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Interpellanza – Capitolo 9 de “Il minisuk di corso Racconigi”: l’unico distanziamento osservato è quello della legalità!

PREMESSO CHE

  • ogni giorno, dal lunedì al sabato, in corso Racconigi si svolge il mercato all’aperto nel tratto compreso tra corso Peschiera e corso Vittorio Emanuele II;
  • tra via Foresto e corso Vittorio Emanuele II trova da tempo collocazione un cospicuo numero di venditori abusivi che propongono in vendita merce di dubbia provenienza (con sottintesa sospensione dell’attività per alcune settimane in periodo di “lockdown”);
  • lo scrivente effettuò un primo sopralluogo in data 18 luglio 2017, accompagnato da un gruppo di cittadini, ed è stato successivamente ricontattato a causa dello scandaloso permanere di un’evidente e preoccupante situazione di degrado e illegalità, senza dubbio derivante dall’incapacità di questa Amministrazione di porre rimedi efficaci per contrastare tali comportamenti;

RILEVATO CHE

  • numerosi individui sostano con auto e furgoni già dalle prime ore del mattino nel tratto del mercato compreso tra corso Vittorio Emanuele II e via Foresto;
  • quando la Polizia Municipale abbandona il mercato, terminate le operazioni di spunta, queste persone piazzano a terra i loro teli, scaricano quanto contenuto nelle auto e nei furgoni ed espongono in vendita la loro merce (cianfrusaglie, articoli tecnologici di provenienza sospetta, abbigliamento, calzature, pelletteria, pentole e altre tipologie di merce compresi talvolta oggetti di valore);
  • a seguito del sopralluogo del 18 luglio 2017 lo scrivente presentò una prima interpellanza (mecc. 2017 03114) a cui la Giunta rispose manifestando l’impegno ad attivarsi per trovare soluzioni adeguate in tempi certi;
  • in seguito ci furono alcuni incontri aperti ai cittadini con rappresentanti della Giunta e della Circoscrizione 3;
  • con una delibera di novembre 2017 venne riorganizzata la dislocazione dei banchi e venne deciso di collocarne uno in posizione perpendicolare proprio in corrispondenza di via Foresto, ciò per dare un senso di “conclusione” all’area mercatale e di argine alla collocazione di venditori ambulanti non regolari;
  • con una seconda interpellanza presentata in data 4 maggio 2018 (mecc. 2018 01640) lo scrivente ha riproposto all’attenzione della Giunta la situazione di profondo degrado segnalando che l’occupazione dei venditori stava proseguendo nonostante la parziale revisione della disposizione dei banchi;
  • con una terza interpellanza presentata in data 31 luglio 2018 (mecc. 2018 03410) lo scrivente si vedeva costretto a domandare lumi all’Amministrazione circa la propria inerzia nel rispondere e corrispondere al degrado e alle esigenze manifestate dai cittadini;  
  • con una quarta interpellanza presentata in data 7 novembre 2018 (mecc. 2018 05126) lo scrivente si vedeva nuovamente costretto a domandare lumi all’Amministrazione circa la propria inerzia;
  • nonostante le risposte fornite dall’Assessore Lapietra nel corso del Consiglio Comunale del 10 dicembre 2018, nel tratto di corso Racconigi compreso tra via Foresto e corso Vittorio Emanuele II continuano ad essere presenti quotidianamente e abusivamente numerosi venditori di merce di dubbia provenienza;
  • con una quinta interpellanza presentata in data 27 marzo 2019 (mecc. 2019 01118) lo scrivente ha riproposto all’attenzione dell’Amministrazione le questioni già precedentemente sollevate e non ancora risolte;
  • in data 14 giugno 2019 lo scrivente ha presentato la sesta interpellanza sullo stesso tema (mecc. 2019 02399);
  • in data 20 settembre 2019 lo scrivente ha presentato la settima interpellanza per stimolare l’Amministrazione ad azioni proattive (mecc. 2019 03885): essa è stata discussa in Consiglio Comunale nella seduta del 14 ottobre e, nonostante lo scrivente si dichiarasse insoddisfatto della risposta domandando l’approfondimento in Commissione, tale seduta di approfondimento non è mai stata convocata;
  • in data 24 gennaio 2020 lo scrivente ha presentato l’ottava interpellanza (mecc. 2020 00241, discussa in Consiglio Comunale nella seduta del 24 febbraio 2020) sul tema al fine di avere lumi dall’Amministrazione sia circa gli interventi della Polizia Municipale sia in merito al progetto per la riqualificazione dell’area;

