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INTERPELLANZA – Periferie e abbandono di rifiuti: due tra i tanti talloni d’Achille dell’Amministrazione Appendino

PREMESSO CHE

– gli interni del civico 122 di via Reiss Romoli constano di due strade caratterizzate da un’alta densità di insediamenti industriali e commerciali, da cui ne consegue un frequente passaggio di dipendenti e clienti in transito spesso anche con veicoli di grandi dimensioni;

– nella medesima zona hanno sede alcune aree per la demolizione di rifiuti industriali, quali per esempio l’azienda Stramet s.r.l., dedicato alla demolizione industriale di rottami metallici e ferrosi;

– lo scrivente ha recentemente ricevuto numerose segnalazioni da parte di cittadini e di molti titolari di aziende che insistono sulla zona;

RILEVATO CHE

– è stato narrato allo scrivente che i titolari di alcune aziende hanno più volte evidenziato la questione al competente Assessorato (abbandono di ingenti rifiuti lungo la pubblica strada nei pressi delle loro attività) e pare che alcuni di essi abbiano già provveduto, a scopo deterrente e a proprie spese, ad installare impianti di videosorveglianza;

– pare inoltre che molti cittadini abbiano scaricato la app Junker e che abbiano segnalato con dovizia di particolari quanto avviene nella zona in oggetto, ma senza esito;

– nel sito internet di AMIAT, proprio con riferimento alla app Junker, viene espressamente riferito che “Gli utenti da parte loro possono inoltrare alla Città di Torino eventuali segnalazioni di degrado urbano allegando eventualmente una foto scattabile con il proprio smartphone.”;

– alla presente si allega la documentazione fotografica ricevuta;

– un’ulteriore problematica che affligge l’interno 5 del civico 122 di Reiss Romoli è la scarsa illuminazione causata da molti impianti dell’illuminazione pubblica non funzionanti;

– è stata inoltre da tempo segnalata la rilevante pericolosità dell’intero asse di via Reiss Romoli, derivante essenzialmente dalla velocità di percorrenza da parte di molti veicoli e dalla mancanza di uno spartitraffico centrale nonché di dissuasori e/o altri manufatti utili allo scopo;

CONSIDERATO CHE

– secondo quanto pubblicamente dichiarato, pare che recentemente l’Amministrazione stia provvedendo a installare alcune fototrappole proprio per dissuadere e sanzionare la cattiva e pericolosa abitudine dell’abbandono dei rifiuti (risposta dell’Assessore Unia all’interpellanza dello scrivente presentata il 22 luglio 2020, mecc. 2020 01635, sul tema delle discariche abusive presenti nel territorio cittadino);

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione intenda provvedere ad una pulizia straordinaria della zona in oggetto (via Reiss Romoli 122 interno 5);
  2. se l’Amministrazione abbia ricevuto i dati caricati e inviati dai cittadini sulla app Junker e come li abbia trattati;
  3. se e come l’Amministrazione intenda garantire pulizia, decoro e adeguata illuminazione a questa porzione di città;
  4. se l’Amministrazione possieda progetti, se sì quali, per garantire maggiore sicurezza stradale lungo l’intero asse di via Reiss Romoli, pur in considerazione delle peculiarità della strada e dei numerosi varchi, accessi, passi carrabili delle aziende.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Cosa ne sarà del Barattolo? Quali sono i progetti e le idee dell’Amministrazione a seguito delle intenzioni manifestate dalla Giunta regionale?

