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Le piste ciclabili mal progettate intralciano gli interventi dei mezzi di soccorso: subito un’audizione del Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco

Dopo le dichiarazioni a mezzo stampa, che come Moderati chiediamo di approfondire in Commissione, da parte del Comandante Carrolo, la Giunta Appendino intervenga immediatamente sulla viabilità delle zone critiche, anche per evitare precise responsabilità civili e penali.

Piste ciclabili? Molte sono il frutto di una progettazione priva di senso. E sono pericolose. Da tempo affermiamo, come Moderati, che questa ideazione improvvisata e ideologica dei percorsi ciclabili cittadini mette a repentaglio la sicurezza degli stessi ciclisti, quella dei pedoni e quella delle persone con disabilità; inoltre rende difficile l’intervento dei mezzi di soccorso. Dopo la lettera inviata dal Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco al Comune di Torino e alla Prefettura, chiediamo con urgenza l’audizione dello stesso Comandante Carrolo, che ha descritto perfettamente e puntualmente il problema. Piste ciclabili mal progettate, specialmente se ai margini della carreggiata (con lo spostamento verso il centro della strada degli stalli per il posteggio), rendono impossibile una normale operatività di autoscale e mezzi di soccorso. Occorre conformare immediatamente la viabilità di tutte le zone critiche, delle quali urge una mappatura. Senza questi interventi di adeguamento, precise responsabilità civili e penali graverebbero, dopo le dichiarazioni del Comandante, sulla Giunta e sulla Sindaca Appendino.

Sequestri di camper e roulotte, la normativa sia applicata fino in fondo

Limitarsi alle sole diffide è una scelta politica. Chiediamo che l’intero iter sia applicato nella sua interezza: diffida, sequestro del mezzo nelle disponibilità del proprietario con richiesta di trasferimento su suolo privato, proposta di soluzione abitativa o sociale, sequestro definitivo del mezzo in caso di rifiuto. Si è tenuta questa mattina in Consiglio Comunale la Commissione sull’applicabilità dell’emendamento della Regione sui sequestri dei mezzi abusivamente insediati.

Delle due l’una: o quella dell’Assessore regionale Marrone è soltanto una norma bandiera di fatto inapplicabile nella pratica oppure quelli chiamati in causa dal Comandante Bezzon altro non sono che cavilli di forma citati per non dover procedere al sequestro dei mezzi abusivamente insediati. Chiediamo che la normativa sia portata avanti fino in fondo. Limitarsi a procedere alle sole diffide è una scelta politica. Se una norma prevede tre gradi di azione, tutti e tre vanno percorsi, senza essere frenati dal timore di ricorsi. Per quanto riguarda le occupazioni abusive, per esempio, la trafila è portata avanti nella sua interezza. Anche con gli insediamenti improvvisati e abusivi di camper e altri mezzi chiediamo che si segua l’intero iter: prima la diffida, poi il sequestro del mezzo nelle disponibilità del proprietario con richiesta di trasferimento su suolo privato, quindi la proposta di soluzione abitativa o sociale, infine, in caso di rifiuto, il sequestro definitivo del mezzo. I soggetti che si accampano con minori, persone disabili o anziani sanno benissimo che così possono evitare di essere mandati via. Chiediamo la tutela anche dei diritti degli altri cittadini. La cosa certa – e ne siamo ancora più convinti dopo la Commissione appena tenutasi in Consiglio Comunale – è che ogni azione di deterrenza è efficace soltanto se i soggetti verso i quali è rivolta pensano di rischiare davvero qualcosa. Diversamente, non funziona. Abbiamo visto, in questi cinque anni di Amministrazione Appendino, diversi tentativi di misure di deterrenza privi di risultati reali. Da parte nostra (il nostro voto fu, in Consiglio Regionale, favorevole all’emendamento) prendiamo atto che, al momento, non siamo in grado di applicare fino in fondo la norma regionale. Quanto sta succedendo in diverse zone di Torino, con insediamenti abusivi che si formano in diversi quartieri e spesso nei pressi di caseggiati ATC, è sotto gli occhi di tutti. Porre un freno a questa criticità è dovere delle Istituzioni.

Telecamere del progetto Argo: corso Principe Oddone non deve mancare

Chiediamo che i dispositivi di sicurezza siano posizionati, in zona, anche su corso Gamba e presso il giardino di via Macerata: la nostra mozione che chiedeva il presidio fisso interforze non è mai stata fino in fondo applicata, l’attuale sistema di videosorveglianza, di per sé insufficiente, è stato in zona addirittura depotenziato. Sul tema, presenterò un atto in Sala Rossa. Apprendiamo inoltre, dalla Commissione appena tenutasi in Consiglio Comunale, che non saranno riconosciuti sgravi a chi si dota di dispositivi video collegati con il sistema della Città: assurdo, chi collabora per la sicurezza di tutti è un alleato delle Istituzioni e andrebbe premiato.