CONSIDERATO CHE

  • tutto ciò che è stato narrato e documentato fotograficamente con le precedenti otto interpellanze ha conosciuto una pausa “tecnica” dovuta al “lockdown” per l’emergenza sanitaria in corso;
  • come segnalato da alcuni cittadini, pare che già da sabato 6 giugno 2020 alcuni venditori abusivi abbiano ripreso la loro attività di vendita di merce di dubbia provenienza e di incerta sanificazione;
  • i cittadini, residenti e commercianti, chiedono da molto tempo la tracciatura di stalli per la sosta dei veicoli;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se, trascorsa la fase acuta dell’emergenza epidemiologica, l’Amministrazione sia in grado di garantire una presenza quotidiana della Polizia Municipale al fine di dissuadere i venditori abusivi dalla ripresa costante della consueta attività di vendita;
  2. quanto tempo dovrà ancora trascorrere per far sì che l’Amministrazione realizzi una soluzione efficace per porre argine ad una situazione di illegalità sempre più deteriore (stralcio della risposta letta dall’Assessore con delega all’ambiente in data 24 febbraio 2020: “ln seguito ad una riunione recentemente tenutasi – presenti funzionari del Servizio Verde, Polizia Municipale e Viabilità – valutato che non sarebbe stata sufficiente la soluzione proposta inizialmente, di installare panchine e fioriere oltre alla casetta SMAT già posizionata, si è convenuto di realizzare un’aiuola verde delimitata da recinzione bassa (non comunque un’area cani), con la rimozione della pavimentazione, la realizzazione di area a prato ed eventualmente un’aiuola fiorita al fine di una migliore valorizzazione del viale alberato e al tempo stesso risolutiva del problema dell’abusivismo”);
  3. se il progetto dell’Amministrazione sia mutato;
  4. quali siano le tempistiche per la realizzazione della nuova sistemazione dell’area;
  5. se si intendano realizzare nuovi posteggi per le auto, come ampiamente richiesto da moltissimi cittadini;
  6. se l’Amministrazione, dopo anni di inerzia, intenda completare la nuova sistemazione dell’area almeno in tempo per la prossima campagna elettorale della primavera 2021, per presentarlo come fiore all’occhiello del proprio talento amministrativo.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – IMU su immobili non commerciali: come intende adeguarsi l’Amministrazione alle innovazioni legislative?

PREMESSO CHE

  • come indicato nel sito del Comune di Torino alla sezione Tasse e Tributi, a decorrere dal 1° gennaio 2020 la “nuova” IMU è disciplinata dalla legge n. 160/2019 che ha abolito la IUC nelle componenti IMU e TASI. Le aliquote ed il Regolamento della nuova IMU saranno definiti entro il prossimo 30/06/2020;
  • presupposto dell’imposta è il possesso di: immobili, esclusa l’abitazione principale o assimilata, salvo il caso in cui sia iscritta in catasto in cat. A/1-A/8-A/9 e relative pertinenze (una per categoria C/2, C/6 e C/7, anche se iscritte in catasto unitamente all’unità ad uso abitativo); aree edificabili; terreni agricoli;
  • la Civica Amministrazione disciplina l’applicazione dell’IMU mediante il “Regolamento per l’applicazione dell’Imposta Municipale Propria (IMU), n. 356”;
  • come enunciato nell’art. 1 (“Ambito di applicazione”), il Regolamento è adottato allo scopo di:

a) ridurre gli adempimenti in capo ai cittadini;

b) semplificare e razionalizzare i procedimenti di accertamento;

c) potenziare la capacità di controllo e di verifica dell’adempimento dell’obbligazione tributaria;

d) definire i criteri di stima per l’accertamento del valore delle aree fabbricabili;

e) indicare i procedimenti per una corretta, efficace, efficiente ed economica gestione del tributo;

