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Autore: Redazione sito

La sicurezza stradale tra Caselle e Leinì non può aspettare: subito due rotatorie all’intersezione tra SP460 ed SP10

L’intersezione è trafficata e pericolosa, non possiamo attendere l’inaugurazione del centro commerciale Caselle Open Mall (alla cui costruzione è collegata, a scomputo, anche quest’opera urbanistica) per vedere realizzato un intervento sulla viabilità che il territorio attende, letteralmente, da vent’anni. Ho presentato un’interpellanza in Consiglio Metropolitano per chiedere di intervenire in tempi brevi di quel tratto di strada.

Se ne parla da vent’anni, ma gli automobilisti che percorrono il tratto di strada tra Caselle e Leinì (SP 10) e la strada Provinciale di Ceresole (SP 460) ancora aspettano le due rotatorie di collegamento tra le due arterie. La questione, di sicurezza, è urgente. Con un’interpellanza, porterò il tema in Città Metropolitana in occasione del prossimo Consiglio utile: la mia richiesta è stringere i tempi e far iniziare i lavori. Attualmente, la realizzazione dell’intervento è collegata, a scomputo, alla realizzazione da parte di Satac del Centro Commerciale Open Mall di Caselle. A causa della pandemia, difficilmente il Centro Commerciale sarà però inaugurato prima del 2024-25 (e i tempi sono tutt’altro che certi). L’intervento alla viabilità. invece, serve subito: l’attuale configurazione dell’intersezione è obsoleta e tale da incrementare il rischio di incidenti anche gravi. Interventi sulla viabilità presso l’intersezione tra la SP 460 e la SP 10 non sono più procrastinabili. La priorità dovrebbe essere, per qualsiasi Ente pubblico, la sicurezza stradale dei cittadini. In questa porzione di territorio l’intensità del traffico è in costante aumento e nel tratto in questione, da rilevazioni effettuate dal Comune di Leinì, si registrano oltre 8mila passaggi ogni giorno, prevalentemente concentrati nelle ore di entrata e uscita dai luoghi di lavoro.

Una questione che si trascina dal 2001

Il primo progetto preliminare per la realizzazione di uno svincolo tra Leinì e Caselle risale al giugno 2001. Lo svincolo tra la SP 10 e la SS 460 è stato inserito nel 2006 tra gli interventi da realizzarsi per rendere compatibile con il tessuto stradale l’insediamento commerciale previsto nel Comune di Caselle Torinese. Le opere di adeguamento dell’incrocio tra la SP460 e la SP 10 sono state approvate a ottobre 2018. La convenzione del settembre 2018 tra Satac, Città Metropolitana e Comune di Leini prevede che l’adeguamento dell’incrocio di Leini sia a cura e spese di Satac, ma il perdurare della situazione pandemica non consente di prevedere tempi certi per la realizzazione del Centro Commerciale e dunque delle relative opere di adeguamento urbanistico. Di qui, la necessità di un intervento da parte delle Istituzioni.

Studenti con DSA o ADHD, in Piemonte situazione drammatica e tempi biblici: per chi non può permettersi il privato l’attesa per una certificazione è di mesi e altissimo è il rischio di abbandono scolastico

Grave carenza di personale e liste d’attesa infinite costringono le famiglie a scegliere: o affidarsi al privato per la valutazione e per la cura del disturbo, con costi rilevanti (che possono superare i 400 euro per una certificazione), o rassegnarsi a tempi d’attesa ignoti e lunghissimi. Evidente e inaccettabile la discriminazione per chi non può permettersi di pagare. La Regione investa nell’assunzione di personale specializzato, unica soluzione del problema e unico modo per garantire livelli di assistenza e tempi adeguati. L’impegno della Giunta, che ha appena risposto al mio Question Time sul tema a Palazzo Lascaris, di avviare il percorso diagnostico per i DSA o ADHD entro sei mesi non basta.

I “Gruppi Disturbi Specifici di Apprendimento” sono stati istituiti in ogni Asl del territorio regionale, ma, in pratica, i tempi per giungere, da parte degli studenti piemontesi con DSA o ADHD, alla definizione di un percorso di diagnosi e certificazione sono biblici: passano mesi soltanto per avere una prima valutazione, mentre per ottenere una cura i tempi sono ancora più lunghi.

Per le famiglie non c’è dunque altra scelta: chi se lo può permettere, cerca risposte nel privato sostenendo costi per gli altri proibitivi, tutti gli altri si rassegnano e aspettano. La discriminazione nei confronti di chi ha meno possibilità economiche è evidente e inaccettabile. Anche perché, senza una certificazione (che può sfiorare i 500 euro nel privato), il rischio di abbandono scolastico è, per gli studenti con DSA, altissimo.

La tempestività, specialmente nelle fasce d’età più giovani (nella fase della vita, cioè, in cui il processo di crescita è più rapido), è fondamentale: senza un tempestivo intervento, il disturbo diventa progressivamente sempre meno trattabile. I disturbi dell’apprendimento investono non solo la sfera scolastica, ma anche quella personale, incidendo sulla personalità e sul futuro del giovane.  

