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INTERPELLANZA – L’Amministrazione è intenta a rimirar la beltà della mobilità alternativa: i cittadini invece devono fare i conti con bici e monopattini parcheggiati senza criterio

PREMESSO CHE

  • in principio fu [TO]BIKE a consentire ai torinesi l’utilizzo della mobilità dolce e alternativa senza dover ricorrere all’acquisto di un velocipede: il servizio prevede il prelevamento di una bici presso una delle 140 stazioni e il collocamento finale al termine del proprio
    percorso presso un’altra stazione;
  • come riportato nel sito http://www.comune.torino.it/torinogiovani/vivere-a-torino/sharingdi-monopattini-elettrici-a-torino: “Negli ultimi anni la Città di Torino ha preso parte a progetti mirati al contrasto dell’inquinamento, in particolare promuovendo soluzioni di mobilità green quali: bike sharing, car sharing di auto elettriche e motorini elettrici a flusso libero. A partire dal 13 novembre 2019 è stata avviata la sperimentazione della micoromobilità elettrica a Torino e dal mese di dicembre dello stesso anno alcune aziende private sono state autorizzate ad attivare servizi che consentono di noleggiare
    monopattini elettrici in diverse zone della Città. La legge 28 febbraio 2020, n. 8, ha introdotto, tra le altre, nuove disposizioni sulla circolazione dei dispositivi per la micromobilità elettrica e sui veicoli atipici. In città è possibile noleggiare monopattini elettrici utilizzando, previa registrazione, le app per smartphone delle società che gestiscono i servizi. I monopattini vengono localizzati attraverso l’app e sbloccati mediante un QR code situato sul manubrio. A seguito dell’equiparazione dei monopattini elettrici ai velocipedi (biciclette) disposta dall’art. 33 bis della legge 28 febbraio 2020, n. 8, i monopattini non sono soggetti a particolari prescrizioni relative all’omologazione, approvazione, immatricolazione, targatura, copertura assicurativa.”;
  • il sito “Torino giovani” ricorda espressamente che: “Si ricorda inoltre che monopattini elettrici e biciclette non possono viaggiare sui marciapiedi e lungo i portici cittadini. Gli utilizzi impropri verranno sanzionati. Dopo l’utilizzo i monopattini elettrici devono essere
    parcheggiati nelle aree e negli stalli destinati alle biciclette e ai motoveicoli.”

RILEVATO CHE

è sempre più frequente e sotto gli occhi di tutti la nuova modalità di posteggio delle bici e dei monopattini in sharing: di traverso sui marciapiedi, nella carreggiata, negli stalli auto, adagiati ai veicoli in sosta, talvolta gettati nei corsi d’acqua cittadini e talaltra si possono “ammirare” altre fantasiose quanto irregolari opzioni di sosta;

CONSIDERATO CHE

la scelta purtroppo sempre più frequente di abbandonare in modo incivile i mezzi in sharing (essenzialmente bici e monopattini), oltre ad essere un fenomeno in costante evoluzione che trae origine dal profondo senso di inciviltà di taluni utilizzatori, è fonte di rilevanti problemi per quei cittadini con disabilità che incontrano così ulteriori ostacoli lungo il loro percorso cittadino;

pur considerando ragguardevoli i benefici generati dallo sviluppo della mobilità dolce, si ritiene necessario che l’Amministrazione non rimanga attonita a rimirar la beltà della mobilità alternativa e dolce ma che intervenga predisponendo adeguate modalità e controlli al fine di scoraggiare comportamenti contrari al senso civico, inducendo ad una
maggiore osservanza innanzitutto del comune buonsenso;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione abbia consapevolezza della questione posta al centro del presente atto;
  2. se e quali correttivi stia studiando l’Amministrazione per impedire un abbandono così invasivo di bici e monopattini in sharing;
  3. se, attendendo quanto auspicato al punto precedente, l’Amministrazione sia in grado di effettuare controlli puntuali sanzionando gli utenti indisciplinati;
  4. quante sanzioni siano state comminate nell’anno in corso sia per l’utilizzo irregolare di monopattini elettrici e biciclette (ad esempio per utilizzo dei marciapiedi e dei portici, trasporto di un passeggero, utilizzo con contestuale uso del telefonino) e per il mancato parcheggio dei monopattini e delle bici in sharing al di fuori delle aree e degli stalli destinati alle biciclette e ai motoveicoli.