 RILEVATO CHE

  • l’art. 1, cc. da 738 a 783 della legge di Bilancio 2020 (legge n. 160 del 27 dicembre 2019) ha profondamente innovato la disciplina dell’imposta municipale propria – IMU;
  • per quanto concerne gli immobili utilizzati dagli enti non commerciali, la precedente normativa (art. 7, c 1, lettera “i”) del decreto legislativo n. 504 del 30 dicembre 1992, prevedeva l’esenzione per: gli immobili utilizzati dai soggetti di cui all’art. 73, c 1, lettera c), del TUIR, di cui al DPR n. 917 del 22 dicembre 1986 e smi, […] destinati esclusivamente allo svolgimento con modalità non commerciali di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, di ricerca scientifica, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive, nonché’ delle attività di cui all’art. 16, lettera a), della legge n. 222 del 20 maggio 1985;
  • a partire dal 1° gennaio 2020, con riferimento agli immobili utilizzati dagli enti non commerciali, vengono introdotte due disposizioni:
    1. art. 1, c. 759: sono esenti dall’imposta, per il periodo dell’anno durante il quale sussistono le condizioni prescritte: g) gli immobili posseduti e utilizzati dai soggetti di cui alla lettera i) del comma 1 dell’articolo 7 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, e destinati esclusivamente allo svolgimento con modalità non commerciali delle attività previste nella medesima lettera i); si applicano, altresì, le disposizioni di cui all’articolo 91-bis del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, nonché il regolamento di cui al decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 19 novembre 2012, n. 200;
    2. art. 1, c. 777: ferme restando le facoltà di regolamentazione del tributo di cui all’articolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, i comuni possono con proprio regolamento: e) stabilire l’esenzione dell’immobile dato in comodato gratuito al comune o ad altro ente territoriale, o ad ente non commerciale, esclusivamente per l’esercizio dei rispettivi scopi istituzionali o statutari;

CONSIDERATO CHE

l’art. 2 (“Esenzioni”) del sopra citato Regolamento n. 356 stabilisce che:

  • l’esenzione per gli immobili di cui al decreto legislativo 30 dicembre 1992 n. 504, articolo 7, comma 1, lettera i), si applica anche agli immobili posseduti ed utilizzati dagli Enti ONLUS regolarmente registrati all’anagrafe unica istituita presso l’Agenzia delle Entrate;
  • l’esenzione si applica anche nel caso in cui il possessore e l’utilizzatore siano soggetti di cui al comma 1, anche diversi, a condizione che l’immobile sia utilizzato a titolo gratuito, con contratto di comodato registrato, e venga destinato esclusivamente allo svolgimento delle attività di cui al Decreto Legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, articolo 7, comma 1, lettera i);
  • per fruire dell’esenzione il soggetto passivo è tenuto a presentare apposita comunicazione, corredata di copia del contratto di comodato, entro il termine del versamento del saldo d’imposta IMU;