Il Piemonte è tra le Regioni nelle quali più alta è la percentuale di studenti con DSA (circa il 7,3% contro un dato nazionale del 4,9%) e il trend è in vertiginoso aumento. Gli studenti piemontesi con ADHD sono circa il 4%. Ci aspettiamo che la Giunta Regionale dia risposte a migliaia di studenti con DSA o ADHD e alle loro famiglie.

QUESTION TIME – Come intende rispondere la Giunta ai lunghi tempi d’attesa e assicurare adeguati livelli di assistenza agli studenti con DSA e ADHD?

Premesso che:

  • la Legge n. 170/2010 riconosce la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia come Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), assegnando al sistema nazionale di istruzione e agli atenei il compito di individuare le forme didattiche e le modalità di valutazione più adeguate affinché alunni e studenti con DSA possano raggiungere il successo formativo. Tale legge contiene precise indicazioni per favorire il successo scolastico degli alunni e degli studenti con DSA attraverso l’attivazione di specifiche azioni didattiche ed organizzative a livello di classe, di
    scuola e di territorio;
  • la Regione e il Gruppo di Lavoro, in collaborazione con i rappresentanti dell’Ufficio Scolastico regionale per il Piemonte, Ufficio IV e Associazione ADHD Piemonte, alla luce delle osservazioni, della letteratura e delle esperienze maturate nei rispettivi ambiti professionali, hanno predisposto le Linee Guida allo scopo di promuovere sia una maggiore conoscenza del fenomeno del Disturbo da Deficit di Attenzione, sia una presa in carico più completa e proficua da parte di tutti i soggetti coinvolti, attivando e consolidando, laddove possibile, tutte le opportune forme di collaborazione e integrazione tra le diverse istituzioni e servizi (approvate con Determina n. 842 del 10/08/2020).

Premesso, altresì, che:

  • il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato i principali dati relativi agli alunni con DSA anno scolastico 2018/2019, frequentanti le scuole italiane, a cui è stato diagnosticato un Disturbo Specifico dell’Apprendimento: sono 298.114, pari al 4,9 % del totale degli alunni;
  • il Piemonte è tra le Regioni con i valori di studenti con DSA più elevati (circa il 7,3%) e il trend è in vertiginoso aumento;
  • Gli studenti piemontesi risulta con ADHD sono circa il 4%.

Sottolineato che:

  • al fine di favorire l’inclusione scolastica la Regione Piemonte sostiene allievi che presentano qualsiasi difficoltà di funzionamento e/o apprendimento permanente, o transitoria, in ambito educativo – scolastico – formativo, che necessitino di percorsi personalizzati;
  • in particolare, presentano Bisogni Educativi Speciali (BES):

1) allievi con disabilità;

2) allievi con disturbi specifici di apprendimento (DSA): dislessia, discalculia, disgrafia e disortografia;

3) allievi con esigenze educative speciali (EES): disturbi della condotta, dell’attenzione e dell’iperattività (ADHD), disturbi dell’eloquio e del linguaggio, disturbo della funzione motoria, funzionamento intellettivo limite (FIL);

4) allievi in situazioni di svantaggio: culturale, linguistico, socio – economico.

Constatato che:

  • la Delibera n. 496 del 22 maggio 2014 “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione diagnostica dei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) nella Regione Piemonte ad integrazione della D.D. n. 547 del 21 luglio 2011 e in applicazione della D.G.R. n. 16-7072 del 4.02.2014” ha:

1) istituito in ogni Asl il Gruppo Disturbi Specifici di Apprendimento (GDSAp) deputato alla gestione del percorso diagnostico;

2) dato mandato alla Direzione Sanità di adottare con successivi atti la definizione del percorso di diagnosi e certificazione omogeneo per tutto il territorio regionale con riferimento agli elementi precisati nell’art. 3 comma 1 e 2 dell’accordo Stato-Regioni del 25 luglio 2012;

3) riconosciuto la conformità del percorso diagnostico rilasciato da soggetti privati.

Considerato che:

  • i tempi di attesa nei vari centri pubblici sono lunghi, si attendono mesi per una prima valutazione e per ricevere un trattamento o cura i tempi sono ancora più lunghi;
  • la tempestività per un bambino è fondamentale, avendo un processo di crescita molto rapido il disturbo diviene meno trattabile e l’intervento meno efficace;
  • è necessario tutelare il diritto alla salute perché, visti i lunghi tempi d’attesa, chi ha la disponibilità cercherà una risposta nel privato, ma chi non ha le possibilità economiche per affrontare le spese si sentirà discriminato.

Rilevato che:

  • senza una certificazione, il rischio che gli studenti abbandonino la scuola è alto, poiché i disturbi sopra menzionati investono non solo la sfera scolastica ma anche quella personale nel suo insieme provocando scarsa autostima e incidendo sulla personalità e sul futuro del giovane.

