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Autore: Alberto Manzo

Il Centrodestra chiede un Consiglio Regionale aperto sull’automotive

I capigruppo di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Lista Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale chiedono la convocazione urgente di un Consiglio Regionale aperto sull’automotive.

“La transizione ecologica con costi sociali enormi – dichiara Carlo Riva Vercellotti, Capogruppo di Fratelli d’Italia – è stato un errore che ora stiamo pagando ed è bene trovarsi per valutare le azioni migliori per contrastare la deriva green e tutelare il lavoro in Piemonte”.

“Le misure previste dalla legge di bilancio, contro cui oggi le forze di minoranza si scagliano dando la colpa al governo, sono le conseguenze dei provvedimenti folli che le stesse sinistre hanno appoggiato a Bruxelles – afferma il Capogruppo leghista Fabrizio Ricca -.                            La transizione all’auto elettrica, votata a maggioranza dai colleghi che adesso gridano allo scandalo, costringe le aziende a ridurre la produzione dell’endotermico. Il mantenimento dei posti di lavoro e il risanamento delle aziende restano prioritari per la Lega. L’apertura di un confronto diretto con gli addetti del settore servirà a trovare la soluzione a un problema che ci riguarda da vicino.”

“Siamo estremamente preoccupati per il futuro dell’automotive in Piemonte e soprattutto a Torino. Il capoluogo piemontese in particolare ha sempre rappresentato la capitale dell’automotive e della grande industria in Italia ora è indispensabile un confronto serio sull’argomento in Consiglio regionale dove ogni attore ci metta la faccia. Il rischio di perdere come comparto 10mila lavoratori costituisce una bomba sociale che va disennescata. Da questa convinzione nasce l’esigenza di un Consiglio aperto in Regione” a dichiararlo Paolo Ruzzola Capogruppo Forza Italia in Regione Piemonte

“Affrontare in modo aperto il tema dell’automotive – afferma Silvio Magliano, Capogruppo della Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale-, è doveroso per dare un riscontro a una filiera fondamentale per il territorio: qualità ed esperienza di tutti gli addetti, operai, impiegati e dirigenti, sono un valore per Torino e per il Piemonte che va tutelato e che non può assolutamente andare perduto. Dobbiamo dare risposte alle famiglie che sull’indotto dell’auto hanno creato esistenze e costruito le basi per il proprio futuro e che ora, giustamente, temono che tutto questo venga messo in discussione”. 

La qualità del trasporto locale fondamentale per i pendolari e per il territorio: necessario che il SFM garantisca standard adeguati e conformi al contratto di servizio con la Regione

Questa mattina in II Commissione Consiliare si è tenuta l’audizione dei comitati dei pendolari del Sistema Ferroviario Metropolitano, in particolare per quanto riguarda le tratte Fossano-Ciriè e Alba-Ciriè e la Canavesana: le prime due sono tratte fondamentali sia per il trasporto pendolari, sia perché collegano l’Aeroporto di Caselle e la Reggia di Venaria, con evidenti ricadute anche sul comparto turistico, mentre la Canavesana unisce il Canavese e il Chierese al capoluogo.

La situazione attuale configura gravi difficoltà per gli studenti e i lavoratori nel giungere in orario a scuola, all’Università o sul posto di lavoro, ma rischia anche di compromettere l’immagine del territorio nei confronti dei turisti. I rappresentanti dei viaggiatori riportano sia problematiche sul materiale rotabile, con numerosi guasti alle porte e una generale obsolescenza – l’età media è attorno ai 40 anni -, sia gravi difficoltà nel rispetto degli orari, con ritardi generalizzati (su circa un terzo dei viaggi) e una quota purtroppo rilevante di corse limitate o cancellate.

Le soluzioni proposte vanno dal rinnovo del materiale rotabile con assegnazione dei nuovi convogli Pop e Rock che risultano attualmente in consegna fino all’adeguamento del sistema di tracciamento del treno e delle stazioni, soprattutto per quanto concerne l’altezza dei marciapiede, oltre all’incremento delle informazioni per i viaggiatori e l’ottimizzazione degli incroci nei tratti a binario unico.

Tra le proposte dei Comitati dei pendolari di Alba e Bra è la riattivazione della linea Cavallermaggiore-Bra che consentirebbe di spostare parte del traffico su questa direttrice ed eventualmente istituire alcune corse veloci da e per Alba e la sostituzione di alcuni passaggi a livello che con regolarità non funzionano correttamente, causando continui e ingenti ritardi.

Siamo convinti che il Servizio Ferroviario Metropolitano debba raggiungere gli standard previsti dal contratto di servizio, in funzione dell’investimento che la Regione Piemonte fa sul trasporto ferroviario regionale, di cui SFM costituisce una parte nevralgica e fondamentale per centinaia di migliaia di viaggiatori da e per il capoluogo. Riteniamo che la manutenzione ordinaria sia il primo obiettivo da perseguire, non soltanto per incrementare la qualità del servizio, ma anche per evidenti ragioni di sicurezza.

Ad Alba e a Bra si è investito in infrastrutture per l’accesso alle stazioni: è particolarmente difficile da accettare che in queste condizioni molti cittadini debbano rinunciare a utilizzare il treno, mezzo più sostenibile delle auto private.

Siamo lieti di aver potuto contribuire alla realizzazione di questa audizione, presentando alla Commissione il dossier dei Comitati dei pendolari di Alba e Bra e delle Amministrazioni locali e continueremo a lavorare con gli enti locali e i rappresentanti dei viaggiatori per sostenere un programma di interventi per il conseguimento degli obiettivi proposti. In questo senso apprezziamo e sosteniamo l’impegno dell’Assessore Marco Gabusi nell’istituire l’Osservatorio e nel richiamare Trenitalia e Rfi, la cui audizione in II Commissione è prevista il prossimo 6 novembre, al ripristino di standard di servizio adeguati e aderenti alle specifiche contrattuali.

