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Autore: Redazione sito

USU di Torino, la piscina per la terapia è funzionante e riscaldata, ma non utilizzata: fatto semplicemente vergognoso

Dalle proteste dello scorso autunno nulla è cambiato all’Unità Spinale Unipolare del CTO, lungi dall’essere ripristinata a pieno ritmo nonostante il mio impegno a Palazzo Lascaris e le proteste di pazienti e Associazioni. A questa situazione di immobilismo si aggiunge la beffa della vasca piena e potenzialmente attiva ma chiusa al pubblico: uno spreco di risorse inaccettabile (anche le due bagnine, regolarmente stipendiate, sono impiegate in altre mansioni). Chiederemo conto di tutto in Consiglio Regionale.

Qualche mese fa le proteste, poi la mia interrogazione in Aula, quindi un lungo immobilismo e oggi lo scandalo della piscina per le terapie funzionante ma non utilizzata: questa la realtà dell’Unità Spinale Unipolare del CTO, in via Zuretti 24 a Torino.

Lo stato dell’arte: il pian terreno dell’edificio ospita la piscina per le terapie. Attualmente, niente altro. La piscina è perfetta, potenzialmente funzionante, riscaldata, puntualmente monitorata e costantemente manutenuta. Alle due bagnine, pagate in teoria per svolgere la loro mansione a bordo vasca, sono in realtà affidati altri compiti: nello specifico, una è stata ricollocata a svolgere attività di fattorino e l’altra dà una mano in palestra. Perché? Perché la piscina è chiusa al pubblico, cioè ai pazienti e agli utenti, fino a data da destinarsi. Uno spreco difficile da definire e qualificare senza usare aggettivi come folle, assurdo, vergognoso. Di tutto questo chiederemo conto in Aula.

Il secondo piano della struttura, nonostante richieste e proteste, resta chiuso. Le liste d’attesa restano lunghissime, pertanto si dà la precedenza ai pazienti più gravi: il risultato è che altre situazioni rischiano di diventarlo, proprio perché non si interviene costantemente e tempestivamente secondo un normale programma di cure. Non si arrestano le defezioni tra il personale (sono molti i trasferimenti in altri reparti o presso altre strutture), scarseggiano gli infermieri e gli operatori socio-sanitari. L’ambulatorio di vulnologia è stato spostato altrove. L’unione di diversi reparti non è stata senza conseguenze organizzative e operative.

L’USU era un’eccellenza: la Giunta Regionale ha il dovere di intervenire. In fretta.

Dopo Torino, subito un “Patto per il Piemonte”

Il capoluogo ha appena usufruito del “Decreto Salva Città”: proponiamo, come Moderati a Palazzo Lascaris, che il Parlamento ipotizzi una formula analoga anche per le Regioni, a partire da quelle più in difficoltà dal punto di vista del Bilancio. La Giunta si faccia parte attiva, portando il tema in Conferenza Stato-Regioni e intraprendendo interlocuzioni con le altre Regioni potenzialmente interessate.

Oltre un miliardo di euro in vent’anni per cambiare il volto di Torino: dopo Napoli, anche il capoluogo piemontese usufruisce del “Decreto Salva Città”. Proponiamo, come Gruppo dei Moderati in Consiglio Regionale, che anche per le Regioni più indebitate si studi un ipotetico e analogo “Decreto Salva Regioni”. Chiediamo alla Giunta Cirio di portare il tema in Conferenza Stato-Regioni.

Risorse finanziarie ingenti, ma vincolate al rispetto di parametri chiari e univocamente misurabili, alla razionalizzazione di tutti gli ambiti della propria attività istituzionale e alla riduzione degli sprechi: sulla base di questa formula le Regioni maggiormente gravate da difficoltà di Bilancio, tra le quali il Piemonte, potranno mettere in sicurezza i propri conti e ottenere fondi economici.

La Giunta Cirio è d’accordo con questa proposta? Se sì, intraprenda un’interlocuzione con le altre Regioni in modo da farsi parte attiva affinché lo studio di uno strumento analogo arrivi in Parlamento. “Il Decreto Salva Città” prevede l’impegno del Comune interessato a una serie di adempimenti, stabiliti con una apposita convenzione.

Diventa davvero difficile – per una Regione gravata da problemi di Bilancio – mettere in atto efficaci politiche in ambiti, come quello sanitario, messi a dura prova da due anni di pandemia senza un adeguato e continuativo sostegno economico. Per quanto riguarda il Piemonte, lo stesso Presidente Cirio ha ricordato i 648 milioni spesi lo scorso anno per la sola emergenza COVID. Con le nuove risorse si potrà e dovrà, inoltre, dare nuovo impulso all’economia, alle imprese, alle infrastrutture e ai servizi del territorio.

Un Piemonte nuovamente florido dal punto di vista finanziario, capace di emendarsi da lungaggini e sprechi, di nuovo in grado di investire sarebbe un valore per l’intero Paese. Il “Patto” obbligherebbe le Giunte Regionali a essere ancora più virtuose e attente, premessa e condizione perché si inneschi un circolo virtuoso a livello economico.

Gigafactory Audi ghiotta opportunità per tutto il Piemonte

Istituzioni cooperino per il raggiungimento dell’obiettivo.

Dopo tante occasioni mancate, mi auguro davvero che la possibilità, per ora solo ventilata, di avere a Torino la gigafactory Audi si possa concretizzare. L’impianto per la produzione di batterie per auto elettriche del marchio del gruppo Volkswagen rappresenterebbe un’occasione per consolidare e rilanciare la vocazione automotive del nostro territorio, per creare lavoro e per riportare il Piemonte al centro dell’economia europea. La combinazione tra produzione industriale e innovazione è la strada giusta da percorrere: mi auguro che le Istituzioni collaborino utilmente a tutti i livelli per raggiungere l’obiettivo.

