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Autore: Redazione sito

Corso Principe Oddone fuori dal progetto Argo, errore imperdonabile

Niente telecamere fisse, dunque, in una zona tra le più critiche, dal punto di vista della sicurezza, dell’intera città: l’area non è stata inserita negli elenchi dei luoghi identificati dai tavoli tematici convocati con questo obiettivo. Una svista clamorosa. La mia mozione dell’aprile 2019, peraltro emendata dal collega Versaci, chiedeva presidi fissi in quella zona: ci saremmo aspettati che questa istanza fosse portata al Tavolo di Sicurezza. Delusione totale per le risposte ricevute in Consiglio Comunale, poco fa, alla mia interpellanza sul tema.

Non sono bastati, evidentemente, non solo l’evidenza dei fatti (spaccio, degrado, microcriminalità), ma neppure le segnalazioni dei cittadini, gli esiti dei controlli effettuati dalla Municipale e una mozione a mia firma con emendamento del collega Versaci che, dell’aprile 2019, chiedeva, votata all’unanimità dalla Sala Rossa, presidi fissi in quella zona: corso Principe Oddone non è stato inserito tra i siti che, all’interno del progetto Argo, saranno dotati di telecamere fisse. La doccia gelata è arrivata poco fa per bocca della Sindaca Appendino, che ha risposto alla mia interpellanza sul tema. Riteniamo che l’errore sia clamoroso, imperdonabile. Speriamo, ora, di avere al più presto almeno le telecamere mobili, come la stessa Sindaca ha lasciato intendere sia possibile. La delusione è comunque forte: l’Amministrazione sta chiudendo gli occhi di fronte all’evidenza di una zona in mano allo spaccio e al degrado.

Telecamere di sicurezza sarebbero necessarie, in zona, anche su corso Gamba e presso il giardino di via Macerata: la nostra mozione che chiedeva il presidio fisso interforze non è mai stata fino in fondo applicata, l’attuale sistema di videosorveglianza, di per sé insufficiente, è stato in zona addirittura depotenziato. Le telecamere sono, in una strategia integrata, il primo dei deterrenti, in grado di garantire sicurezza a quelle periferie sulle quali si era concentrata la campagna elettorale e che oggi sono state dimenticate.

NUMERI E SANZIONI

Controlli, in zona, sono stati effettuati presso gli esercizi di corso Principe Oddone 60, 44 e 40b, 92, e di via Maria Ausiliatrice 52 e 54. Nel corso dei controlli, gli agenti hanno elevato 11 sanzioni ai sensi del DL 25 marzo 2020 n.19 per inosservanze relative alle misure per l’emergenza epidemiologica.

Non solo nonni e nipoti, Sindaca Appendino: nei giardini Madre Teresa di Calcutta ci sono anche gli spacciatori

Criticità gravi anche nella vicina piazza Alimonda: desolante che i residenti segnalino, i Consiglieri si impegnino in Aula e poi nulla, o quasi, cambi.

Sette presidi negli ultimi due mesi in piazza Alimonda, un monitoraggio presso i giardini Madre Teresa di Calcutta che la Sindaca Appendino definisce “giornaliero”, diciotto interventi (ma nessuna sanzione) da inizio anno presso attività commerciali sospettate, in zona, di conferire in maniera scorretta residui di macelleria: le informazioni date dalla Sindaca Appendino in risposta alla mia interpellanza sulle criticità della zona Aurora sono accurate, ma non decisive. Tanto che il disagio, per i cittadini del quartiere, resta. Sorprende in particolare la risposta relativa ai giardini Madre Teresa di Calcutta, frequentati, secondo la Sindaca, “in maggioranza da anziani e bambini”. E gli spacciatori? Quelli li vedono solo i residenti? E i soggetti che si sono trasferiti poco distante con i propri camper creando dei veri e propri “villaggi” semipermanenti? Situazione desolante: i cittadini segnalano i problemi, i Consiglieri presentano interpellanze e poi non succede nulla; rimangono la totale mancanza di sicurezza e pulizia, i rifiuti organici e di altro genere fuori dai cassonetti, lo spaccio e le frequenti risse; la presenza di ratti, in particolare tra via Bra e via Carmagnola, completa un quadro preoccupante. I residenti, che hanno creduto nel quartiere e hanno investito per viverci, meritano molto di più. 

Il mistero della schiuma nel Po

Da mesi il fenomeno si presenta lungo le sponde cittadine del fiume, in particolare in corrispondenza del ponte di corso Regina Margherita e specialmente durante le mattine dei giorni feriali. Secondo le ricerche dell’Arpa, i versamenti potrebbero derivare da scarichi di impianti di depurazione, da scarichi industriali non completamente depurati e da versamenti illeciti: se così fosse sarebbe gravissimo. Urgono interventi immediati, che cosa stiamo aspettando a risolvere il problema? Ho presentato un’interpellanza per chiedere alla Giunta informazioni ulteriori sull’origine delle schiume e per sapere quali misure si intendano mettere in atto per salvaguardare le acque del fiume e la salute dei torinesi.

