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Biciclette contromano e tutela dei pedoni: se ne parla mercoledì mattina in II Commissione; prima di tutto la sicurezza, non gli slogan

Purtroppo non ci è dato sapere quanti incidenti coinvolgano pedoni e ciclisti a Torino, né è ancora chiaro se alle biciclette sarà concesso di percorrere contromano le vie cittadine e quali: proprio alla vigilia dell’European Mobility Week, dal 16 al 22 settembre con iniziative per i giovani, in particolare, e per la cittadinanza, in generale, in cui la mobilità in bicicletta farà la parte del leone, la “ciclizzazione” della città pone ancora parecchi interrogativi irrisolti, tanto sulla sicurezza quanto sulla programmazione.

Per quanto concerne l’idea di far percorrere alcune vie contromano alle biciclette, dimentichiamo che in altre città dove l’esperienza ha avuto successo vigeva una cultura della bici ben più radicata e antica, soprattutto trascuriamo lo stato veramente indecente di molte delle nostre strade: percorrere in contromano una via, specie se stretta come alcune vie del centro, zigzagando per evitare le buche e i tombini, senza finire sotto un’auto o investire un ciclista penso sia un’impresa troppo difficile sia per gli utenti delle due ruote sia per gli automobilisti. Allo stesso modo ci sono delle vie ove la convivenza tra bici e pedoni è ancora difficile, penso a via Garibaldi o via Lagrange, così come la rete ciclabile necessita ancora di migliorie e razionalizzazioni, penso ai casi di piste ciclabili che finiscono nel nulla, come in via Bertola, o ancora tracciati pericolosi come quello di piazza Statuto o, infine, alle difficoltà nel sanzionare comportamenti indisciplinati, specialmente nelle strade dove ci sono le rotaie del tram, o ancora all’impossibilità di portare la bici sui mezzi pubblici. Per non parlare, ovviamente, dell’annosa questione delle biciclette sotto i portici o sui marciapiede, comportamento abbastanza frequente a Torino e foriero di rischi per ciclisti e pedoni.

Prima di perseguire in modo sistematico l’utilizzo delle biciclette è necessario garantire la possibilità di muoversi in sicurezza, per tutti, anche per i pedoni, spesso vittime silenziose dell’indisciplina di chi utilizza le due e le quattro ruote, e predisporre opportunamente controlli e sanzioni, come succedeva anni fa, quando i “civich” richiamavano e, eventualmente, multavano i comportamenti non corretti. Siamo un Paese dove non si brilla per educazione civica, dove il rispetto delle norme e del codice della strada non è nel dna: prima di importare abitudini da altri paesi, dove la cultura della bicicletta, del rispetto delle regole e anche la densità di bici rispetto alle auto sono del tutto diverse, è opportuno prima garantire che questa azione possa essere compiuta in sicurezza. Credo che a Torino si possa e si debba applicare l’invito alla prudenza del Ministro Maurizio Lupi.

Speriamo che l’European Mobility Week sia un invito non soltanto alla riflessione per i cittadini, ma anche alla programmazione per questa Giunta che troppo spesso naviga a vista tra una crisi e uno slogan.