Fine dello stato di emergenza pandemica: ora priorità a riduzione liste d’attesa, attenzione a oncologia e cronicità, ripresa della diagnostica e difesa della salute mentale

Appello dei Moderati alla Giunta Cirio: si aprano finalmente gli occhi su queste assolute urgenze, sempre nella consapevolezza che “fine dello stato di emergenza” non significa “fine del Covid”. Dati eloquenti e preoccupanti, che parlano da sé: chiediamo alla Giunta un cambio di marcia che fino a questo momento non si è visto, porteremo in Aula le richieste dei piemontesi.

Con la fine dello stato di emergenza pandemica, auspichiamo che sia finalmente data la giusta attenzione ad altre tre urgenze altrettanto gravi: la Giunta Cirio consideri finalmente una priorità la riduzione delle liste d’attesa, i servizi a favore dei troppi piemontesi che – non avendo potuto effettuare screening e controlli negli ultimi mesi – vedono peggiorato o compromesso il loro stato di salute e la grande emergenza della salute mentale.

Queste sono tre priorità da affrontare subito, sempre considerando che il Covid non è sparito e che anzi gli ultimi dati relativi alla nostra regione sono in controtendenza rispetto alla regressione del virus in Italia: se nell’intero Paese i contagi sono in frenata (ieri poco più di 73mila nuovi casi), in Piemonte i contagi sono in forte risalita (oltre 3.500 solo ieri). La fine dello stato d’emergenza non significa – è evidente – fine della pandemia.

Chiediamo dunque a questa Giunta, come Moderati, di recuperare il tempo perso, tornando a garantire cure e controlli tempestivi per le malattie oncologiche, mettendo mano ai piani della cronicità (sono decine di migliaia di piemontesi che aspettano servizi adeguati) e investendo in maniera congrua, finalmente, sulla difesa della salute mentale (attendiamo ancora, per esempio, la riapertura a pieno regime dei Servizi Psichiatrici al Mauriziano di Torino).

La riduzione o l’interruzione dei ricoveri, della diagnostica, degli esami di screening (e, più in generale, della prevenzione) e delle operazioni – dalla chirurgia all’oncologia, dalla terapia intensiva alla traumatologia – negli ultimi due anni ha troppo spesso costretto al rinvio delle cure i pazienti “non Covid”. Secondo un recente studio dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), in tutta Europa le diagnosi mancate di tumore ammontano a 1 milione dall’inizio della pandemia. Si teme un incremento del numero di nuovi casi, che potrebbero crescere del 21% entro il 2040. 

Sul fronte delle cronicità, i dati mostrano un calo del 20,3% delle prestazioni ambulatoriali e specialistiche (fonte Istat); 2 milioni in meno sono le prestazioni indifferibili (-7%, fonte Istat); 1,3 milioni i ricoveri in meno (- 17%, fonte Corte dei Conti), con un 13% in meno di ricoveri in chirurgia oncologica e un 20% in meno di ricoveri in ambito cardiovascolare e cardiochirurgico.

Metà delle persone contagiate dal Covid manifesta disturbi psichiatrici, con un’incidenza del 42% di ansia o insonnia, del 28% di disturbo post-traumatico da stress e del 20% di disturbo ossessivo-compulsivo; inoltre il 32% di chi è venuto in contatto col virus sviluppa sintomi depressivi, un’incidenza fino a cinque volte più alta rispetto alla popolazione generale. La sindemia da Covid-19 e disagio psichico riguarda anche chi non è stato toccato direttamente dal virus: tra i familiari dei pazienti deceduti, almeno il 10% rischia una depressione entro un anno. Queste cifre e queste percentuali sono state recentemente pubblicate da “Quotidiano Sanità”. I nuovi casi di depressione, stimano gli psichiatri, sono centinaia di migliaia.

Questi dati sono eloquenti e preoccupanti e dimostrano che un cambio di marcia è necessario: come Moderati lo chiediamo alla Giunta e verificheremo che sia finalmente messo in atto. Solo chi non vuole vedere questi dati può pensare che queste non siano priorità: porteremo il tema in Aula, facendoci portavoce delle richieste e delle esigenze dei piemontesi.

DDL “Allontanamento Zero”, anche il Consiglio Metropolitano, con un Ordine del Giorno, dice no

Dopo l’ennesimo segnale, la Giunta Cirio torni finalmente sui suoi passi.

Anche il Consiglio della Città Metropolitana di Torino si esprime contro il DDL “Allontanamento Zero”, con un Ordine del Giorno che passa a maggioranza durante la seduta di ieri. Di fronte all’ennesima Istituzione che – insieme ad Associazioni di famiglie affidatarie ed esponenti della società civile – prende una netta posizione sul tema, ci aspettiamo che la Giunta Cirio tragga le dovute conclusioni, ripensando finalmente le proprie scelte. Non è con un testo così che si migliora la protezione dei bambini e delle famiglie. Tutt’altro: “Allontanamento Zero” rischia di far pericolosamente rima con “tutela zero”. La nostra regione si è sempre distinta per le buone pratiche, per il numero e la qualità delle realtà attive nel settore. Nella piena consapevolezza che le cose da cambiare e modificare non mancano, nella convinzione che gli eventuali errori siano da sanzionare senza sconti, affermiamo per l’ennesima volta che un argomento delicato quale l’affido di minori non può diventare un metaforico terreno sul quale piantare bandierine ideologiche, facendo campagna elettorale permanente e rischiando di creare un clima di sospetto su Associazioni e realtà di specchiata correttezza che svolgono un ruolo fondamentale. Si vuole davvero fare il bene dei minori e delle famiglie? Lo si dimostri, investendo seriamente nel settore socio-sanitario.