essendo entrata in vigore una nuova disciplina della materia si rendono pertanto urgenti i necessari aggiornamenti al fine di assicurare continuità con la prassi pregressa;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione intenda adeguarsi alle disposizioni normative vigenti considerando esenti dall’IMU sia gli immobili concessi in comodato gratuito al Comune o ad altro ente territoriale, esclusivamente per l’esercizio dei rispettivi scopi istituzionali o statutari, sia gli immobili concessi in comodato gratuito ad enti non commerciali e destinati allo svolgimento delle attività previste nella lettera i) dell’articolo 7, comma 1, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504 (magari prevedendo quale condizione per beneficiare della esenzione la formale registrazione del contratto di comodato);
  2. se l’Amministrazione ritenga necessario richiedere una comunicazione ad hoc per beneficiare della esenzione in esame, pur non apparendo tale adempimento necessario in quanto sia il comma 769 sia il comma 770 della legge di Bilancio 2020 già prevedono l’obbligo di presentare la dichiarazione (“entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello in cui il possesso degli immobili ha avuto inizio o sono intervenute variazioni rilevanti ai fini della determinazione dell’imposta”);
  3. se l’Amministrazione intenda intervenire per chiarire quale possa intendersi il comportamento corretto con riguardo al dettato, che pare contraddittorio, del comma 770: nella prima parte impone di presentare una dichiarazione “entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello in cui il possesso degli immobili ha avuto inizio o sono intervenute variazioni rilevanti ai fini della determinazione dell’imposta” salvo poi disporre che “La dichiarazione deve essere presentata ogni anno.”.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Sport e Covid-19: quali aiuti dal Comune per gli enti e le associazioni sportive del territorio?

PREMESSO CHE

  • il patrimonio impiantistico sportivo cittadino comprende oltre 200 strutture (piscine, impianti polifunzionali, palestre, bocciofile, campi sportivi, ecc..) utilizzabili da parte di cittadini, associazioni, società, federazioni sportive;
  • ci sono grandi impianti sportivi (Palazzo dello Sport, Piscina Stadio Monumentale, Stadio Primo Nebiolo, Stadio del Ghiaccio, Palazzetto Le Cupole e lo Sferisterio) gestiti centralmente dal Servizio Sport, impianti sportivi di rilevanza cittadina gestiti da terzi in regime di convenzione e molti altri impianti sportivi a gestione circoscrizionale sia diretta sia in regime di convenzione;

 RILEVATO CHE

  • la nota emergenza epidemiologia tuttora in atto ha bloccato o comunque rallentato il funzionamento di ampissimi settori del Paese, tra essi non ha fatto eccezione l’attività sportiva sia professionistica sia di base;
  • se per i professionisti e gli atleti di interesse nazionale la possibilità di tornare ad allenarsi si è avverata ad inizio maggio (seppure secondo rigidi protocolli e in un primo tempo solo in forma individuale), per la vastissima platea dello sport di base è tutto ancora fermo o poco di più (è notizia di questi ultimi giorni il via libera alla riapertura dei centri sportivi, palestre e piscine);

CONSIDERATO CHE

  • molte attività sportive cittadine vengono svolte da società, federazioni, associazioni ed enti di promozione sportiva presso impianti e strutture di proprietà del Comune, gestiti direttamente dalla Civica Amministrazione o dalle Circoscrizioni oppure affidati in concessione a terzi;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. quanti siano gli impianti sportivi di rilevanza cittadina gestiti da terzi in regime di convenzione e gli impianti sportivi a gestione circoscrizionale sia diretta sia in regime di convenzione (palestre, piscine, bocciofile, campi sportivi, ecc…);
  2. quale sia l’importo incassato dalla Città (e dalle Circoscrizioni) nell’annualità 2019 derivante dall’utilizzo degli impianti in regime di convenzione e a gestione diretta;
  3. quale sia l’importo dei tributi locali incassati dalla Città nell’annualità 2019 derivante dall’utilizzo degli impianti in regime di convenzione;
  4. quali siano le azioni studiate e realizzate dall’Amministrazione per attenuare l’impatto della crisi sia sanitaria sia economica sulle realtà sportive del territorio cittadino;
  5. se l’Amministrazione sia intenzionata a riconsiderare (azzerandoli, riducendoli o almeno a prorogarne il termine) gli importi dei canoni di locazione/concessione per le strutture sportive (impianti, campi, piscine, bocciofile, palestre, ecc…) del Comune o delle Circoscrizioni e affidate a terzi (enti, associazioni, federazioni e società sportive);
  6. se l’Amministrazione sia intenzionata a ridurre o azzerare gli importi dei tributi di propria competenza per l’annualità in corso per le strutture utilizzate dalle realtà sportive e che hanno visto la propria attività azzerata e con fortissimi incertezze circa il futuro;
  7. se, a fronte dell’impossibilità di ridurre gli importi delle convenzioni o di rinviarne il versamento e di annullare o posporre i versamenti dei tributi, l’Amministrazione intenda considerare l’opportunità di prorogare il termine di scadenza delle convenzioni in essere.  