Nella dotazione di telecamere che, entro l’autunno, saranno attivate su tutto il territorio cittadino nell’ambito del progetto Argo, nuovo sistema per la videosorveglianza cittadina, non possono mancare certe zone chiave di Torino, presso le quali più preoccupante è la situazione relativa alla sicurezza. Tra queste, non ho sentito citare, nella Commissione appena terminata in Consiglio Comunale, corso Principe Oddone, corso Enrico Gamba e i giardini di via Macerata. Per quanto riguarda corso Principe Oddone, una mozione votata all’unanimità dalla Sala Rossa nell’aprile 2019 chiede la presenza fissa di un presidio interforze. Chiediamo, in attesa che la mozione sia finalmente applicata, l’inserimento di questa porzione di città, attualmente in mano a microcriminalità e spaccio, nel progetto Argo. Le telecamere sono, in una strategia integrata, il primo dei deterrenti, in grado di garantire sicurezza a quelle periferie sulle quali si era concentrata la campagna elettorale e che oggi sono state dimenticate. Ci chiediamo inoltre il perché del mancato riconoscimento di sgravi su Imu e Tasi per chi si dota di un sistema di videosorveglianza collegato con quello della Città: è assurdo non premiare chi decide di partecipare a fianco delle Istituzioni al comune impegno per la sicurezza.

Tangenziale est, ennesima fumata nera

Appena discusso a Palazzo Lascaris il mio Question Time su questa infrastruttura strategica: per la Città Metropolitana non è prioritaria, la Regione fa spallucce.

Tangenziale est? Due brutte notizie emergono dalla discussione in Consiglio Regionale del mio Question Time sull’argomento: la Città Metropolitana non la considera tra le prime otto opere da realizzare, la Giunta regionale rimanda la questione a un vago futuro. Nel frattempo, sulle nostre strade collinari e precollinari i problemi continuano a non essere risolti. 

Risposte doppiamente gravi: è grave che la Città Metropolitana non abbia inserito la tangenziale est tra gli otto primi interventi sovracomunali per i quali reperire risorse finanziarie, è altrettanto grave che la Giunta Regionale, a parole consapevole dell’urgenza di colmare una così grave lacuna infrastrutturale, si rifugi in modi di dire tipici di chi non vuole affrontare la questione e prova a rimandare la soluzione a un nebuloso domani (“Valuteremo, per quanto in subordine rispetto ad altre opere“).

I Moderati, al contrario di Città Metropolitana e Regione Piemonte, considerano urgente dotare l’area collinare e precollinare a est di Torino (una ventina di Comuni) di una connessione tra la Torino-Piacenza e la Torino-Milano, insieme a una direttrice verso Aosta, chiudendo finalmente il cerchio della tangenziale attorno al capoluogo. L’opera era esplicitamente menzionata nel nostro programma elettorale.

Solo realizzando questi 22 chilometri di strada potremo sgravare la locale rete di strade dai mezzi pesanti (e inquinanti). Insieme a noi, chiedono questo intervento il tessuto imprenditoriale, i residenti, le prospettive stesse di un territorio che deve affrontare tutte le criticità connesse al transito di mezzi pesanti su una rete stradale attualmente non strutturata per quel tipo di traffico. Solo pochi giorni fa l’ennesimo mezzo pesante è rimasto incastrato lungo la strada principale nel Comune di Sciolze bloccando totalmente la circolazione stradale.

Parcheggi riservati ai residenti in Vanchiglia? Misura spuntata se limitata ai soli controviali dei corsi Regina Margherita e San Maurizio

Se così sarà, sarà l’ennesima presa in giro per i cittadini, per i quali servono molti più posti a disposizione. Chiediamo inoltre adeguati controlli da parte della Municipale: le sanzioni elevate tra dicembre 2020 e gennaio 2021 sono state circa 150, con una piccola accelerata dopo la falsa partenza dello scorso autunno. I controlli sono fondamentali per garantire il diritto al parcheggio dei residenti titolari di abbonamento (ribadiamo, a proposito, la richiesta di introdurre un talloncino di riconoscimento da esporre sul cruscotto). Appena discussa, sul tema, la mia interpellanza in Consiglio Comunale.

Strisce gialle e blu in Vanchiglia: i residenti pagano una quota alla Città di Torino per avere diritto a posteggiare l’auto negli stalli riservati e dunque la Città ha il dovere di tutelare questo loro diritto. A maggior ragione da quando il quartiere è diventato zona di movida, con relativa presenza di locali e avventori, i posti scarseggiano. Gli stalli riservati sono una soluzione valida? Certamente, a patto che i controlli siano, da parte della Municipale, adeguati. E a patto che la misura non sia limitata ai soli controviali dei corsi.

Non vogliamo che le strisce gialle e blu restino utili solo a metà. I controlli, iniziati lo scorso autunno con il freno a mano tirato a causa della mancanza di segnaletica, hanno fatto registrare, tra dicembre e febbraio, circa 150 sanzioni elevate: un piccolo passo avanti. Chiediamo l’estensione degli spazi riservati anche a tratti selezionati delle strade interne al triangolo di territorio delimitato tra i due corsi e il Lungo Po.

Ribadiamo infine la nostra proposta: il solo rischio di essere multati in caso di passaggio della Municipale non è un deterrente sufficiente, mentre un un pass da esporre permetterebbe di capire immediatamente se un’auto è di proprietà di un residente oppure no e se dunque ha titolo oppure no a parcheggiare negli stalli riservati a chi risiede in zona. Milano e Firenze si sono già adeguate: anche Torino valuti questa possibilità.