifiche tecniche dei cuscini siano ospitate nel Regolamento viario comunale (o come in altro modo intitolato);
  5. come intenda regolarsi l’Amministrazione, in ossequio al dettato normativo, qualora si intenda aumentare il numero di cuscini nel territorio cittadino.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Se è sempre vero che ‘la civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali’ se ne traggano le adeguate conclusioni

PREMESSO CHE

  • in esecuzione della determinazione dirigenziale del 5 luglio 2016, n. 170 (mecc. 2016 03276/110) veniva indetta una procedura aperta per il servizio di gestione canili e gattili municipali;
  • in data 9 novembre 2016 si procedeva all’aggiudicazione provvisoria all’ente morale ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali onlus) per l’importo di € 3.167.049, che aveva offerto un ribasso dello 0,03 %;
  • l’aggiudicazione definitiva veniva approvata con determinazione dirigenziale del 15 novembre 2016 (mecc. 2016 44241/005);
  • veniva pertanto affidato all’ENPA onlus l’appalto per il servizio di gestione canili e gattili municipali, servizio di cattura degli animali vaganti e di raccolta delle spoglie animali sul territorio cittadino con un contratto avente decorrenza dal 1° gennaio 2017 e scadenza il 31 dicembre 2019;

RILEVATO CHE

  • i canili gestiti dall’ENPA onlus sono due: il canile sanitario in via Germagnano 11 e il canile rifugio in strada Cuorgnè 139;
  • negli ultimi mesi lo scrivente ha ricevuto numerose segnalazioni e lamentele circa la gestione del canile sanitario: sono state segnalate carenze e criticità sia sotto il profilo organizzativo sia dal punto di vista della sicurezza e dell’igiene sia in merito a quella che si può definire nel complesso come qualità del servizio offerto (di seguito si propongono, in sintesi, alcuni esempi di quanto riferito all’interpellante);
  • innanzitutto va citata la scarsa presenza di operatori: spesso sono solo due per turno e, tenendo conto del fatto che spesso accade che un operatore esca con incarico di recupero animali nel territorio cittadino, ciò significa che nel canile ne resta solo uno. Si aggiunga che sovente i turni di lavoro (diurni e serali) sono organizzati in modo da garantire la presenza di un solo operatore, non rispettando né le condizioni di sicurezza né l’appalto;
  • il personale appare demotivato: non è raro che i piccoli box non vengano puliti (sia urine sia deiezioni) e le ciotole dell’acqua spesso contengono acqua sporca;
  • gli sgambamenti non vengono puliti con la necessaria frequenza, pertanto accolgono escrementi rilasciati settimane se non mesi addietro;
  • non risulterebbe una priorità fare uscire i cani per almeno due sgambate al giorno;
  • nei mesi estivi non è raro scorgere la presenza di ratti;
  • i box ritenuti inagibili dall’ASL sono stati spesso utilizzati dal gestore per alloggiare i cani anziché portarli al canile rifugio: ciò è accaduto anche in presenza di gabbie libere al canile rifugio e con cani adottabili ma costretti a permanere presso il canile sanitario. Si tenga conto che l’appalto prevede che il gestore lavori sui cani in modo da riuscire a gestire box con più cani per favorirne la socializzazione;
  • con riguardo all’adozione dei cani vanno segnalate le notevoli difficoltà in merito ai molossi, di cui il canile è pieno;
  • sullo stesso argomento si aggiunga che, negli ultimi anni, il Comune non fornisce più l’elenco dei cani adottabili presso il canile rifugio al responsabile dei volontari: ciò si scontra con la necessità di fornire maggiore pubblicità ai cani sani e adottabili per massimizzare e accelerarne i percorsi di adozione;
  • è stato inoltre narrato allo scrivente che il 19 maggio u.s., cessate le precipitazioni dopo un periodo di forti piogge in cui i cani non sono stati fatti uscire dai box, i due operatori di turno sono stati indirizzati al lavaggio di un veicolo privato di proprietà del gestore;
  • il canile sanitario di via Germagnano ha una sezione di isolamento e osservazione dei primi ingressi: spesso gli addetti entrano in queste sezioni senza le necessarie precauzioni, senza calzari, senza guanti e utilizzando gli stessi guinzagli utilizzati per i cani della sezione adottabili/sani;
  • ai volontari è impedito interagire con i cani in isolamento/osservazione e anche di effettuare turni mattutini durante la settimana;
  • il canile sanitario ha un orario di apertura al pubblico ma gli utenti, pur in presenza di cani sani e adottabili che non vengono trasferiti presso il canile rifugio, vengono spesso indirizzati verso il canile di strada Cuorgnè, ripetendo spesso che presso il canile sanitario non ci sono cani adottabili;
  • circa il canile rifugio di strada Cuorgnè la situazione appare migliore ma restano alcune problematiche: nell’organico del gestore non esistono professionalità che siano in grado di occuparsi correttamente della gestione di razze di cani quali ad esempio pitbull, doghi, rottweiler e ciò si riflette sulle adozioni di tali cani (non essendoci professionalità in grado di occuparsi di tali razze ciò va ad impedire l’autorizzazione all’adozione), gli sgambamenti sono caratterizzati dalla presenza di tombini aperti e di buche (coperti da erba e arbusti), le colonne dell’acqua nelle aree di sgambamento non funzionano regolarmente e le torrette fuori dalle aree presentano forti perdite, i pannelli solari risulterebbero non funzionanti da tempo e ad ogni evento piovoso si intasano i canali di drenaggio dell’acqua esterni ai box portando in evidenza sporcizia ed effluvi di pessima profumazione;
  • in riferimento ai servizi veterinari se ne è riscontrato, nel corso degli anni, uno spiacevole decremento della qualità: il personale veterinario è poco presente e sovente in difficoltà rispetto all’esecuzione di visite e medicazioni. Il numero dei cani deceduti è in aumento: le autopsie svolte dall’Istituto Zooprofilattico hanno segnalato anomalie e patologie che hanno portato all’evento finale perché mai curate probabilmente proprio perchè nessuno ne era al corrente e gli esami specialistici sono ritenuti troppo esosi;
  • sovente accade che i volontari debbano occuparsi di attività che non competerebbero loro, quali ad esempio l’igiene degli ambienti e l’idratazione dei cani, si aggiunga che le regole indirizzate ai volontari non sono mai state riportate in forma scritta: in progresso di tempo e con il cambio dei volontari ciò favorisce la possibilità per il gestore, modificando le regole, di fare emergere una presunta inadeguatezza di taluni volontari;
  • da quest’anno per scelta del gestore l’orario invernale termina alle 18 anche al canile sanitario (da 16 anni terminava alle 19): ciò significa di consentire una riduzione del tempo di sgambamento per i cani e un incremento del tempo trascorso nei box;
  • da non sottacere appaiono anche le notevoli difficoltà negli iter adottivi;

