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Proposta di referendum su eutanasia, in Consiglio Regionale mio voto fortemente contrario

Affidare a un quesito referendario un tema così importante è di per sé una sconfitta della politica: gravi le responsabilità del Parlamento, che non ha saputo o voluto affrontare pienamente l’argomento. Grande preoccupazione per i possibili e allarmanti esiti della cancellazione dell’Articolo 579 del Codice Penale, con conseguente depenalizzazione dell’omicidio del consenziente. Da cattolico, considero la vita un dono di Dio – come tale da difendere dalla nascita alla sua fine naturale – e da cittadino vedrò sempre in qualsiasi paziente una persona e non un costo. Si investa piuttosto in terapie del dolore e cure palliative. Esprimo perplessità sulla definizione stessa di “consenziente”. Sono e sempre sarò contrario a richieste di voto segreto su questioni di questa natura.

Mio voto fortemente e convintamente contrario alla proposta che chiede che la Regione Piemonte si attivi per ottenere un referendum sull’abrogazione parziale dell’articolo 579 del Codice Penale, che punisce l’omicidio del consenziente. I Parlamentari hanno una grave responsabilità politica, quella di non aver posto la questione: la sola ipotesi di affidare a un referendum un tema di questo tipo è una grave sconfitta per la politica. Il quesito stesso, così come impostato, rischia di portare a derive preoccupanti: vediamo già in parte la concretizzazione di questo rischio in certi contesti nordeuropei, nei quali la persona malata terminale o anziana è spesso vista principalmente come costo. Per cultura e coscienza, rifiuto ogni simile concezione della persona e della vita umana, che resta per me, da cattolico, un valore inestimabile da difendere fino al suo ultimo istante. Dobbiamo, piuttosto, investire in cure palliative e terapia del dolore. Con la depenalizzazione dell’omicidio del consenziente si aprirebbero scenari preoccupanti e drammatici ai danni di persone anziane e fragili o di persone che vivono momenti di debolezza per ragioni, per esempio, psichiatriche. Che cosa significa, poi, “consenziente”? Qual è l’estensione etimologica, logica e giuridica del termine? Una persona con una forma gravissima di depressione, per esempio, può essere considerata pienamente e consapevolmente consenziente? Un’ultima notazione di metodo: le posizioni politiche ed etiche forti si esprimono alla luce del sole, con piena presa di responsabilità da parte di chi se ne fa portavoce; esprimo dunque contrarietà alla proposta di voto segreto, tipica di chi questa responsabilità preferisce non prendersela.

I nostri Pronto Soccorso facciano i Pronto Soccorso, non le strutture di supplenza sociale

Domani, sul tema, il mio Question Time in Consiglio Regionale.

Punti di Pronto Soccorso in Piemonte: sono reparti di emergenza e urgenza o si richiede loro di svolgere un ruolo di supplenza sociale? Domanda retorica, risposta ovvia: la loro principale e naturale funzione dovrebbe essere, in teoria, quella di reparti dedicati ai casi di emergenza e urgenza. Non sfugge, tuttavia, come – soprattutto negli ultimi tempi – i punti di Pronto Soccorso del nostro territorio siano gravati nella pratica anche da funzioni che dovrebbero spettare a strutture di altra tipologia e natura. Il tema è salito agli onori delle cronache in occasione di un caso recente e macroscopico: quello occorso a una donna cinquantenne tetraplegica giunta presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Mauriziano di Torino per una gastrostomia percutanea endoscopica urgente (con possibile dimissione dopo 48 ore) e poi trattenuta presso il Dipartimento di Emergenza e Attivazione per due settimane, nell’impossibilità della RSA presso la quale la donna risiedeva prima del ricovero di accoglierla nuovamente dopo l’intervento, non avendo la struttura nel proprio organico infermieri in grado di garantirle adeguata assistenza. Ho presentato, sul tema, un Question Time in Consiglio Regionale del Piemonte: domani in Aula chiederò alla Giunta quali misure intenda mettere in atto per permettere ai Pronto Soccorso del territorio piemontese di svolgere pienamente e principalmente la propria funzione peculiare e precipua di reparti di emergenza, sgravandoli il più possibile da funzioni diverse.

