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Autore: Redazione sito

INTERPELLANZA – Nuovo assetto di corso Grosseto tra poche luci (nascoste dalle chiome arboree) e molte ombre

PREMESSO CHE

– come noto, i lavori per il nuovo passante ferroviario Torino-Ceres, gestiti da SCR Piemonte spa quale stazione appaltante, hanno preso avvio nel settembre 2017 e hanno previsto, tra i tanti interventi, un nuovo collegamento ferroviario sotterraneo (sotto l’asse di corso Grosseto), l’abbattimento del viadotto presso l’intersezione corso Grosseto/corso Potenza e il conseguente collegamento da un lato con la linea storica Torino-Ceres e dall’altro lato con il Parco Sempione- Passante ferroviario-Stazione Rebaudengo;

RILEVATO CHE

– la durata, l’ampiezza e la portata stessa del cantiere hanno inevitabilmente suscitato molteplici difficoltà sia per il traffico veicolare sia per i cittadini residenti sia per i commercianti della zona;

– anche in questo aspetto ha giocato un ruolo la pandemia di Covid-19: per ragioni di pubblico interesse e di necessità a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori e della popolazione dal 13 marzo 2020 al 4 maggio 2020 sono stati sospesi tutti i lavori del cantiere in oggetto. Conseguentemente, i luoghi e le aree del cantiere sono stati messi in sicurezza, custoditi e presidiati in misura ordinaria e straordinaria;

– ultimamente si è assistito al completamento della galleria artificiale di corso Grosseto e alla graduale copertura del sedime, nel tratto compreso tra lo svincolo del raccordo Torino-Caselle e via Casteldelfino;

– proprio con riferimento al nuovo assetto di corso Grosseto, unitamente a talune criticità derivanti dalla nuova pista ciclabile già emerse in precedenza, alcuni cittadini hanno desiderato segnalare allo scrivente due aspetti;

– il primo profilo riguarda l’illuminazione artificiale: è stato segnalato che, diversamente da quanto avveniva con il precedente assetto, i pali per l’illuminazione pubblica sono stati collocati lungo le banchine laterali che separano il viale centrale dai due controviali. Ne consegue un’inevitabile e facilmente prevedibile interferenza con le fronde arboree ed è facile prevedere, con una prospettiva di breve-medio termine, che ciò causerà danni sia alla vegetazione stessa sia alla sicurezza veicolare e personale dei cittadini;

– un ulteriore aspetto segnalato attiene al patrimonio arboreo: molti alberi sono stati abbattuti e sradicati per evidenti esigenze di cantiere ma non pare che siano stati sostituiti da nuove piantumazioni;

– alla presente si allega la documentazione fotografica ricevuta dallo scrivente;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione abbia svolto le opportune considerazioni tecniche con SCR e altri soggetti eventualmente coinvolti in merito alla nuova collocazione dei pali dell’illuminazione pubblica lungo l’asse di corso Grosseto;
  2. se e come l’Amministrazione intenda rassicurare i cittadini preoccupati che la nuova collocazione dell’illuminazione pubblica possa confliggere sia con la sicurezza stradale e personale sia con la salute delle alberate;
  3. se i pali dell’illuminazione pubblica che sono stati collocati in corso Grosseto (e quelli che saranno installati al termine del cantiere) abbiano le medesime caratteristiche dimensionali e strutturali degli altri pali collocati in altre zone della città e se si possa individuare una collocazione che non confligga con il patrimonio arboreo;
  4. quale sia il numero degli alberi abbattuti per esigenze di cantiere lungo l’asse di corso Grosseto, quanti ne verranno piantumati presso la medesima sede e quale sia, in termini più generali, il piano per il ripopolamento arboreo della zona interessata dal cantiere.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Aurora: i cittadini ci sono e si danno da fare; bisogna aspettare la campagna elettorale per vedere le Istituzioni da queste parti?