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Capitolo 3 dei problemi in via Biamonti: sperando che il 4 non venga da sé…

PREMESSO CHE

  • via Giuseppe Biamonti si trova a Torino nel quartiere Borgo Po (Circoscrizione VIII) ed è compresa tra via Francesco Lanfranchi e via Villa della Regina, si tratta di una via con unico senso di marcia (direzione nord) caratterizzata da un notevole flusso veicolare sia privato sia di trasporto pubblico (linee GTT, bus turistici);
  • lo scrivente aveva effettuato un sopralluogo il 20 giugno 2017 a cui aveva fatto seguito la presentazione di un’interpellanza (mecc. 2017 02573) discussa nel Consiglio Comunale di lunedì 31 luglio 2017;
  • erano state evidenziate le problematiche del sedime stradale (particolarmente usurato, sconnesso e accidentato), il fatto che la strada in oggetto fosse già stata interessata da cedimenti causati dalla rete fognaria e che le precarie condizioni dell’asfalto, sommate al flusso veicolare, fungessero da cassa di risonanza per i rumori causando notevoli disturbi ai residenti (e vibrazioni degli edifici);
  • inoltre, sempre su impulso dei residenti, lo scrivente avevano segnalato rilevanti criticità relative all’inquinamento ambientale derivanti dai gas di scarico dei numerosi veicoli in transito;

