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Autore: Redazione sito

INTERPELLANZA – Un’Amministrazione con tante pecche, ma senza dubbio coerente: da sempre poco attenta sia alle periferie sia ai quartieri centrali. È il caso di borgo San Secondo

PREMESSO CHE

– con precedenti atti (tra cui vale la pena di ricordare l’interpellanza presentata il 15 aprile 2019, mecc. 2019 01409) lo scrivente ha inteso sollecitare l’attenzione dell’Amministrazione circa la situazione di intenso degrado di Borgo San Secondo, zona adiacente alla stazione ferroviaria Porta Nuova, e i conseguenti molteplici disagi conosciuti e patiti dai cittadini residenti o a qualsiasi altro titolo frequentanti l’asse di via Sacchi ed il quadrilatero compreso e delimitato dalla stessa via e dai corsi Stati Uniti, Re Umberto e Vittorio Emanuele II;

RILEVATO CHE

– numerosa è la presenza di persone senza fissa dimora che stazionano abitualmente nel porticato di via Sacchi ed in quello di corso Vittorio Emanuele II;

– con specifico riferimento al quadrante delimitato da via Sacchi e dai corsi Stati Uniti, Re Umberto e Vittorio Emanuele II vengono segnalati notevoli problemi di decoro, sicurezza e sporcizia derivanti da un uso non corretto dei cassonetti, dall’incivile abitudine di taluni di gettare a terra vari generi di rifiuti e di utilizzare spazi pubblici come gabinetti;

– questo il tenore di un paio tra le molte segnalazioni giunte allo scrivente: ..il degrado della via Camerana e aree limitrofe e quanto comunque sia difficile scattare foto in presenza di capannelli di persone atte a consumare alcolici sui marmi del locale (ex sexyshop) ormai chiuso da anni. Inoltre, segnalo in via San Secondo 3 fronte supermercato Crai l’inserimento delle strisce blu – in luogo dei bidoni dell’immondizia – che sicuramente rendono migliore la “visione” della via ma, purtroppo, hanno peggiorato di molto la viabilità e il traffico, spesso bloccato dai bus durante il carico e scarico dei camion merci. Il proprietario del Crai, anche su sollecitazione dei residenti, ha diverse volte chiamato la Polizia Municipale senza ricevere né interventi né risposte.” e poi “in via Camerana nonostante alcuni risultati dopo i tuoi interventi a seguito dei diversi sopralluoghi il degrado continua. Sembra che questa Amministrazione continui a non avere a cuore questa zona quasi centrale e al conseguente degrado. Il perimetro via Camerana, via Magenta, corso Vittorio Emanuele II, via Massena e via Sacchi sembra abbandonato a sé stesso. Per fortuna è stato (parzialmente!) risolto il problema immondizia. Ti chiederei per cortesia far verificare se i locali di
via Camerana – che vende cibo etnico – (quasi angolo via Magenta) civico 6 o 8 e il ‘minimarket’ corso Vittorio Emanuele II angolo via Camerana, sono in regola visto che spesso davanti ad entrambi stazionano gruppetti di persone, spesso senza mascherina e ubriache, talvolta anche fuori dagli orari regolamentari stabiliti dalle vigenti normative. Senza contare lo spaccio e le siringhe e la conseguente mancanza di pulizia.”;

CONSIDERATO CHE

– appare ineludibile e improcrastinabile l’individuazione di soluzioni capaci di per fare cessare le fonti di pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana in Borgo San Secondo;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se, dal punto di vista della sicurezza urbana, il Corpo di Polizia Municipale svolga frequenti servizi di monitoraggio circa la presenza di mendicanti e senza fissa dimora nell’area oggetto del presente atto (e in particolare nel porticato di via Sacchi e corso Vittorio Emanuele II), soliti stazionare realizzando giacigli e spesso utilizzando gli spazi aperti come latrine;
  2. se l’Amministrazione abbia consapevolezza della situazione di intenso degrado regnante nell’area in oggetto e quali siano le iniziative promosse per limitarlo e contenerlo;
  3. se l’Amministrazione abbia consapevolezza circa i comportamenti non conformi ai DPCM in vigore e alla disciplina emergenziale in tema di contrasto alla diffusione epidemiologica e quanti siano stati gli interventi (e le sanzioni comminate) presso gli esercizi e le attività presenti nella zona in oggetto e a contrasto degli assembramenti;
  4. quanti e di quali tipologie siano i passaggi di AMIAT nell’area in oggetto e se risultino sufficienti a garantire un buon livello di pulizia e igiene;

