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Formazione Specifica in Medicina Generale: assurdità in… Corso

La rinuncia alle proprie attività lavorative pregresse è condizione necessaria per accedere ai corsi (CFSMG) per diventare medici di medicina generale: richiesta insensata, a maggior ragione perché i candidati si stanno mettendo a disposizione della nostra Regione per incrementare gli effettivi di un settore drammaticamente sguarnito dal punto di vista numerico. Non possiamo chiedere loro di rinunciare alla propria fonte di reddito. Ho portato il tema in Consiglio Regionale con un Question Time: da parte dell’Assessore Icardi l’impegno a interloquire con il Governo per cancellare questo vincolo.

Quella delle condizioni per l’accesso ai Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale (CFSMG) – tipologia di specialisti di territorio dei quali c’è drammatica carenza numerica, ulteriormente aggravata dall’emergenza da Covid-19 – è una situazione paradossale.

Chiedere a chi si iscrive ai corsi (cioè: a chi si sta mettendo a disposizione per contribuire a coprire il gap) di dimettersi dalle proprie pregresse attività professionali è senza senso. Stiamo chiedendo a queste persone, selezionate anche alla luce del proprio percorso lavorativo (elemento che fa punteggio) e intenzionate a diventare medici di medicina generale, di rinunciare alla propria attività e al proprio reddito. 

La Giunta – nella persona dell’Assessore Icardi, che ha risposto poco fa in Consiglio Regionale al mio Question Time sul tema – ha riconosciuto il grande disagio provocato in termini di continuità assistenziale (e ai medici stessi) dalla necessità di dimettersi. L’Assessore si è inoltre reso disponibile a promuovere con il Ministero una modifica alla normativa nazionale in materia di incompatibilità. 

Tempistiche previste dal Ministero per la cancellazione, con un emendamento, del vincolo di incompatibilità: metà ottobre. Mi accerterò che i tempi siano rispettati.

I torinesi chiedono sicurezza, l’unica risposta della Giunta è il silenzio

Rifiutata la mia richiesta di comunicazioni urgenti in Sala Rossa sulla paventata rimozione delle telecamere in corso Principe Oddone, collocate mesi fa come richiesto da una mia mozione votata anche dalla Maggioranza. La conclusione politica è lampante: questa Giunta ignora le esigenze dei cittadini e calpesta la sua stessa Maggioranza in Consiglio.

I cittadini chiamano, la Giunta non risponde. Né con i fatti nei confronti dei torinesi, né in Sala Rossa alle mie richieste di comunicazioni urgenti. Tema della questione: la paventata rimozione delle telecamere di sicurezza in corso Principe Oddone: le segnalazioni che mi sono giunte (documentate da foto) sono vere? Quali sono, eventualmente, le motivazioni di una scelta che sarebbe assurda? Non è dato saperlo: imbarazzante la scelta di non accogliere la mia richiesta di comunicazioni urgenti in Aula. Imbarazzante perché quelle telecamere sono state collocate (in una delle zone più colpite a livello cittadino dal fenomeno dello spaccio) sulla base di una mozione votata all’unanimità lo scorso anno. Con il voto della stessa Maggioranza. Impossibile non trarre chiare conclusioni politiche: questa Giunta ignora le esigenze dei torinesi e ignora la sua stessa Maggioranza. La stessa identica dinamica verificatasi sempre oggi in merito alla mia richiesta di comunicazioni urgenti, a loro volta respinte, sull’esenzione COSAP non concessa ai mercatini tematici (altra mozione votata all’unanimità) lo conferma.

Presto fototrappole contro le discariche abusive a Torino Nord: bel risultato raggiunto

L’Assessore Unia promette di accogliere la mia richiesta: ora si proceda in tempi celeri. Vigileremo affinché alle parole della seguano i fatti: la situazione è o è stata particolarmente grave in strada delle Vallette e in via Traves (ex area della Continassa), in strada Bellacomba e in corso Sacco e Vanzetti.

