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La Linea 8 GTT “fa il pieno” di criticità: le conoscono tutti, tranne la Giunta Regionale

Ritardi, tempi di percorrenza infiniti e lunghe colonne di bus: lo sanno bene gli utenti, lo scrivono chiaramente i giornali. Solo l’Assessorato ai Trasporti ha bisogno di «Verificare per poi eventualmente intervenire». E nel frattempo la questione si trascina, a danno degli utenti.

Questa Giunta ha idea di come funzionano, o di come non funzionano, i servizi sul proprio territorio? Verrebbe da pensare di no se, come appena successo, la risposta alle interpellanze e ai Question Time che segnalano problematiche si può riassumere in un laconico «Verificheremo la situazione ed eventualmente interverremo». Costituisce un’aggravante il fatto che il problema specifico, le criticità relative alla Linea 8 GTT, è stato recentemente oggetto di articoli sugli organi di stampa del territorio.

Speravamo in una Giunta pronta a fare la propria parte, ci ritroviamo una Giunta che, come si suol dire, casca dal pero: da parte nostra l’impegno continua, così come continueremo a chiedere conto della situazione. Che il servizio sia inefficiente è sotto gli occhi di tutti, tranne quelli dell’Assessorato Regionale ai Trasporti. Le tratte lunghe sono sensate solo se anche efficienti, diversamente è preferibile una combinazione di tratte più brevi. Chiederemo di audire GTT in Commissione.

Restano non risolti, in tutto questo, i problemi della Linea 8: orari non rispettati, carovane di due, tre e non raramente quattro bus incolonnati contemporaneamente, disagi per i passeggeri. Il cambio di capolinea, non più in via Ventimiglia, ma in piazzale Caio Mario a Torino, con passaggio anche presso la Stazione Lingotto, ha da inizio mese peggiorato una situazione che si trascina da troppo tempo. Famiglie, pendolari, pensionati e studenti hanno diritto a un servizio di trasporto pubblico affidabile, puntuale, costante nella sua operatività e che non costringa gli utenti, da Torino Lingotto a San Mauro, a chiedersi se quel giorno il bus partirà puntuale o se dovranno aspettare decine e decine di minuti.

Linea 8 GTT prolungata da piazzale Mochino a San Mauro fino a piazzale Caio Mario a Torino? Così proprio non funziona

Domani il mio Question Time in Consiglio Regionale per risolvere i numerosi problemi, peggiorati da quando il percorso è stato modificato (a inizio maggio): corse saltate, ritardi di decine e decine di minuti, incolonnamenti fino a quattro autobus.

Orari non rispettati, carovane di due, tre e non raramente quattro bus incolonnati contemporaneamente, disagi per i passeggeri: la situazione della Linea 8 GTT, fotografata da articoli giornalistici ed esperita quotidianamente da famiglie, pendolari, studenti e pensionati, è disastrosa. Orari ipotizzati in senso troppo ottimistico (impossibile, specialmente nelle ore di punta, attraversare il capoluogo da sud a nord, fino a San Mauro, transitando presso la Stazione Lingotto e in zona Ospedali nei 70 minuti previsti) sono, parrebbe, alla base dei problemi: il cambio di capolinea, non più in via Ventimiglia, ma in piazzale Caio Mario a Torino, con passaggio anche presso la Stazione Lingotto, ha da inizio mese peggiorato una situazione che si trascina da troppo tempo. Anche l’altro capolinea, in piazzale Mochino a San Mauro, presenta criticità. GTT prova a rassicurare l’utenza, parlando di “consapevolezza del problema e impegno per risolverlo”. Anche noi ce ne occuperemo, portando domani la questione in Consiglio Regionale con un Question Time e provando a difendere il diritto dei cittadini piemontesi a fare affidamento su un servizio di trasporto pubblico affidabile, puntuale, costante nella sua operatività e che non costringa gli utenti, da Torino a San Mauro, a chiedersi se quel giorno il bus partirà puntuale o se dovranno aspettare decine e decine di minuti. Che cosa deve fare questa Giunta affinché un simile servizio sia garantito?