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Auspicando il sostegno dell’Amministrazione anche per il 2021 alle associazioni culturali e di terzo settore concessionarie di bene di proprietà del Comune

PREMESSO CHE

– con un’interpellanza presentata il 14 settembre 2020 (mecc. 2020 01931) lo scrivente poneva all’attenzione dell’Amministrazione il tema e la situazione degli Enti e della Associazioni senza fine di lucro che operano presso strutture, immobili, spazi di proprietà comunale in virtù di contratti di concessione e che, a causa dell’emergenza da COVID-19, si trovavano e tuttora si trovano nell’impossibilità di svolgere le consuete attività didattiche, culturali e di intrattenimento; – veniva evidenziato che per le realtà di questo tipo, l’attività sociale è anche la principale e talvolta l’unica fonte sostentamento economico, che solo in un numero limitato di casi queste realtà hanno ripreso a pieno regime l’attività e che l’interruzione (o il rallentamento) dell’attività non corrisponde a un proporzionale calo delle spese, dal momento che utenze, canoni, tributi, assicurazioni e altre uscite continuano a doversi versare puntualmente; – si rilevava che il Decreto “Cura Italia” e l’articolo 216 del Decreto “Rilancio”, così come modificato dalla Legge di conversione, prevedevano la possibilità per i Concessionari delle sole A.S.D. di richiedere la revisione dei rapporti concessori “mediante la rideterminazione delle condizioni di equilibrio economico-finanziario originariamente pattuite, anche attraverso la proroga della durata del rapporto, comunque non superiore a ulteriori tre anni, in modo da favorire il graduale recupero dei proventi non incassati e l’ammortamento degli investimenti effettuati o programmati” e che, in realtà, l’articolo 216 del Decreto “Rilancio” facesse riferimento al preesistente articolo 165 del Decreto Legislativo 18 aprile 2016 n. 50, meglio conosciuto come “Rischio ed equilibrio economico-finanziario nelle concessioni”, che non si riferisce alle sole A.S.D.;

EVIDENZIATO CHE

– l’unica misura a sostegno di queste realtà da parte del Comune di Torino era la dilazione della terza e della quarta trimestralità al 31 dicembre 2020, come da delibera della Giunta Comunale del 17 marzo 2020; – in caso di ritardo nel versamento del dovuto alla Città di Torino, le Associazioni rischiano sanzioni o, addirittura, di vedersi revocata la concessione; – diversi sono i casi di Associazioni che hanno investito somme anche rilevanti per la ristrutturazione degli spazi presi in affitto dalla Città di Torino; – senza misure adeguate di sostegno, un numero rilevante di queste realtà dovrà interrompere l’attività; – la Città di Torino non può permettersi di vedere drasticamente ridotta la platea di Associazioni attive sul territorio;

