Impiegare decine e decine di vigili o rischiare il disastro? Il dilemma amletico si supera solo in un modo: chiudendo il suk
Per mantenere l’ordine pubblico è necessario impiegare, di domenica, decine e decine di agenti, rendendo così sguarnite altre zone della città. Se invece l’attenzione e l’impiego di uomini scemano leggermente, si rischia che la soluzione degeneri. La soluzione? Chiudere immediatamente il mercatino dell’illegalità.
Una manifestazione che costringe a scegliere se impiegare la metà degli agenti disponibili o correre il rischio di un disastro non è una manifestazione sostenibile. Così è per il mercatino del libero scambio.
Ci sono zone della città che avrebbero assoluta necessità di una maggiore presenza di agenti: corso Giulio Cesare e via Foglizzo sono solo due dei molti esempi possibili. Ma aumentare localmente il numero dei “civich” la domenica è impossibile: il suk chiede il suo obolo in termini di uomini impiegati.
Se invece si sceglie di limitare l’impiego di agenti sul bazar, aumenta proporzionalmente il rischio che si verifichi il disastro.
Nell’attesa che questa Amministrazione dia finalmente indicazioni chiare e certe sul senso che dà all’aggettivo “provvisorio”, come continua a definire il posizionamento del mercato del libero scambio in via Monteverdi, e che ci dica se realmente ritiene che permettere a pochi disperati di vendere vecchi oggetti della propria cantina sia una risposta adeguata ai problemi sempre più gravi di povertà che affliggono Torino, ribadisco la mia soluzione: il suk deve essere immediatamente chiuso.