RILEVATO CHE

  • ascoltate le risposte fornite dall’Assessore Lapietra nel corso del Consiglio Comunale di lunedì 31 luglio 2017 e verificate nei mesi seguenti le conseguenti azioni (o, meglio, non azioni) dell’Amministrazione, il 9 settembre 2019 lo scrivente si vedeva costretto alla presentazione di una nuova interpellanza (mecc. 2019 03700) per sollecitare la Giunta ad intervenire;
  • così rispondeva l’Assessore Lapietra, nel corso del Consiglio Comunale del 30 settembre 2019:” In questa interpellanza mi viene chiesto quali siano stati i provvedimenti adottati negli ultimi due anni dall’Amministrazione per limitare i disagi per i cittadini e se l’Amministrazione, come riferito nella precedente interpellanza, abbia disposto nuovi interventi manutentivi o abbia individuato nuove soluzioni concretamente realizzabili. L’intervento di asfaltatura, compresa via Biamonti, è stato inserito nel progetto di manutenzione straordinaria del Bilancio 2017. I lavori sono stati consegnati, ma al momento tutto il territorio del Borgo Po è interessato da interventi di manomissione da parte della società Open Fiber per la posa di cablaggi telefonici. Il servizio scrivente, cioè quello del mio Assessorato, ha chiesto di anticipare gli interventi sulle vie inserite nei vari progetti in corso, ad esempio via Romani, via Moncalvo, via Lanfranchi e la stessa via Biamonti. Tuttavia gli interventi di manomissione e ripristino da parte del concessionario non potranno essere ultimati prima di fine novembre. Alcuni interventi previsti in progetto sono di conseguenza slittati e sono stati programmati oltre il periodo invernale, quando le condizioni climatiche più favorevoli per stendere i conglomerati bituminosi permetteranno un’esecuzione degli interventi a regola d’arte. Nell’ambito del suddetto intervento di manutenzione, compatibilmente con le risorse disponibili, potrà essere valutata la possibilità di realizzare limitati interventi strutturali in corrispondenza dell’intersezione tra via Lanfranchi e via Biamonti atti a contrastare il fenomeno della mala sosta e ridurre la velocità dei veicoli, oltre che a migliorare le condizioni di sicurezza dei pedoni. Al punto 3 mi si chiedeva se si possa considerare la risistemazione della segnaletica verticale per renderla maggiormente visibile. È stata valutata la possibilità di migliorare la visibilità della segnaletica verticale. Si provvederà a breve, quindi ancora prima degli interventi sopracitati allo spostamento del segnale esistente e al suo raddoppio dal lato opposto della carreggiata. Per quanto riguarda il punto 4 invece mi viene chiesto quali esiti abbia avuto la sperimentazione dei carburanti ecologici e se essi siano utilizzati dai mezzi pubblici in transito della zona. Allora, la sperimentazione è conclusa ed è una sperimentazione dove si utilizzava gasolio ecologico ricavato dal recupero di olio di frittura e altri oli vegetali e aveva lo scopo di verificare l’interazione tra questo tipo di carburante al motore dei mezzi. Ha fornito risultati interessanti dal punto di vista della riduzione di particolato e di CO2 che saranno tenute in considerazione per eventuali nuove forniture. Però vorrei ricordare che nel Piano industriale di GTT è inserito un rinnovamento complessivo della flotta molto importante e che gli ultimi autobus a diesel sono stati acquistati e da ora in avanti verranno acquistati solo bus a metano e quindi elettrici, quindi molto meno impattanti e molto meno inquinanti. L’ultimo punto, invece, mi viene chiesto quante segnalazioni siano pervenute alla Polizia Municipale da luglio 2017 a luglio 2019 e quante sanzioni siano state comminate nel tratto di strada oggetto del presente atto. Allora, nel periodo di riferimento è pervenuta alla Polizia Municipale una sola segnalazione per sosta irregolare in via Biamonti, risalente ad ottobre 2018, regolarmente evasa. Per quanto attiene i controlli svolti dagli agenti del Comando della Sezione 8 e dagli addetti di GTT nel periodo sopraindicato sono state accertate 333 violazioni alle norme del Codice della Strada, quindi soste in divieto di fermata su attraversamento pedonale in area di intersezione, di cui 112 rilevati in orario compreso tra le 17 e le 7 del mattino. I controlli proseguiranno con le modalità poste in atto sinora.”;

CONSIDERATO CHE

  • i cittadini residenti in via Biamonti e zone limitrofe continuano a dover sopportare i medesimi patimenti già narrati;
  • ad ogni passaggio dei veicoli GTT gli edifici subiscono fastidiose e pericolose vibrazioni strutturali, fatto che si è potuto riscontrare con particolare recrudescenza proprio nella fase di emergenza sanitaria in cui, a causa dello scarso traffico, i veicoli GTT sfrecciavano a velocità elevata;
  • pur non sottacendo che gli ineludibili ritardi e rinvii possano derivare dall’emergenza epidemiologica tuttora in corso, pare che l’unica iniziativa assunta dall’Amministrazione sia la collocazione di segnaletica verticale (poco visibile per i veicoli in svolta da via Lanfranchi e dunque empiricamente poco efficace) recante limite di velocità 30 km/h;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se e quando si intenda provvedere all’asfaltatura di via Biamonti (già inserito nella manutenzione straordinaria bilancio 2017) e alla realizzazione di “limitati interventi strutturali in corrispondenza dell’intersezione tra via Lanfranchi e via Biamonti atti a contrastare il fenomeno della mala sosta e ridurre la velocità dei veicoli, oltre che a migliorare le condizioni di sicurezza dei pedoni.” (cit. Lapietra, C.C. 30 settembre 2019);
  2. se l’Amministrazione abbia studiato interventi alternativi e innovativi per la soluzione delle criticità descritte.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Terzo Settore e Covid; poi ci sarebbe anche il Comune…