Fondazione XX Marzo, Società Parcolimpico e contratti in essere: urge una seria riflessione da parte delle istituzioni

Alla luce della notizia del commissariamento di Parcolimpico srl, società che gestisce il Pala Alpitour, chiederemo anche in Consiglio Regionale, come Moderati, di aprire un serio ragionamento sul fatto che il nostro patrimonio olimpico non può rimanere in queste condizioni. Ringrazio il Prefetto per la chiarezza e per aver sgomberato il campo, con il proprio intervento, da ogni zona d’ombra rispetto alle ATP Finals. Le Istituzioni, che gestiscono quote di Parcolimpico srl attraverso la Fondazione XX Marzo, mettano la questione della trasparenza al primo punto del proprio ordine del giorno: non sono tollerabili chiaroscuri e zone d’ombra. Sul tema, la Giunta Comunale ha appena riferito in Sala Rossa le proprie comunicazioni.

In apertura di seduta odierna la Giunta ha fornito al Consiglio Comunale comunicazioni sulle notizie riguardanti la Società Parcolimpico srl. Ringraziamo il Prefetto per la chiarezza e per aver voluto sgomberare il campo da ogni sospetto e fraintendimento: il commissariamento della Società che gestisce il PalaAlpitour riguarda eventi passati e non la vendita di biglietti per le ATP Finals, il cui cronoprogramma non è in discussione. Chiederemo ora come Moderati, in Consiglio Regionale, che si apra una grande riflessione sul ruolo della Fondazione XX Marzo, sul ruolo della Società Parcolimpico srl e sulle regole di ingaggio dei contratti in essere. Non possiamo più permettere che un patrimonio come quello che ci arriva dalle Olimpiadi sia offuscato da zone d’ombra, sulle quali dobbiamo fare chiarezza nella maniera più nitida e il più velocemente possibile. Le Istituzioni si muovano immediatamente, occupandosi della questione, Il patrimonio olimpico non può rimanere in queste condizioni. Parcolimpico srl, che ha in gestione per 30 anni gli impianti ereditati da Torino 2006, è costituita da due soci: il partner pubblico Fondazione XX Marzo 2006 (che possiede il 10% delle quote societarie) e il socio privato, Get Live 2 (90% di quote), all’interno del quale il principale azionista è Live Nation, leader mondiale nella produzione e organizzazione di concerti ed eventi. Fondazione XX Marzo 2006 è stata costituita dalla Regione Piemonte, dal Comune di Torino, dalla Provincia di Torino ora Città Metropolitana e dal CONI al termine delle XX Olimpiadi Invernali Torino 2006 e dei correlati IX Giochi Paralimpici Invernali per raccoglierne e valorizzarne l’eredità sia materiale sia immateriale.

QUESTION TIME – Come sgravare i Pronto Soccorso del territorio regionale dall’eccesso di funzione di supplenza sociale, valorizzando così la loro principale e naturale funzione di reparti d’emergenza?

Premesso che:

  • il Pronto Soccorso è un’unità operativa dell’ ospedale  dedicata ai casi di emergenza-urgenza;
  • presso il Pronto Soccorso si effettuano le operazioni di diagnosi e cura e si garantisce la prima valutazione dei pazienti;
  • presso l’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino è attivo uno dei principali Pronto Soccorso di Torino e del Piemonte.

Rilevato che:

  • è recentemente assurto agli onori delle cronache cittadine il caso della donna rimasta per 15 giorni presso il Pronto Soccorso del Mauriziano di Torino, quando avrebbe potuto essere dimessa in 48 ore;
  • in un articolo pubblicato sull’edizione di “Repubblica” di domenica 1° agosto (“Disabile ‘parcheggiata’ due settimane al pronto soccorso per colpa della burocrazia“) si racconta nel dettaglio la vicenda occorsa a una cinquantenne con tetraplegia accolta presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Mauriziano di Torino per una gastrostomia percutanea endoscopica urgente e poi trattenuta presso il DEA per due settimane, nell’impossibilità della RSA presso la quale la donna risiedeva prima del ricovero di accoglierla nuovamente dopo l’intervento, non avendo la struttura nel proprio organico infermieri in grado di garantirle adeguata assistenza;
  • sono state necessarie due settimane per trovare una sistemazione alternativa adatta;
  • il fatto che il Mauriziano sia un’Azienda Ospedaliera – senza, dunque, i contatti diretti di una ASL – ha reso ulteriormente complessa l’operazione;
  • nello stesso articolo si afferma che “la vicenda della donna tetraplegica può essere considerata un caso emblematico di come i Pronto Soccorso si siano progressivamente trasformati in luoghi chiamati a risolvere problemi sociali dopo aver superato quelli sanitari”.

Considerato che:

  • le lungaggini burocratiche si ripercuotono anche sui conti della nostra Sanità;
  • l’eccessiva permanenza in ospedale è un fattore che pesa sui bilanci;
  • un letto in Pronto Soccorso ha un costo che può superare gli 800 euro al giorno;
  • un ricovero in lungodegenza o in struttura ha, evidentemente, costi molto più bassi.

