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Fibromialgia: a Susa scoperta la panchina viola. Il Governo la inserisca nei Lea

Oggi ho partecipato con emozione a Susa all’inaugurazione della panchina viola per la sindrome fibromialgica voluta dall’Associazione Aisf e dall’Amministrazione comunale. Dopo lo scoprimento della panchina viola, si è tenuto anche un convegno dedicato alla Fibromialgia durante il quale ho potuto raccontare ai numerosi presenti la nuova Legge regionale sulla sindrome fibromialgica, approvata dal Consiglio regionale lo scorso dicembre. Una legge di cui ho condiviso gli obiettivi e le azioni con l’associazione Aisf: un incontro che mi ha fatto conoscere e approfondire una patologia a volte nascosta, a causa della quale la persona malata si scontra con l’indifferenza, la minimizzazione e l’incredulità.

Ora la Regione Piemonte ha una legge sulla fibromialgia, ma la strada che ci si presenta davanti è ancora lunga: in primo luogo deve essere anche lo Stato a riconoscere la sindrome fibromialgica come altamente invalidante, inserendola nei LEA, i livelli essenziali di assistenza; in secondo luogo, la Regione deve fare la sua parte, istituendo quanto prima l’Osservatorio previsto dalla Legge e stanziando le risorse necessarie per sostenere di più e meglio le cure per queste pazienti.
Sulla panchina viola c’è scritto: “Il nostro dolore merita riposo”. Io dico che il dolore delle persone fibromialgiche merita anche rispetto. Per questo sarà mia cura continuare a impegnarmi per un reale e completo sostegno per le malate di sindrome fibromialgica nei prossimi cinque anni.

Una violenza inaccettabile questa mattina impedisce il convegno di Federvita. Le Istituzioni e le forze politiche si mobilitino per tutelare la libertà di opinione

«Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire»: è curioso che l’autrice di questa celebre frase, Evelyn Beatrice Hall, vittima della mentalità dei primi del Novecento, l’abbia dovuta scrivere sotto uno pseudonimo maschile, Stephen G. Tallentyre.

Evidentemente, coloro che hanno impedito questa mattina il convegno di Federvita al Collegio San Giuseppe non l’hanno mai letta: è gravissimo che un convegno venga impedito con la violenza e l’intimidazione. Esprimo solidarietà a tutti coloro che sono stati vittime di questa situazione inaccettabile, in particolare agli organizzatori, alle Associazioni di Volontari, al Collegio San Giuseppe, che ha anche subito danni materiali, e alla Chiesa, Istituzione che propone una società fatta di accoglienza e condivisione, fatta oggetto di slogan che riportano alla mente fasi drammatiche di scontro sociale.

Nel nostro Paese esiste il diritto di esprimere liberamente e pacificamente le proprie opinioni e il dovere di rispettare quelle altrui, anche se non collimano con le proprie: invito tutte le forze politiche e le Istituzioni, in particolare quelle che usano spesso e volentieri la parola “libertà” negli slogan e nei discorsi, a prendere le distanze dalla violenza e dalla repressione perpetrata questa mattina e a ribadire la necessità di tutelare la libertà di tutti.

Congratulazioni a Sua Eminenza Roberto Repole per la nomina a Cardinale, evento importante anche per Torino, nuovamente Sede cardinalizia. Ricordo la sua vicinanza alla politica in momenti anche complessi

Congratulazioni a Sua Eminenza Roberto Repole per la nomina a Cardinale. Un riconoscimento per una vita spesa vicino ai torinesi, nella Carità e nella Presenza, portando con la disponibilità e con l’esempio la Parola a tutti. Ringrazio il Cardinale Roberto Repole anche per la sua vicinanza alla Politica: gli incontri con i rappresentanti delle Istituzioni testimoniano una attenzione che ci ha reso fieri, soprattutto in tanti momenti in cui avvicinarsi alla Politica non era così semplice.
Oltre alle congratulazioni al neo-Cardinale Roberto Repole e ai migliori auspici per il suo apostolato, sono lieto che Torino sia nuovamente sede cardinalizia, presenza importante e doverosa nella città dei Santi Sociali, della Solidarietà e di tanti bisogni profondi e urgenti.

