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INTERPELLANZA – Cosa ne sarà del Barattolo? Quali sono i progetti e le idee dell’Amministrazione a seguito delle intenzioni manifestate dalla Giunta regionale?

PREMESSO CHE

– con la delibera del Consiglio Comunale n. 112 del 4 novembre 2019 (mecc. 2019 01847) si provvedeva a sostituire integralmente il Regolamento n. 378 “Gestione dell’attività di scambio e vendita occasionale di oggetti usati”; – come riportato nel testo della delibera: “In un momento di forte crisi economica del Paese e della nostra Città, si è imposto all’attenzione un nuovo fenomeno sociale, basato sullo scambio di oggetti residuali, che presenta forti connotazioni di economia informale o circolare: è una delle risposte al disagio sociale messe in atto in particolar modo dalle fasce più deboli della popolazione, che sperano così in un miglioramento delle proprie condizioni di vita. Una opportuna regolamentazione del fenomeno, finalizzata all’inclusione sociale ed economica di soggetti in situazione di svantaggio, potrebbe rispondere alle nuove sfide poste dalle conseguenze negative della globalizzazione e della crisi ambientale. Fra queste forme innovative di economia, si distinguono le attività di scambio (cioè baratto o compravendita di modico valore) di oggetti usati che non rientrano nella categoria merceologica del cibo o dell’alimentare. Tali attività commerciali sono normalmente presenti in tutte le grandi città (spesso indicate come “mercatini delle pulci”) e rappresentano, oltre che una possibilità di reddito per operatrici e operatori, anche spazi di aggregazione, di inclusione e di attrattività turistica. A Torino, questa forma di economia era ed è molto presente. Con l’abrogazione degli articoli 121 e 124 del TULPS (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza approvato con Regio Decreto n. 773 del 18 giugno 1931), l’articolo 6, comma 1, lettera b), del D.P.R. 28 maggio 2001, n. 311, in combinato disposto con le previsioni del Decreto Legge n. 223/2006, convertito con Legge n. 248/2006 (cosiddetta Legge Bersani) ha aperto un vuoto normativo per soggetti che non posseggono la qualifica di imprenditori commerciali (vendita al dettaglio o all’ingrosso) rendendo, di fatto, impossibile l’attività per tutte quelle operatrici e per tutti quegli operatori non in grado di sostenere le spese connesse all’apertura e al mantenimento di un’attività in proprio. Con l’approvazione, nel 2006, del Regolamento 316, la Città di Torino, prima in Italia, ha avviato una sperimentazione atta a colmare tale vuoto. Il regolamento in questione istituiva le cosiddette “aree di libero scambio” e definiva le regole per le attività in esse svolte. Negli anni, le aree di libero scambio sono aumentate di pari passo al numero di addette e addetti e hanno più volte subito cambiamenti di sede. Con la crescita del fenomeno, rinforzato anche dalla crisi economica, si è avuta, da un lato, l’estensione dello stesso ad altre fasce di marginalità sociale, e dall’altro, la comparsa di fenomeni di abusivismo e illegalità. Con deliberazione del 25 ottobre 2016 (mecc. 2016 04809/070), la Giunta Comunale ha dato avvio ad un processo di revisione delle modalità di gestione delle attività di libero scambio sul territorio cittadino in una prospettiva di inserimento delle stesse nell’ambito delle azioni di lotta alla povertà e di esclusione sociale. Gli uffici della Città hanno pertanto svolto un’analisi accurata della progettualità, al termine della quale si intende operare con una decisa modifica dell’approccio al tema. 2019 01847/096 3 Con deliberazione del 29 maggio 2017 (mecc. 2017 00547/048), esecutiva dal 12 giugno 2017, il Consiglio Comunale ha approvato il regolamento “Gestione dell’attività di scambio e vendita occasionale di oggetti usati” n. 378. Nella nuova “visione”, con le attività di “Barattolo”, la Città si è proposta, da un lato, di utilizzare tutti gli strumenti necessari a promuovere dispositivi di lotta alle nuove povertà (tra i quali, appunto, il libero scambio) ed a contrastare i processi di esclusione, parimenti incentivando quelli di inclusione e dall’altro, di valorizzare i luoghi e il contesto che ospiterà le suddette attività, ed infine, ma non ultimo, eliminare l’alone di illegalità ed abusivismo che caratterizzavano le esperienze del recente passato. A tal fine, le attività denominate “Barattolo” sono state inserite in un contesto complessivo che prevede, oltre alla gestione della manifestazione, anche la promozione da parte della Città di rapporti di collaborazione con le realtà del territorio, in particolare con quelle Associazioni (senza fini di lucro) che hanno nel proprio statuto la valorizzazione dei rapporti sociali e solidali, al fine di favorire percorsi di inclusione e di contrasto alla povertà e alla marginalità sociale, il recupero e il riuso degli oggetti, sviluppando un circuito virtuoso di economia circolare e solidale. I temi su cui l’Amministrazione ha scelto di concentrarsi provando a dare una nuova risposta, incidono principalmente sulla scelta degli operatori, i beni scambiati e l’organizzazione delle attività muovendosi nel solco di tre direttrici principali che definiscono le attività di libero scambio: recupero e riciclo dei beni invenduti nell’ottica della sostenibilità ambientale, rigenerazione del territorio e maggiore regolamentazione delle attività. Tuttavia, lo stesso regolamento n. 378 ha mostrato esigenze di adattamento dettate dall’estrema variabilità delle condizioni sociali ed economiche degli ultimi anni con lo scivolamento di fasce ampie della popolazione verso situazioni di marginalità rendendo necessario adattare lo strumento regolamentare alle nuove istanze. In particolare, è emersa l’esigenza per un verso, di aumentare la quota della raccolta, con la conseguente ricaduta positiva sull’impatto ambientale, e per l’altro promuovere un ulteriore miglioramento nella gestione del fenomeno, soprattutto per quanto riguarda la semplificazione delle procedure amministrative ed organizzative allo scopo di aumentare la scorrevolezza, la trasparenza e la sicurezza del sistema. Per quanto riguarda il tema del recupero e della raccolta differenziata, si sottolinea l’importante dimensione ambientale del progetto, che nel corso degli anni ha visto da un lato il progressivo aumento della differenziazione e del riuso dei materiali e dall’altro una costante diminuzione del conferimento dei rifiuti in discarica. Sotto l’aspetto della sicurezza, è previsto che ulteriori compiti di vigilanza e segnalazione siano attribuiti al gestore che dovrà segnalare agli organi istituzionali preposti ogni violazione del presente regolamento.”;