Salvate Ahmadreza Djalali

La condanna a morte del ricercatore iraniano, vissuto per tre anni in Piemonte, sarà forse eseguita il 21 maggio: una notizia che apprendiamo con orrore. Tutto il mondo libero e civile si opponga a gran voce a questa barbarie. Il Consiglio Regionale prova a fare la sua parte: martedì 10 maggio alle ore 13.00 la mobilitazione, indetta dall’Ufficio di Presidenza e dal Comitato Regionale Diritti Umani, nel cortile di Palazzo Lascaris, con silenziosa esposizione dei cartelli #SAVEAHMAD. A dicembre 2020 lo stesso Consiglio Regionale aveva approvato il mio Ordine del Giorno che chiedeva l’immediata scarcerazione del medico, in prigione da innocente dal 2016 per l’assurda accusa di spionaggio.

Ahmadreza Djalali, ricercatore iraniano per tre anni vissuto a Novara, sarà forse ucciso per impiccagione il prossimo sabato 21 maggio. Un atto di barbarie contro il quale tutto il mondo libero e civile ha il dovere di opporsi con determinazione e forza.

Un dovere al quale il Consiglio Regionale per primo non si sottrarrà: martedì prossimo (10 maggio 2022), alle ore 13.00, nella pausa dei lavori della seduta dell’Assemblea, sarà organizzata una mobilitazione nel cortile di Palazzo Lascaris, con esposizione silenziosa di cartelli con la scritta #SAVEAHMAD. L’iniziativa è promossa dall’Ufficio di Presidenza e dal Comitato Regionale Diritti Umani, del quale faccio parte.

Lo stesso Consiglio Regionale aveva approvato all’unanimità, a dicembre 2020, un mio Ordine del Giorno che impegnava la Giunta Cirio a chiedere al Governo italiano di esercitare la necessaria pressione diplomatica con le autorità iraniane per la revoca della condanna capitale e per l’immediata scarcerazione del medico.

La difesa dei diritti umani deve essere trasversale per ambito istituzionale e per nazionalità. È nostro preciso dovere fare tutto il possibile per salvare una vita innocente. Ahmadreza Djalali ha fatto tanto per il nostro Paese e per la nostra regione – dove a lungo ha vissuto e lavorato (Università del Piemonte Orientale).

Ahmadreza Djalali, medico e ricercatore, è un noto e stimato esponente della comunità scientifica internazionale. Totalmente infondata è l’accusa (spionaggio). La nostra richiesta è che la condanna a morte sia revocata e lo stato di detenzione cessi immediatamente.

Scuole Paritarie beffate: escluse dai fondi PNRR, ignorate anche per altri provvedimenti compensativi

I finanziamenti europei del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono “pubblico su pubblico”, cioè erogabili all’interno del comparto pubblico: le Paritarie, benché colonna dell’unico Sistema Scolastico e dunque a tutti gli effetti pubbliche, non vi rientrano. E sono escluse anche dal Superbonus 110% e dalle misure di sostegno per il caro energia: serve un cambio di mentalità per togliere dalle Paritarie “il mantello dell’invisibilità” e cominciare a considerarle, finalmente, imprese come tutte le altre. L’alternativa? Prepararsi a chiusure in serie.

Paritarie, il danno e la beffa: escluse, come se non fossero Scuole Pubbliche, dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, risultano poi ignorate anche per quanto riguarda quei provvedimenti che potrebbero, in parte, compensare il danno.

Per quanto riguarda il PNRR, i finanziamenti previsti per la Scuola escludono le Paritarie, come se queste ultime, a tutti gli effetti Scuole Pubbliche, non rientrassero nel criterio “pubblico su pubblico” sul quale il PNRR si basa. Scuole invisibili, dunque? Verrebbe proprio da pensarlo, tanto che “si dimenticano” della loro esistenza altre misure quali il Superbonus 100% – che le esclude dal recente ampliamento della platea a villette, RSA e alberghi – e i contributi contro il caro energia e gas.

