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Autore: Redazione sito

INTERPELLANZA – Scuola di Applicazione dell’Esercito: un altro pezzo di storia della città abbandona la Mole?

PREMESSO CHE

– come riportato nel sito istituzionale del Ministero della Difesa: “Il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito, con sede a Torino, ha la responsabilità della gestione unitaria del settore ‘formazione’ per tutto il personale della Forza Armata. I compiti affidati al Comando sono ripartiti in due macroaree: area della formazione di base, area della formazione avanzata. Ha, pertanto, il compito di assicurare la formazione di base e avanzata degli Ufficiali di tutta la Forza Armata. In particolare, nella sede di Torino, il Comando ha il compito di presiedere alla formazione di base degli Ufficiali del Ruolo Normale (RN), del Ruolo Speciale (RS), della Riserva Selezionata, di quelli a Nomina Diretta, e degli Allievi Ufficiali a Ferma Prefissata, nonché di presiedere alla formazione avanzata degli Ufficiali del Ruolo Normale. Con circa 1000 Ufficiali frequentatori ogni anno, un centinaio di studenti civili, 118 professori universitari e 30 docenti militari che insegnano oltre 100 materie universitarie e 28 materie militari di carattere tecnico-professionale, la Scuola di Applicazione dell’Esercito oggi si caratterizza come uno dei poli didattici di eccellenza nel panorama italiano e come nuovo centro culturale di prestigio per la città di Torino. Nella stessa sede trova luogo anche il Centro Studi Post Conflict Operation, che ha la responsabilità di sviluppare il progetto connesso con la creazione di un Polo di Eccellenza della Forza Armata preposto allo studio e alla ricerca in materia di operazioni post conflittuali e alla formazione di personale militare e civile, promuovendo una ‘via italiana’ del post conflict management, destinato ad operare sul campo. Inoltre, per assolvere ai propri compiti, il Comando per la formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito ha alle proprie dipendenze l’Accademia Militare di Modena, la Scuola Militare ‘Nunziatella’ di Napoli e la Scuola Militare ‘Teuliè’ di Milano.”;

– la Scuola ha sede presso il Palazzo dell’Arsenale: “La costruzione del Palazzo fu ordinata, nel 1736, da CARLO EMANUELE III al progettista e architetto Felice De Vincenti, capitano di artiglieria e, successivamente, ‘Gran Maestro di Artiglieria’, che diresse i lavori, svolti in prevalenza da personale militare del Corpo Reale di Artiglieria. L’esecuzione dell’opera richiese alcuni anni, ma già nel 1752 nel Palazzo erano ospitati l’Arsenale e le Regie Scuole Teoriche e Pratiche di Artiglieria e Fortificazione, assolvendo così alla duplice funzione di fabbrica d’armi e di fucina di Ufficiali. Sono tuttora individuabili le linee caratteristiche di un arsenale: i grandiosi sotterranei, collegati alla superficie con ampie rampe percorribili anche da traini ingombranti, i robusti pilastri ravvicinati per sopportare notevoli pesi, le vaste sale sormontate da volte a cupola che costituiscono l’elemento caratteristico dell’architettura del Palazzo. L’attuale facciata d’angolo fra le vie Arsenale e Arcivescovado, ingresso principale del Palazzo, fu realizzata solo nel 1890 dal Capitano del genio Emilio Marrullier, che modificò il progetto originale del De Vincenti. Sulle colonne ai lati dell’ingresso troneggiano due statue simboleggianti l’Artiglieria e il Genio; sul portale, una lapide ricorda gli scopi dell’opera: ‘Regnando CARLO EMANUELE III, cresciuto il Piemonte in militare grandezza, sorse, disegnato da Felice De Vincenti, questo Arsenale di guerra, e perché rimanesse, di sua militare difesa, presidio, scuola, officina, vi diè compimento l’Italia nuova regnante UMBERTO I.’ ”;