CONSIDERATO CHE

– nel corso del Consiglio Comunale di lunedì 12 ottobre 2020 l’Assessore con delega al Patrimonio pronunciò la seguente risposta: “Grazie, Consigliere Magliano, che solleva un problema molto attuale, purtroppo, che riguarda la possibilità di dare un aiuto alle moltissime associazioni che sono presenti nella Città di Torino, moltissime associazioni che utilizzano dei nostri locali in concessione. Volevo solo leggerle la risposta tecnica perché lei giustamente nella sua interpellanza che io ho letto attentamente fa riferimento a un preciso articolo, l’articolo 165. Le leggo prima la risposta tecnica, poi cercherò di fare una sintesi politica. “Con riferimento alla possibilità di estensione ai rapporti di locazione e concessione di beni di proprietà comunale dell’articolo 175 del Codice dei Contratti Pubblici si deve osservare come la norma citata trova applicazione ai soli 33 rapporti di partenariato pubblico-privato previsti dall’articolo 3 del Codice predetto. I rapporti di locazione e concessione di beni non sono soggetti a tale disposizione e i relativi contratti non sono suscettibili di modifica secondo le relative previsioni. L’articolo 216 del Decreto Rilancio è invece norma applicabile alle sole attività di tipo sportivo. Come anche sottolineato della giurisprudenza recente che si è occupata di tali aspetti non è oggi individuabile una norma di legge che consenta di valutare le sopravvenienze come quelle relative all’epidemia in termini di modifica di rapporti contrattuali di locazione e concessione non disciplinati da norme speciali, come nel caso degli impianti sportivi. Tuttavia, proprio da alcune pronunce giudiziarie è possibile desumere principi che possono consentire il riconoscimento delle misure di sostegno tenuto conto della situazione eccezionale venuta a determinarsi. In questo quadro gli uffici stanno valutando la possibilità di definire in concreto iniziative a favore di locatari e concessionari di immobili di proprietà comunali incidenti sui relativi contratti che si ritiene possano essere adottate e applicate entro l’esercizio. Si resta a disposizione per ogni chiarimento”, questa è chiaramente la risposta degli uffici. Volevo sottolineare l’ultimo aspetto perché chiaramente ad oggi le nostre armi amministrative sono leggermente spuntate, però noi abbiamo appunto, come ho detto, dei riferimenti di una sentenza recente che possono aprire una strada per poter andare in questa direzione, questa direzione che noi dal punto di vista politico vogliamo attuare penso tutti, quindi non c’è un colore politico che non voglia attuare la possibilità di poter valutare effettivamente le problematiche relative al periodo di blocco o relative alla pandemia che hanno subìto moltissime associazioni del territorio, quindi noi stiamo preparando e quindi sicuramente con questo dibattito si aprirà anche un confronto ancora più ampio, una delibera di Giunta che poi sarà a breve è pronta proprio per esaminare a fondo questa possibilità. Quindi da questo punto di vista io ringrazio il Consigliere Magliano per la sollecitazione all’interpellanza, chiaramente avremo occasione poi di riparlare di questo tema con l’approvazione di questa delibera di Giunta che è in preparazione ed è quasi conclusa.”; – questa fu la replica dello scrivente: “Sarà mia cura fare un ulteriore approfondimento sull’applicazione o meno dell’articolo 165 del Decreto Legislativo 18 aprile 2016 numero 50, meglio conosciuto come “Rischio ed equilibrio economico finanziario nelle concessioni”, questo è il titolo dell’articolo che non si riferisce solo alle ASD, come i suoi uffici hanno fatto una verifica, ma penso che se l’abbia fatta il dottor Calvano posso considerarlo come giurisprudenziale dal punto di vista della capacità del nostro Direttore di affrontare il tema, ma lì c’era lo spazio, tanto quanto nel 216 del Decreto Rilancio era solo previsto per le concessioni sportive, le ASD questo tipo di ragionamento, io ho cercato, ho fatto un po’ di ricerca normativa per trovare degli spazi per dare all’Amministrazione una via d’uscita, perché, e lo ribadisco in quest’Aula, noi avremmo centinaia di associazioni che hanno rapporti con la Città, la cui somma di queste concessioni sono numeri oggettivamente risibili per un bilancio da un miliardo e passa, meno male che c’è l’Assessore Rolando in Aula, che peraltro anche lui sta ragionando su possibilità in queste settimane di sostegno, ma tanti piccoli blocchi da 5-6-7-8-10.000 euro di canone di concessione per noi la somma potrebbe essere qualcosa di assolutamente affrontabile, per quelle associazioni non lo sarà perché si troveranno a gennaio, a febbraio la Città che giustamente chiede il dovuto e queste associazioni non hanno le risorse, quindi rischiamo poi di renderle morose. Rendendole morose non potranno più essere oggetto di nostri contributi, né tantomeno di patrocinio, cioè evitiamo che parta la macchina infernale dell’inseguimento dell’associazione morosa perché a quel punto non potremmo né sostenerla, né fare delle concessioni, né fare dei protocolli d’intesa. Per cui, Assessore, io mi auguro che quello che lei ha detto qui in Aula sia una delibera che arriva quanto prima, siamo nella seconda settimana di ottobre. Mi auguro che questa delibera non so se si potrà fare perché come lei sa, Assessore, la retroattività delle leggi in questo Paese è il più delle volte impossibile, però mi auguro che invece si trovi la soluzione regolamentare in punto di diritto amministrativo affinché le associazioni che oggi non riescono a pagare possano trovare uno sconto, addirittura in alcune condizioni proprio il non pagamento delle concessioni e chi invece, Assessore, questo lo dobbiamo dire per equità, chi invece ce l’ha fatta, trovare un ristoro nell’anno prossimo perché questa deve essere un’ambivalenza, non possiamo fare figli e figliastri perché ci sono alcuni Presidenti che hanno patrimonializzato mettendo denaro nell’associazione, denaro proprio, affinché l’associazione potesse adempiere ai propri obblighi. Nello stesso tempo io non posso registrare, non me ne voglia l’Assessore, non è affatto polemica, però registrare un cambiamento di rotta importante. Il Movimento 5 Stelle ha sempre guardato al mondo dell’associazionismo, al mondo della cooperazione con un certo scetticismo, perché mi ricordo alcune posizioni prese dall’ex Consigliere Appendino e dal capogruppo Bertola su come questo mondo era un mondo che era utilizzatore a sproposito di contributi e di risorse pubbliche. Oggi mi fa piacere invece che siamo alleati su questo, permettere a queste associazioni di esistere e di vivere perché sia che si occupano di politiche socio assistenziali o servizi socioassistenziali, hanno dato una mano enorme durante il Covid e lo stanno facendo attualmente alcune di esse con i nostri snodi perché una delle cose che dobbiamo ribadire è che se la Città riesce, poi magari avremo modo di discutere sulle modalità e i tempi, riesce a sostenere tante famiglie in difficoltà lo deve al mondo del Terzo Settore e tante realtà invece di predilezione culturale, ad esempio, tante realtà associative che si occupano di cultura e che prediligono utilizzare il tempo dei loro volontari nell’ambito culturale, sono quelle che hanno fatto compagnia alle persone durante il lockdown, per cui da una parte avevo chi cercava di sostenermi nei bisogni primari e poi avevo qualcuno che riempiva magari le giornate di iniziative, dibattiti e convegni. Detto questo, concludo, ringrazio l’Assessore e farò ulteriori verifiche in merito a quello che è stato affermato testé in Aula rispetto all’applicabilità o meno dell’articolo 165 del Decreto Legislativo 50/2016, ma di sicuro attendo con grande trepidazione, e lo dico seriamente, questa delibera perché potrebbe essere veramente non una boccata d’aria e di ossigeno al punto di vista economico, ma un riconoscimento politico di quello che centinaia di realtà del mondo del Terzo Settore hanno fatto per questa città, per i suoi cittadini e per le persone maggiormente bisognose.”;