PREMESSO CHE

  • uno dei primi aspetti individuati sin dalla prime settimane della crisi è stato che la chiusura delle varie attività (quali, ad esempio, i servizi diurni per minori, per persone con disabilità, per anziani e le attività aggregative o sportive delle associazioni) al fine di prevenire la diffusione del contagio ha determinato conseguenze economiche distruttive per il Terzo Settore e le Associazioni di volontariato, così come per le imprese;
  • la crisi epidemiologica in corso, incidendo specificamente sulla possibilità di instaurare relazioni, va a colpire direttamente, oggi e per lungo tempo, l’aspetto centrale e qualificante dell’azione del Terzo Settore e delle Associazioni di volontariato e rende quanto mai necessario un intervento specifico per evitare l’estinzione di tante realtà preziose per la nostra Città e, con uno sguardo più generale, per il nostro Paese;
  • un altro aspetto, emerso nel corso della gestione dell’emergenza, è costituito da una certa trascuratezza istituzionale rispetto al Terzo Settore e alle Associazioni di volontariato: all’enfasi sull’eroismo degli operatori sanitari non è corrisposto, nella narrazione di questa difficile fase, un uguale riconoscimento per chi – spesso operatore di Terzo Settore o di Associazione di volontariato – si è trovato da solo ad affrontare i luoghi più critici della crisi, come le strutture residenziali per anziani, e che pertanto ha dovuto procedere senza strumenti e supporti;

RILEVATO CHE

  • il decreto legge n. 18 del 17 marzo 2020 (cd decreto “Cura Italia”) incide, seppure parzialmente, almeno su due fronti;
  • la continuità dei servizi (articolo 48) introduce un principio importante e condivisibile al fine di “preservare l’infrastruttura sociale del Paese”, quello cioè di non smobilitare (e far fallire) gli Enti del Terzo settore e le Associazioni di volontariato i cui servizi sono stati chiusi, prevedendo che gli Enti pubblici possano continuare a corrispondere il dovuto – comunque già a bilancio – potendo al tempo stesso chiedere ai soggetti del Terzo settore e alle Associazioni di volontariato di riorganizzare il proprio servizio così da renderlo compatibile con le misure di prevenzione del contagio (ad esempio trasformando un centro diurno in un servizio domiciliare). Questa previsione ha dato luogo a diverse positive applicazioni locali ma ha dimostrato anche i propri limiti: essendo un meccanismo facoltativo, molti Comuni, stretti da necessità finanziarie impellenti, preferiscono dirottare le risorse destinate a questi servizi su altri capitoli; inoltre, spesso la prospettiva di riorganizzare i servizi in forma diversa e compatibile con la limitazione del contagio si è scontrata con l’assenza di dispositivi di protezione diventati introvabili;
  • le misure di sostegno: nel decreto “Cura Italia” non sono previste in specifico per il Terzo Settore e le Associazioni di volontariato, ma per la generalità delle imprese, quindi mal si adattano o esplicitamente escludono tutto il Terzo Settore non imprenditoriale e quindi le Associazioni di promozione sociale e il volontariato anch’esse obbligate a sostenere i costi fissi (sedi, ammortamenti, leasing, utenze) non potendo contare su nessun introito. Rimane comunque positiva la possibilità generalizzata di accedere agli ammortizzatori sociali per i lavoratori, aspetto importantissimo per evitare la caduta in povertà delle persone anche se non sufficiente a garantire la continuità delle organizzazioni;
  • il decreto legge n. 34 del 19 maggio 2020 (cd decreto “Rilancio”) ha dedicato numerosi interventi per il Terzo settore e le Associazioni di volontariato: a titolo puramente esemplificativo, si ricorda il credito d’imposta per i canoni di locazione degli immobili a uso non abitativo e affitto d’azienda, l’incremento del fondo Terzo Settore, il sostegno per il Terzo Settore nelle Regioni meridionali, il credito d’imposta per l’adeguamento degli ambienti di lavoro, per la sanificazione e l’acquisto di DPI, il potenziamento dei presidi sanitari;