CONSIDERATO CHE

– come riportato dal quotidiano La Stampa nell’edizione di venerdì 26 marzo u.s. e successivamente del 3 aprile u.s., pare che l’Esercito stia per “trasferire” da Torino a Modena i corsi di laurea triennale avendo manifestato “la volontà di stipulare, tramite la Scuola di Applicazione, una nuova convenzione (con Unito, nda) per il solo biennio necessario al conseguimento della laurea magistrale in Scienze Strategiche”, privando così la città di un’importante sede di formazione per le future generazioni di professionisti della difesa nazionale;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione sia a conoscenza delle intenzioni dell’Esercito;
  2. se l’Amministrazione abbia svolto interlocuzioni di approfondimento con i vertici istituzionali della Forza Armata e del Ministero della Difesa;
  3. se l’Amministrazione abbia sollecitamente avviato un canale di dialogo con l’Università degli Studi di Torino al fine di individuare una strategia comune per trattenere in città i corsi di laurea triennale;
  4. se a parere dell’Amministrazione, a seguito delle interlocuzioni svolte o comunque in previsione, sussistano concrete probabilità di mantenere a Torino i corsi di laurea triennale, di integrarli con altre attività formative di alto livello e di implementare la presenza delle e donne degli uomini dell’Esercito evitando ulteriori ricadute negative per il tessuto economico, strategico, culturale e sociale della città.

Silvio Magliano

Subito un Tavolo per garantire la rappresentanza alle Minoranze nelle Unioni Montane

Lo richiede anche il Ministero dell’Interno: ho presentato un Question Time in Consiglio Regionale del Piemonte.

La lettera del Ministero dell’Interno inviata alla Prefettura di Torino conferma che presso i Consigli e le Giunte delle Unioni Montane devono essere rappresentate le Minoranze di tutti i Consigli Comunali: cosa che a oggi non sempre accade – vedi per esempio i casi di Valsusa, Val Sangone e via Lattea – con il risultato di un vero e proprio vuoto di rappresentanza democratica. Ho presentato un Question Time in Consiglio Regionale del Piemonte per chiedere alla Giunta Cirio di attivarsi tempestivamente per correggere ogni irregolarità e tornare a garantire una piena rappresentanza democratica di tutte le espressioni politiche, fatto particolarmente importante in un momento nel quale il nostro territorio, con la sua economia, sta provando a ripartire dopo quindici mesi di crisi. La Regione convochi subito un Tavolo con i soggetti interessati. Il Ministero precisa inoltre che i Sindaci non possono avere il doppio ruolo di governo e controllo nell’Unione Montana. Le Unioni Montane si sono sempre basate, per comporre Giunte e Consigli, sulle linee guida espresse dall’Uncem. Le Unioni Montane tutelano e promuovono lo sviluppo della montagna; svolgono inoltre, in forma associata, funzioni e servizi comunali. La Regione Piemonte individua nell’Unione Montana la forma organizzativa dei Comuni idonea a rendere effettive, in armonia con le specifiche politiche settoriali regionali, le misure di promozione e sviluppo economico, di tutela e valorizzazione dei territori montani.

Kastamonu riapre a Frossasco, buona notizia? Sì, a patto che siano tutelati salute e territorio

La multinazionale ha presentato in Città Metropolitana un progetto di ripristino degli impianti ex Annovati e poi Trombini (produzione di pannello per l’industria dell’arredamento) sul territorio del Comune in provincia di Torino: destano però preoccupazione l’impatto sul territorio, a vocazione agricola e residenziale, e il progetto di installazione di un nuovo bruciatore di biomasse a poche centinaia di metri da abitazioni e allevamenti. Ho presentato un’interpellanza in Consiglio Regionale e una in Città Metropolitana per assicurarmi che tutte le misure di sicurezza siano prese e che ambiente e salute siano opportunamente difesi.

L’impianto ex Annovati e poi Trombini a Frossasco, ora di proprietà Kastamonu, potrebbe ripartire dopo anni di inattività e dopo l’incendio della primavera del 2019: la multinazionale specializzata nella produzione di pannello per l’industria dell’arredamento ha infatti presentato lo scorso 28 aprile, presso la Città Metropolitana di Torino, un progetto di ripristino dell’impianto di via Piscina 2-6. Una buona notizia per il territorio? Sì, alla luce delle possibili ricadute occupazionali dopo due anni di crisi durissima. A patto che la sicurezza e la salute dei residenti sia garantita e che l’impatto su un territorio a vocazione agricola e residenziale sia ammortizzato. Su entrambi i temi, vogliamo vederci chiaro. In particolare, desta preoccupazione la prospettiva di vedere prossimamente in attività un nuovo Energy Plant (bruciatore da 25 MW) per lo smaltimento di biomasse dal sito produttivo. Ho presentato dunque due interpellanze, una in Consiglio Regionale del Piemonte e una in Consiglio Metropolitano, per avere un aggiornamento sui controlli e sulle misure necessarie per garantire sicurezza e salute, nonché sulle modalità di rilevamento dei dati sulle emissioni. Con i miei due atti chiedo inoltre se siano previsti controlli e rilievi per verificare la salubrità del terreno e del sottosuolo di pertinenza dell’impianto, dal momento che, a sua volta, l’ipotesi di residui inquinanti o tossici presenti nel sottosuolo dell’area produttiva genera preoccupazioni.