Specializzazione degli insegnanti di sostegno per i giovani con disabilità. Per l’infanzia e l’adolescenza necessari interventi sulla genitorialità

La relazione del Garante dell’infanzia e dell’adolescenza, dott.sa Ylenia Serra, descrive una situazione che offre numerosi spunti per un’operatività immediata.

In primo luogo riteniamo sia indispensabile aumentare non solo il numero, ma anche la specializzazione degli insegnanti di sostegno per costruire un’inclusione scolastica sempre più efficace: la possibilità di integrarsi durante il percorso scolastico risulta, infatti, una delle principali necessità dei ragazzi e delle ragazze con disabilità e una delle priorità per le loro famiglie.

Un tema altrettanto fondamentale è quello dell’educazione alla genitorialità: per intervenire sulle necessità dei giovani non si può non lavorare sui genitori, sui loro bisogni e sull’educazione alla genitorialità.

Il tema dei suicidi, che ci tocca profondamente in quanto genitori, deve essere affrontato incentivando la discussione sul disagio e la solitudine, tanto nei confronti delle famiglie quanto nell’ambiente scolastico: a volte anche solo il fatto che se ne parli genera il desiderio di chiedere aiuto.

Sottolineiamo, infine, la necessità di un lavoro ancora più approfondito sulle comunità mamma-bambino: riteniamo sia fondamentale sostenere questi luoghi nati, per esempio, nell’alveo del Volontariato vincenziano.

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Carceri: giusto investire in nuove strutture e personale, ma non si dimentichi il lavoro come strumento di prevenzione della recidiva

La relazione del Garante delle persone private della libertà, on. Bruno Mellano, costruisce una cornice istituzionale alle cronache delle ultime settimane. E’ innegabile che la situazione attuale, in Piemonte come in altre regioni italiane, necessiti di interventi non più rinviabili.

In primo luogo ritengo sia necessario implementare, aggiornare e rinnovare le strutture sanitarie all’interno delle carceri, al fine di effettuare all’interno visite specialistiche e ambulatoriali evitando rischi, oneri e impegno di personale per il trasferimento nelle strutture sanitarie del territorio.

In secondo luogo è fondamentale lavorare su due direttrici. Da una parte, bene ha fatto l’Esecutivo nazionale a stanziare risorse per nuove strutture carcerarie, anche perché l’Italia è fuori da ogni norma comunitaria sui metri quadri da destinare a ciascuna persona reclusa; dall’altra è necessario intervenire in modo più costruttivo, ricordando che il reato commesso non è la persona che lo commette. Quindi è indispensabile investire in educazione, al fine di ridurre il tasso di delinquenza tra i giovani, ma anche in progetti di formazione lavoro per favorire il reinserimento attivo nella società. Per evitare la recidiva e sviluppare quel percorso di redenzione che è poi il fine ultimo della pena, è fondamentale attivare percorsi occupazionali, tanto in regime di semilibertà diurna quanto perseguendo un inserimento lavorativo stabile anche una volta terminato il periodo di reclusione, sfruttando opportunamente i benefici derivanti dalla Legge Smuraglia.

In questo senso esistono delle esperienze positive che potrebbero essere replicate anche nel nostro territorio, ad esempio quelle di Bollate o Padova.

Gli strumenti giuridici e normativi per conseguire risultati di questo tipo esistono, magari applicando la co-progettazione e co-, coinvolgendo istituzioni, enti locali, direzioni carcerarie ed Enti del Terzo Settore, da sempre attivi in quest’ambito, imprese e imprese sociali, come previsto dal nuovo Codice del Terzo Settore.