PREMESSO CHE

– con la delibera del Consiglio Comunale n. 112 del 4 novembre 2019 (mecc. 2019 01847) si provvedeva a sostituire integralmente il Regolamento n. 378 “Gestione dell’attività di scambio e vendita occasionale di oggetti usati”; – come riportato nel testo della delibera: “In un momento di forte crisi economica del Paese e della nostra Città, si è imposto all’attenzione un nuovo fenomeno sociale, basato sullo scambio di oggetti residuali, che presenta forti connotazioni di economia informale o circolare: è una delle risposte al disagio sociale messe in atto in particolar modo dalle fasce più deboli della popolazione, che sperano così in un miglioramento delle proprie condizioni di vita. Una opportuna regolamentazione del fenomeno, finalizzata all’inclusione sociale ed economica di soggetti in situazione di svantaggio, potrebbe rispondere alle nuove sfide poste dalle conseguenze negative della globalizzazione e della crisi ambientale. Fra queste forme innovative di economia, si distinguono le attività di scambio (cioè baratto o compravendita di modico valore) di oggetti usati che non rientrano nella categoria merceologica del cibo o dell’alimentare. Tali attività commerciali sono normalmente presenti in tutte le grandi città (spesso indicate come “mercatini delle pulci”) e rappresentano, oltre che una possibilità di reddito per operatrici e operatori, anche spazi di aggregazione, di inclusione e di attrattività turistica. A Torino, questa forma di economia era ed è molto presente. Con l’abrogazione degli articoli 121 e 124 del TULPS (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza approvato con Regio Decreto n. 773 del 18 giugno 1931), l’articolo 6, comma 1, lettera b), del D.P.R. 28 maggio 2001, n. 311, in combinato disposto con le previsioni del Decreto Legge n. 223/2006, convertito con Legge n. 248/2006 (cosiddetta Legge Bersani) ha aperto un vuoto normativo per soggetti che non posseggono la qualifica di imprenditori commerciali (vendita al dettaglio o all’ingrosso) rendendo, di fatto, impossibile l’attività per tutte quelle operatrici e per tutti quegli operatori non in grado di sostenere le spese connesse all’apertura e al mantenimento di un’attività in proprio. Con l’approvazione, nel 2006, del Regolamento 316, la Città di Torino, prima in Italia, ha avviato una sperimentazione atta a colmare tale vuoto. Il regolamento in questione istituiva le cosiddette “aree di libero scambio” e definiva le regole per le attività in esse svolte. Negli anni, le aree di libero scambio sono aumentate di pari passo al numero di addette e addetti e hanno più volte subito cambiamenti di sede. Con la crescita del fenomeno, rinforzato anche dalla crisi economica, si è avuta, da un lato, l’estensione dello stesso ad altre fasce di marginalità sociale, e dall’altro, la comparsa di fenomeni di abusivismo e illegalità. Con deliberazione del 25 ottobre 2016 (mecc. 2016 04809/070), la Giunta Comunale ha dato avvio ad un processo di revisione delle modalità di gestione delle attività di libero scambio sul territorio cittadino in una prospettiva di inserimento delle stesse nell’ambito delle azioni di lotta alla povertà e di esclusione sociale. Gli uffici della Città hanno pertanto svolto un’analisi accurata della progettualità, al termine della quale si intende operare con una decisa modifica dell’approccio al tema. 2019 01847/096 3 Con deliberazione del 29 maggio 2017 (mecc. 2017 00547/048), esecutiva dal 12 giugno 2017, il Consiglio Comunale ha approvato il regolamento “Gestione dell’attività di scambio e vendita occasionale di oggetti usati” n. 378. Nella nuova “visione”, con le attività di “Barattolo”, la Città si è proposta, da un lato, di utilizzare tutti gli strumenti necessari a promuovere dispositivi di lotta alle nuove povertà (tra i quali, appunto, il libero scambio) ed a contrastare i processi di esclusione, parimenti incentivando quelli di inclusione e dall’altro, di valorizzare i luoghi e il contesto che ospiterà le suddette attività, ed infine, ma non ultimo, eliminare l’alone di illegalità ed abusivismo che caratterizzavano le esperienze del recente passato. A tal fine, le attività denominate “Barattolo” sono state inserite in un contesto complessivo che prevede, oltre alla gestione della manifestazione, anche la promozione da parte della Città di rapporti di collaborazione con le realtà del territorio, in particolare con quelle Associazioni (senza fini di lucro) che hanno nel proprio statuto la valorizzazione dei rapporti sociali e solidali, al fine di favorire percorsi di inclusione e di contrasto alla povertà e alla marginalità sociale, il recupero e il riuso degli oggetti, sviluppando un circuito virtuoso di economia circolare e solidale. I temi su cui l’Amministrazione ha scelto di concentrarsi provando a dare una nuova risposta, incidono principalmente sulla scelta degli operatori, i beni scambiati e l’organizzazione delle attività muovendosi nel solco di tre direttrici principali che definiscono le attività di libero scambio: recupero e riciclo dei beni invenduti nell’ottica della sostenibilità ambientale, rigenerazione del territorio e maggiore regolamentazione delle attività. Tuttavia, lo stesso regolamento n. 378 ha mostrato esigenze di adattamento dettate dall’estrema variabilità delle condizioni sociali ed economiche degli ultimi anni con lo scivolamento di fasce ampie della popolazione verso situazioni di marginalità rendendo necessario adattare lo strumento regolamentare alle nuove istanze. In particolare, è emersa l’esigenza per un verso, di aumentare la quota della raccolta, con la conseguente ricaduta positiva sull’impatto ambientale, e per l’altro promuovere un ulteriore miglioramento nella gestione del fenomeno, soprattutto per quanto riguarda la semplificazione delle procedure amministrative ed organizzative allo scopo di aumentare la scorrevolezza, la trasparenza e la sicurezza del sistema. Per quanto riguarda il tema del recupero e della raccolta differenziata, si sottolinea l’importante dimensione ambientale del progetto, che nel corso degli anni ha visto da un lato il progressivo aumento della differenziazione e del riuso dei materiali e dall’altro una costante diminuzione del conferimento dei rifiuti in discarica. Sotto l’aspetto della sicurezza, è previsto che ulteriori compiti di vigilanza e segnalazione siano attribuiti al gestore che dovrà segnalare agli organi istituzionali preposti ogni violazione del presente regolamento.”;

