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Autore: Redazione sito

Riqualificazione di corso Verona, il progetto del Comitato Borgo Rossini è valido: utilizziamolo

Ignorato per oltre un anno, adesso sia preso in considerazione. Il parere della Circoscrizione VII è favorevole. Ho chiesto, discutendo poco fa la mia interpellanza sul tema, di accelerare in questi ultimi mesi di consiliatura – interloquendo con i residenti e la Circoscrizione – affinché, per una volta, i cittadini siano protagonisti per davvero.

La necessità di una riqualificazione di corso Verona è urgente. Il progetto presentato dal Comitato Borgo Rossini è di assoluta qualità. Sarebbe interesse di tutti (residenti, Amministrazione) prenderlo in considerazione, eppure il piano del Comitato di Quartiere Borgo Rossini è stato di fatto ignorato nell’ultimo anno. 

Attualmente corso Verona presenta criticità relative a viabilità, sosta selvaggia, barriere architettoniche, mancanza di illuminazione, qualità dell’asfalto su marciapiedi e carreggiata. Tutti elementi che il progetto del Comitato può contribuire a risolvere. Il progetto è nelle disponibilità da prima della pandemia ed esprime la volontà dei cittadini di contribuire a rendere la zona più vivibile e accessibile. 

Ho chiesto alla Giunta di cambiare passo e di dimostrare la volontà di sedersi attorno a un tavolo alla presenza del Comitato e della Circoscrizione. Il progetto, riferito all’intero asse di corso Verona, è stato redatto attraverso un proficuo dialogo con gli uffici tecnici e propone soluzioni puntuali per i problemi di sosta selvaggia, smog, traffico, barriere architettoniche e attraversamenti pericolosi. Tra le iniziative di riqualificazione del quartiere particolarmente importante è quella a breve termine dell’ex Mercato dei Fiori, strettamente collegata a quella del Comitato, e in un prossimo futuro la Metro 2, che attraverserà proprio corso Verona con una fermata nei pressi del CLE. I cittadini stanno dimostrando di saper guardare non solo all’oggi, ma anche al domani: l’Amministrazione faccia lo stesso.

Siamo a fine consiliatura e non possiamo perdere tempo: utilizziamo al meglio questi ultimi mesi. La proposta può essere, dove necessario, integrata. Borgo Rossini sta vivendo in questi anni una fase di rapida trasformazione. Il complesso degli interventi sul quartiere potrebbe rappresentare un ottimo esempio di progetto pilota per altre zone della città.

Corso Sacco e Vanzetti di nuovo a pieno ritmo entro inizio maggio

Mia interpellanza sul tema appena discussa in Consiglio Comunale: la Giunta promette la riapertura nei due sensi di marcia entro un mese e mezzo al massimo. Ci assicureremo che le promesse siano mantenute.

Ancora meno di due mesi di disagi, poi la viabilità sarà, su corso Sacco e Vanzetti, ripristinata sui due sensi di marcia. Lo garantisce l’Assessora Lapietra rispondendo, poco fa in Consiglio Comunale, alla mia interpellanza sul tema: i lavori sulla semicarreggiata ovest, assicura, saranno completati entro aprile, al massimo entro i primi giorni del mese successivo. Buona notizia, che ci assicureremo sia confermata nei fatti.

Ho invitato la Giunta a valutare l’ipotesi di rivalersi su Comuni confinanti eventualmente responsabili per l’assembramento di soggetti attorno al cavalcavia, assembramento senza il quale sicuramente non si sarebbero verificati incendi e dunque danni.

I lavori eseguiti tra gennaio e gennaio 2019 sono costati 154mila euro. Per i lavori di ripristino attualmente in corso la stima è pari a 700mila euro. Bisogna aggiungere altri 13mila euro per per la ricostruzione della recinzione al di sotto della campata. 