Crediamo sia particolarmente rilevante il lavoro svolto a favore del territorio e dei cittadini, in modo trasversale e al di là delle appartenenze, da Amministrazioni locali, Comitati dei viaggiatori e oggi approdato in Commissione.

Totalmente favorevoli al parto in anonimato. Nessuna contrapposizione con le Culle per la vita: si amplia la possibilità di scelta per le madri in difficoltà

Siamo assolutamente favorevoli alla promozione del parto in anonimato e riteniamo che si tratti di una possibilità decisamente importante per le donne piemontesi. Non riconoscere il proprio bambino dopo il parto, mantenendo segrete le proprie generalità, è un diritto stabilito dalla legge e che in Piemonte è garantito da un’apposita normativa regionale: riteniamo positiva, quindi, qualsiasi iniziativa che preveda la divulgazione di tale opportunità, al fine di preservare la vita e tutelare la madre e il neonato.

Non esiste, in questo senso, nessuna contrapposizione con le Culle per la Vita che consentono alle donne di lasciare il proprio bambino in un luogo sicuro, collegato direttamente con i servizi sanitari necessari per garantire la sua salute.

Si tratta di due possibilità che le donne piemontesi possono scegliere in funzione delle proprie condizioni e della situazione che stanno vivendo. Ci stupisce, dunque, la lettura che vede le Culle per la Vita contrapposte al parto in anonimato: per noi restano due opportunità utili in un momento di grande difficoltà per la madre. Quando si discuterà di un atto su questo tema in modo non strumentale per generare contrapposizioni inesistenti saremo ben lieti di votare a favore.

Ben venga, quindi, qualsiasi iniziativa di promozione di due servizi che sono assolutamente complementari e volti alla tutela della vita, tanto della mamma quanto del neonato.

Cordoglio per la scomparsa di Matilde Lorenzi, giovane sciatrice scomparsa durante gli allenamenti della Nazionale juniores

I Consiglieri del Gruppo Consiliare Lista civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale esprimono il loro cordoglio per la scomparsa di Matilde Lorenzi, giovane sciatrice torinese, tragicamente scomparsa a seguito di un incidente avvenuto in Val Senales durante gli allenamenti della nazionale Juniores.

Siamo vicini alla famiglia, alla mamma, al papà e alla sorella: lo sport dovrebbe essere sinonimo di gioia, di correttezza, di rispetto dell’avversario ed è sempre uno strazio un po’ più grande quando a prendere il loro posto sono il dolore e il senso di vuoto.

Matilde Lorenzi era una promessa dello sport azzurro e prima ancora dei vent’anni, che avrebbe compiuto tra pochi giorni, il 15 novembre, si era già laureata campionessa italiana assoluta in SuperG e aveva ottenuto un piazzamento in Coppa del Mondo. Prima di tutto, però, era una figlia, una sorella, una ragazza con sogni, progetti, aspettative: rassegnarsi a una perdita così improvvisa alle soglie dei vent’anni non è certamente possibile. Come persone e come appartenenti alle istituzioni ci stringiamo, idealmente e con la preghiera, attorno alla famiglia di Matilde in questo momento così terribile.

Che cosa succederebbe se oltre 50mila studenti si riversassero nella scuola statale? Nella polemica strumentale sui voucher scuola si fa troppa confusione: una cosa è la libertà di educazione, una il diritto allo studio

Nella polemica strumentale di questi giorni sul voucher scuola e sulla possibilità di abbassare la soglia ISEE per averne diritto, si dimentica che il diritto allo studio e il diritto alla libertà di educazione sono egualmente rilevanti, ma distinti. Uno è il diritto di tutti i cittadini di avere la possibilità di studiare indipendentemente dalle condizioni sociali ed economiche, l’altro è il diritto dei genitori, a cui compete la scelta educativa per i figli, di scegliere quale tipo di educazione, anche scolastica, impartire loro.

Sfortunatamente, in altre Legislature, si è fatto l’errore di accomunare i due diritti nella stessa misura e nella stessa legge, mentre in realtà sarebbe necessario individuare misure distinte con atti differenti, in modo da non generare la confusione in cui sono caduti alcuni esponenti del Consiglio regionale.

Presenterò nei prossimi giorni un Ordine del Giorno in Consiglio regionale nel quale si richiede alla Giunta regionale di reperire le risorse necessarie per erogare il contributo alle 1577 domande del voucher scuola di tipo A, legato alla libertà di educazione, ammesse in graduatoria ma ancora non finanziate e confido che l’Assessore competente vorrà accogliere questa mia istanza.

A tutto questo si aggiunge un’ulteriore considerazione: se il diritto alla libertà di educazione non fosse più sostenuto e oltre 50mila studenti delle 671 scuole paritarie, circa un decimo degli studenti piemontesi, si riversassero nelle scuole statali della nostra regione, che ne sarebbe del sistema scolastico? Quali maggiori costi dovrebbe affrontare? È bene ricordare che attualmente tali costi sono due volte a carico delle famiglie che fanno la scelta di mandare i propri figli nelle scuole paritarie: una prima volta attraverso la fiscalità generale da cui vengono prelevate anche le risorse per il sistema scolastico statale, la seconda volta quando pagano la retta delle scuole paritarie, sostenuti solo in parte, e non per tutti gli studenti, da questo voucher che ora viene contestato così duramente, ingiustamente e anche a sproposito.