RILEVATO CHE

– sia secondo quanto noto sia in base a quanto riportato allo scrivente non pare che l’Amministrazione abbia già provveduto ad adottare alcun provvedimento con riferimento all’annualità in corso; di converso, risulta certa la vigenza dello stato di emergenza e la prosecuzione delle disposizioni a contrasto e contenimento della diffusione epidemiologica e, tra le molte, la protrazione delle difficoltà e/o dell’impossibilità a svolgere le proprie attività per molte Associazioni concessionarie di immobili, spazi, strutture di proprietà della Civica Amministrazione;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione, partendo dalla discussione inerente all’interpellanza mecc. 2020 01931 (sopra riportata), abbia novità e/o integrazioni da riferire;
  2. se l’Amministrazione intenda adottare idonei provvedimenti per i canoni che le Associazioni culturali concessionarie dovrebbero corrispondere per l’annualità in corso, a fronte delle difficoltà o dell’impossibilità che le Associazioni continuano ad incontrare, causa prosecuzione dell’emergenza sanitaria, nello svolgimento delle proprie attività;
  3. se all’Amministrazione risulti che taluni funzionari/dirigenti abbiano sollecitato le Associazioni culturali concessionarie al versamento del canone per l’annualità in corso, nonostante lo stato di emergenza tuttora in essere, poichè, diversamente, non si potrebbe procedere al rinnovo della concessione;
  4. se l’Amministrazione possieda un prospetto aggiornato degli importi relativi alle utenze anni 2018, 2019 e 2020, con riferimento agli immobili in concessione alle Associazioni culturali ed Enti del Terzo Settore e se, in base ad esso, risultino differenze tra gli importi per le utenze anni 2018­2019 e 2020 e quale sia lo stato di solvenza da parte dei concessionari;
  5. quale sia la situazione degli immobili di proprietà del Comune concessi alle Associazioni culturali con riferimento al d. lgs. n. 102/2014 (che recepiva la Direttiva europea EED 27/2012) come modificato dal d. lgs. n. 141/2016 e smi in tema di installazione dei sistemi di contabilizzazione del calore: se l’onere sia posto a carico della proprietà, come si dedurrebbe dalle interpretazioni prevalenti della normativa o se il Comune abbia posto a carico dei concessionari tali incombenze, in quali e quanti casi tali opere siano già state svolte e a carico di chi;
  6. se e come l’Amministrazione intenda sostenere, con sgravi e/o con proroga delle concessioni, le Associazioni Culturali e le realtà di Terzo Settore con le quali è in vigore un contratto di concessione pluriennale.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Corso Marconi: scuola e genitori chiedono sicurezza, l’Amministrazione li abbandona?

