Se uno solo ha pronunciato frasi offensive, tutti hanno riso, cioè hanno colto senso e significato delle offese e delle minacce, trovandole divertenti.
Del brutto episodio è questo uno degli aspetti più preoccupanti: avere la certezza che da qualche parte quei ragazzini hanno imparato a trovare spiritosi ingiurie e insulti e che certe discriminazioni non sono appannaggio del solo passato, neppure nella città di Primo Levi. Tutto questo è fonte di preoccupazione e dispiacere. Ci resta la certezza che l’educazione e lo studio – in famiglia e a scuola – sono il solo antidoto contro le discriminazioni. La nostra totale solidarietà va al ragazzino vittima dell’episodio, alla sua famiglia e a tutta la comunità ebraica.
Soggetti ubriachi hanno atteggiamenti pericolosi e aggressivi verso tassisti, passeggeri e cittadini: a loro la nostra solidarietà, al Comune di Torino un appello a intervenire (la Circoscrizione 8 del Presidente Miano si è già attivata e porterà il tema al Tavolo della Sicurezza).
Un incubo che si ripete ogni giorno (e ogni notte): nel posteggio dei taxi di via Nizza a Torino, lato est della stazione di Porta Nuova, si ritrovano soggetti costantemente alterati dall’alcol che aggrediscono i passanti e provocano risse fra loro – aggredendosi l’un l’altro con bastoni, bottiglie e cubetti di porfido – e creando costante pericolo ai tassisti, ai loro passeggeri, alle vetture in sosta e ai cittadini in transito nei pressi della stazione. Una situazione non più tollerabile, che ha già fatto registrare aggressioni alle persone e danni alle cose. Esprimiamo la piena solidarietà a chi sta subendo le conseguenze di questa situazione e auspichiamo un tempestivo ed efficace intervento del Comune di Torino, dopo che la Circoscrizione 8 e il Presidente Massimiliano Miano si sono attivati, inserendo il tema all’ordine del giorno del Tavolo della Sicurezza e chiedendo la partecipazione dei rappresentanti dei tassisti alle prossime sedute del Tavolo stesso.
Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte Simone Fissolo – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale di Torino.
Il cambiamento climatico ha effetti anche sul turismo piemontese: il mio Question Time per chiedere alla Giunta di valorizzare un patrimonio al momento non utilizzato.
Inverni più caldi e secchi: cambia il clima sulle nostre Alpi. L’inverno 2021-2022 è stato il terzo più caldo degli ultimi 65 anni, con un’anomalia positiva di temperatura media di +1.8°C , e il terzo più secco, con un deficit percentuale medio di circa il 70% rispetto alla norma climatica 1991-2020. L’inverno in corso si sta chiudendo con temperature e precipitazioni perfettamente in linea con la scorsa stagione. Per lunghe fasi durante l’inverno che sta terminando lo zero termico si è attestato, sulle nostre montagne, oltre i 4.000 metri. Secondo i dati della Società Meteorologica Italiana, il 2022 è stato l’anno più caldo e secco dal 1800 e ha fatto registrare, a Torino, temperature medie superiori di 1,6° rispetto all’ultimo trentennio. Tra i molti e gravi effetti di questa situazione drammatica, ci sono anche le conseguenze sulle nostre stazioni sciistiche, molte delle quali al di sotto di una certa quota da anni non sono operative per assenza di neve o lo sono esclusivamente grazie all’innevamento artificiale. Legambiente ha censito 32 impianti di risalita dismessi sul territorio regionale, ai quali si aggiungono quelli chiusi temporaneamente (una decina in Piemonte) e altri che restano attivi solo grazie a continue sovvenzioni. Risultato: abbiamo un patrimonio di seggiovie, funivie e skilift dismessi di fatto abbandonato all’incuria e alla ruggine. Restiamo convinti che modelli di turismo montano sostenibile e adeguato alle nuove condizioni climatiche siano possibili (prevedendo e promuovendo attività, tra le altre, come camminate, sci di fondo e ciaspolate). Analoghe riflessioni valgono per alcune delle infrastrutture olimpiche (Torino 2006). Poiché è interesse oggettivo della Regione contribuire a garantire un futuro per gli impianti di risalita attualmente dismessi, chiederò alla Giunta, con un Question Time appena presentato, quali misure si intendano prevedere per la valorizzazione di un patrimonio al momento non utilizzato ed eventualmente per identificare nuove e diverse modalità di impiego.
Ora il Parco della Salute di Torino può contare su un Commissario, Marco Corsini, e ci auguriamo che si arrivi presto a determinare una data certa e prossima di completamento di un’opera strategica per la sanità regionale e non solo regionale.
Analoghe figure hanno garantito in altre Regioni risultati positivi e ci auguriamo che questo ruolo porti anche il Piemonte a un necessario rilancio di questo progetto, che dovrà essere portato a termine tempestivamente anche grazie ai poteri del Commissario, pur in un contesto di crisi e alto costo di materie prime ed energia. Dobbiamo peraltro rilevare che, in questo Paese, troppe volte non si riesce a portare a termine una grande opera in via ordinaria, tema che meriterebbe di per sé una seria e profonda riflessione.
Un mese fa (10 gennaio 2023) il Consiglio Regionale approvava all’unanimità il mio Ordine del Giorno che impegnava la Giunta a sollecitare presso il Governo l’emanazione dei decreti attuativi della Legge sulle “Disposizioni per il riconoscimento della cefalea primaria cronica come malattia sociale”.
È arrivato all’attenzione della Conferenza Stato Regioni il decreto del Ministero della Salute sull’adozione delle “Linee di indirizzo per la realizzazione dei progetti regionali finalizzati a sperimentare metodi innovativi di presa in carico delle persone affette da cefalea primaria cronica”. Proprio in questa direzione andava il mio Ordine del Giorno che, approvato lo scorso 10 gennaio all’unanimità a Palazzo Lascaris, impegnava la Giunta Cirio a sollecitare l’emanazione dei Decreti attuativi relativi alla Legge 81 del 14 luglio 2020. Il testo di legge sul “Riconoscimento della cefalea primaria cronica come malattia sociale” prevede, tra gli altri elementi, progetti finalizzati e nuovi metodi di presa in carico delle persone che soffrono di cefalea. Quasi un italiano su due, tra quelli che soffrono di questa patologia, attende oltre 5 anni prima di ricevere un trattamento efficace: conseguenza immediata è un significativo peggioramento della qualità della vita di queste persone, con inevitabili ripercussioni sociali, lavorative e familiari. L’applicazione del Disegno di Legge per il riconoscimento della cefalea cronica come malattia sociale invalidante sarebbe un primo e importante passo: siano emanati al più presto i decreti attuativi. Siamo soddisfatti di questo passo e continuiamo a mantenere altissima la nostra attenzione sul tema.