RILEVATO CHE

– nel mese di ottobre 2020 l’Assessore regionale alla Sicurezza ha avuto modo di annunciare l’intenzione di chiudere l’esperienza del Barattolo; – la dichiarazione ha avuto ampissima diffusione sugli organi di informazione; – con l’ordine del giorno n. 3 presentato in data 22 luglio 2019, discusso e approvato in Consiglio regionale nella seduta del 1° agosto 2019, è stata richiesta la modifica della D.G.R. n. 12-6830 del 11 maggio 2018 impegnando la Giunta regionale a eliminare la lettera b), punto 1.2, punto 1, Capo I dell’Allegato A alla D.G.R. n. 12-6830/2018, in considerazione dei “gravi fenomeni di degrado e disagio sociale, con particolare riferimento a vendita di merce di dubbia provenienza oppure contraffatta o ancora alimentari privi del rispetto di qualsivoglia norma igienico sanitaria”, “del profondo disagio vissuto dai quartieri – dove si localizzano tali eventi – per la permanenza di un mercato autorizzato, o comunque tollerato anche quando non autorizzato, […] ma al di fuori di ogni controllo e disciplina normativa” e di episodi di violenza verificatesi durante lo svolgimento di tali manifestazioni.; – con la deliberazione della Giunta regionale n. 28-2218 del 6 novembre 2020 si stabiliva “in ottemperanza all’ordine del giorno del Consiglio regionale n. 3 del 22 luglio 2019, di eliminare la lettera b), punto 1.2, punto 1, Capo I dell’Allegato A alla D.G.R. n. 12-6830 del 11 maggio 2018 recante “Art. 11 quinquies, comma 3 della L.R. 28/1999 s.m.i.. Criteri per lo svolgimento dell’attività di vendita occasionale nei mercatini aventi quale specializzazione il collezionismo, l’usato, l’antiquariato e l’oggettistica varia”; si decideva inoltre “che tale disposizione troverà applicazione a partire dal 23 novembre 2020.”; – con successivo provvedimento del 18 novembre 2020, deliberazione della Giunta reginale n. 2­2301, al fine di garantire una maggiore efficacia del precedente provvedimento, si stabiliva che, nelle more della convocazione del Tavolo della sicurezza sul tema, venivano sospesi gli effetti della deliberazione n. 28-2218 del 6 novembre 2020;