Grande risultato raggiunto: la Giunta, rispondendo in Sala Rossa alla mia interpellanza sul tema, garantisce, come da me richiesto, che saranno collocate fototrappole per contrastare il fenomeno dell’abbandono di rifiuti. Il problema è particolarmente urgente a Torino Nord, dove per esempio in strada delle Vallette e in via Traves si sono create nel tempo delle vere e proprie discariche abusive. Situazioni analoghe si sono verificate in strada Bellacomba e in corso Sacco e Vanzetti. Ora da parte mia l’attenzione sarà massima: alle promesse dell’Assessore devono seguire i fatti. Vedremo se, come riferito in Aula, le prime foto saranno scattate da questi dispositivi entro la fine di ottobre. I protocolli siano redatti in tempi celeri; altrettanto in fretta si stabiliscano le procedure e si smaltisca la burocrazia necessaria. I dispositivi siano acquistati in numero sufficiente. Mi auguro che questa Amministrazione, che ha dimostrato di essere disposta a investire nella tecnologia Vista Red, non segua una linea diversa per quanto riguarda i dispositivi di deterrenza verso azioni illecite come l’abbandono non autorizzato di rifiuti.

Il milione e mezzo “delle telecamere ZTL” vada, piuttosto, a sostegno dell’Associazionismo cittadino

Tante le realtà del Terzo Settore messe in ginocchio dall’emergenza COVID-19: non possiamo permetterci che, non più in grado di pagare utenze e concessioni, interrompano in massa la loro attività. Nei loro confronti la Giunta sta dimostrando totale disattenzione, preferendo investire sul monitoraggio degli ingressi in ZTL.

Il milione e mezzo “delle telecamere” è una spesa peggio che inutile: è una spesa dannosa. Utilizziamo questi fondi, piuttosto, per sostenere l’Associazionismo della nostra città, che versa alle casse comunali in un anno, mediamente, una cifra analoga. Ci sono decine e decine di realtà – dalla cultura allo sport – che per mesi non sono state in grado, causa emergenza da COVID19, di portare avanti le attività sociali e dunque di incassare e finanziarsi. Con le casse sociali vuote, pagare in tempo utenze e concessioni non è difficile: è impossibile. Ricordo che a una realtà che non ha versato il dovuto nei tempi richiesti la Città non può concedere patrocini né rinnovare concessioni. Il progetto Centro Aperto è inutile e inappropriato, anche alla luce dei cambiamenti in atto dopo la pandemia, a partire da uno smartworking sempre più diffuso (con gravi conseguenze sulle attività commerciali del centro). Questa Giunta ha dimostrato finora un totale disinteresse nei confronti dell’Associazionismo. Un interesse che, invece, dovrebbe risvegliarsi riflettendo sul fatto che, se un numero rilevante di queste realtà sarà costretta a interrompere l’attività, il colpo sarebbe tremendo sia per le casse della Città di Torino sia per il nostro stesso tessuto culturale e sociale. Se il mondo associativo chiude, il danno è irreversibile. E noi non possiamo permettercelo. 

No all’interruzione dell’attività professionale per chi frequenta i CFSMG

Urge modificare questo vincolo nelle modalità d’accesso ai Corsi: ho presentato un’interrogazione a risposta immediata (sarà discussa domani in Consiglio Regionale) per chiedere alla Giunta la disponibilità ad attivarsi.

Attualmente i medici ammessi a partecipare al Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale (CFSMG) grazie al superamento di un concorso o a mezzo di graduatoria riservata senza borsa di studio sono chiamati a interrompere gli incarichi lavorativi in essere: evidenti sono i disagi creati da questa interruzione ai servizi aziendali di continuità assistenziale. Chi partecipa dovendo interrompere la propria attività professionale ne subisce, inoltre, un danno in termini di guadagno, trovandosi per un certo periodo senza fonti di reddito. Durante il corso potranno sì tornare a ricoprire incarichi di medicina generale, ma con lo svantaggio di dover attendere la pubblicazione del bando e di doversi rimettere in coda in graduatoria. Ritengo che questo obbligo debba essere cancellato. Ho presentato un’interrogazione a risposta immediata per chiedere alla Giunta Regionale un’urgente modifica alle modalità di accesso ai CFSMG. Il mio atto si discuterà nel corso della seduta di domani.