RICORDATO CHE

– con precedenti atti consiliari (interpellanze, quali ad esempio la mecc. 2018 03419 del 1° agosto 2018 e la mecc. 2019 00716 del 26 febbraio 2019, richieste di informazioni rivolte agli uffici e segnalazioni alla Polizia Municipale) lo scrivente ha provato a focalizzare l’attenzione dell’Amministrazione sulla triste situazione di degrado urbano e sociale che avvolgeva il tratto di Lungo Dora Napoli compreso tra via Cigna e corso Vercelli (ponte Carpanini) e le zone limitrofe;

– era stato segnalato il fatto che, con frequenza quotidiana, decine di individui stazionassero sui parapetti del Lungo Dora in orario postprandiale ivi permanendo fino a notte fonda: l’unica attività svolta consisteva nel consumo di vino, birre e altre bevande alcoliche, completando indegnamente la loro occupazione declinando la Città secondo i loro comodi e, nello specifico, in funzione di gabinetto o latrina a cielo aperto;

– per quanto riguarda i rifiuti – evidentemente ritenendo poco funzionali le campane per la raccolta del vetro e gli altri cassonetti – codesti bevitori sceglievano di utilizzare le sponde e il letto della Dora Riparia in funzione di raccoglitore per i rifiuti;

– gli effetti di tali “attività” alcoliche si riverberavano ineludibilmente e negativamente sull’ambiente circostante oltre a causare danni diretti e indiretti alle attività commerciali limitrofe; – sovente i passanti erano presi a male parole da tali bevitori, quando addirittura tali affronti non sfociavano in comportamenti deteriori;

– era inoltre stato evidenziato come lungo la sponda nord fossero quotidianamente presenti molti spacciatori e tossicodipendenti che si spostavano nel declivio degradante verso il fiume per completare le operazioni di compravendita e di consumo degli stupefacenti;

– erano decine i tossicodipendenti di ogni età che acquistavano le dosi e le consumavano senza inibizioni a ridosso del passaggio pedonale e veicolare, lasciando siringhe e fazzoletti insanguinati ovunque e sovente gettandoli tra i flutti della Dora;

– frequenti erano i “bivacchi”, conseguenti all’assunzione degli stupefacenti, che avvenivano sulle panchine e negli spazi verdi;

– si segnalava che un buon numero di spacciatori erano soliti stazionare sulla balconata del ponte Carpanini e si spostavano solo per raggiungere i loro clienti;

– con una richiesta inviata via mail ai competenti uffici comunali nel dicembre 2019 erano stati chiesti aggiornamenti in merito al collegamento della pista ciclabile tra corso Vercelli e il Lungo Dora: lo staff dell’Assessore alle Infrastrutture e Mobilità rispondeva sostenendo che “La connessione non è stata realizzata per mancanza di risorse sufficienti a realizzare tutto il tratto.”;

– con mail inviate nel corso del lockdown della scorsa primavera, a seguito di segnalazioni ricevute da molti residenti, si provvedeva a segnalare alla Polizia Municipale alcuni comportamenti contrari alla normativa del periodo (attività commerciali e bar aperti o comunque aperti oltre il limite orario, assembramenti sia all’esterno sia all’interno) e potenzialmente pericolosi per la collettività;

– con ulteriori segnalazioni ai competenti uffici comunali era stata segnalata l’abitudine di qualche incivile di sversare lungo le sponde del fiume i detriti e i calcinacci derivanti da piccole ristrutturazioni edilizie interne;

– con un’interpellanza presentata il 26 gennaio 2021 (n. 66-2021) lo scrivente domandava: “1) quali e quanti siano gli interventi della Polizia Municipale nell’ultimo anno per contrastare il degrado urbano nel quartiere Aurora e quali i risultati conseguiti; 2) in quali sedi istituzionali l’Amministrazione abbia collaborato con le Istituzioni dello Stato per evidenziare i molteplici sfregi patiti dal quartiere Aurora, se si ritengano soddisfacenti gli esiti e se l’Amministrazione riesca ad incrementare il proprio impegno; 3) come intenda intervenire l’Amministrazione per contrastare il dilagante fenomeno dello spaccio e del consumo di stupefacenti in Lungo Dora Napoli e zone adiacenti; 4) se l’Amministrazione abbia proseguito a monitorare il fenomeno dell’abbandono di rifiuti lungo le sponde/scarpate del fiume e se siano stati individuati i responsabili; 5) se e quali altri provvedimenti siano stati assunti dall’Amministrazione per garantire sicurezza, legalità e una buona qualità degli spazi pubblici ai cittadini di Aurora.”;

RILEVATO CHE

– con un’iniziativa resa nota con largo anticipo, domenica 18 aprile u.s. decine di cittadini, residenti e commercianti di buona volontà ed encomiabile senso civico si sono organizzati e armati di rastrelli, palette e scope hanno ripulito le banchine, i marciapiedi e le sponde della Dora nel tratto compreso tra il ponte Carpanini e via Mondovì;