CONSIDERATO CHE

  • l’Amministrazione comunale ha recentemente approvato misure per una nuova regolamentazione del mercato di libero scambio e che, successivamente, l’area di via Carcano è stata interessata da rilevanti interventi di adeguamento e miglioramento (a carico del bilancio pubblico) al fine di ospitare il Barattolo anche nella giornata del sabato;
  • è estremamente probabile che il tema della cancellazione del Barattolo venga riattivato e ripreso da alcune forze politiche in vista della prossima campagna elettorale;

INTERPELLA

Il  Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se e come l’Amministrazione stia operando per farsi trovare pronta qualora dovesse mutare lo scenario legislativo regionale in tema di mercatini e libero scambio;
  2. se l’Amministrazione intenda alleviare il peso gravante da tempo sulla Circoscrizione VII, prevedendo la periodica rotazione su tutte le Circoscrizioni cittadine del Barattolo;
  3. se l’Amministrazione stia valutando nuove modalità per la gestione del Barattolo e, se sì, quali.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Maggiore attenzione dell’Amministrazione per il personale tecnico e per le giuste progressioni di carriera

PREMESSO CHE

– con un accordo sindacale dell’anno 2009 si conveniva di attivare entro il mese di giugno (per concluderle entro la primavera dell’anno 2010) tre procedure concorsuali per le categorie B, C e D con riserva di posti al 50% (rispettivamente per 10, 20 e 20 unità), con l’intesa, espletate le procedure, di estenderle constatata la situazione dell’organico;

– con la Determinazione n. 1205 del 16 luglio 2009 del Direttore del Servizio Centrale Risorse Umane, in applicazione dell’Accordo sindacale del 9 luglio 2009, veniva indetta una procedura di progressione verticale per 10 posti nel profilo specifico di Responsabile Tecnico (profilo di riferimento direttivo) cat. D1. Erano indette analoghe progressioni anche per le categorie C1 e B1;

– con l’accordo sindacale del 29 settembre 2010 si richiamava la necessità di non dare atto alla prevista preselezione poiché il numero dei partecipanti era di circa 200 e si stabiliva che la selezione si sarebbe svolta tra i mesi di novembre e dicembre 2010, per poi procedere alle assunzioni;

– nella graduatoria finale risultavano idonei 128 lavoratori su 205 partecipanti: inseriti utilmente in graduatoria, come da bando, 101 lavoratori, ne venivano effettivamente assunti (in due date distinte) solo 40 + 5;

– parallelamente, la selezione relativa alla progressione verticale per i profili amministrativi, svolta nel mese di luglio, vedeva assumere tutti i 100 lavoratori inseriti utilmente in graduatoria;

– in data 29 dicembre 2010 i lavoratori richiedevano l’estensione della graduatoria a tutti i 128 classificati idonei, avendo un punteggio superiore a 36 (come richiesto dal bando);

– con una richiesta sindacale del 23 marzo 2011, che faceva propria la precedente istanza dei lavoratori, si ribadiva la richiesta di estendere la graduatoria a tutti i 128 classificati come idonei;

– l’Assessore al Personale rimandava agli uffici dell’Avvocatura comunale l’istanza del possibile allargamento delle graduatorie;

– nel giugno 2011 i lavoratori rinnovavano, questa volta alla nuova Amministrazione, la richiesta di estensione della graduatoria a tutti i 128 classificati idonei;

– il Direttore Generale, in attuazione dell’accordo sindacale del 23 settembre 2011, si impegnava a proporre alla nuova Amministrazione, entro l’anno corrente, 20 progressioni verticali;

– il 25 febbraio 2013 una nuova richiesta sindacale, che faceva propria l’istanza dei lavoratori, chiedeva di estendere la graduatoria a tutti i 128 classificati;

– la richiesta di allargamento della graduatoria dei lavoratori fu rivolta nel 2013 al Difensore Civico della Provincia di Torino e al Difensore Civico della Regione Piemonte;

– in data 10 giugno 2013 l’Amministrazione affermava il diniego all’allargamento della graduatoria per l’impossibilità di modificare retroattivamente i bandi, specificando che in tema di scorrimento delle graduatorie approvate si sarebbe richiesto un parere alla Funzione Pubblica (veniva citato un parere del Ministero dell’Interno che interpretava negativamente l’ulteriore scorrimento);