A Torino il Centro IA per l’automotive, buona notizia

Fieri di aver sostenuto la proposta dal primo momento.

Buona notizia: il Decreto Sostegni bis assegna a Torino il Centro per l’Intelligenza Artificiale applicata all’Automotive. Un passo importante. Non inutili sono stati, evidentemente, i ripetuti solleciti e appelli della politica torinese, Moderati in testa, al Governo. Il primo stanziamento da 30 milioni è un indizio di progettualità e intenzioni serie. Il Centro per l’Intelligenza Artificiale per l’Automotive porterà a Torino opportunità per i giovani, per l’Università e per il Terzo Settore e garantirà ricadute positive in termini occupazionali, di sviluppo e di prestigio. La vocazione torinese, da sempre legata all’automotive, si aggiorna e si proietta verso il futuro con questo importante risultato. Come Moderati, siamo orgogliosi di aver convintamente sostenuto la proposta di Don Luca Peyron, Direttore della Pastorale Universitaria e Coordinatore dell’Apostolato Digitale di Torino, fin dal primo momento.

La mia proposta in Comune: gratuità Cosap per le farmacie torinesi

Con una mozione appena presentata in Sala Rossa, chiedo l’esenzione dal canone dovuto per i gazebo esterni utilizzati per effettuare i tamponi (e, prossimamente, le vaccinazioni): è giusto che la Città riconosca questo sgravio ai farmacisti, che da quindici mesi stanno svolgendo un ruolo decisivo nel contrasto alla pandemia. Presso le farmacie si effettuano tamponi rapidi (grazie all’impegno dei Moderati a prezzi calmierati) e, in un prossimo futuro, ci si potrà anche vaccinare. Mi auguro di trovare sul mio atto il consenso sia dei colleghi Consiglieri sia della Giunta. Simili misure sono già state prese a vantaggio di altre tipologie di attività, dai bar ai ristoranti, e sarebbe assurdo non muoversi nella stessa direzione anche a vantaggio di attività che svolgono un ruolo determinante nella salute pubblica.

Ho presentato in Comune una proposta di mozione per chiedere alla Giunta di esentare le farmacie torinesi dal canone Cosap dovuto per l’occupazione del suolo pubblico con i gazebo e con le altre strutture provvisorie utilizzate per effettuare i tamponi rapidi. Il ruolo delle farmacie, sempre fondamentale, è risultato decisivo in questi quindici mesi di pandemia. In un futuro che ci auguriamo prossimo, oltre ai tamponi rapidi si potranno effettuare in farmacia anche le vaccinazioni anti-COVID. Molte farmacie hanno, inoltre, accettato di effettuare tamponi a prezzi stabiliti e uniformi (grazie ai diversi atti presentati dai Moderati in Consiglio Comunale e Regionale, si è giunti a un’intesa tra Regione Piemonte, Federmarma e Assofarm per l’effettuazione dei tamponi a 25 euro, 30 alla presenza di un medico). Alla luce di tutte queste premesse, mi auguro che i colleghi Consiglieri si esprimano in Sala Rossa a sostegno della mia proposta. Sul tema, l’Assessorato al Commercio ha in passato espresso posizioni di sostanziale apertura e disponibilità: spero che la Giunta voglia confermare la propria posizione favorevole. Simili misure sono già state adottate a sostegno di altre tipologie di attività, dai bar ai ristoranti, e sarebbe assurdo non coinvolgere anche le farmacie, alla luce del ruolo che svolgono per la salute di tutti in questa fase così difficile.