
La sofferenza dei cristiani di Gaza nel silenzio del mondo
La comunità cristiana della Striscia, travolta dagli orrori della guerra, è già scesa sotto la soglia del migliaio di fedeli. L’allarme di Al Jazeera: «La guerra rischia di spazzare via per sempre la presenza cristiana in questa regione». La comunità internazionale faccia sentire la propria voce, i media smettano di tacere della sorte di queste persone.
Notizie rare, difficili da reperire e quasi sempre drammatiche, quelle che arrivano dai cristiani di Gaza: una minoranza ormai ridotta a meno di mille persone, sottoposta quotidianamente agli orrori della guerra, che pare quasi invisibile agli occhi dei reporter. I pochi articoli che, su testate internazionali, fanno riferimento ai cristiani palestinesi raccontano una situazione drammatica: neppure le due sole chiese cristiane della regione sono ormai considerate luoghi sicuri dove rifugiarsi, dopo il bombardamento della Chiesa di San Porfirio il 19 ottobre. Due settimane dopo, la scuola cattolica a Tel al-Hawa è stata colpita da un bombardamento, come raccontato dalla Preside Suor Nabila Saleh. Neanche l’ospedale anglicano è stato risparmiato dagli attacchi. La preoccupazione è massima, come l’angoscia per il destino, drammatico e taciuto, di centinaia di persone. Mi auguro che un numero crescente di voci – giornalistiche e istituzionali – raccontino questa situazione e che la comunità internazionale non si dimentichi di una comunità presente a Gaza da tempo immemore e che ora rischia di scomparire per sempre.