INTERROGA L’ASSESSORE COMPETENTE

per sapere quali misure o azioni intenda intraprendere questa Giunta per ridurre i tempi d’attesa e per garantire ai pazienti e alle famiglie il personale necessario a raggiungere livelli di assistenza adeguati in favore di alunni e studenti con DSA e ADHD.

Piazza Santa Giulia: o Presidio Interforze tutta la notte o ingressi contingentati, diversamente si riapra la piazza al traffico

Dopo l’ennesimo weekend di follia, chiediamo misure finalmente efficaci. Diversamente, la riapertura al traffico della piazza rimarrà l’unica soluzione. Le stesse ordinanze, se non fatte rispettare, servono solo per ottenere titoli sui giornali cittadini. Non possiamo tollerare che a Torino vi siano porzioni di territorio che sono terra di nessuno: proprio questo sta accadendo in Vanchiglia. Dopo un weekend di follia, è stata discussa poco fa in Sala Rossa la mia nuova interpellanza sul tema.

Santa Giulia è di nuovo terra di nessuno: un fatto che non possiamo accettare. Ora servono misure decisive: o il Presidio Interforze presente tutta la notte (deve lasciare la piazza un minuto dopo l’ultimo avventore) o il contingentamento delle presenze in piazza, con contapersone all’ingresso e previo accordo con gli esercenti. Dal momento che l’Amministrazione non è in grado di garantire il diritto al riposo dei residenti e la sicurezza di tutti, applicare almeno una di queste due proposte diventa necessario. Diversamente, non ci sarà altra scelta che riaprire la piazza al traffico veicolare.

Dopo un weekend di assoluta follia – nel quale abbiamo visto di tutto, dallo spettacolo improvvisato di fuochi artificiali alle risse, dalle camminate di ubriachi sulle auto in sosta ai pali divelti (e poi, per fortuna, prontamente ripristinati) – ho portato il tema in Consiglio Comunale con una nuova interpellanza sul tema. E ho fatto richieste molto precise.

Emettere ordinanze, di per sé, non è sufficiente, se poi non si fanno rispettare: servono solo per ottenere interviste e titoli sui giornali cittadini. Mi piacerebbe vedere, per esempio, la relazione relativa a quanti controlli siano stati effettuati, dopo le ore 21.00, presso i minimarket teoricamente chiusi a fine serata.

I residenti e i ristoratori che rispettano le regole sono i primi a essere penalizzati da questa situazione non più accettabile. Anche il valore degli appartamenti è, in zona, precipitato. La Giunta si faccia sentire al Tavolo di Sicurezza.

Corso Unione Sovietica 221, perché da tempo chiediamo i “nasi”? Per evitare incidenti come quello di questa mattina

Con questo elemento di protezione in cemento e asfalto, la vettura che nelle scorse ore ha perso il controllo non avrebbe rischiato di travolgere, all’angolo con via Rosario di Santa Fè, Volontari o pedoni, né di danneggiare le ambulanze in sosta della Confraternita Misericordia di Torino. La Giunta intervenga immediatamente realizzando i “nasi” prima che si verifichi un incidente con conseguenze più gravi di quello di oggi. Non si perda altro tempo.

Il bilancio avrebbe potuto essere peggiore: solo per caso la vettura che, questa mattina, ha perso il controllo in corso Unione Sovietica 221 angolo via Rosario di Santa Fè non ha travolto persone né ha danneggiato i mezzi di soccorso della Confraternita Misericordia di Torino, per fortuna soltanto sfiorati. Ma se si fossero trovati in quel punto pedoni o Volontari o se la dinamica dell’incidente fosse stata leggermente diversa (questione di pochissimi metri) le conseguenze sarebbero state ben più gravi.

Questa Giunta ha bisogno di altre prove per capire che realizzare “nasi” in quel tratto di marciapiede, come richiesto alla Giunta dal 2017 e come da noi ribadito con un’interpellanza discussa il mese scorso, è necessario e urgente? Si trovino immediatamente le risorse economiche necessarie e si intervenga. O forse i fondi ci sono solo per realizzare piste ciclabili?

Con un “naso” in asfalto e cemento, elemento peraltro previsto dalle planimetrie dell’Ufficio Tecnico per quel tratto di controviale, l’auto fuori controllo si sarebbe fermata prima. Dopo la conferma da parte della Giunta del progetto di “controviale Zona 20”, urge ora garantire la sicurezza dei mezzi posteggiati anche alla luce dell’intenzione di non trasformare la configurazione degli stalli da “spina di pesce” a perpendicolari alla carreggiata. Al civico 221 di corso Unione Sovietica ha sede la Confraternita Misericordia di Torino, i cui mezzi di soccorso, con la loro delicata e preziosa attrezzatura, sono di norma posteggiati proprio su quegli stalli.