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Esenzioni dai tributi locali per salvare le Paritarie

Scuole Paritarie: la situazione è drammatica. In questo contesto si colloca la mia mozione, discussa questa mattina in occasione della seduta congiunta delle commissioni V (Cultura e Sport) e I (Bilancio e Programmazione) del Consiglio Comunale di Torino, per chiedere di esonerare le Paritarie dai tributi locali per il periodo del lockdown.

Per la prima volta nella storia della Regione Piemonte i fondi per il voucher scuola non saranno sufficienti: centinaia di famiglie saranno escluse. Non sufficienti sono, a loro volta, le misure governative. La convenzione comunale con le Scuole Paritarie è ferma da anni. Tante Scuole Paritarie (un terzo circa), messe in ginocchio dalla crisi seguita all’emergenza da COVID-19, rischiano di non riaprire a settembre. Le scuole statali e comunali non avrebbero la capacità strutturale di assorbire l’eventuale surplus di studenti. Con la mozione discussa questa mattina in Commissione e liberata per il voto in Sala Rossa nel prossimo Consiglio utile chiedo, inoltre, la riduzione di imposte e tributi per la prossima annualità scolastica e l’estensione di queste misure a favore di tutti i servizi educativi privati per l’infanzia (0-6) presenti nel territorio comunale.  Mi appello al coraggio e lungimiranza dei colleghi affinché il Comune di Torino dia un segnale importante alle famiglie torinesi, messe in difficoltà da mesi di incertezza.

Tamponi per accedere ai Centri Diurni? In molti casi, soluzione impraticabile

Chi li propone dimostra di non conoscere per nulla certe tipologie di disabilità. Giusta e sensata la proposta avanzata da più parti di utilizzare, invece, il test sierologico, una pratica meno invasiva, più gestibile e in grado di garantire risultati sicuri: la sosterrò in Consiglio Regionale.

Approvo senza mezzi termini la proposta, avanzata da più parti, di sostituire il tampone con il test sierologico quale strumento per verificare lo stato di salute all’ingresso dei Centri Diurni per Persone con Disabilità. Tamponi e controllo dello stato di salute ogni giorno prima dell’ingresso e al momento dell’uscita sono tra le pratiche indicate dal piano territoriale per la riapertura dei Centri varato dalla Regione Piemonte lo scorso 19 giugno. Il tampone naso-faringeo, al cui esito è condizionato l’ingresso in struttura, non è di fatto utilizzabile per certe tipologia di disabilità, né è pensabile sottoporre a questa procedura, per esempio, i ragazzi con autismo. Trovo inconcepibile che chi dovrebbe occuparsi di politiche sulla disabilità a livello regionale non capisca che sottoporre a tampone ragazzi con certe tipologie di disabilità è improponibile. Il test sierologico rappresenta una valida alternativa, affidabile e gestibile, al quale il tampone potrebbe seguire in un secondo momento in caso di positività. Sosterrò questa possibilità in Consiglio Regionale del Piemonte.  

Invece di scaricare colpe sui funzionari, la Giunta trovi risorse per gli studenti e per le famiglie piemontesi

Voucher scuola, fondi insufficienti per Statali e Paritarie: noi l’avevamo detto. Ora tante famiglie rischiano di restare tagliate fuori. Invece di scaricare sui funzionari la responsabilità di gravi errori recentemente commessi (ieri è stata inviata per sbaglio una comunicazione a 45mila piemontesi risultati idonei a percepire il voucher, ma non finanziabili), l’Assessore Chiorino pensi a reperire le risorse necessarie a garantire a tutti diritto di studio e libertà di educazione. A settembre i Moderati presenteranno un emendamento e un Ordine del Giorno a Palazzo Lascaris per chiedere la copertura totale e perché sia davvero garantita la libertà di educazione.

Avevamo detto fin da subito che i fondi non sarebbero bastati. L’Assessore Chiorino – invece di provare scaricare sui funzionari la responsabilità della comunicazione sui voucher inviata ai destinatari sbagliati, fatto gravissimo accaduto nella giornata di ieri – pensi a reperire i fondi necessari per coprire tutte le richieste. Diversamente, per la prima volta nella storia della nostra Regione i fondi non basteranno per tutte le famiglie che hanno fatto domanda di contributi per iscrizione e frequenza, valevoli per le Scuole Paritarie. Servono risorse anche per i voucher relativi a offerta formativa, libri e trasporti. In gioco sono diritto allo studio e libertà di educazione. Questa situazione drammatica non è figlia del caso, ma di una totale assenza di programmazione. Quanto alla comunicazione inviata erroneamente nella giornata di ieri a 45mila piemontesi, la responsabilità ultima e l’onere del controllo spettano sempre all’Assessore: provare a scaricarli su un funzionario è un gioco al ribasso che non cancella le responsabilità dell’Assessorato. Già a settembre i Moderati presenteranno in Consiglio Regionale un emendamento e un Ordine del Giorno (tornando per l’ottava volta sul tema da inizio anno) per chiedere l’aumento delle risorse per garantire la copertura totale delle richieste e, dunque, una reale libertà di educazione 

Tundo, da quattro anni solo problemi per Torino

I dipendenti, che ho incontrato questa mattina e ai quali va la mia assoluta solidarietà e il mio pieno sostegno, raccontano di stipendi non pagati, di TFR non versati, di quattordicesime che mancano all’appello: “Siamo alla fame”. Dal 2016 questa azienda rappresenta una spina nel fianco per la Città. E l’Amministrazione? Fa spallucce.