– la zona, luogo abituale di spaccio e di consumo di sostanze stupefacenti, è stata ripulita da siringhe, lattine e bottiglie di vetro (di ciò è stata data ampia notizia da parte degli organi di informazione);

– secondo quanto riferito allo scrivente, le competenti Direzioni del Comune erano state preventivamente informate dell’iniziativa (innanzitutto Polizia Municipale e Verde Pubblico) ma domenica 18 aprile non risulterebbe ravvisata la loro presenza;

– nonostante una pattuglia della Polizia Municipale avesse garantito la presenza (comunicandola personalmente ad alcuni commercianti nei giorni antecedenti), i cittadini non hanno potuto apprezzarla;

– anche del Verde pubblico non è stata riferita la presenza al momento dell’iniziativa: invece pare che alcuni operatori siano stati presenti in zona nella giornata di martedì 20 aprile (come da documentazione fotovideo ricevuta), intervenendo ove già fatto dai cittadini 48 ore prima;

CONSIDERATO CHE

– durante le operazioni di pulizia della sponda erano state gettate alcune bottiglie di vetro dai soliti
frequentatori della zona e delle gradinate del ponte Carpanini, che “tranquillamente” ivi continuavano a stazionare;

– poco dopo il termine delle operazioni di pulizia, nel corso del pomeriggio di domenica 18 aprile, i soliti spacciatori che abitualmente fanno base presso le gradinate del ponte Carpanini hanno dato luogo a momenti di disordine e ad una rissa con bottiglie infrante;

– non si comprende perché Aurora debba continuare ad essere deturpata da comportamenti così villani da risultare dannosi per la collettività e tali da umiliare l’impegno civico di cittadini desiderosi di godere di una città più pulita, più sana e meno degradata;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se e come l’Amministrazione intenda garantire la sicurezza dei cittadini e dei commercianti nelle zone oggetto del presente atto (ponte Carpanini, Lungo Dora e aree limitrofe) considerando che, seppure in tema di ordine pubblico e/o gestione delle emergenze abbiano un ruolo di primazia le forze dello Stato, non si può accettare uno scollamento dell’interesse e dell’attenzione tra Amministrazione cittadina e territorio;
  2. se l’Amministrazione intenda provvedere con urgenza a smontare le gradinate presenti nel ponte Carpanini che da troppo tempo risultano ad esclusivo appannaggio di spacciatori e clienti;
  3. se, nelle more della rimozione del manufatto, l’Amministrazione – anche in collaborazione con le forze di polizia statali – sia in grado di predisporre un presidio fisso;
  4. se e come le telecamere mobili (eventualmente successivamente sostituite con quelle fisse) e i droni, come riferito dal Comandante nel corso della seduta di martedì 20 aprile della Commissione Legalità-I illustrando il Progetto Argo, potranno garantire sicurezza nella zona in oggetto;
  5. se e quali altri provvedimenti siano stati o saranno assunti dall’Amministrazione per garantire sicurezza, legalità e una buona qualità degli spazi pubblici ai cittadini di Aurora.

Silvio Magliano

QUESTION TIME – Sicurezza, igiene e pulizia dei veicoli adibiti al servizio di trasporto scolastico per alunni con disabilità: l’Amministrazione svolge le opportune verifiche?

PREMESSO CHE

– attraverso numerosi atti espressioni del proprio mandato consiliare lo scrivente da tempo si premura di monitorare le condizioni e le modalità di svolgimento del servizio di trasporto scolastico per alunni con disabilità, da anni affidato in appalto ad una ditta esterna;

– lo scrivente ha spesso ricevuto lamentele, sia da ex dipendenti sia da dipendenti sia dalle famiglie utenti del servizio, che sono state tradotte in atti formali sottoposti all’attenzione e ai riscontri dell’Amministrazione;

CONSIDERATO CHE

– recentemente lo scrivente è venuto a conoscenza delle condizioni in cui hanno dovuto viaggiare alcuni alunni fruitori del servizio: sono state descritte pessime condizioni igienico-sanitarie degli ambienti interni di taluni veicoli a cui va aggiunta la presenza di acqua piovana ad impregnare i sedili rendendoli inservibili;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere se e con quali modalità l’Amministrazione svolga verifiche e accertamenti, non meramente formali, circa le reali funzionalità e le effettive condizioni di sicurezza e di pulizia dei veicoli utilizzati per il servizio di trasporto scolastico degli alunni con disabilità.