Considerato soprattutto che:

  • i posti letto presso i Pronto Soccorso dovrebbero essere riservati a pazienti in fase acuta.

Sottolineato che:

  • la funzione di supplenza sociale svolta dai Pronto Soccorso è una delle ragioni per le quali spesso i reparti di emergenza entrano in affanno.

INTERROGA l’Assessore competente per sapere quali misure intenda mettere in atto la Giunta Regionale per permettere ai Pronto Soccorso del territorio piemontese di svolgere pienamente e principalmente la propria funzione peculiare e precipua di reparti di emergenza, sgravandoli da quel ruolo di supplenza sociale che spetta a strutture di altra tipologia e natura.

Incardinata in Commissione la Proposta di Legge dei Moderati sulla “Prevenzione, diagnosi e cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare”

Discusse poco fa in IV Commissione le prime determinazioni della Proposta di Legge numero 148, con la quale chiediamo piani di cura finalmente strutturati e organizzati, ambulatori dedicati per le cure di primo e secondo livello nonché distinti rispetto a quelli destinati alla salute mentale, misure di sostegno per le famiglie coinvolte, azioni di informazione e di sensibilizzazione. Grande emozione per la mia prima Proposta di Legge in Consiglio Regionale del Piemonte: la misura prevede risorse quantificate in 2,5 milioni di euro per ciascuno dei due anni del biennio 2022-2023. In Italia sono circa due milioni i giovani con disturbi del comportamento alimentare; nella nostra regione sono diagnosticati 1.500 casi di anoressia e 5.000 di bulimia, con 260 nuovi casi di anoressia a 450 di bulimia diagnosticati ogni anno.

Finalmente incardinata in Commissione la mia Proposta di Legge numero 148 sul tema della “Prevenzione, diagnosi e cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare, nonché misure di sostegno per le famiglie coinvolte)”: le prime determinazioni sul testo sono state discusse poco fa in occasione della seduta della IV Commissione (Sanità) che si è tenuta questa mattina a Palazzo Lascaris.

Grande emozione per la mia prima Proposta di Legge presentata in Consiglio Regionale. Mi auguro, con questa misura, di portare un aiuto concreto a migliaia di famiglie. Manca a oggi, in Piemonte, una Legge sulla prevenzione, sulla diagnosi e sulla cura dei disturbi del comportamento alimentare. Con la PdL 148/2021 intendiamo come Moderati colmare questo vuoto e portare questo tema, per troppo tempo non affrontato, al centro del dibattito.

Insistiamo sulla prevenzione, sull’intercettazione precoce dei disturbi, sul sostegno alle famiglie, sull’informazione e sulla sensibilizzazione. Sono oltre 2 milioni in Italia i giovani con disturbi dell’alimentazione. In Piemonte i numeri sono in crescita e la pandemia ha aggravato la situazione. Il primo obiettivo della Legge, che prevede fondi per 2,5 milioni di euro per ciascuno dei due anni del biennio 2022-23, è far sì che del problema, finalmente, si parli. Un percorso efficace di cura ha la durata di anni: occorre dunque creare una rete sanitaria e assistenziale in grado di garantire cure di qualità per tutto questo arco di tempo.

Chiediamo un impegno da parte della Regione finalizzato al potenziamento, presso le strutture ospedaliere, degli ambulatori pediatrici e di medicina generale, nonché dei servizi territoriali, per garantire piani di cura finalmente strutturati e organizzati. È poi fondamentale che le attività terapeutiche di primo e secondo livello siano svolte in ambulatori dedicati e distinti rispetto a quelli destinati alla salute mentale. Altrettanto rilievo è destinato, nel Progetto di Legge, alle misure di sostegno delle famiglie coinvolte.

RISORSE FINANZIARIE
Il Progetto di Legge dei Moderati prevede risorse quantificate in 2,5 milioni di euro per ciascuno dei due anni del biennio 2022-2023, in particolare per l’ampliamento dell’offerta formativa nelle scuole (250mila euro), per le campagne di informazione e sensibilizzazione (150mila euro), per l’ampliamento e per il potenziamento dell’offerta dei servizi specialistici per il trattamento dei DCA, per la formazione e l’aggiornamento professionale del personale sanitario e socio-assistenziale, per il potenziamento degli ambulatori e dei servizi territoriali e per le misure di sostegno alle famiglie coinvolte (2,1 milioni di euro).