Assoluta solidarietà e pieno sostegno politico ai dipendenti Tundo (azienda che gestisce il servizio di trasporto per persone con disabilità per conto del Comune di Torino). Adesso la situazione è drammatica davvero: siamo arrivati al punto che tanti fanno fatica ad andare avanti. Nel senso più stretto e drammatico della parola: impossibilità sostenere le spese quotidiane, di garantirsi la sopravvivenza. 

Ho incontrato una delegazione di autisti e accompagnatrici questa mattina di fronte a Palazzo Civico: ho sentito testimonianze e ho visto con i miei occhi screenshot di bonifici-beffa da pochi euro e schermate di conti correnti in rosso. 
Molte lavoratrici e molti lavoratori raccontano di aspettare mesi arretrati di stipendio, di quattordicesime non pagate, di TFR non versati neanche a chi ne aveva fatto richiesta per curare se stesso o i propri cari. Ma, anche, di richieste di confronto con la Giunta respinte al mittente o rinviate a gennaio 2021. Una situazione devastante, specialmente per chi per mesi non ha di fatto lavorato causa lockdown. Ancora adesso, peraltro, per molti andare a lavorare risulta impossibile: una giornata di lavoro, infatti, ha un costo (trasporto, pasti) che diventa insostenibile a fronte della prospettiva di non essere pagati. Alcuni raccontano di essersi visti respingere richieste di prestiti, essendo Tundo considerata dall’istituto bancario azienda inaffidabile dal punto di vista dei pagamenti.

Di fronte a tutto questo, l’Amministrazione fa orecchie da mercante. La Giunta ha fatto spallucce quando, un mese fa, ho portato il tema in Consiglio Comunale con la mia ennesima interpellanza sul tema. Tornerò in Sala Rossa con un nuovo atto dopo la pausa estiva. Se il mancato pagamento dei TFR fosse confermato, si aprirebbe oltre tutto una questione enorme di opportunità politica rispetto alla prospettiva di continuare, da parte della Città di Torino, la collaborazione con Tundo.

Alla luce di quello che stiamo vedendo in questo agosto, sono molto preoccupato per quello che ci aspetterà a settembre. Da quattro anni a questa parte Tundo è causa di problemi per la Città di Torino.

Maggioranza e Giunta si oppongono alla riapertura dei Servizi Psichiatrici al Mauriziano

Bocciato a Palazzo Lascaris il mio Ordine del Giorno sul tema: il centrodestra si assume e si assumerà tutta la responsabilità politica di questa decisione, che avrà conseguenze gravissime e che dimostra un’assoluta incapacità di comprendere la realtà che ci circonda e le necessità dei cittadini. Non era questa la Giunta che si opponeva al taglio dei posti letto?  Mi auguro che ora familiari dei pazienti e Associazioni facciano sentire la loro voce. Non è facendo sparire i posti letto che faremo sparire le malattie psichiatriche.

Torino è, da oggi, meno strutturata per la gestione della richiesta di cure psichiatriche del post-emergenza. Ancora una volta, la Maggioranza in Consiglio Regionale del Piemonte boccia con un secco “niet” un mio Ordine del Giorno per provare ad affrontare il prossimo futuro con il massimo degli strumenti a disposizione. La Giunta prova a rimandare il problema a un nebuloso futuro, ma lo fa con promesse troppo vaghe per poter essere credibili.

Con il mio atto chiedevo la riapertura, dopo i mesi di chiusura a causa dell’emergenza da COVID-19, del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell’Ospedale Mauriziano. Ma il centrodestra ha votato contro: faremo dunque a meno di quei 16 preziosi posti letto (percentuale che sfiora un quarto dei 70 a disposizione a Torino).

La mia preoccupazione è massima, alla luce dei dati statistici che raccontano di una crescita esponenziale delle criticità psichiatriche dopo i mesi del picco dell’emergenza, non solo tra chi si è ammalato di COVID-19 e tra chi ha perso una persona cara a causa del virus, ma anche tra chi ha perso il lavoro o ha subito danni economici rilevanti. 

Ci sono patologie psichiatriche che non possono essere gestite con una consulenza ambulatoriale: servono posti letto. Con questa scellerata decisione la Maggioranza dimostra di non avere capito nulla della fase storica che stiamo vivendo e di non aver colto quante e quali conseguenze la pandemia sta avendo e continuerà ad avere a livello psichiatrico sulla popolazione. Una scelta particolarmente grave nella città di Andrea Soldi. Spero che ora i familiari dei pazienti e le associazioni facciano sentire la loro voce.

Un recente studio dell’Università di Torino ha fatto emergere scenari preoccupanti. Dal tale studio, pubblicato il mese scorso sull’International Journal of Environmental Research and Public Health, emerge che un italiano su quattro (24%) ha sofferto, durante la fase di lockdown, di depressione; molto diffusi anche stati ansiosi (ne sono colpiti 23 italiani su 100) e insonnia (42%). 

Questa è una decisione scientemente presa, alla luce di ragioni di mero risparmio economico, di fronte alla quale le vaghe promesse della Giunta – la stessa Giunta che ha sempre provato a presentarsi come contraria al taglio di posti letto – valgono poco.