Silvio Magliano

Giù le mani dal Museo Lombroso

Apprendiamo della boutade di un Parlamentare che, evidentemente in cerca di visibilità personale, ne chiede la chiusura, parlando di “razzismo scientifico”. Caro Senatore De Bonis, compito di questo Museo (e di qualsiasi altro Museo) non è celebrare una qualsivoglia teoria (in questo caso, peraltro, non più considerata valida da nessuno), ma testimoniare una fase della nostra storia giuridica.

Il Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso non si chiude. Per una ragione molto semplice: l’esposizione di via Pietro Giuria 1 a Torino non serve “ad avvalorare una teoria”, come scrive il Senatore De Bonis nel suo atto presentato al Ministro della Cultura, ma a testimoniare una fase della nostra storia giuridica. Il Senatore De Bonis cerchi altre modalità più utili e meno stucchevoli per ottenere quella visibilità di cui sente, evidentemente, così tanto bisogno. Le teorie di Lombroso sono ormai unanimemente considerate pseudoscientifiche: compito dell’istituzione-museo non è certo promuovere una teoria che la stessa storia, oltre alla comunità scientifica, ha da tempo smascherato come priva di qualsiasi fondamento, ma narrare in maniera concentrata e fruibile un pezzo della nostra storia giuridica. Raccontare e sostenere sono, per fortuna, concetti molto diversi.

La Prefettura ci ripensi: sia consentita l’organizzazione delle Feste di Via

Arriva il “No” della Prefettura di Torino nei confronti di questi eventi all’aperto: le feste di corso Traiano e di Borgo Po, in programma per domenica 16 maggio, sono già state cancellate. Nulla però, nella normativa anti-Covid, impedirebbe manifestazioni di questo tipo, di per sé perfettamente sicure: auspichiamo un ripensamento, privare il commercio di vicinato di una simile opportunità di promozione sarebbe, in questa fase di ripartenza, imperdonabile.

Feste di Via, c’è il “No” della Prefettura. Le feste di corso Traiano di Borgo Po, teoricamente in calendario per domenica 16 maggio, sono già state annullate. 

La normativa anti-Covid non vieta, però, l’organizzazione di questo tipo di eventi. Ci auguriamo dunque che il veto della Prefettura possa essere riconsiderato già dalle prossime ore. Per tutta una serie di buone ragioni.

Il commercio di vicinato e gli esercizi di somministrazione – dai negozi ai bar, dalle boutique ai ristoranti, dalle botteghe artigiane alle pizzerie – hanno assoluta necessità di avvantaggiarsi di questi momenti di promozione in questa fase di ripartenza. Le Feste di Via sono sicure da tutti i punti di vista. Gli organizzatori garantiscono tutti i controlli del caso e tutte le misure necessarie. 

Nessuna normativa vieta le Feste di Via, né lo fa il Decreto attualmente in vigore: è esplicitamente menzionato nelle FAQ del Governo, semmai, il divieto di organizzare sagre, fiere ed eventi commerciali locali. Ma le Feste di Via sono eventi di natura molto diversa, assimilabili, piuttosto, ai mercatini programmati quali Balon e StraMercatino (che infatti non hanno interrotto l’attività). Anzi, rispetto a questi ultimi le Feste di Via, che hanno programmazione semestrale, non prevedono neanche lo spostamento, da parte dei commercianti che partecipano, su spazi terzi. Permettere l’organizzazione di manifestazioni di richiamo in varie zone della città significa anche offrire ai torinesi opzioni diverse rispetto al solo centro storico e ai soli parchi cittadini, contribuendo così a evitare un eccessivo afflusso di pubblico presso questi ultimi.

Una Festa di Via altro non è che la pedonalizzazione domenicale di una via cittadina per 12 ore con coinvolgimento su suolo pubblico all’aperto di negozi in sede fissa, bancarelle e operatori del proprio ingegno. Gli accessi sono controllati e, se necessario, possono essere contingentati. Il Governo stesso, per bocca del Presidente Mario Draghi, ha più volte ribadito che le attività all’aperto sono assolutamente sicure. Privare il commercio cittadino di una simile opportunità dopo mesi di fatica e sacrifici sarebbe imperdonabile. Auspichiamo un ripensamento da parte della Prefettura, affinché le Feste di Via si possano organizzare già dalle prossime settimane.