Serve un cambio di mentalità: togliere finalmente il “mantello dell’invisibilità” dalle Paritarie non è soltanto una questione di (sacrosanto) principio, ma ha a che fare con la sopravvivenza stessa di molte Scuole e, dunque, con la tenuta stessa del sistema. Anche la Giunta Regionale ha il dovere di fare la sua parte, portando il tema in Conferenza Stato Regioni.

Se vi sono Regioni a statuto speciale, questa Giunta è invece decisamente ordinaria

Tanti i (piccoli) Comuni, pochi i Segretari: nulla di fatto, tuttavia, per risolvere il problema, centinaia di Sindaci abbandonati a se stessi nonostante il mio Question Time appena discusso, con provocatorio invito a “fare come la Sardegna”, e nonostante il mio Ordine del Giorno approvato lo scorso novembre.

Deludente risposta al mio Question Time, appena discusso in Consiglio Regionale: chissà se il mio provocatorio invito a “fare come la Sardegna”, Regione a statuto speciale, varrà a sbloccare un immobilismo che, in tema di misure per rendere meno difficile il reclutamento di Segretari Comunali, neanche l’impegnativa del nostro recente Ordine del Giorno, approvato lo scorso novembre, era riuscita a smuovere.

Urgono misure per velocizzare le procedure di reclutamento di quelle fondamentali figure che sono i Segretari Comunali: la Giunta ha, al momento, rinunciato completamente a fare la propria parte. Dai tempi del nostro Ordine del Giorno dello scorso novembre dobbiamo registrare un totale nulla di fatto.

Abbiamo riportato il tema in Aula con un Question Time, poco fa, data la situazione di assoluta urgenza: se la Sardegna è a “statuto speciale”, assolutamente “ordinaria” si è confermata questa Giunta, che sta lasciando soli centinaia di Sindaci sul territorio piemontese. Due elementi aggravanti: termini e proroghe per i Vice Segretari che stanno scadendo, ruolo del Segretario Comunale che sarà ancora più importante alla luce della necessità, per i Comuni, di cooperare con lo Stato per attuare il PNRR.

Ora la Giunta promette di “spronare gli organi competenti” per trovare una soluzione: alla buon’ora, esattamente questo chiedevamo con il nostro atto di fine 2021 (nello specifico, il mio documento impegnava la Giunta a intraprendere iniziative nei confronti dei Ministeri competenti per velocizzare le procedure di reclutamento dei Segretari Comunali). Se la Giunta non è in grado o non ritiene di agire in questo senso, lo dica e proveremo a fare noi, come Moderati, la nostra parte.

La distanza tra parole (tanta retorica a favore dei piccoli Comuni) e azioni (scarse) emerge in tutta la sua evidenza. Chiederemo un’udienza urgente in Commissione di Cirio e dell’Assessore competente affinché ci informino sulle prossime azioni previste.

Avere in organico un Segretario Comunale è un obbligo previsto dalla normativa in vigore. La funzione svolta dal Segretario Comunale – che sovrintende allo svolgimento delle funzioni dei Dirigenti e dei Responsabili, coordinando la loro attività così da consentire l’attuazione del programma amministrativo del Comune – è centrale ed essenziale per una corretta gestione delle attività dell’Ente Pubblico. Il ruolo del Segretario Comunale diviene a maggior ragione insostituibile dal momento che i Comuni sono chiamati a cooperare con lo Stato per attuare il PNRR. La difficoltà di trovare un Segretario aumenta, evidentemente, per i Comuni di piccole dimensioni: la situazione è dunque particolarmente grave in Piemonte, dove i Comuni con meno di 5.000 abitanti sono più di mille.