RILEVATO CHE

– nel mese di ottobre 2020 l’Assessore regionale alla Sicurezza ha avuto modo di annunciare l’intenzione di chiudere l’esperienza del Barattolo; – la dichiarazione ha avuto ampissima diffusione sugli organi di informazione; – con l’ordine del giorno n. 3 presentato in data 22 luglio 2019, discusso e approvato in Consiglio regionale nella seduta del 1° agosto 2019, è stata richiesta la modifica della D.G.R. n. 12-6830 del 11 maggio 2018 impegnando la Giunta regionale a eliminare la lettera b), punto 1.2, punto 1, Capo I dell’Allegato A alla D.G.R. n. 12-6830/2018, in considerazione dei “gravi fenomeni di degrado e disagio sociale, con particolare riferimento a vendita di merce di dubbia provenienza oppure contraffatta o ancora alimentari privi del rispetto di qualsivoglia norma igienico sanitaria”, “del profondo disagio vissuto dai quartieri – dove si localizzano tali eventi – per la permanenza di un mercato autorizzato, o comunque tollerato anche quando non autorizzato, […] ma al di fuori di ogni controllo e disciplina normativa” e di episodi di violenza verificatesi durante lo svolgimento di tali manifestazioni.; – con la deliberazione della Giunta regionale n. 28-2218 del 6 novembre 2020 si stabiliva “in ottemperanza all’ordine del giorno del Consiglio regionale n. 3 del 22 luglio 2019, di eliminare la lettera b), punto 1.2, punto 1, Capo I dell’Allegato A alla D.G.R. n. 12-6830 del 11 maggio 2018 recante “Art. 11 quinquies, comma 3 della L.R. 28/1999 s.m.i.. Criteri per lo svolgimento dell’attività di vendita occasionale nei mercatini aventi quale specializzazione il collezionismo, l’usato, l’antiquariato e l’oggettistica varia”; si decideva inoltre “che tale disposizione troverà applicazione a partire dal 23 novembre 2020.”; – con successivo provvedimento del 18 novembre 2020, deliberazione della Giunta reginale n. 2­2301, al fine di garantire una maggiore efficacia del precedente provvedimento, si stabiliva che, nelle more della convocazione del Tavolo della sicurezza sul tema, venivano sospesi gli effetti della deliberazione n. 28-2218 del 6 novembre 2020;