– con successivi provvedimenti normativi veniva estesa la validità delle graduatorie approvate, compresa quella delle progressioni verticali, dall’anno 2013 all’anno 2019;

CONSIDERATO CHE

– il concorso bandito nel novembre 2019 per 10 posti da Responsabile Tecnico cat. D, rivolto a Ingegneri e Architetti, con una riserva di posti al 50% per i dipendenti comunali, ne ha però escluso una buona parte avendo richiesto obbligatoriamente l’appartenenza ad una specifica classe di laurea e l’abilitazione professionale (titolo che peraltro parrebbe posseduto da una minoranza degli attuali funzionari in PO e Dirigenti);

– gli esiti di tale selezione, pubblicati nel dicembre 2020, sono stati i seguenti: solo 9 candidati hanno ottenuto la sufficienza alla prova scritta, alla prova orale sono stati giudicati tutti idonei ma 2 hanno rinunciato al posto con il risultato che sono stati assunti 7 Responsabili Tecnici di cui 4 interni;

– i lavoratori temono che il concorso bandito nel novembre 2019 per 4 posti da Responsabile Tecnico cat. D, specializzazione in verde pubblico, rivolto ad Agronomi e Forestali e laureati in Scienze Naturali, con una riserva di posti al 50%, non richiedendo l’abilitazione professionale, al contrario della selezione per Ingegneri ed Architetti, attualmente sospeso per l’emergenza pandemica, possa conoscere la medesima sorte, in termini di risultato, dei colleghi tecnici che hanno già affrontato la prova e che si possa formare una graduatoria troppo ristretta o che gli idonei interni risulteranno in numero esiguo;

– la cosiddetta norma “Quota 100”, che consente il pensionamento anticipato rispetto alla cosiddetta Legge “Fornero”, ha portato e porterà, nel corso del 2021, ultimo anno di validità di tale agevolazione, il pensionamento di un grande numero di dipendenti comunali, la maggior parte collocati nelle categorie economiche più alte, determinando così forti risparmi per l’Amministrazione ma, allo stesso tempo, numerose carenze di organico;

– l’approvazione del piano europeo denominato “NEXT GENERATION EU” porterà ingenti risorse a favore delle Amministrazioni Pubbliche; comporterà, altresì, l’elaborazione e la realizzazione di un numero ingente di progetti che solo un comparto tecnico adeguatamente dimensionato in termini numerici, di ruoli e categoria, potrà realizzare garantendo all’Amministrazione la possibilità di utilizzare i fondi a vantaggio dei cittadini e del tessuto urbano;

– con una mozione di accompagnamento al DUP 2020-2022 il Consiglio Comunale aveva approvato di effettuare nel corso del 2020, ai sensi della legge Madia, una selezione per le progressioni verticali per il Comparto Tecnico;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

1. se la selezione bandita nel novembre 2019 per 4 posti da Responsabile Tecnico cat. D, specializzazione in verde pubblico, rivolta ad Agronomi e Forestali e laureati in Scienze Naturali, attualmente sospesa per l’emergenza Covid-19, prevederà la formazione di una graduatoria di idonei e se si possa già prevedere un futuro scorrimento con relative assunzioni;

2. se l’Amministrazione, per ovviare alle carenze di organico attuali e di prossimo futuro (a causa delle collocazioni in quiescenza), preveda di organizzare un bando per la progressione verticale interna per Responsabile Tecnico (cat. D) e Istruttore Tecnico (cat. C) che tenga conto, con un adeguato punteggio da assegnare, dell’anzianità complessiva maturata all’interno dell’Ente, dei titoli posseduti ed eventualmente conseguiti anche successivamente all’ingresso nell’Ente e che possa valutare i candidati non solo in funzione delle loro conoscenze giuridiche ma anche i base agli specifici requisiti di competenza tecnica.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Le ferite di Aurora continuano a sanguinare in Lungo Dora Napoli e nelle zone adiacenti