Il corso era stato chiuso una prima volta in seguito a un incendio il 24 dicembre 2018 e poi riaperto solo parzialmente con circolazione a carreggiata unica e una seconda volta in data martedì 22 ottobre 2019 a causa di un incendio divampato nella notte vicino al sottostante campo nomadi di strada della Berlia a Collegno.

La Scuola in presenza non è responsabile del contagio: c’è la prova, ora si riapra

La conferma arriva da uno studio condotto sui dati relativi a 7,3 milioni di studenti: non c’è più ragione per non riprendere immediatamente le lezioni, dai Nidi almeno fino alle Medie. Basta didattica a distanza, si riprenda un rapporto personale e diretto tra insegnanti e allievi. Diamo finalmente un sollievo alle famiglie. Il Presidente Cirio si faccia portavoce, in sede di Conferenza Stato-Regioni, di questa necessità impellente.

Scuola scagionata su tutta la linea: non è responsabile del contagio. Lo conferma uno studio appena pubblicato (basato sui dati del Miur incrociati con quelli delle Ats e quelli della Protezione Civile), che smonta ogni ipotesi di correlazione tra diffusione dei contagi e lezioni in presenza è scongiurata. Forti di questa certezza, riapriamo immediatamente le scuole, a partire da Nidi, Materne e Scuola Primaria e almeno fino alla Scuola Secondaria di primo grado. Chiedo che il Presidente Cirio si faccia portavoce di questa esigenza in sede di Conferenza Stato-Regioni. Per troppo tempo i nostri alunni e studenti hanno pagato un prezzo troppo alto. Non possiamo più rimandare il ritorno a una formazione basata sul rapporto diretto, in presenza, con gli insegnanti: la DAD non può e non deve diventare la nuova “normalità”. Il tempo passato all’interno degli ambienti scolastici è sicuro: serve piuttosto un rinnovato e forte patto educativo tra Istituzioni e famiglie per assicurare comportamenti consoni anche fuori dall’orario e dagli spazi della scuola. Evitiamo, con il ritorno a scuola, che si allarghi ulteriormente la forbice tra le famiglie in grado di procurarsi dispositivi e connessione sufficienti e famiglie che non possono permetterselo. Veniamo incontro alle famiglie, per le quali l’incertezza sui bonus e l’impossibilità, per molti genitori, di chiedere ulteriori permessi hanno causato gravissime difficoltà in queste settimane e in questi mesi.

Le “code” di candidati in attesa di sostenere l’esame di guida sono un problema da risolvere, non da minimizzare

Dai dati emerge una situazione di vera emergenza, che va risolta e non relativizzata. Bene invece che la Città metta a disposizione, su nostra sollecitazione, le proprie graduatorie. Motorizzazione isolata, arrivarci è un’impresa, ma la Giunta fa orecchie da mercante da un anno e mezzo a questa parte: altro che servizio di prossimità, chiediamo una fermata di trasporto pubblico dedicata. Sul tema, si è appena tenuta una Commissione in Consiglio Comunale.

Isolata, dimenticata, abbandonata a se stessa: da un anno e mezzo la Motorizzazione attende da questa Giunta risposte rispetto alla necessità di essere collegata al resto della città da una linea di trasporto pubblico, con tanto di fermata dedicata, come qualsiasi altro servizio fondamentale del territorio. Di risposte, però, non ne ha ricevuta mezza: in queste condizioni, la Motorizzazione è il contrario di un servizio di prossimità, per usare un concetto caro agli stessi Cinque Stelle, e di un servizio accessibile e fruibile (non casualmente l’Associazionismo dei cittadini non vedenti ha presentato un esposto). Al momento, la fermata più “vicina” dista dieci minuti a piedi.

Sui dati, continuiamo a essere perplessi. Se la Direttrice Bosio, appena audita in Commissione, parla di tempi perfettamente in media con il dato nazionale, “Quattroruote” racconta una storia diversa, indicando per Torino in 100 giorni il tempo che intercorre dalla prenotazione dell’esame allo svolgimento del test (dato al quale si deve aggiungere l’attesa per l’esame di guida, al quale si può accedere solo dopo aver superato quello di teoria: e qui si raggiungono, nella nostra città, i 140 giorni).