CONSIDERATO CHE

  • l’Amministrazione comunale ha recentemente approvato misure per una nuova regolamentazione del mercato di libero scambio e che, successivamente, l’area di via Carcano è stata interessata da rilevanti interventi di adeguamento e miglioramento (a carico del bilancio pubblico) al fine di ospitare il Barattolo anche nella giornata del sabato;
  • è estremamente probabile che il tema della cancellazione del Barattolo venga riattivato e ripreso da alcune forze politiche in vista della prossima campagna elettorale;

INTERPELLA

Il  Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se e come l’Amministrazione stia operando per farsi trovare pronta qualora dovesse mutare lo scenario legislativo regionale in tema di mercatini e libero scambio;
  2. se l’Amministrazione intenda alleviare il peso gravante da tempo sulla Circoscrizione VII, prevedendo la periodica rotazione su tutte le Circoscrizioni cittadine del Barattolo;
  3. se l’Amministrazione stia valutando nuove modalità per la gestione del Barattolo e, se sì, quali.

Silvio Magliano

La spada di Damocle su piazza Baldissera (e dintorni)

Fra un anno, nuovi e ingenti flussi di traffico si riverseranno in zona dalle autostrade: attualmente, la conformazione urbanistica del quartiere non è attrezzata per assorbirli. Senza interventi, sarà il delirio. Non ci sono altre soluzioni: serve il tunnel.

Primi mesi del 2022: il traffico veicolare proveniente dalle autostrade Torino-Milano, Torino-Aosta e Torino-Caselle potrà incanalarsi su corso Venezia, grazie all’apertura del raccordo con corso Grosseto. Uno stress che piazza Baldissera, pur se semaforizzata, rischia di non essere in grado di assorbire e smaltire. Il rischio è il formarsi di ingorghi tali da bloccare completamente la circolazione. Rischiamo che gli scenari da “girone infernale degli automobilisti” visti alla fine del 2018 (e non solo allora) si ripresentino. Una spada di Damocle incombe su piazza Baldissera e sulle altre intersezioni del quartiere. Tutte le criticità si possono prevenire in un solo modo e in maniera definitiva: con il sottopasso. Le parole dell’Assessore Lapietra, secondo la quale la linea tranviaria lungo il diametro della rotonda e l’introduzione dei semafori garantiranno “la stessa efficacia a un decimo del costo” rispetto al tunnel, rischiano di essere clamorosamente smentite dai fatti già nei prossimi mesi. E non possiamo permettercelo. Piazza Baldissera ha bisogno di essere sgravata dall’afflusso di auto. E questo si ottiene in un modo solo: con il tunnel.

Nessuno tocchi i fondi regionali per la scuola

La Giunta Regionale ha provato a tranquillizzarci, rispondendo poco fa al mio Question Time sul tema, sulla propria intenzione di non ridurre le risorse per l’istruzione né quelle per gli assegni di iscrizione presso le Scuole Paritarie. Negli scorsi giorni, preoccupanti articoli sono stati pubblicati dagli organi di stampa, con la notizia di tagli per 5 milioni di euro nel bilancio di previsione. Ci assicureremo che alle parole dell’Assessore Chiorino seguano i fatti. Scuola e libertà di educazione non possono assorbire nuovi tagli dopo un anno di COVID.