PREMESSO CHE

– corso Marconi è oggetto di un progetto di pedonalizzazione che ha visto realizzare nel tratto tra corso Massimo D’Azeglio e via Madama Cristina un’area pedonale nella carreggiata centrale, un’apertura al traffico veicolare nei controviali con nuovi dossi presso gli attraversamenti pedonali, il nuovo limite di velocità a 20km/h e una nuova pista ciclabile che collega corso Massimo D’Azeglio con via Nizza;

– il progetto di modifica della viabilità di corso Marconi rientra nell’iniziativa Torino Mobility Lab della Città di Torino per l’intero quartiere di San Salvario, la quale proponeva di realizzare un nuovo spazio per il quartiere, pedonalizzando l’intera area costituita dai due controviali di corso Marconi e dalla carreggiata centrale di fronte alla Scuola Manzoni per la formazione di un nuovo luogo di socializzazione;

– l’iniziativa Torino Mobility Lab prevedeva la realizzazione di Scuole Car-Free, e cioè aree pedonali nella zona di entrata ed uscita degli alunni dalle scuole cittadine, e tra queste, l’Istituto Comprensivo Manzoni di corso Marconi 28;

– la realizzazione del progetto artistico previsto per la carreggiata centrale di corso Marconi ha recentemente conosciuto il parere contrario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio che ha di fatto “congelato” la prosecuzione dell’iter progettuale;

RILEVATO CHE

– durante i tavoli di coprogettazione l’Amministrazione si era impegnata a mappare le barriere architettoniche della zona al fine di intervenire per mettere in sicurezza l’area manifestando inoltre l’intenzione, direttamente connessa alla pedonalizzazione e al fine di incentivare lo sviluppo della mobilità sostenibile, di fornire una dotazione di biciclette alla scuola: intenzione che però non ha incontrato evidenze empiriche;

– l’Associazione dei genitori dell’Istituto Comprensivo Manzoni di corso Marconi 28, denominata “Manzoni People”, ha chiesto ripetutamente nei tavoli di coprogettazione all’Amministrazione di mettere in sicurezza l’area per permettere agli insegnanti di utilizzare lo spazio della carreggiata centrale di corso Marconi, ora pedonale, a fini ludici e didattici;

CONSIDERATO CHE

– l’Amministrazione, promotrice dell’iniziativa di pedonalizzazione dell’area, della realizzazione della sperimentazione Scuola Car-Free, non ha provveduto a mettere in sicurezza l’area per permettere alla Scuola Marconi di poter utilizzare lo spazio antistante portando gli alunni a svolgere attività ludico-educative;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

– se si intenda realizzare un nuovo spazio pedonale e di socializzazione per San Salvario in corso Marconi, tra corso Massimo D’Azeglio e via Madama Cristina e, in caso di risposta affermativa, se si intenda implementare la comunicazione e le informazioni ai cittadini; – se sia stata svolta e completata l’opera di mappatura delle barriere architettoniche della zona e conseguentemente sviluppato un progetto di messa in sicurezza dell’area per permettere alla Scuola Manzoni di utilizzare lo spazio per attività ludiche ed educative; – se la Soprintendenza sia stata coinvolta e interpellata dall’Amministrazione già nel corso della stesura del progetto per corso Marconi e comunque in una fase antecedente all’avvio della realizzazione; – qual sia il futuro di quest’area conteso tra progetti di realizzazione di un parcheggio sotterraneo, pedonalizzazioni temporanee, nuove piste ciclabili e di un nuovo spazio aperto (una “piazza”) per San Salvario.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Giostre e aree bimbi: è indispensabile salvaguardare sia la sicurezza sanitaria sia il diritto al gioco sia il tessuto imprenditoriale del settore

PREMESSO CHE

– lo scrivente ha recentemente ricevuto le lamentele di alcuni imprenditori del settore del divertimento e del gioco rivolto ai più piccoli: si tratta dei giostrai che collocano le loro attrazioni presso alcuni parchi e aree della città; – sovente si tratta di attrazioni singole o presenti in piccolo numero (come avviene ad esempio presso Piazza D’Armi in cui è presente una giostra classica, un trenino, un Bruco mela e una piccola pista per la corsa delle automobiline);

