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Autore: Redazione sito

INTERPELLANZA – Dalla pista di pattinaggio di via Palatucci al panorama degli impianti cittadini, passando per la pista di piazza Zara: qual è il progetto dell’Amministrazione per favorire la libera pratica degli sport rotellistici?

PREMESSO CHE

– avendo ricevuto numerose segnalazioni in merito, lo scrivente in data 14 aprile 2021 ha desiderato presentare un’interpellanza (n. 200-2021) avente ad oggetto lo stato della piastra attrezzata per praticare liberamente attività sportiva con skate, pattini a rotelle e in linea, monopattini e bici bmx presente in piazza Zara (corso Sicilia 50) e, nello specifico, la generale condizione di pessimo stato di conservazione dell’impianto, degrado e scarsissima manutenzione;

– l’impianto, nato come piastra per il pattinaggio e successivamente adattato a skate park, risultava caratterizzato da pavimentazione fortemente sconnessa e ammalorata (piastrelle rotte, divelte e mancanti e talvolta rattoppate con colate di cemento, altrettanto pericolose), dalla presenza di spigoli vivi, gradini e scalini, da paratie divelte e pertanto potenzialmente molto pericolose, da strutture (rampe) fatiscenti e non in condizioni di sicurezza, dalla mancanza del cancelletto di accesso, da un’evidente sporcizia, da una carenza di interventi manutentivi e anche la situazione di contorno alla piastra descriveva una situazione di scarsa manutenzione (alberi, erba e panchine) e di generale incuria e sporcizia;

– nel corso della risposta formulata in Aula in data 24 maggio 2021 dall’Assessore Giusta si parlava, tra l’altro, di una gestione dell’impianto di piazza Zara mediante l’istituto del Patto di Collaborazione;

RILEVATO CHE

– sulla scorta dell’interesse manifestato dallo scrivente per la situazione di una pista di pattinaggio cittadina a libera fruizione (e dell’interpellanza n. 200-2021, sopra citata) lo scrivente ha ricevuto segnalazioni da parte dei cittadini residenti a Mirafiori Sud che hanno avuto ad oggetto lo stato della pista di via Palatucci;

– in questo caso i cittadini hanno segnalato che la pista, costruita 40 anni fa, presenta dei dislivelli, causati dalle radici degli alberi che sono accanto alla pista, oltre ad altre carenze dal punto di vista manutentivo e di sicurezza;

CONSIDERATO CHE

– appare a questo punto utile fare un focus sulla situazione di manutenzione, sicurezza e gestione di tutte le piste di pattinaggio (rotelliere, skate park, ecc…), a libera fruizione, presenti nel territorio cittadino;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per  sapere:

  1. di chi sia la competenza per la manutenzione della pista di via Palatucci, se siano previsti interventi e quando  si intenda realizzarli;
  2. se sussista una particolare modalità gestionale per la pista di via Palatucci (ad esempio, un Patto di Collaborazione come per l’impianto di piazza Zara) e, in caso affermativo, quali i caratteri essenziali;
  3. quante siano le piste di pattinaggio (rotelliere, skate park, ecc.), a libera fruizione, presenti nell’intero territorio cittadino;
  4. da chi siano gestite tutte le piste cittadine, a chi competano gli interventi di periodica manutenzione e quale sia la situazione proprio sotto questo ultimo aspetto;
  5. se esista un progetto dell’Amministrazione per l’istituzione di un tavolo tecnico al fine di programmare una gestione degli impianti di pattinaggio a livello centrale e/o in collaborazione con la competente federazione riconosciuta dal CONI, in tal modo potendo garantire alti standard di efficienza degli impianti, eventualmente utilizzabili anche per allenamenti e corsi didattici;
  6. se sia in previsione un piano di potenziamento strategico di questi impianti, precisandone la destinazione ad uso sportivo “specifico” (vietando di praticare sport differenti) e prevedendo adeguata illuminazione notturna (peraltro se gli impianti potessero essere utilizzati anche la sera ciò fungerebbe da deterrente contro il degrado urbano: la presenza e il movimento di cittadini sportivi tiene lontani pusher, droga, alcool e teppisti pronti a compiere saccheggi e vandalizzazioni di opere pubbliche quando le aree sono deserte).