La Giunta assicura, rispondendo a un mio Question Time sul tema, che non ci saranno tagli alle risorse per la scuola: bene, prendiamo atto e verificheremo che alle parole seguano i fatti. Riduzioni rilevanti nel Bilancio Previsionale 2021 su diverse voci, tra le quali la scuola (con 5 milioni di euro in meno) e in particolare gli assegni di iscrizione e frequenza per le Scuole Paritarie (con un milione in meno), sono state nei giorni scorsi oggetto degli articoli degli organi di stampa. Il Piemonte non potrebbe assorbire una diminuzione delle risorse, in una situazione di perdurante emergenza che richiederebbe, al contrario, nuovi fondi su libertà di educazione e diritto allo studio. L’Assessore Chiorino ha negato di voler procedere a tagli, facendo anzi un riferimento a verbale, per quanto generico, a una futura integrazione delle risorse. Ci auguriamo sinceramente, come Moderati, che sia davvero così. Lo stanziamento dei fondi previsto nel bilancio 2020 non è risultato sufficiente a coprire tutte le domande presentate per l’attribuzione dei voucher per libri di testo, materiale didattico, dotazioni tecnologiche funzionali all’istruzione, attività integrative previste dai piani dell’offerta formativa e trasporti. Un anno di pandemia ha colpito in maniera durissima la scuola e le famiglie piemontesi. Oggi più che mai la politica ha il dovere di sostenere l’una e le altre. La scuola è forse l’ultimo vero ascensore sociale rimasto nel nostro Paese. Il Sistema Paritario è riconosciuto dalla Legge Berlinguer del 2000, così come riconosciuta è la sua funzione pubblica. Il centrodestra in Regione, che tante promesse aveva fatto due anni fa in tema di parità scolastica, dimostri nei prossimi mesi e anni di saperle mantenere: fino a questo momento ha, sul tema, più volte deluso.

Vaccini anti-COVID per le persone con disabilità, ora si faccia in fretta

Fondamentale garantire alle persone con disabilità – ma anche alle persone con patologie croniche o rare – l’accesso prioritario all’immunizzazione. Accesso prioritario che a oggi manca: grande preoccupazione, rischiamo di perdere altro tempo. Anche la Regione faccia la sua parte.

Vaccini anti-COVID per le persone con disabilità? Ancora non si sa quando. Ed è gravissimo. Sostengo convintamente gli appelli di Anffas Torino e delle altre Associazioni che chiedono una revisione dei criteri. La Giunta Regionale si è detta più volte d’accordo sulla necessità di garantire alle persone con disabilità l’accesso ai vaccini: ora è il momento di stringere i tempi. Non è accettabile che le persone con disabilità non ospitate in strutture siano ignorate e scavalcate, contro ogni logica e nonostante tutte le richieste. Chiediamo un accesso prioritario ai vaccini anche per le persone con patologie croniche e rare. Neppure chi assiste una persona con disabilità ha, al momento, alcuna priorità. Molte persone non autosufficienti, tra l’altro, presentano vulnerabilità proprio all’apparato respiratorio: per esempio, i 20mila nostri concittadini tetraplegici. Vaccinare subito, o comunque nel tempo più breve possibile, le persone che vivono queste condizioni significa proteggere anche coloro che le assistono e che stanno loro accanto: badanti, caregiver, familiari. La Giunta si muova.

Insediamenti abusivi, intervenire quando i camper sono ancora pochi

Si parte con una manciata di mezzi, spesso utilizzati come punto di osservazione sui vicini appartamenti ATC da occupare: è questo il momento in cui l’Amministrazione deve agire. L’unica soluzione è anticipare i tempi, collocando dissuasori per impedire la sosta prima che la situazione precipiti. Il problema è diffuso in varie zone di Torino (sono oltre cento gli alloggi occupati sul territorio cittadino). Si è appena tenuta in Consiglio Comunale una Commissione sul caso specifico di corso Salvemini.

Oltre cento gli alloggi ATC abusivamente occupati sul territorio cittadini. Un dato che è in parte il risultato di una dinamica ricorrente: si parte con una manciata di mezzi posteggiati per giorni nei pressi dei caseggiati quale punto di osservazione sulle unità abitative. Da questo momento, in molti casi, la situazione precipita, con l’occupazione di alloggi non abitati. Bisogna intervenire prima che questo avvenga: prevenire (per esempio collocando New Jersey o altri dissuasori) è meglio che curare (cosa spesso difficilissima, nell’impossibilità di intervenire se con le famiglie occupanti ci sono minori o persone con fragilità). Ho ribadito, prendendo la parola nel corso della Commissione sull’argomento appena tenutasi in Consiglio Comunale, la necessità di tenere questa linea.Intervenire in questo senso è, in certi casi, necessario, anche a costo di rinunciare ad alcuni posti auto utili per i residenti. La strategia si è dimostrata efficace per esempio presso i giardini Ferruccio Novo, altro tema del quale mi sono occupato in questi anni. Il focus della Commissione è stato sulla situazione di corso Salvemini, area significativa di un’emergenza che in zona è particolarmente grave.