CONSIDERATO CHE

– nel corso del primo lockdown della primavera 2020 tutte le attrazioni erano state chiuse, così come erano state interdette le aree giochi bimbi presenti presso i parchi e giardini cittadini; – con la decelerazione della “prima ondata” epidemiologica si sono consentite le riaperture, sempre nel rispetto delle generali prescrizioni anti-contagio, sia delle aree giochi sia delle giostre; – con il secondo lockdown del novembre scorso e a seguito dell’inserimento della Regione Piemonte in zona rossa sono state chiuse le giostre ma, secondo quanto riportato allo scrivente, sono state mantenute aperte le aree giochi bimbi; – tale situazione ha generato una evidente asimmetria nella gestione e fruizione delle attrazioni dei divertimenti rivolti ai più piccoli: i bimbi possono recarsi presso le aree giochi in compagnia dei loro genitori – senza contingentamento numerico, in assenza di specifici controlli e in assenza delle procedure di sanificazione – ma gli stessi bimbi non possono usufruire delle giostre, ove sarebbe molto semplice porre limiti numerici all’utilizzo e imporre adeguate procedure di sanificazione;

RILEVATO CHE

– secondo quanto narrato allo scrivente pare che alcuni operatori della Polizia Municipale abbiano recentemente sanzionato e imposto la chiusura al titolare di una giostra, seppure in assenza di assembramento ma per il semplice fatto di avere in funzione la propria attività;
– secondo quanto appreso dallo scrivente, pare che altre Regioni e Comuni del Paese (in Liguria e in Toscana) consentano ai bimbi sia di divertirsi presso le aree giochi sia presso le giostre; – in tal modo si garantisce sia il divertimento dei più piccoli sia la sopravvivenza delle realtà imprenditoriali di settore (giostrai);

PRECISATO CHE

– lo scrivente ritiene che, a maggior ragione in un periodo di fortissime limitazioni e restrizioni alla libertà personale come quello che stiamo faticosamente attraversando, sia doveroso rivolgere un’attenzione particolare alle esigenze dei più piccoli garantendo – nel pieno rispetto dei protocolli e delle disposizioni normative contingenti – il diritto al gioco nel senso più ampio del termine ed in ogni forma; – allo stesso tempo, si ritiene che il diritto al gioco possa trovare esplicazione sia presso le aree giochi bimbi sia presso le giostre (escludendo per evidenti ragioni i luna park, i parchi divertimenti e similari) e che ciò possa e debba avvenire imponendo e garantendo il distanziamento, la frequente sanificazione delle attrezzature e l’utilizzo della mascherina;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione provveda alla frequente sanificazione delle attrezzature presenti presso le aree giochi bimbi presenti presso parchi, giardini, aree verdi e in altre zone della città;
  2. se l’Amministrazione e il Corpo di Polizia Municipale stiano svolgendo attività di vigilanza presso le aree giochi bimbi per verificare il rispetto delle disposizioni normative anti-contagio;
  3. se l’Amministrazione intenda consentire l’apertura delle giostre (ma non dei luna park e similari) imponendo misure simili se non identiche a quelle in vigore per altre attività economiche (quali, ad esempio, il rispetto di determinati criteri di contingentamento e frequente sanificazione delle attrezzature).

Silvio Magliano

Assurdo: per la Regione, i piemontesi dovrebbero conoscere uno per uno i componenti dei vaccini

Sulla scheda anamnestica (documento della Direzione Sanità e Welfare) per la vaccinazione anti-COVID si chiede al vaccinando se sia allergico a qualcuno dei componenti del farmaco: come possiamo immaginare che un normale cittadino debba o possa sapere quali siano? Eccoci di fronte a un nuovo e inaccettabile tentativo di scarico di responsabilità sulla pelle dei cittadini e della loro salute. 

“Soffre di allergie ai componenti del vaccino?”

Questa domanda è riportata sul modulo di consenso che il cittadino è tenuto a compilare prima di essere vaccinato contro il Covid-19. Sembrerebbe un vero e stucchevole scarico di responsabilità ai danni dei cittadini e della loro salute, proprio in un momento in cui più persone stanno esprimendo preoccupazione per ipotetiche controindicazioni ed è stato sospeso uno dei lotti AstraZeneca.

Mi chiedo come si possa partire dal presupposto che i piemontesi debbano o possano conoscere i componenti dei vaccini. Conoscerli uno per uno: tanto da poter indicare eventuali allergie. L’inguaribile tendenza istituzionale a non prendersi mai mezza responsabilità si arricchisce di un nuovo e clamoroso capitolo. Invito dunque i piemontesi non perfettamente consapevoli di che cosa contengano i vaccini a vistare la casella “NON SO” sulla scheda anamnestica (che è un documento della Direzione Sanità e Welfare della Regione Piemonte).