QUESTION TIME – Casa della Salute Valdese, niente cure odontoiatriche da cinque mesi: a quando la ripresa?

Premesso che:

  • a luglio 2017, dopo una chiusura di 5 anni, l’Ospedale Valdese di Torino è diventato Casa della Salute: non più un ospedale, dunque, ma un poliambulatorio dotato di centro prelievi, ambulatorio infermieristico, sportello dei servizi sociali, rete oncologica, specialistica, chirurgia e altri servizi;
  • a causa dell’epidemia di Covid-19 le prestazioni odontoiatriche presso la Casa Salute Valdese sono state sospese dai primi di marzo 2020.

Considerato che:

  • dagli inizi di maggio la Regione Piemonte ha reso possibile la riapertura delle odontoiatrie sia private che pubbliche con l’utilizzo delle procedure e delle protezioni adeguate (per la disinfezione della stanza tra un paziente e l’altro, la vestizione e la svestizione del personale addetto);
  • alla fine di maggio le ASL di Pinerolo e di Rivoli hanno ricominciato le prestazioni di cura odontoiatriche, con tempi più lunghi dedicati a ciascun paziente, a cause delle necessarie disinfezioni prima e dopo la visita.

Rilevato che:

  • ad oggi non sono state recuperate le visite non effettuate durante il periodo di lockdown, ma, chiamando il numero dedicato alla prenotazione, non è possibile programmare una visita nei prossimi mesi: difficile ipotizzare una ripresa prima dell’autunno;
  • altre realtà analoghe, quali Pinerolo e Rivoli, funzionano a pieno regime già dalla fine di maggio;
  • nell’Asl Città di Torino, sembra che il problema della riapertura delle prestazioni odontoiatriche non riguardi soltanto Casa Salute Valdese, ma anche le strutture di Corso Corsica, Corso Toscana, Via Monginevro e Via Montanaro.

Constatato che:

  • a fare le spese di questa situazione sono le fasce di utenza con minore possibilità economiche;
  • ci sono persone che da mesi rinunciano a curarsi e a risolvere i propri problemi odontoiatrici: per loro, il privato è infatti economicamente proibitivo. Si rivolgono dunque a strutture come quella di Via Silvio Pellico;
  • questa situazione, inoltre, avrà ripercussioni gravissime sulle liste d’attesa, già attualmente chilometriche, creando una concentrazione di richieste ingigantita da quasi un semestre di inattività.

INTERROGA

Interroga l’Assessore per sapere quando riprenderanno le cure odontoiatriche, ad oggi ancora sospese, nell’Asl Città di Torino, in particolare nella Casa della Salute Valdese di Via Silvio Pellico.

La Città riprenda il controllo delle policy relative al trasporto delle persone con disabilità

I dipendenti Tundo lamentano continui ritardi nei pagamenti: rischiamo, proprio nei giorni di ripresa delle scuole, che alcuni decidano di non presentarsi al lavoro. I problemi sono tanti e gravi: Tundo prova ancora a prendere tempo (“Entro ottobre provvederemo a tutti i pagamenti dei TFR”). La scusa del Covid-19 non ci basta più. Si audiscano in Commissione i dipendenti e si inverta la rotta.

Tundo, che gestisce il servizio comunale di trasporto delle persone con disabilità, non pagherebbe in diversi casi i TFR (e altre volte, per errore, li pagherebbe due volte alle stesse persone) e sarebbe in ritardo nel versamento degli stipendi. L’azienda proverebbe inoltre ad attribuire alla Città di Torino la responsabilità dei propri ritardi tentando inoltre, per l’ennesima volta, di prendere tempo, rimandando a un vago futuro il momento di mettersi finalmente in regola con i pagamenti. Possiamo fidarci di un’azienda che si comporta in questa maniera? Lo capisca anche la Giunta, a maggior ragione alla luce del fatto che con i dipendenti Tundo ha parlato direttamente. Vigileremo e vedremo se, questa volta, la scadenza sarà rispettata.

A Lecce e a Roma la situazione è la stessa che a Torino: non è stata l’emergenza da Covid-19 a portarci a questo punto. Adesso ci aspettano settimane cruciali, con la ripresa delle scuole: un carico di lavoro che Tundo dovrà affrontare con la possibilità che qualcuno dei dipendenti, giunto allo stremo ed esasperato, possa pensare che per lui non sia più né sensato né conveniente andare a lavorare.
Il mancato versamento del TFR ad alcune lavoratrici dovrebbe essere considerato, a maggior ragione per una forza politica come quella alla guida della Città di Torino, politicamente inaccettabile. Ho chiesto di poter audire in Commissione i dipendenti.
Risultato di tutta questa situazione è che le policy sul trasporto delle persone con disabilità non le sta facendo la Città, ma, di fatto, Tundo. La Giunta riprenda il pieno controllo.