CONSIDERATO CHE

  • come recita a pagina 20 il documento “Programma di governo per la città di Torino 2016-2021”, votato dalla maggioranza consiliare che sostiene la Giunta Appendino: “Torino è una città che si dimostra molto sensibile al tema della difesa degli animali e dei loro diritti”;
  • “chi pensa che i cani non abbiamo un’anima non ha mai guardato un cane negli occhi” (Victor Hugo);

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se e in quante occasioni dal luglio 2016 a oggi abbiano effettuato sopralluoghi (non preannunciati) presso i due canili gestiti da ENPA onlus per guardare negli occhi gli amici a quattro zampe e, soprattutto, per constatarne le condizioni di vita;
  2. quante associazioni e/o raggruppamenti temporanei di operatori economici abbiano partecipato al bando del 2016;
  3. quanti dei partecipanti (di cui al punto precedente) fossero in possesso della certificazione UNI EN ISO 9001:2000;
  4. se l’Amministrazione sia a conoscenza di quanto allo scrivente narrato e da quest’ultimo riportato nel paragrafo “rilevato che” (che qui si intende richiamare integralmente);
  5. quali azioni intenda intraprendere l’Amministrazione affinché si possano trovare soluzioni migliorative del servizio e aventi come scopo la tutela e il benessere degli animali ospitati presso i canili;
  6. quali accorgimenti e correttivi si intendano integrare nel nuovo bando per l’affidamento della gestione dei canili dal 1° gennaio 2020 per evitare che si protraggano e/o ripetano determinate situazioni;
  7. se con il nuovo bando si intenda prevedere la figura di un veterinario “terzo”, esterno sia al Comune sia al gestore, che possa interagire con tutti gli attori coinvolti nella gestione dei canili;
  8. se con il nuovo bando si intenda prevedere la possibilità, motivata da ragioni di miglioramento del servizio, per tutte le associazioni di volontari che operano presso i canili di inviare periodici report ai competenti uffici comunali affinché possano segnalare sia comportamenti meritevoli sia eventuali carenze del gestore.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Benvenuti a CioccolaTò, dove cioccolatino fa rima con gradino e barriera architettonica con incompetenza cronica. Insomma, una barretta piuttosto amara!