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Toh, che torèt!

RILEVATO E CONSIDERATO CHE

– come riportato da numerosi organi d’informazione, il giovane artista napoletano Nicola Russo (che vive a Torino da diversi anni e che può essere quindi considerato un torinese d’adozione) ha recentemente realizzato tre torèt giganti, lucentissimi e di color verde bottiglia;

– i torèt (in città sono circa 800 ed esistono da fine Ottocento) sono le iconiche fontanelle verdi a forma di stele da cui sporge una testa taurina: sono un simbolo della città, icone che identificano in modo inequivocabile il capoluogo subalpino (i torèt sono infatti un’esclusiva tutta torinese);

– i torèt giganti di Russo, che nella parte superiore della scultura ripropongono fedelmente il profilo classico delle amatissime fontanelle verdi, non gettano acqua, ma un ideale fluido augurale di rinascita, dopo la devastante pandemia (che peraltro non è ancora vinta e continua a sferzare micidiali colpi di coda con le sue varianti subdole e perniciose);

– si tratta di tre installazioni simbolo della volontà di rinascita della città dopo un periodo di grave crisi: le tre opere sono installate in piazzale Valdo Fusi, via Lagrange 31 e piazza Arbarello;

– come riportato da artribune.com, nei prossimi mesi verranno messe all’asta alcune riproduzioni di dimensioni più ridotte e il 20 % del ricavato sarà devoluto alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro;

– le tre sculture (quella di Piazza Valdo Fusi è stata inaugurata dalla Sindaca Chiara Appendino, al fianco dell’artista, il 23 giugno scorso) sono fontane metaforiche, da cui sgorga l’acqua impalpabile della speranza, capace di generare nuove energie di rinascita dopo l’epidemia del Covid;

– come prevedibile, le installazioni non hanno incontrato né la condivisione della communis opinio né ricevuto un apprezzamento plebiscitario, ma hanno raccolto critiche anche aspre sia per la loro collocazione sia per la scelta artistica in sé;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. a quale concorso di idee o altra iniziativa dell’Amministrazione abbia corrisposto il progetto (TOH) dell’artista Nicola Russo;
  2. se il concorso di idee (o altra iniziativa) dell’Amministrazione sia stato preventivamente illustrato al Consiglio Comunale nella competente sede della Commissione Cultura;
  3. se e quando il progetto dell’artista Nicola Russo sia stato preventivamente presentato al Consiglio Comunale, nella sede della Commissione Cultura, e se esso sia stato valutato da un’apposita Commissione tecnica comunale interdivisionale (composta da Dirigenti e Funzionari comunali in servizio presso le Divisioni coinvolte per materia);
  4. quali altri progetti (e di quali artisti) siano stati presentati all’Amministrazione e valutati;
  5. con quale/i atti (deliberazioni, determine o altro) la Civica Amministrazione abbia accompagnato l’iter per l’affidamento dei lavori all’artista Nicola Russo e, successivamente, abbia autorizzato la collocazione su suolo pubblico delle tre opere dell’artista Nicola Russo;
  6. se siano previsti oneri finanziari a carico del bilancio cittadino;
  7. se saranno messe all’asta anche le tre opere installate in pubblico o solo le loro riproduzioni;
  8. se sia confermata la percentuale del 20 % (del ricavato derivante dalle vendite all’asta delle opere) devoluta alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro e quale sia la destinazione del restante 80 %.

Silvio Magliano

Torèt Toh esposti in centro a Torino: questa Giunta ha scrupolosamente seguito procedure e iter?

Si discuterà lunedì in Consiglio Comunale la mia interpellanza sul tema delle tre installazioni dell’artista Nicola Russo: l’estetica dei tre “maxi Torèt” non ha convinto molti torinesi.