Ma in generale, e al di là dei singoli dati, è l’approccio teso a minimizzare il problema che non ci convince: siamo e restiamo dalla parte delle autoscuole, settore gravemente colpito dalla crisi, e dei loro gestori. Quanto al confronto con realtà più piccole (Cuneo, per esempio, con i suoi 40 giorni necessari per prendere la patente), è ovvio che, per contesti più grandi come Torino, anche il personale impiegato deve aumentare in proporzione.

Ci fa piacere che l’Amministrazione, su nostra richiesta, metta a disposizione della Motorizzazione le proprie graduatorie. A questo proposito, ci piacerebbe sapere quale sia il tempo di intervento della Motorizzazione per assumere una volta resa disponibile la graduatoria; mi aspetto, inoltre, che con l’inserimento di nuovo personale amministrativo il personale esaminatore possa dedicarsi maggiormente agli esami.

Non possiamo negare l’esistenza di un problema strutturale. Serve un lavoro comune per azzerare ritardi che mettono in difficoltà chi fa impresa e paga le tasse. Alla fine del 2019 era stata rilevata una perdita di 1.700 posti d’esame rispetto al 2018 e nel 2020 la situazione è peggiorata ulteriormente. Il risultato sono circa 13.500 allievi che devono sostenere l’esame di guida e che con gli attuali ritmi saranno “smaltiti” in circa 7 mesi.

Doccia gelata: carichi familiari assenti anche nel Decreto Sostegni

Chiedevamo, insieme al Forum delle Associazioni Familiari e ad altre voci autorevoli, che le misure a favore della famiglia fossero calibrate in proporzione al numero di figli: ancora una volta, nulla di fatto. Politica sempre pronta a spendere parole su sostegno alla natalità e conciliazione tra famiglia e lavoro, ma poi priva della volontà di agire di conseguenza. Totale delusione, in questo Paese serve un cambio di paradigma culturale.

Ennesima occasione persa: nuova delusione chi sperava di veder inserito il parametro dei carichi familiari nel nuovo DL Sostegni. Avevamo chiesto, insieme ad altre voci importanti quali il Forum delle Associazioni Familiari, che congedi parentali, voucher baby-sitter e tutte le altre misure a sostegno della famiglia fossero calibrate sulla base del numero di figli. Nulla di tutto questo è stato fatto. 

Le tante parole spese dalla politica sull’urgenza di contenere la denatalità e di sostenere le famiglie che intendono mettere al mondo dei figli si sono rivelate, alla luce dei fatti, per quello che erano: pura e vuota retorica. Lo stesso valga per i tanti bei discorsi sulla conciliazione tra lavoro e famiglia. 

Lo Stato dimentica, ancora una volta, le famiglie, specialmente quelle numerose. Ancora una volta, non c’è alcuna differenza tra i nuclei composti da una sola persona e i nuclei con figli, e tra i nuclei con un solo figlio e quelli più numerosi. L’era Draghi inizia, da questo punto di vista, in piena continuità con il Governo precedente. Non ci sembra normale neppure che, a parità di perdita di fatturato, un artigiano, un imprenditore o una partita IVA con e senza figli ricevano la stessa cifra.

Ci auguriamo che le cose vadano diversamente ad aprile con il nuovo extradeficit. Si conferma la difficoltà da parte del Governo – anche di questo Governo – a comprendere il momento che stanno vivendo le famiglie, specialmente quelle numerose.

Ci auguriamo con altrettanta forza che le voci di timore che da più parti stanno cominciando ad alzarsi circa il destino dell’assegno unico per figlio siano messe a tacere con i fatti, cioè con il mantenimento, a partire dal prossimo luglio, della parola data.