I3A a Torino, buona notizia: ora si scelga la sede e il territorio dimostri coesione

L’I3A a Torino è un’ottima notizia. Iniziamo subito a lavorare, individuando anzitutto sede e strategie.

Ringrazio Don Luca Peyron per aver proposto questo tema e per averlo fatto ponendo al centro la persona. Torino sede dell’Istituto per l’Intelligenza Artificiale è un’occasione da sfruttare al meglio per il nostro territorio, da tutti i punti di vista: per i giovani, per l’Università, per il Terzo Settore. Adesso tutte le nostre Istituzioni facciano squadra, a prescindere da collocazione, appartenenza e colori politici. Una coesione che non ho del tutto visto, per esempio, per quanto riguarda la candidatura torinese a sede del Tribunale dei Brevetti. Questa volta sia diverso: mettiamo insieme tutte le  forze e lavoriamo.

INTERPELLANZA – ditta Tundo e TFR agli ex dipendenti

PREMESSO CHE

  • da alcuni anni la ditta Tundo Vincenzo spa (già Tundo Vincenzo srl) ha in affidamento dal Comune di Torino il servizio di trasporto scolastico e per disabili;

RILEVATO CHE

  • lo scrivente, in forza del potere di sindacato ispettivo riconosciuto a tutti i Consiglieri e avente ad oggetto tutti gli atti e le attività dell’Amministrazione, si è occupato della ditta Tundo con molteplici atti consiliari;
  • con l’interpellanza presentata il 12 giugno 2020 (mecc. 2020 01321) lo scrivente domandava all’Amministrazione, tra le altre cose, “se l’Amministrazione stia vigilando attivamente per verificare che non sussistano ritardi nei pagamenti degli emolumenti ai lavoratori da parte della ditta Tundo per l’appalto in corso (sia verso i dipendenti sia verso i subappaltatori)” e “se e quali azioni (eventualmente ricorrendo anche a strumenti di integrazione salariale) intenda valutare l’Amministrazione per il ristoro dei lavoratori e per scongiurare il ripetersi di situazioni già vissute con il precedente appalto avente come protagonista la medesima ditta aggiudicataria.”;
  • nel corso del Consiglio Comunale del 13 luglio u.s. l’Assessore Di Martino dispensava certezze positive circa i pagamenti degli stipendi, aggiungendo che non risultavano fatture in sospeso e che non sussistevano le condizioni perché la Città si sostituisse alla Ditta nei pagamenti (al momento della stesura del presente atto non è ancora disponibile il verbale del Consiglio Comunale del 13 luglio e il testo della risposta letta dall’Assessore, sollecitata durante la discussione e successivamente dall’ufficio di Segreteria consiliare dello scrivente, non è ancora stato recapitato);

CONSIDERATO CHE

  • lo scrivente è stato recentemente contattato da alcuni ex dipendenti della ditta Tundo che hanno desiderato pronunciare tutto il loro disappunto per non avere ancora ricevuto il versamento del TFR da parte del loro ex datore di lavoro;
  • è stato inoltre narrato allo scrivente (da parte degli ex dipendenti Tundo) la difficoltà nello stabilire un canale di interlocuzione con questa Amministrazione: nessun rappresentante della Giunta ha risposto alle loro mail e l’Assessore Di Martino, da loro casualmente incontrata nei pressi dei palazzi comunali, ha comunicato di non avere posti liberi in agenda per poterli ricevere fino a dicembre prossimo;  

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione stia vigilando attivamente per verificare che non sussistano ritardi nei pagamenti dei TFR agli ex dipendenti da parte della ditta Tundo;
  2. se l’Amministrazione sia interessata ad ascoltare/incontrare gli ex dipendenti della ditta Tundo e se ritenga (anche politicamente) accettabile che lavoratori che stanno prestando servizio per una ditta che ha un appalto in corso per fornire gli accompagnatori (per il servizio di trasporto) continuino a non percepire il TFR dal loro precedente datore di lavoro, che ha un appalto in corso per il servizio di trasporto.