EVIDENZIATO CHE

  • durante il periodo di emergenza sanitaria tuttora in corso le realtà del Terzo Settore e le Associazioni di volontariato hanno profuso un impegno encomiabile ed esemplare, dimostrandosi molto attive per realizzare azioni utili e concrete per fronteggiare la crisi  (preparazione e distribuzione di cibo, offerta di conforto per le persone sole), cercando di rispondere ai bisogni dei più deboli e delle persone in difficoltà ma, allo stesso tempo, quello del Terzo Settore e delle Associazioni di volontariato è stato uno dei settori più colpiti sul piano economico poichè molti dei servizi erogati, in particolare quelli alla persona, hanno subito arresti e rimodulazioni radicali, comportando perdita di introiti ed aumento dei costi;

CONSIDERATO CHE

  • con l’avvio della “fase della ripartenza”, volgendo lo sguardo al futuro prossimo, vi saranno molte persone prive di lavoro che avranno bisogno di un reddito ma anche di ricostruire un ruolo sociale: è necessario immaginare che il Terzo Settore e le Associazioni di volontariato possano, insieme alle Amministrazioni locali, animare una stagione di impegno diffuso, di operosità organizzata in cui i “destinatari di interventi” diventino invece protagonisti di centinaia di progetti di rilancio a livello territoriale;
  • riflettendo su “quale contributo” possano dare le Associazioni di volontariato, se ne possono indicare almeno quattro: 1) l’apparato di conoscenze e informazioni di prima mano che solo chi opera sul territorio e per il territorio è in grado di fornire; 2) l’assolvimento di mansioni come il rilevamento della temperatura corporea e il trasporto degli ammalati; 3) la predisposizione di vere e proprie azioni di pedagogia sanitaria e di educazione alla responsabilità intesa non tanto come imputabilità, quanto piuttosto come farsi carico del peso delle cose, del prendersi cura dell’altro; 4) la fornitura di tutti i servizi a favore delle fragilità sociali, degli anziani, degli ammalati, delle persone sole e delle persone con disabilità;
  • è fondamentale è ineludibile che anche il Comune contribuisca alla “sopravvivenza” degli attori del Terzo settore e delle Associazioni di volontariato utilizzando le leve a propria disposizione e di propria diretta e immediata competenza;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. quante siano le realtà del Terzo Settore e le Associazioni di volontariato operanti in città e che occupano strutture/spazi/immobili di proprietà comunale;
  2. quale sia l’importo incassato dalla Città (e dalle Circoscrizioni) nell’annualità 2019 derivante dai canoni per l’occupazione/utilizzo delle strutture/spazi/immobili di proprietà della Città/Circoscrizioni;
  3. quale sia l’importo dei tributi locali incassati dalla Città nell’annualità 2019 derivante dall’utilizzo delle strutture/spazi/immobili in regime di convenzione da parte di realtà del Terzo Settore e Associazioni di volontariato;
  4. quali siano le azioni studiate e realizzate dall’Amministrazione per attenuare l’impatto della crisi sia sanitaria sia economica sulle realtà del Terzo Settore e sulle Associazioni di volontariato operanti nel tessuto sociale cittadino;
  5. se l’Amministrazione sia intenzionata a riconsiderare (azzerandoli, riducendoli o almeno prorogandone i termini di scadenza) gli importi dei canoni di locazione/concessione per le strutture del Comune o delle Circoscrizioni affidate a realtà del Terzo Settore e alle Associazioni di volontariato;
  6. se l’Amministrazione sia intenzionata a ridurre o azzerare gli importi dei tributi di propria competenza per l’annualità in corso per le strutture/spazi/immobili utilizzati dalle realtà del Terzo settore e dalle Associazioni di volontariato;
  7. se, a fronte dell’impossibilità di ridurre gli importi delle convenzioni o di rinviarne il versamento e di annullare o posporre i versamenti dei tributi, l’Amministrazione intenda considerare l’opportunità di prorogare il termine di scadenza delle convenzioni in essere.

Silvio Magliano