RICORDATO CHE

– con precedenti atti consiliari (interpellanze, quali ad esempio la mecc. 2018 03419 del 1° agosto 2018 e la mecc. 2019 00716 del 26 febbraio 2019, richieste di informazioni rivolte agli uffici e segnalazioni alla Polizia Municipale) lo scrivente ha provato a focalizzare l’attenzione dell’Amministrazione sulla triste situazione di degrado urbano e sociale che avvolgeva il tratto di Lungo Dora Napoli compreso tra via Cigna e corso Vercelli (ponte Carpanini) e le zone limitrofe;

– era stato segnalato il fatto che, con frequenza quotidiana, decine di individui stazionassero sui parapetti del Lungo Dora in orario postprandiale ivi permanendo fino a notte fonda: l’unica attività svolta consisteva nel consumo di vino, birre e altre bevande alcoliche, completando indegnamente la loro occupazione declinando la Città secondo i loro comodi e, nello specifico, in funzione di gabinetto o latrina a cielo aperto;

– per quanto riguarda i rifiuti – evidentemente ritenendo poco funzionali le campane per la raccolta del vetro e gli altri cassonetti – codesti bevitori sceglievano di utilizzare le sponde e il letto della Dora Riparia in funzione di raccoglitore per i rifiuti;

– gli effetti di tali “attività” alcoliche si riverberavano ineludibilmente e negativamente sull’ambiente circostante oltre a causare danni diretti e indiretti alle attività commerciali limitrofe;

– sovente i passanti erano presi a male parole da tali bevitori, quando addirittura tali affronti non sfociavano in comportamenti deteriori;

– era inoltre stato evidenziato come lungo la sponda nord fossero quotidianamente presenti molti spacciatori e tossicodipendenti che si spostavano nel declivio degradante verso il fiume per completare le operazioni di compravendita e di consumo degli stupefacenti;

– erano decine i tossicodipendenti di ogni età che acquistavano le dosi e le consumavano senza inibizioni a ridosso del passaggio pedonale e veicolare, lasciando siringhe e fazzoletti insanguinati ovunque e sovente gettandoli tra i flutti della Dora;

– frequenti erano i “bivacchi”, conseguenti all’assunzione degli stupefacenti, che avvenivano sulle panchine e negli spazi verdi;

– si segnalava che un buon numero di spacciatori erano soliti stazionare sulla balconata del ponte Carpanini e si spostavano solo per raggiungere i loro clienti;

– con una richiesta inviata via mail ai competenti uffici comunali nel dicembre 2019 erano stati chiesti aggiornamenti in merito al collegamento della pista ciclabile tra corso Vercelli e il Lungo Dora: lo staff dell’Assessore alle Infrastrutture e Mobilità rispondeva sostenendo che “La connessione non è stata realizzata per mancanza di risorse sufficienti a realizzare tutto il tratto.”;

– con mail inviate nel corso del lockdown della scorsa primavera, a seguito di segnalazioni ricevute da molti residenti, si provvedeva a segnalare alla Polizia Municipale alcuni comportamenti contrari alla normativa del periodo (attività commerciali e bar aperti o comunque aperti oltre il limite orario, assembramenti sia all’esterno sia all’interno) e potenzialmente pericolosi per la collettività;

– con ulteriori segnalazioni ai competenti uffici comunali era stata riferita e documentata con fotografie (ricevute dai cittadini) l’abitudine di qualcuno di abbandonare lungo le sponde del fiume i detriti e i calcinacci derivanti da piccole ristrutturazioni edilizie interne;

RILEVATO CHE

– molti cittadini hanno contattato lo scrivente per segnalare che la situazione di intenso degrado, declinata in ciascuno dei termini sopra ricordati, permane a tutt’oggi e non conosce particolare regressione nonostante il periodo pandemico e i relativi provvedimenti in vigore;

CONSIDERATO CHE

– la Polizia Municipale possiede specifiche competenze, tra le altre, in materia di contrasto al degrado urbano, a favore della tutela della convivenza civile, in tema di polizia amministrativa nonché di intervento immediato in caso di flagranza di reato;