I nuovi “Torèt Toh” sono coerenti con il contesto urbanistico e architettonico della nostra città? Sono compatibili con la tradizione torinese? Sono, in una parola, belli? Queste sono domande che hanno a che fare con i gusti di ciascuno. Ogni cittadino può dare la propria risposta.

A quale concorso di idee o altra analoga iniziativa corrisponde il progetto “Toh” dell’artista Nicola Russo? Il concorso è stato presentato in Commissione Cultura? Un’apposita Commissione tecnica comunale ha valutato il progetto? Le opere di quali altri artisti sono state valutate insieme ai “Torèt Toh”, essendo giudicate meno meritevoli di questi ultimi? Queste domande hanno invece a che fare con la corretta e utile amministrazione della Città: le rivolgerò alla Giunta, con un’interpellanza, lunedì in Consiglio Comunale alle ore 12.00.

Chiederò inoltre all’Assessore competente quali deliberazioni, determine o altri atti abbiano accompagnato l’iter per l’affidamento dei lavori all’artista Nicola Russo e con quali atti sia stata autorizzata la collocazione su suolo pubblico delle tre opere. Chiederò se siano previsti oneri finanziari a carico del bilancio cittadino, se saranno messe all’asta anche le tre opere installate in pubblico o solo le loro riproduzioni, se sia confermata la percentuale del 20% del ricavato derivante dalle vendite all’asta delle opere devoluta alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro e quale sia la destinazione del restante 80%.

I Torèt Toh sono attualmente esposti in piazzale Valdo Fusi, in via Lagrange e in piazza Arbarello a Torino. Le tre opere intendono rappresentare, secondo il loro autore, la rinascita della città dopo la pandemia. Nei prossimi mesi saranno messe all’asta alcune riproduzioni di dimensioni ridotte e parte del ricavato sarà devoluto alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro.

Le installazioni, lungi dall’incontrare l’unanime apprezzamento dei torinesi, hanno ricevuto invece critiche anche aspre sia per la loro collocazione sia come opere d’arte in sé.

In Piemonte 500 siti da bonificare: quale impegno dalla Giunta Regionale per restituirli alla comunità?

Contaminati, non bonificati, potenzialmente nocivi: tra i siti censiti dall’Anagrafe Regionale compaiono la “ex Oma ed ex Chimica Industriale” di Rivalta di Torino, la “Ex Interchim” di Ciriè, la “ex Lerifond” di Givoletto, la “ex Ghia” di Torino e centinaia di altri. Che cosa intende fare, in merito, la Giunta Cirio? Sul tema, che ha a che fare con la salute dei piemontesi. il mio Question Time in Consiglio Regionale.

Siti contaminati. Siti che necessitano di bonifica. Siti potenzialmente pericolosi per la salute dei piemontesi: i luoghi con queste caratteristiche sono cinquecento sul territorio piemontese e il dato, registrato dall’apposita Anagrafe Regionale dei Siti da Bonificare, cresce anno dopo anno. 

Altre Regioni si stanno muovendo per affrontare efficacemente, sui rispettivi territori, il tema dei siti da bonificare. La Lombardia, per esempio, ha promosso un bando per l’avvio dei processi di bonifica e di rigenerazione dei siti. E la Regione Piemonte? Che cosa intende fare in merito? Lo chiederò in Consiglio Regionale con un QUestion Time appena presentato a Palazzo Lascaris. In particolare, chiederò informazioni su quali altre azioni intenda mettere in campo questa Giunta, oltre all’impiego delle risorse statali stanziate, per bonificare i siti contaminati e tutelare la salute dei cittadini.