PREMESSO CHE

  • dall’8 al 17 novembre via Roma e piazza San Carlo hanno ospitato CioccolaTò, manifestazione dedicata al cioccolato artigianale;
  • la kermesse è una vetrina per alcuni dei più noti e apprezzati maestri cioccolatieri, per la loro arte e per l’eccellenza dei loro prodotti;
  • gli stand della manifestazione si snodano lungo via Roma e in piazza San Carlo;
  • in ossequio alla disciplina regolamentare, il Comune di Torino concede il proprio patrocinio soltanto a quegli eventi che garantiscano l’accessibilità e l’assistenza alle persone con disabilità, di qualsiasi tipologia essa sia;
  • lo stesso principio e lo stesso criterio si applica alla concessione di contributi;

RILEVATO CHE

  • gli stand di piazza San Carlo sono collocati su pedane lignee non accessibili, ciascuna dell’altezza di una decina di centimetri;
  • solo pochi stand risultano dotati di rampa fissa su tutta la piazza;
  • tra questi, non è compreso, fatto particolarmente sorprendente e grave, l’Info Point della manifestazione;
  • un parziale intervento di ripristino dell’accessibilità (collocazione di 4 rampe) è stato realizzato in piazza San Carlo dopo una segnalazione dello scrivente a mezzo stampa: intervento positivo ma resta il fatto che un’accessibilità condizionata è sinonimo di non accessibilità;
  • sono invece accessibili, essendo a livello strada, gli stand collocati in via Roma;
  • sul sito della manifestazione si legge che l’evento è “un progetto della Città di Torino”;

CONSIDERATO CHE

  • lo scrivente ha personalmente visitato la manifestazione (e prodotto relativa documentazione fotografica);
  • lo scrivente ha ricevuto diverse segnalazioni e lamentele da parte di visitatori con disabilità delusi per non essere stati messi nelle condizioni di accedere alla maggior parte degli stand;
  • una città sempre più turisticamente matura come Torino non può permettersi passi falsi e gaffe a livello di immagine;
  • un evento di questo tipo e di questa portata che risulti non accessibile è un grave e inaccettabile problema di sostanza prima ancora che di forma;
  • il Consiglio Comunale di Torino ha approvato, nel 2018, una mozione proposta dallo scrivente finalizzata all’integrazione del Regolamento 373 in merito alle modalità di erogazione di contributi e di altri benefici economici per garantire che contributi, patrocini e altri benefici economici della Città siano riconosciuti solo alle manifestazioni e agli eventi che garantiscano la totale accessibilità di spazi e luoghi alle persone con disabilità motorie;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  • quali fondi e benefit siano stati erogati dalla Città di Torino all’organizzazione di CioccolaTò;
  • se una manciata di rampe sia dall’Amministrazione considerata una quantità sufficiente a definire “accessibile” la manifestazione CioccolaTò;
  • in caso di risposta negativa, quando si intenda avviare la procedura per il recupero del contributo versato e revocato, regolamento alla mano, alla luce del mancato rispetto del fondamentale requisito dell’accessibilità;
  • quanti e quali controlli siano stati effettuati, in che tempistiche e secondo quali parametri per verificare l’accessibilità dell’evento;
  • quale sia il significato esatto, dal punto di vista burocratico e operativo, della dicitura “progetto di Città di Torino”, quali siano le caratteristiche richieste e quali siano gli altri eventi/manifestazioni che si siano fregiati di tale indicazione e quali quelli già in programmazione.

Silvio Magliano

ZTL: conta poco chi firma gli atti, conta invece il destino del nostro centro storico

Prendiamo atto della decisione della Lega di ritirare la proposta di tagliare i trasferimenti al Comune di Torino. Ai Moderati poco importa chi firmi gli atti. Ci importa molto, invece, del futuro del centro di Torino. Ho sottoscritto la lettera aperta del Coordinamento Associazioni di Via del Centro, aderendo alla proposta di cancellare questa iniqua tassa di ingresso che rischia di far morire il commercio del centro. Ritengo che la lotta all’inquinamento e l’impegno per migliorare la qualità dell’aria siano obiettivi politici urgenti e seri e non pretesti ideologici per giustificare misure finalizzate a incassare come questa nuova ZTL.