– non si comprende se e come l’Amministrazione stia intervenendo per porre rimedio alle molte “ferite sanguinanti” di Aurora;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. quali e quanti siano gli interventi della Polizia Municipale nell’ultimo anno per contrastare il degrado urbano nel quartiere Aurora e quali i risultati conseguiti;
  2. in quali sedi istituzionali l’Amministrazione abbia collaborato con le Istituzioni dello Stato per evidenziare i molteplici sfregi patiti dal quartiere Aurora, se si ritengano soddisfacenti gli esiti e se l’Amministrazione riesca ad incrementare il proprio impegno;
  3. come intenda intervenire l’Amministrazione per contrastare il dilagante fenomeno dello spaccio e del consumo di stupefacenti in Lungo Dora Napoli e zone adiacenti;
  4. se l’Amministrazione abbia proseguito a monitorare il fenomeno dell’abbandono di rifiuti lungo le sponde/scarpate del fiume e se siano stati individuati i responsabili;
  5. se e quali altri provvedimenti siano stati assunti dall’Amministrazione per garantire sicurezza, legalità e una buona qualità degli spazi pubblici ai cittadini di Aurora.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Un bel progetto di riqualificazione e rivitalizzazione della monorotaia di Italia ’61

PREMESSO CHE

  • ‘Expo 1961 si svolse a Torino e venne organizzata per celebrare il centenario dell’Unità d’Italia;
  • per l’occasione venne interamente costruito un quartiere di Torino, in zona sud, in un’area bonificata sulle rive del fiume Po (quartiere Nizza Millefonti);
  • l’esposizione richiamò più di quattro milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo;
  • fu notevolmente migliorata l’illuminazione pubblica della città e della zona ospitante l’area espositiva grazie ai moderni impianti progettati da Guido Chiarelli;
  • importantissimi i palazzi costruiti per l’occasione: tra di essi vale certamente la pena di ricordare il Palazzo del Lavoro e il Palazzo a Vela;
  • molte furono le attrazioni realizzate: le principali furono la monorotaia ALWEG, il Circarama, sistema di proiezione cinematografica a 360 gradi della Walt Disney, l’ovovia che collegava in modo spettacolare, passando sopra il Po, il Parco del Valentino con il Parco Europa;

RILEVATO CHE

  • buona parte dei manufatti realizzati più di sessanta anni fa hanno successivamente ricevuto una scarsa manutenzione, incapace di preservare i beni nella loro estetica e nella loro funzionalità, e da tempo essi giacciono dipingendo di un tetro degrado la porta sud-est della città;
  • con riferimento al Palazzo del Lavoro vale la pena di ricordare che venne edificato su progetto dall’ingegnere Pier Luigi Nervi, con la collaborazione dell’architetto Gio Ponti e di Gino Covre. Fu notevole esempio di struttura espositiva per dimensioni e innovazione tecnologica: l’edificio si distinse per le caratteristiche dimensionali e progettuali all’avanguardia. In seguito, fu utilizzato per ospitare eventi fieristici, mostre, esposizioni internazionali e, fino alla metà degli anni Ottanta, alcuni uffici del centro internazionale Bureau International du Travail – BIT (Agenzia delle Nazioni Unite). Fino al 2008 ospitò anche una sezione distaccata della Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Torino, più una parte di sedi didattiche di un consorzio per le specializzazioni post-diploma. Dal 2009 fu occupato da sporadiche attività commerciali, tra cui anche una discoteca, successivamente è stato nuovamente abbandonato. Da allora, le sue condizioni sono fortemente degradate a tal punto da interrogarsi su un possibile riutilizzo in futuro. Nel corso dell’anno 2015 è stato teatro di alcuni incendi dolosi. Il 17 agosto 2020 è stata comunicata l’acquisizione della proprietà dell’edificio da parte dello Stato mediante la Cassa Depositi e Prestiti;
  • con riferimento alla monorotaia, essa si estendeva per circa 1800 metri su un tracciato sopraelevato, costituito da un binario in calcestruzzo armato e sostenuto da piloni tronco-piramidali rovesci anch’essi in calcestruzzo armato. Il binario sosteneva, guidava e alimentava elettricamente, mediante bandelle metalliche poste sui fianchi del viadotto, il treno ALWEG. Le due stazioni, poste all’inizio e alla fine del tracciato, erano costituite da piattaforme sopraelevate che permettevano ai passeggeri l’accesso alla monorotaia. Il tracciato si sviluppava quasi interamente in linea retta ad eccezione di un tratto in cui, con un’ampia curva, attraversava un laghetto artificiale. L’avveniristico convoglio ALWEG era composto da tre tronconi e da casse di testa dotate di cabine panoramiche di forma arrotondata. Il treno era lungo 30 m, largo 3 m e alto 4,5 m. L’infrastruttura venne smantellata ad inizio degli anni Settanta e, in progresso di tempo, ciò che ne residuava è stato depredato, violato e bersagliato da roghi e dal degrado. In occasione dei XX Giochi Olimpici invernali la stazione Nord è stata demolita e riconvertita in Casa UGI. La stazione Sud, invece, ad oggi continua a versare nel più desolante e malinconico stato di abbandono e decadimento;