Con la DGR del 16/07/2021 n. 3550 la Regione ha assegnato 4,6 milioni di euro di risorse statali per la realizzazione di interventi di bonifica dei siti della “ex Lerifond” di Givoletto, della “ex Oma ed ex Chimica Industriale” di Rivalta di Torino e della “Ex Interchim” di Ciriè. Il trasferimento delle risorse finanziarie per l’esecuzione degli interventi sarà operato direttamente dallo Stato alle Amministrazioni comunali. Favorire gli interventi di recupero delle aree dismesse, abbandonate o sottoutilizzate oggi compromesse da inquinamento è fondamentale anche per restituire tali aree alla comunità. 

Dei 500 siti con procedimento attivo sul territorio regionale, circa 100 si trovano a Torino; circa il 47% dei siti censiti in Anagrafe insiste sul territorio della Città Metropolitana di Torino, il 14% è in Provincia di Novara, il 13% in Provincia di Alessandria, il 6% nelle Province di Biella e di Vercelli, il 5% nelle Province di Asti, di Cuneo e del Verbano-Cusio-Ossola: Oltre il 50% delle cause di inquinamento riscontrate sul territorio regionale è riconducibile alla presenza di sostanze contaminanti attribuibili alla cattiva gestione di impianti e strutture. Le altre principali cause di inquinamento sono riconducibili alla presenza di sostanze inquinanti dovuta alla scorretta gestione di rifiuti (oltre il 20%), eventi accidentali (17%) e, in ultimo, sversamenti accidentali su suolo e acque (8%).

Per legge i siti inquinanti devono essere bonificati a spese del responsabile dell’inquinamento, non sempre però facilmente individuabile: per tutelare la salute dei cittadini in queste situazioni è dunque fondamentale l’intervento delle Istituzioni.

Dopo la pandemia da Covid-19, ecco l’epidemia della salute mentale: è il momento di potenziare il Servizio Regionale di Psichiatria

Malattie mentali e psichiatriche, dati in drammatica crescita dopo 18 mesi di emergenza: quali misure ha messo in campo la Giunta Cirio per rispondere alla crescente domanda? Sul tema, ho appena presentato un’interpellanza a Palazzo Lascaris.

Un milione di pazienti in più: questo il dato relativo ai pazienti presi in carico dal Sistema Sanitario Nazionale per questioni di salute mentale dall’inizio della pandemia. Un dato impressionante, quello riportato dal “Sole 24 Ore”, che corrisponde a un aumento del 30% dei casi. Che la pandemia abbia messo fortemente a rischio non solo la salute fisica delle persone, ma anche la salute mentale, è un fatto confermato dai numeri.

Come sta rispondendo a questa situazione, a livello regionale, la Giunta Cirio? Come intende potenziare il Servizio Regionale di Psichiatria? Lo chiederò in Consiglio Regionale discutendo un’interpellanza appena presentata proprio su questo tema. 

Mesi di isolamento, la costante preoccupazione (per la salute, per la crisi economica), il dolore per la perdita di persone care hanno causato e causano tuttora gravi sofferenze psicologiche. 

Metà delle persone contagiate dal virus manifesta disturbi psichiatrici, con un’incidenza del 42% di ansia o insonnia, del 28% di disturbo post-traumatico da stress e del 20% di disturbo ossessivo-compulsivo; inoltre il 32% di chi è venuto in contatto col virus sviluppa sintomi depressivi, un’incidenza fino a cinque volte più alta rispetto alla popolazione generale. La sindemia da Covid-19 e disagio psichico riguarda anche chi non è stato toccato direttamente dal virus: fra i familiari dei pazienti deceduti, almeno il 10% rischia una depressione entro un anno. Queste cifre e queste percentuali sono riportate da “Quotidiano Sanità”. I nuovi casi di depressione, stimano gli psichiatri, sono centinaia di migliaia.

Con la mia interpellanza chiederò dati precisi su quanti piemontesi – nelle tre fasce d’età “bambini”, “adolescenti” e “adulti” – si siano rivolti al Servizio Pubblico per motivi psicologici o psichiatrici durante questa pandemia e come si intenda potenziare il Servizio Pubblico Regionale di Neuropsichiatria, in particolare infantile.