La schiuma nel Po è un fenomeno che, da mesi, i cittadini stanno rilevando, in particolare nel tratto in corrispondenza del ponte di corso Regina Margherita e con particolare intensità durante le mattine dei giorni feriali. La preoccupazione dei cittadini è comprensibile: ho appena presentato un‘interpellanza in Sala Rossa per chiedere alla Giunta ulteriori notizie relative alla natura e alla provenienza del fenomeno, nonché aggiornamenti sulle misure prese a tutela delle acque e della salute pubblica. Secondo le ricerche dell’Arpa, la provenienza dei versamenti è individuabile negli scarichi degli impianti di depurazione, ma anche in alcuni scarichi industriali non completamente depurati così come anche sversamenti illeciti. Ipotesi gravi. Che cosa stiamo aspettando a intervenire? Alla Giunta chiederò se si abbia conferma dell’origine “non naturale” delle schiume e se, da parte dei tecnici e degli uffici competenti, siano stati effettuati ulteriori controlli e con quali esiti. Mi aspetto di conoscere, infine, dettagli sulla collaborazione tra Civica Amministrazione e ARPA in merito al piano di monitoraggio del livello di inquinamento e quali siano stati i risultati raggiunti.

Nessuno tocchi il servizio di controllo avvicinamento radar di Caselle

Nessuno tocchi il servizio di controllo avvicinamento radar di Caselle
Enav vorrebbe spostare il servizio a Linate: sul tema, ho presentato un Question Time in Consiglio Regionale. Cirio (e Appendino) facciano sentire la propria voce. Se il servizio e le risorse umane saranno trasferite (il trasferimento è previsto dopo l’estate 2021), il danno per il nostro territorio sarebbe ingente. Domani la discussione del mio atto a Palazzo Lascaris.

Il servizio di controllo avvicinamento radar deve rimanere a Caselle. Esprimo forte preoccupazione per la progettualità di Enav (Ente Nazionale Assistenza Volo), che gestisce il traffico aereo civile in Italia, decisa a spostare il servizio a Linate. L’intenzione di centralizzare tutte le attività sui Centri di Controllo d’Area (ACC) di Roma e Milano è stata confermata dai vertici di Enav lo scorso 30 marzo nel corso di un’audizione presso la Commissione Trasporti della Camera dei Deputati. Ho presentato un Question Time in Consiglio Regionale per chiedere al Presidente Cirio e alla sua Giunta di difendere questa eccellenza del nostro territorio. Anche la Sindaca della Città Metropolitana Chiara Appendino si impegni in questo senso. Al Question Time, che discuterò domani Palazzo Lascaris, seguirà, sempre a mia firma, un’interpellanza per approfondire ulteriormente il tema. Anche le risorse umane sarebbero trasferite, insieme al servizio di avvicinamento radar di Torino, attivo sin dagli anni ’70, presso il quale sono impiegati 37 controllori di volo. Il servizio si occupa anche, oltre al traffico di linea, della gestione dei voli di elisoccorso, del transito dei velivoli delle forze dell’ordine e di quelli delle scuole di volo torinesi e piemontesi. Un ridimensionamento del servizio a Caselle comporterebbe una dispersione del patrimonio di competenze maturato, sul territorio, in tutti questi anni e rappresenterebbe un grave danno per il Piemonte.

I3A, Torino di nuovo assente dal testo del PNRR

Il progetto sia finanziato con il Fondo Complementare, perdere l’occasione di essere la sede principale dell’Istituto sarebbe una beffa inaccettabile. Perdere l’occasione di essere la sede principale dell’Istituto sarebbe una beffa inaccettabile.

Intelligenza Artificiale, adesso siamo preoccupati davvero: ancora assente il nome di Torino nel testo del PNRR pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio e in via di trasmissione alla Commissione Europea. Succede per la terza volta di fila. La prima è stata chiamata svista, la seconda errore: questa terza ha tutto l’aspetto di una scelta consapevole. Il Governo prenda esplicitamente l’impegno di finanziare il progetto I3A con il Fondo Complementare, sul quale mette 30,64 miliardi, e dica altrettanto esplicitamente che la sede sarà a Torino. Subordinare la scelta di Torino a una gara o a un bando competitivo con altre città candidate sarebbe a questo punto una beffa palese e inaccettabile. Ospitare la sede principale dell’Istituto per l’Intelligenza Artificiale (I3A) è per Torino un’opportunità preziosa, garanzia di opportunità per i giovani, per l’Università e per il Terzo Settore e di ricadute positive in termini occupazionali, di sviluppo e di prestigio. Dal primo momento ho convintamente sostenuto la proposta di Don Luca Peyron, Direttore della Pastorale Universitaria e Coordinatore dell’Apostolato Digitale di Torino.