CONSIDERATO CHE

  • come reso noto da alcuni organi di stampa e come sopra riportato, recentemente Cassa Depositi e Prestiti è divenuta unico proprietario del Palazzo del Lavoro;
  • pare auspicabile che l’acquisto da parte di CDDPP del Palazzo del Lavoro possa fungere da primo passo per l’avvio di un’ampia e approfondita riqualificazione dell’intera area comprendente, oltre al Palazzo del Lavoro, anche la stazione Sud e ciò che resta della monorotaia ALWEG, il laghetto e il Palazzo a Vela;
  • come riportato nell’edizione del 7 dicembre 2020 di “TORINO CRONACA QUI”, l’ingegnere Luca Saverio Valzano, ha sviluppato e reso pubblico un bel progetto che, prendendo spunto dalla High Line di New York, prevede “la creazione di un collegamento aereo tra il parcheggio del Palazzo a Vela e il nuovo Palazzo del Lavoro, sfruttando ciò che resta del percorso della vecchia monorotaia”. Come dichiarato dall’ingegnere Valzano: “Il progetto consiste nel recupero e nella rifunzionalizzazione di ciò che rimane dell’infrastruttura (della stazione Sud e del tracciato della monorotaia, nda) e nella realizzazione di un ampliamento e di una copertura a protezione della piattaforma d’imbarco che prevede la trasformazione del binario sopraelevato in una passeggiata aerea. Tale camminamento sopraelevato potrebbe connettersi direttamente al Palazzo del Lavoro, collegando l’edificio con il parcheggio del Palavela ed essere una via di accesso molto suggestiva.”;
  • come riferito dall’ingegnere Valzano, la riqualificazione della stazione Sud potrebbe ospitare nuove funzioni di pubblica utilità. Al piano terra la realizzazione di una caffetteria fornirebbe all’area verde circostante un servizio attualmente non presente e, presidiando il luogo, contribuirebbe alla pubblica sicurezza e al contrasto del degrado. Al piano sopraelevato della nuova costruzione potrebbe trovare posto uno spazio polivalente per attività socio-culturali, dotato di dispositivi multimediali attraverso cui divulgare contenuti relativi all’Esposizione Italia ’61 al fine di evocarne la storia e valorizzarne l’eredità culturale. Il recupero della struttura (stazione Sud e binario della monorotaia) potrebbe essere occasione attraverso cui applicare tecnologie innovative di recente concezione, basate sui principi della sostenibilità, al fine di dare vita ad un’architettura tecnologicamente all’avanguardia, in grado di dialogare con il proprio contesto ambientale e di mettere in atto comportamenti adattivi. Questo approccio conferirebbe un alto valore aggiunto all’intervento che diverrebbe un riferimento capace di incarnare gli stessi valori simbolici legati al progresso tecnico-scientifico promossi dall’Esposizione Italia ’61;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. quali siano i progetti della Città per l’area in oggetto;
  2. se l’Amministrazione abbia avviato le opportune interlocuzioni sia con soggetti del territorio (ad esempio, la Circoscrizione) sia con Cassa Depositi e Prestiti e a quali risultati si sia pervenuti;
  3. se l’Amministrazione intenda fare tesoro del progetto proposto dall’ingegnere Valzano, coniugandolo con un più ampio progetto di riqualificazione complessiva dell’area, e se intenda audire il professionista per i necessari approfondimenti.

Silvio Magliano